Mi siedo sul divano accanto a Clarke, osservando la nostra piccola Aurora che gioca con delle costruzioni. Ogni volta che la guardo, sento un'ondata di fortuna e gratitudine. Il suo sorriso, le sue risate, ogni piccolo gesto mi riempie il cuore. Tuttavia, a volte, i pensieri vagano verso mia madre. Se fosse viva, cosa mi direbbe? Sarebbe orgogliosa di me? Di noi?

Mentre mi perdo in queste riflessioni, Clarke interrompe i miei pensieri.

«Dovremmo organizzare una cena e invitare Octavia. Aurora è sempre felice quando vede la zia».

La guardo per un momento, riflettendo su quanto sia passato dall'ultima volta che ho visto mia sorella.

Annuisco.

«Sì, poi è da qualche mese che non vedo mia sorella...».

Il mio sguardo ritorna su Aurora che sta cercando di attirare l'attenzione della madre.

«Mamma!»

Dice con insistenza. Quando vede che Clarke non le risponde, si volta verso di me.

«Pa-pà!»

I miei occhi si spalancano per la sorpresa e la gioia.

«Clarke! Aurora ha detto papà!»

Mi alzo rapidamente e prendo in braccio la nostra bambina.

«Dillo di nuovo... dì papà!»

Aurora ridacchia, i suoi occhi brillano di divertimento.

Clarke scoppia a ridere.

«Lo sai che non fa niente a comando!»

Sorrido, il cuore pieno di felicità.

«Sì, lo so, ma è comunque incredibile sentirla dire papà».

Mi siedo di nuovo sul divano con Aurora tra le braccia, sentendo la morbidezza dei suoi capelli contro il mio viso. La stringo delicatamente, grato per questo momento perfetto. Clarke ci guarda con un sorriso affettuoso, e penso a quanto siamo fortunati ad avere tutto questo.