°ASHTON THE NEW ZECCA°

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

«Kira ho deciso di parlare con Calum» la voce di Jasmine mi fa distrarre da l'interessante lezione di chimica e per poco non mi fa cadere il flacone che ho in mano per terra, ma ciò che dice dopo invece, me lo fa cadere non riuscendo a prenderlo «Voglio dichiararmi» il liquido blu si espande sul pavimento ed io resto immobile con gli occhi su di esso.

«Kira hai capito?»

Guardo lei, poi il liquido, ancora lei e poi il professore che si avvicina a noi.

«Ragazze tutto ok?» il professore Casey è il più giovane insegnante di questa scuola, sia fisicamente che mentalmente, lo guardo con il suo solito abbigliamento, jeans stretti da femminuccia e maglia nera a maniche corte con sopra la solita giacca elegante, -ora appoggiata sulla sedia-, i suoi occhi castani ci scrutano ed io sorrido imbarazzata.

«Mi è scappato di mano» dico con voce bassa.

«Non vi preoccupate, può capitare, ripulite nel migliore modo possibile questa schifezza e prendetene un'altra» si allontana da noi e io guardo Jasmine aspettando che si alzi e pulisca.

«Cosa vuoi?»

«Devi pulire, è colpa tua se è caduto.»

«Ma sei scema? Cosa c'entro io?»

«Hai iniziato a parlare di Hood e delle tue intenzioni distraendomi, Jas tocca a te pulire» lei sbuffa ma pulisce lo stesso ogni cosa guardandomi male.

La lezione prosegue ed io mi riconcentro sul bel professore, a dire il vero non sto capendo nulla di quello che dice, semplicemente mi piace ascoltare la sua voce profonda e sexy, appoggio una mano sotto al mento e lo guardo sognante, ammiro il suo sorriso divertito e credo abbia fatto qualche battuta dato che tutta la classe ride ma, io non l'ho ascoltata.

«Allora ragazzi per lunedì voglio il progetto pronto» si dirige dietro la cattedra e prende un foglio tra le mani, ma di cosa sta parlando?

«Vi dividerò in coppie» ma cosa cazzo sta succedendo? Guardo Jas e lei fa lo stesso.

«Cosa succede?»

«Non stavi ascoltando?» lo dice con rimprovero ed io alzo gli occhi al cielo «Il prof ci ha assegnato un compito per lunedì, dovremmo lavorarci in questo weekend e lo faremo a coppie, spero mi metta con Calum» ma che palle lei e Calum.

Riconcentro la mia attenzione verso il prof che intanto ha già assegnato alcuni studenti con altri.

«Hood» indica Calum e Jas si sporge in avanti sperando che la veda e la scelga, «Tu starai con Clifford» Michael e Calum si danno il cinque e sorridono, mentre la mia amica affonda sulla sedia deprimendosi.

«Signorina Rivera, lei starà con Irwin» Jasmine e Ashton insieme, non oso immaginare cosa ne uscirà fuori, sono più che sicura che sul progetto lavorerà solo la mia amica mentre lui dirà cose senza senso tutto il tempo.

«Professore io non posso stare con Young?» Ash protesta ed io avrei solo voglia di prenderlo a testate.

«Ashton» gli dò un colpo dietro la schiena dato che è seduto davanti a me.

«No Irwin, la signorina Young starà con Hemmings» vedo il pulcino seduto nella fila accanto alla mia, voltarsi e farmi un occhiolino, non ci credo.

«Professore ha ragione Ashton, potrei stare con lui?» mi ritrovo a protestare anch'io ma il prof ribadisce che non cambierà nessuna coppia, ormai ha deciso, la campanella suona e noi ci catapultiamo all'esterno.

Cammino per il corridoio con Jasmine alla mia destra e Ashton al suo fianco, i due parlano già del progetto, ovvero la mia amica parla e lui fa domande stupide.

«Ma dobbiamo portare qualche tema, qualcosa sulla seconda guerra mondiale, cose del genere?» chiede sistemandosi la bandana nera che indossa oggi, in pandan con il suo completo da funerale, è vestito tutto in nero.

«Ashton è un progetto di chimica» ribatte la mia amica sconvolta, come darle torto.

«Ho capito Jasmine, non sono mica scemo.»

«Forse scemo no, ma stupido sì» rido e lui mi guarda di traverso.

«Ashton dobbiamo studiare la composizione della materia ed il suo comportamento in base a tale composizione» lui la guarda quasi spaventato ed io rido ancora di più.

«Jas lascia stare, è un caso perso.»

«Young so che dici così solo perché avresti voluto fare il progetto con me» mi si avvicina e appoggia un braccio sulle mie spalle.

«Irwin hai tre secondi di tempo per togliere il tuo braccio dalle mie spalle prima che te lo spezzi.»

🙌

«Kira» sento il mio nome riecheggiare in tutto il cortile della scuola e, dal modo in cui viene pronunciato, dal tono caldo e profondo capisco subito si tratti del biondo, mi volto ed infatti è intento a venirmi incontro.

«Cosa vuoi?»

«Siamo stati assegnati insieme per il progetto di chimica» sorride mostrando le fossette.

Mi batto una mano sulla fronte, me ne ero già dimenticata «Ok, ma cosa vuoi?» ripeto incrociando le braccia annoiata. Capisco che dobbiamo fare questo stupido progetto insieme ma perché attaccarsi come una piovra già da adesso?!

«Ehm, casa mia non è disponibile quindi dovremmo farlo da te se non ci sono problemi.»

«Ok, oggi alle quattro vieni da me» dico voltandomi e avviandomi alla jeep di Tyler.

«Ma io non so dove abiti» urla alle mie spalle.

«Chiedi in giro» grido di rimando salendo nei sedili posteriori e andando finalmente a casa.

Tyler e Dylan sono stati assegnati insieme, questi due sono i bastardi più fortunati del mondo, capitano sempre insieme, secondo me corrompono i professori, per forza, altrimenti non si spiega la cosa.

Non appena arriviamo a casa, saluto tutti e tre e mi dirigo verso la mia, apro la porta e getto la borsa sul divano marrone, ogni volta che sono qui sento sempre la stessa sensazione, quel senso di vuoto e solitudine, sbuffo e mi avvio in cucina per prepararmi qualcosa, oggi non abbiamo mangiato in mensa dato che non avevamo più lezione e il mio stomaco sta praticamente urlando fame.

Decido si prepararmi un semplice panino con tonno e pomodori, mi siedo a tavola e lo mangio in assoluto silenzio, ce n'è così tanto che riesco a sentire perfettamente il battito del mio cuore e il mio respiro. Mangio ogni cosa e poi pulisco, mi getto sul divano e accendo una sigaretta.

Per l'ennesima volta in due mesi, mi ritrovo a pensare a loro, davvero non ci riesco a spiegare cosa significa perdere i propri genitori, il giorno prima sono lì con te mentre parlate, scherzate, vi divertite, magari vi prendete anche in giro e alcune volte ci si litiga anche e, quello dopo, non ci sono più, quello dopo ti ritrovi da sola, senza più le loro risate, le loro grida, le loro carezze, la loro dolcezza ma soprattutto senza il loro amore.

Come si può spiegare tutto questo? Non credo si possa fare. Solo chi ci è passato può capire ciò che ho dentro, il dolore che sento minuto dopo minuto, il modo in cui si intensifica giorno dopo giorno, perché non è vero che il tempo sana le ferite, il tempo ti fa capire solo di più che loro non ci sono più e che non torneranno, loro non mi vedranno diplomarmi, laurearmi, sposarmi, non mi vedranno felice -se mai lo sarò- non vedranno i miei bambini e i miei figli cresceranno senza i nonni materni. Chi non ha perso qualcuno di così importante proverà a capirti ma mai ci riuscirà e il mio non è un attacco, non è colpa loro, non possono capirlo, provano a darti la forza ma il giorno dopo per loro è già passata ogni cosa, vanno avanti con la loro vita, tu e solo tu, sai che la tua anima è morta con i tuoi cari. Fingo, rido, scherzo, ma nulla è vero, la mia vita è diventata una menzogna e nessuno se ne rende conto.

La loro morte mi ha cambiata per sempre, ha cambiato il mio modo di vedere il mondo, prima ogni cosa sembrava così strabiliante, bella, nuova e, forse solo perché avevo qualcuno a cui raccontarlo, ma ora che sono sola non mi lascio più trasportare da nulla, perché dovrei? Tanto nessuno mi ascolterà per davvero.

Luke's pov

Ho dovuto chiedere a dieci persone dove abitasse Kira Young e solo l'ultima persona è riuscita a darmi il suo indirizzo, neanche Calum o Ashton sapevano dove abitasse, parcheggio l'auto fuori al vialetto di casa sua -almeno credo- e scendo dirigendomi verso la porta d'ingresso, busso e attendo che qualcuno venga ad aprirmi, poi sento una voce familiare alle mie spalle.

«Luke cosa fai qui?» mi giro e trovo Ash nella casa di fronte.

«Ehm, sono qui per il progetto, credo qui abiti Kira.»

«Sul serio?» urla precipitandosi verso me.

Questo ragazzo è proprio fissato con la rossa. La porta di casa si apre dando spazio ad una Kira con i capelli attaccati in uno chignon disordinato, gli occhi arrossati e gonfi e con addosso gli stessi abiti di questa mattina, jeans chiari e felpa nera, mentre i piedi sono scalzi ricoperti da dei calzini enormi bianchi, sorrido nel vederli mentre lei guarda prima me e poi Ashton e poi ancora me. La porta si richiude lasciandoci fuori, sconvolti o almeno io lo sono mentre Ash ride.

Busso ancora e lei risponde da dietro la porta chiusa «Chi è?»

«Sempre io» sbuffo passando una mano tra i capelli.

«Cosa vuoi?»

«Il progetto.»

«Irwin è andato via?» mi giro e no, è ancora qui.

«Sono qui piccola» risponde lui mentre io mi passo una mano sul viso esausto, ho passato le ultime ore a calmare l'unica persona davvero importante nella mia vita, sono stato rintanato a casa e come quasi ogni giorno ho provato a farla ragionare, quindi mentalmente sono davvero stanco, non ho voglia di sopportare anche Ashton e la sua cotta non ricambiata.

«Se lui non va via io non ti apro» ribatte Kira.

Mi volto verso il mio amico dando le spalle alla porta, appoggio le mie mani sulle sue spalle e inizio il mio discorso «Amico, potresti andartene così noi facciamo il progetto ed io torno a casa mia?» lui prova ad aprire la bocca ma lo blocco «Per favore Ash» abbassa il capo affranto e si avvia verso la casa di fronte dove vedo Jasmine appoggiata alla porta che ride, alzo una mano verso di lei e la saluto, ricambia e poi lascia entrare Ashton chiudendo la porta.

«Sono solo, ora puoi aprire» non appena finisco la frase la porta si apre, Kira caccia il capo di fuori e si guarda in giro e solo dopo essersi assicurata che Ashton non c'è mi lascia entrare chiudendo subito la porta alle sue spalle.

«Quel ragazzo è una zecca» sbuffa e si incammina per la casa mentre io mi guardo in giro in imbarazzo, guardo il grande salone con al centro un divano a tre posti marrone, un'altra piccola poltrona posta sulla destra, il piccolo televisore posto davanti su un tavolino in legno e la portafinestra che credo porti al giardino sul retro, ho perso Kira di vista e non so dove sia andata, ma poi finalmente la vedo sbucare dal corridoio con un computer portatile tra le mani.

«Vieni» mi sorpassa ed io la seguo arrivando così in cucina, è piccola e accogliente, i mobili sempre in legno, la sua casa è arredata in stile classico, probabilmente ai suoi genitori così piaceva, si accomoda su una sedia intorno al grande tavolo e lo stesso faccio io gettando lo zaino al mio fianco.

«Allora Hemmings, per questa sera dobbiamo finire tutto il progetto, in modo tale che così io possa evitare il tuo faccino per il resto del fine settimana.»

«Non credo riusciremo a terminare per questa sera» dico evitando ciò che ha detto alla fine.

«Tu non sai con chi stai parlando biondino» sorride e accende il pc davanti a sè.

In assoluto silenzio iniziamo il nostro progetto, non parliamo quasi mai se non solo per dirci cose inerenti alla chimica, restiamo così per circa due ore, poi finalmente lei decide di fare una pausa.

«Stiamo a buon punto, un'altra mezz'ora e abbiamo finito.»

«Sei molto brava» è davvero notevole l'impegno che mette nello studio.

«Stiamo all'ultimo anno e io ho intenzione di diplomarmi con il massimo dei voti» dice alzandosi e avvicinandosi al frigo, la vedo mentre prende una bottiglia di succo e la appoggia sul tavolo, si avvicina ad un mobiletto in alto sulla destra e prende due bicchieri e senza neanche chiedermi se lo gradisco li riempie porgendomene uno davanti, guardo i suoi movimenti in modo ipnotizzato, mi piace ammirare i suoi particolari, il modo in cui curva le labbra mentre batte qualcosa sulla tastiera, oppure quando si butta all'indietro le piccole ciocche di capelli sfuggite allo chignon, c'è qualcosa in lei che mi spinge ad osservarla, ad osservare tutto ciò che fa e lo sto facendo anche ora e, credo anche che lei se ne sia accorta perché mi guarda in modo strano, decido di distogliere a malincuore il mio sguardo da lei e, di concentrarmi sul bicchiere di succo che mi ha versato.

«Perché mi fissavi?» chiede sedendosi al mio fianco, il succo mi va di traverso e mi ritrovo a tossire cacciando gli occhi di fuori, lei nè interviene, nè si preoccupa, semplicemente mi guarda in modo tranquillo.

«Grazie per l'aiuto» le dico una volta ripreso.

«Non te l'ho dato» alza l'angolo delle labbra e poi appoggia le mani sotto al mento squadrandomi, so che anche lei mi sta studiando, lo vedo come i suoi occhi dal mio viso scendono sul mio corpo, per poi ritornare sulla mia faccia, si soffermano sulle mie labbra, sul mio piercing e poi finalmente li incastra nei miei.

«Allora? Perché prima mi fissavi?»

«Per la stessa ragione per cui l'hai fatto tu adesso» batte le ciglia sorpresa e poi le sue guance si colorano di rosso, si è imbarazzata ed io mi ritrovo a pensare che sia anche più bella così.

«Sei sicuro che sia la stessa ragione?»

«Più che sicuro.»

Si passa una mano sulle labbra ed io le guardo non riuscendo a controllarmi, sono così rosee e grandi «Io ti guardavo e mi chiedevo perché tu ti metta sempre gli stessi jeans e cosa più importante perché tu ti tinga i capelli di biondo» la guardo stralunato.

«Eh?» è l'unica cosa che riesco a dire, ma poi mi schiarisco la gola e parlo «Io non metto sempre gli stessi jeans, mi piace il nero quindi ne ho più di uno di questo colore e cosa più importante -la imito- io non mi tingo i capelli di biondo, i miei capelli sono biondo naturale.»

Kira's pov

Hemmings se n'è andato da circa mezz'ora, abbiamo finito il progetto e devo ammettere che non mi è dispiaciuta così tanto la sua compagnia, è un tipo tranquillo, non dà fastidio e soprattutto non apre argomenti che non devono essere aperti, è stato qui per quasi tre ore e mai una volta ha chiesto dei miei genitori e ne sono felice, non sarei riuscita ad affrontare quell'argomento con lui.

Decido di ripulire un po' in cucina, inizio prendendo il pc e portandolo in cameretta, nella mia vecchia cameretta, la guardo, ammiro le pareti dipinte di rosso, io amavo il rosso, mi ricordava il colore dei miei capelli, si dice che sia il colore dell'amore, della passione, ricordo ancora quando dissi a mio padre di voler dipingere le pareti di rosso, lo abbiamo fatto insieme, fu uno dei pomeriggi più belli della mia vita.

Appoggio il computer sulla scrivania e per un istante mi siedo sul vecchio letto, chiudo gli occhi e i ricordi di quel pomeriggio mi ritornano in mente, trattengo le lacrime ed esco chiudendo la porta della mia stanza ritornando in cucina.

Una suoneria a me sconosciuta, una voce a me sconosciuta riecheggia in casa mia, ma da dove proviene?

A terra vicino al tavolo trovo un cellulare, non è il mio, guardo sullo schermo il nome di colui che sta chiamando e trovo scritto BANDANABOY ma chi cazzo è? In ogni caso decido di non rispondere il cellulare non è mio, sarà sicuramente di Luke e io non ho il diritto di rispondere, ma questo stupido coso ricomincia a suonare ed io già non riuscendo più a sopportarlo rispondo.

«Pronto.»

«Luke sei tu?» riconosco subito la voce di Ashton e rido ripensando al nome sullo schermo.

«Ti sembro per caso Luke?»

«Non lo so amico, dimmelo tu» ma è serio?

«Ash sono Kira, Hemmings ha dimenticato il cellulare qui da me.»

«Cosa mi garantisce che sei davvero tu?» chiede con voce indagatrice.

«Irwin allenta la bandana da idiota che porti in testa, credo ti stia fermando il sangue al cervello.»

«Ok, sei tu!» ride ed io sbuffo in modo esasperato «Quando Luke torna gli dici che lo cercavo?» non ci credo.

Annoiata, ignoro la sua richiesta e gli chiedo l'indirizzo di Luke, voglio portargli il cellulare, si sa che i giovani di oggi non vivono un'ora senza il telefono e so che molto probabilmente ne ha bisogno e lo starà cercando dappertutto, ma Ash prima di darmi l'indirizzo mi fa cinquanta domande.

«Perché vuoi il suo indirizzo? Ti piace?»

«No Ash, devo portargli il cellulare.»

«Sicura che non sia una scusa? Cosa mi assicura che tu abbia il suo cellulare?» domanda dubbioso.

«Irwin, forse il fatto che noi stiamo parlando tramite il suo cellulare, ora?» chiedo annoiata.

«Non è una prova questa, Young.»

«Dammi quel cazzo di indirizzo Ashton.»

🏘

Sono appena arrivata fuori casa di Luke, alla fine Ashton si è convinto e mi ha lasciato il suo indirizzo, davvero non riesco a capire come una persona così carina sia così stupida.

Luke vive in una casa indipendente, guardo le mura bianche e le staccionate blu e i miei pensieri vanno a Noah e Allie, quanto amo quel film, comunque decido di non pensare più alla storia d'amore che probabilmente mai vivrò grazie al mio carattere e busso alla porta attendendo che qualcuno mi apra.

Dopo cinque minuti di attesa sto quasi per arrendermi ma la porta si spalanca mostrandomi una signora ben vestita con un caschetto biondo e gli occhi azzurri -come quelli di Luke- che mi fissa, avrà poco più di quarant'anni.

«Amore, finalmente sei tornata» mi sorride con le lacrime agli occhi.

Ma che cazzo...

«Ehm, veramente è la prima volta che vengo qui ma ehi, chi sono io per contraddirla?!» la signora sorride felice.

«Su amore, entra in casa starai morendo dal freddo lì fuori» provo a contraddire ma mi ritrovo già dentro, nella piccola cucina arredata in stile moderno, temo quasi di aver sbagliato casa ma una foto di Luke posta alla parete mi fa ricredere.

«Io cercavo Luke, sono una sua amica di scuola» cioè, più o meno.

«Ora lo chiamo subito, immagino ti sia mancato tanto anche lui» ok, cosa sta succedendo, mi sto per caso rincoglionendo?

«Luke tesoro, scendi di sotto, tua sorella vuole vederti» chi?

«Signora io sono un'amica di scuola» dico con voce bassa, non credo neanche mi abbia sentita.

«Ora che tu sei qui, tornerà sicuramente anche tuo padre» inizio a sentire una sensazione di angoscia invadermi, non so cosa fare, non so cosa dire, vorrei solo non essere mai venuta.

«Luke» urla ancora la signora Hemmings.

«Mamma, per favore non ricominciamo» la voce di Luke arriva dal piano di sopra ed è... stanca, come se questa sia una scena ripetuta chissà quante volte.

«Luke, questa volta dico sul serio.»

Io non so cosa pensare ma soprattutto non so cosa fare.

«Mamma» lo vedo scendere dalle scale ma si blocca non appena mi nota.

Ingoio la saliva.
Io guardo lui.
Lui guarda me.
Immobile, come una statua.
Muta, peggio di un pesce.

I suoi occhi cambiano totalmente colore, se in tutti questi giorni erano lucenti, azzurri, ora sono scuri, sono di un blu intenso e scuro, come il cielo di notte, li punta su di me e mi guarda, 'arrabbiato?'

«Cosa ci fai qui?» mi si avvicina come un matto.

«Tesoro ma...»

«...Mamma smettila, lei non è Katherine» lo dice in modo esasperato e senza neanche rendermene conto mi ritrovo fuori in giardino.

«Io, beh ecco tu, avevi dimenticato il tuo cellulare da me, così ho pensato di portartelo, non volevo crearti alcun problema, semplicemente ho pensato lo volessi» inizio a parlare a raffica ma lui mi blocca.

«Ok, grazie» glielo porgo e lo prende ponendolo nelle tasche posteriori dei jeans «Ora puoi anche andare» mi dà le spalle e si incammina verso la porta.

«Luke...» lo richiamo ma mi interrompe ancora.

«Ci vediamo a scuola Kira» lo dice in modo freddo, distaccato, la porta di casa sua si chiude davanti alla mia faccia, riesco a sentire sua madre urlare, dirgli che è uno stronzo perché ha cacciato sua sorella e sento in modo impercettibile la voce di Luke, tremante, che prova a farla ragionare.

Cosa succede a sua madre? Dov'è sua sorella? E suo padre che fine ha fatto? Cosa sta attraversando Luke, da solo?

Che persona orribile sono stata a pensare di lui ciò che non è, io che ho sempre odiato le persone che giudicano un libro dalla copertina o una persona dal suo modo di vestirsi, ho fatto esattamente ciò con Luke, senza rendermi conto che lui, molto probabilmente, dentro di sè ha il mio stesso dolore, se non più grande e più intenso.

🐣🐤🐥

SCIAO!

Finalmente ho pubblicato il nuovo capitolo di BESIDE YOU, non credevo ci sarei riuscita ed invece, eccolo qua! TADAAAAA.

Ho constatato solo dopo averlo riscritto qui su wattpad che è abbastanza lunghetto, forse è il primo di questo libro ad esserlo, ma non ho potuto tagliarlo, tenevo a far conoscere a tutte voi chi era la "lei" di cui Luke tanto parlo.

Si tratta di sua madre, penso si sia capito che ha alcuni problemi che più avanti spiegherò, vi parlerò anche della sorella e di suo padre e di dove sono, bisogna solo attendere.

Sono più che sicura che dopo questo capitolo Kira cambierà atteggiamento verso Luke, ora lo sente più vicino a lei, forse perché ha capito che anche lui sta portando dentro sè un peso enorme.


Come sempre grazie infinite perché leggete il mio libro, vi mando un grosso abbraccio.

I love you girls❤

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro