dolori

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Sono distesa sul letto, con la borsa d'acqua calda appoggiata sulla pancia che pulsa di dolore. La sensazione è come se delle lame affilate stessero scavando nel mio ventre, ogni movimento sembra peggiorare la situazione. Mi sembra di morire un po’ ogni volta che arriva questo inferno mensile, e so che è solo un'illusione, ma non posso farci niente. L'endometriosi, quella maledetta bestia invisibile, mi ha rubato così tanto. Non solo mi infligge dolori insopportabili, ma mi ha anche portato via il sogno di essere madre. Ogni ciclo è un promemoria crudele di ciò che non posso avere, di quello che il mio corpo si rifiuta di fare.

Provo a concentrarmi su qualsiasi altra cosa, ma la mia mente continua a tornare lì. Mi sento vuota, incompleta, come se non fossi una donna vera. È difficile non pensare a tutte le volte che ho cercato di restare incinta, solo per essere delusa ancora e ancora. Ogni test negativo, ogni falso segnale di speranza... è come se il mio stesso corpo mi stesse tradendo.

Sono così stanca, così esausta da questo dolore, da questa lotta continua con me stessa. Chiudo gli occhi, cercando di scacciare le lacrime, ma non ci riesco. È come se tutto questo dolore, fisico ed emotivo, fosse troppo da sopportare. Vorrei piangere, gridare, ma non ho neanche la forza per farlo. Mi limito a rimanere lì, distesa, sperando che tutto questo finisca presto.

Sento la porta di casa aprirsi, e un lieve senso di sollievo mi attraversa quando riconosco il passo familiare di Bellamy. Non appena entra nella stanza, il suo sguardo cade su di me. Posso vedere la preoccupazione nei suoi occhi, e questo mi fa sentire ancora peggio. Non voglio che mi veda così, ma non posso nascondermi.

«Principessa, come va?»
Mi chiede, la sua voce è dolce, ma c'è una nota di preoccupazione che non riesce a nascondere.

Mi giro appena, cercando di dargli un piccolo sorriso, ma non credo che funzioni.
«Fa male…»
Riesco a dire, la mia voce è quasi un sussurro, spezzata dal dolore.

Lui si avvicina al letto, chinandosi su di me. La sua mano calda sfiora la mia fronte, spostando una ciocca di capelli. «Posso fare qualcosa?»
Mi chiede, e so che farebbe qualsiasi cosa per alleviare questo dolore se potesse. Ma la verità è che non c'è niente che possa fare, niente che possa veramente aiutarmi.

Lo guardo negli occhi, cercando conforto. «Resti qui?»
Chiedo, e so che è una richiesta semplice, ma in questo momento sembra tutto ciò di cui ho bisogno.

Bellamy sorride dolcemente, anche se c’è ancora quella preoccupazione nei suoi occhi.
«Certo che resto».
Dice, e senza esitazione si siede sul letto, scostando la coperta per fare spazio.

Si sdraia accanto a me, e sento il suo corpo caldo contro il mio. La sua presenza è un sollievo, come se il solo fatto che lui sia qui potesse alleviare un po' di quel dolore che mi divora. Mi avvicino a lui, appoggiando la testa sul suo petto, e sento il battito del suo

cuore, regolare e rassicurante, come un'ancora che mi tiene legata alla realtà in mezzo a questo mare di dolore. La sua mano si muove lentamente sulla mia schiena, tracciando cerchi lenti e ipnotici, mentre il suo respiro calmo mi avvolge.

«Sei così coraggiosa, Clarke».
Mormora, con quella voce bassa che usa solo quando siamo soli.
«Non so come fai a sopportare tutto questo».

Vorrei dirgli che non sono coraggiosa, che in realtà mi sento spezzata e incapace. Vorrei confessargli quanto mi senta inutile, come se la mia femminilità fosse legata alla capacità di portare una vita dentro di me, una cosa che il mio corpo sembra rifiutarsi di fare. Ma invece, tutto quello che riesco a fare è stringermi di più a lui, cercando di trovare un po' di calore in mezzo al gelo che mi attanaglia.

«Non lo sono».
Rispondo, la mia voce è debole, ma so che lui mi ascolta.
«Mi sento solo… uno schifo».

Bellamy sospira, e sento le sue labbra premere un bacio sulla mia fronte.
«Ti sbagli, Clarke. Sei la persona più forte che conosca. E se potessi prendere un po’ di questo dolore su di me, lo farei in un secondo».

Lo so, e questo rende tutto ancora più difficile da sopportare. Lui mi guarda come se fossi la persona più importante del mondo, come se non fosse importante il fatto che il mio corpo mi stia tradendo in questo modo. Ma io mi sento così piccola, così insignificante in confronto a tutto questo dolore.

«Vorrei solo... essere normale».
Confesso, e le parole mi escono come un soffio. «Vorrei poter avere una vita normale, senza tutto questo... senza l’endometriosi, senza il dolore, senza sentirmi una donna a metà».

Bellamy mi stringe più forte, e sento il suo respiro tremare leggermente, come se stesse cercando di trattenere le lacrime.
«Clarke, tu sei più che normale. Sei straordinaria. Questo non ti definisce, non ti rende meno donna o meno completa. Sei già tutto quello che potrei mai desiderare».

Le sue parole sono un balsamo per le mie ferite, ma non riescono a cancellare del tutto quella sensazione di vuoto dentro di me. Tuttavia, la sua vicinanza, il suo amore, sono un conforto che non posso negare. In questo momento, ho bisogno di lui più di quanto abbia mai avuto bisogno di qualcuno nella mia vita.

«Ti amo».
Sussurro, e mi sorprende quanto queste parole siano vere, quanto siano piene di significato. Nonostante tutto, nonostante il mio corpo, nonostante il dolore, il suo amore per me è l’unica cosa che sembra rimanere costante.

«E io amo te, Principessa».
Risponde, e questa volta la sua voce è forte, sicura, come se nulla al mondo potesse cambiare questo.
«E sarò qui, sempre. Anche quando tutto il resto sembra crollare».

Mi lascio andare a quel momento, cercando di lasciar scivolare via la disperazione. Non importa quanto mi senta fragile, quanto mi senta spezzata, lui è qui, e in qualche modo, questo rende tutto un po’ più sopportabile. Rimaniamo così, avvolti l’uno nell’altro, in un silenzio che non ha bisogno di essere riempito. Non c’è bisogno di parole, perché la sua presenza dice già tutto.

Alla fine, Bellamy rompe il silenzio con una delle sue battute che è tanto stupida quanto dolce.
«Sai, Principessa, pensavo che il mio fascino fosse imbattibile, ma credo che la tua borsa dell’acqua calda mi stia facendo concorrenza. Vuoi che la sfidi a duello?»

Non posso fare a meno di ridere, anche se il dolore mi trafigge la pancia ad ogni movimento.
«Stai attento, è una vera guerriera. Potresti non uscirne vivo».

Bellamy finge di considerare la cosa seriamente, poi scuote la testa con un’espressione esagerata.
«In effetti, meglio non rischiare. Ma solo perché non voglio che rimani vedova così presto».

Mi stringo di più a lui, il sorriso ancora sulle labbra. Anche se il dolore non è passato, la sua presenza mi rende tutto più facile da sopportare. Non so cosa farei senza di lui. E in questo momento, non voglio nemmeno pensarci. Ho solo bisogno di sentirlo vicino, di sapere che non sono sola in questa lotta.

Chiudo gli occhi, cercando di lasciarmi andare alla sua voce, al suo calore, e alla certezza che, qualunque cosa accada, lui sarà sempre qui.

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