Sono a una festa con Octavia. La musica è assordante, le luci intermittenti danzano sulle pareti, e l'aria è densa di risate e chiacchiere. Octavia e io ci godiamo la serata, immerse nel vortice dell'allegria e dell'ebbrezza.

«Clarke, stai bene?»

«Sì, sì, tutto a posto. Solo un po' ... girata».

Tra drink e conversazioni, il tempo sembra scivolare via veloce come il vento. Ma poi, improvvisamente, mi accorgo di non riuscire più a reggere il passo. Le parole si confondono, le risate si allontanano, e tutto intorno a me comincia a girare. Sono ubriaca. Troppo ubriaca.

Octavia mi guarda preoccupata, ma non c'è nulla che possa fare per fermare questa vertigine che mi avvolge. Il mio stomaco ribolle, la testa mi fa male e ogni passo è un'impresa titanica. Ma non voglio rovinare la serata a Octavia, così cerco di tenermi in piedi, anche se tutto sembra volermi trascinare giù.

La voce di Bellamy arriva chiara e forte.

«Dobbiamo andare, Octavia. Ora»

«Clarke, ti aiuto ad alzarti».

Io annuisco debolmente, lasciando che Octavia mi sostenga mentre ci dirigiamo verso l'uscita.

Arriviamo alla macchina e il mio stomaco decide di ribellarsi. Senza preavviso, vomito tutto quello che ho bevuto, in un'esplosione nauseante che invade l'abitacolo.

«Ma che...! Ho appena fatto lavare la macchina questa mattina!»

Mi sento mortificata. Non volevo rovinare tutto. Non volevo deludere Octavia e Bellamy. Ma l'alcool ha preso il sopravvento, e ora devo affrontare le conseguenze delle mie azioni.