°LIAM PAYNE NO°

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Kira's pov.

Una settimana.

È passata una settimana dalla cena a casa di Zayn.
Una settimana da quando Luke ha detto esplicitamente che noi siamo solo amici.
Ed è una settimana che io e lui non ci parliamo.

Diverse sono state le volte in cui lui si è avvicinato a me per parlare ma l'ho sempre bloccato. Gli ho fatto capire che sto bene così. Che non averlo intorno mi faccia sentire meglio. Quando in realtà mi sento morire.

Mi sembra di essere ritornata indietro nel tempo, a prima che lo conoscessi. Nel periodo in cui piangevo giorno e notte per la mancanza dei miei genitori. Il dolore che col tempo era placato è ritornato ad uccidermi. Solo che ad esso, oggi si è aggiunto il dolore che provo nel capire che Luke per me non era solo un amico.

Tutti nel gruppo hanno capito che qualcosa non va. Non so da cosa l'abbiano capito. Forse dalla mia faccia sempre triste, oppure dallo sguardo insistente di Luke su di me e dal modo in cui io ignoro i suoi occhi. Ma nessuno ha chiesto nulla, be', nessuno tranne Jasmine. Lei sa qualcosa, non tutto.

"Mi piaci Kira" mi ha detto mentre come degli idioti ballavamo per strada.
"Non mi tiro indietro da tutto questo" ha sussurrato dopo avermi baciata nel cortile della scuola.
"Sono sicuro che mi farai impazzire Kira... Ma, non riesco a starti lontano" mi ha stretta a lui per tutta la notte.

Cosa significano queste frasi per lui? Un amico non dice certe cose. Non fa certe cose. Cosa vuole in realtà da me Luke? E perché diamine io sto ancora perdendo il mio tempo a pensare a lui?

Batto le mani sul letto e chiudo gli occhi. Forse dovrei uscire un po'. Andare a cena in qualche fast food oppure andare da Jasmine o chiamare Ashton. Qualsiasi cosa che possa distrarmi da lui.

Mi alzo e guardo dalla finestra notando che ormai è buio. Il mio stomaco brontola e opto per la prima idea che ho avuto. Prendo l'occorrente ed esco di casa incamminandomi come un eremita.

Finalmente vedo un'insegna di un fast food mai visto prima. Con la testa che scoppia per i troppi pensieri, entro e mi siedo al primo tavolo libero. Appoggio le braccia su di esso e affondo la testa tra le mani.

«Come posso aiutarla?» una voce femminile mi fa alzare di scatto la testa. Una ragazza con un grembiule bianco addosso mi osserva con aria stanca.

«Prendo un panino con hamburger e patatine e una coca» lei segna ogni cosa e si allontana da me. Mentre io pronta mi rimetto nella stessa posizione di prima.

Odio il fatto che lui sia diventato il mio pensiero fisso. È così assurda questa cosa. Io, che sin da subito ho fatto il possibile per non permettergli di avvicinarsi, ora vorrei solo che lui fosse qui con me, magari seduto davanti a me, con le sue mani che sfiorano le mie e con quel sorriso da idiota che fa comparire quelle fossette adorabili. Dannazione.

La cameriera che mi porta la coca mi fa destare dai miei pensieri, la ringrazio ma lei mi ignora. «Gentilissima» urlo per farmi sentire ma lei continua ad ignorarmi. Stronza.

«È così con tutti, non prendertela» sobbalzo nel sentire una voce a me conosciuta. Il dottor Payne, ovvero Liam. È di fronte a me che sorride.

«È stronza con tutti?» chiedo, ma poi mi porto una mano sulla bocca per la volgarità che ho avuto. Lui ride e fa segno alla sedia libera davanti a me e solo dopo il mio consenso si accomoda.

«Allora... Cosa ci fai sola in questo posto?» appoggia la birra che aveva tra le mani sul tavolo e poi le porta sotto al mento.

«Ho fame» dico ovvia.

«Fin qui ci ero arrivato» mi scappa una piccola risata «Io mi chiedevo come mai fossi qui da sola» ma che cazzo di domande sono?

«Dovevo chiamare un esercito?»

Lui si passa una mano sul viso «Forse devo essere più esplicito -sospira- perché non sei con Luke?»

«Luke non è mio padre, ne il mio ragazzo. Luke non è un cazzo quindi perché dovrei stare con lui?» sputo fuori in modo fin troppo acido. Infatti Liam alza le mani in segno di resa.

Sono pronta a chiedergli scusa per la mia brutalità ma la cameriera mi interrompe portando la mia ordinazione.

«Be', se vuoi stare da sola tolgo il disturbo» si alza pronto ad andarsene ma io lo fermo.

«No resta. Un po' di compagnia mi farà bene» Liam sorride e pronto si riaccomoda intavolando subito una conversazione.

Luke's pov

Ho bisogno di lei.

Sembra così sdolcinato da dire, ma è così. Non sopporto il fatto che mi stia evitando da una settimana.

Una cazzo di settimana.

A scuola ride e scherza con tutti tranne che con me. Ashton la abbraccia e io vorrei essere al suo posto. Zayn le sussurra qualcosa all'orecchio e sbuffo perché io non posso più.

Non posso più prenderla in giro, non posso più ravvivarle i capelli dietro l'orecchio quando lei annoiata ci prova ma ricadono sempre davanti. Non posso più sfiorarla, toccare il suo viso, i suoi lineamenti. Non posso più stringere la sua mano, ma cosa più importante non posso più sentire le sue labbra sulle mie. E io ne ho bisogno, ne ho un fottuto bisogno. E tutto questo solo perché sono un idiota e perché ho parlato senza riflettere.

Non sapevo cosa rispondere quando Margaret ha fatto quella domanda e Kira non si decideva a dare una risposta che facesse capire anche solo un minimo. Così ho detto la prima cosa ovvia. Anche se mai una volta ho pensato che io e lei fossimo solo amici. Io non voglio essere solo un amico per lei, io la voglio per me. Solo per me.

E lei dannazione, con quel suo carattere di merda non mi ha dato neanche il tempo di darle una spiegazione. Ha subito innalzato un muro tra di noi. È così alto e grande che nonostante ogni giorno provo ad abbatterlo non ci riesco. Ma finisco col ferirmi sempre di più.

«Luke puoi concentrarti?» mi richiama Calum e l'attimo dopo mi arriva una palla addosso. Lo guardo contrariato e gliela rilancio.

Siamo in palestra e ci stiamo allenando per la partita che avremo la settimana prossima. Siamo arrivati ai quarti di finale. E il coach ci tiene tantissimo a vincere. Ma io non ho la testa ne per il basket ne per altro, sinceramente.

Provando a distrarmi riprendo ad allenarmi, lo facciamo per un'altra ora abbondante poi finalmente il mister si decide a lasciarci liberi.

Mi dirigo negli spogliatoi e mi libero dei miei indumenti gettandomi sotto al getto d'acqua caldo. Lascio che scivoli su di me sperando che porti via la mia frustrazione.

Ma quando mi asciugo ed esco dalla palestra ignorando tutti sento di nuovo il mio cuore appesantirsi. Questa situazione mi sta facendo troppo male. Il suo ignorarmi mi sta uccidendo.

«Luke» mi volto verso Calum che mi raggiunge correndo, lo guardo immobile senza parlare. «Ti va di uscire con noi? Andiamo a mangiare un boccone in un fast food in cui lavora la sorella di Michael» è entusiasta e non riesco a dirgli di no. Mi convinco che uscire mi farà bene, mi farà distrarre.

Aspettiamo il resto dei ragazzi e quando arrivano io vado in macchina con Calum e Ashton, mentre Michael va con Tyler e Dylan.

Ash e Calum iniziano a parlare di non so cosa, non mi interessa ascoltare la loro conversazione sicuramente stupida. Appoggio la testa al finestrino e guardo il buio della notte. Più guardo verso di esso e più lo sento entrare in me. Sospiro in modo pesante e chiudo gli occhi per non guardarlo più. La sensazione che mi sta dando non mi piace. Mi fa sentire solo peggio.

Quando l'auto si ferma ne sono felice, il mio stomaco ha iniziato a brontolare e la macchina di Cal è diventata d'un tratto troppo piccola e stretta.

Scendo il più veloce possibile da essa e insieme agli altri entro nel piccolo fast food. È spoglio e per nulla invitante, direi che fa abbastanza cagare. «Ma dove mi hai portato?» do una gomitata a Calum che guarda il locale con lo stesso mio sguardo.

«Non giudicare un libro dalla copertina Luke» sorride ma la sua voce esce schifata. Rido e lo stesso fa lui. Lo seguo ad un tavolo libero e, quando mi accomodo con un tonfo vedo lei. Kira.

Cosa fa qui? Ma soprattutto perché è qui con lui?

Kira è il dottor Payne sono seduti allo stesso tavolo. Lei è intenta a mangiare il suo panino mentre lui sorseggia la sua birra e sorride.

La rabbia mi invade come mai prima d'ora, sento il sangue ribollire nelle vene. Non capisco più nulla, so solo che vorrei spaccare la faccia a quel dottore del cazzo e portare Kira via da questo posto squallido.

I ragazzi fanno caso a lei e a lui, ma nessuno dice niente. Molto probabilmente la mia faccia corrucciata e le vene del collo che pulsano li costringono a restare in silenzio.

Kira appoggia il restante del suo panino nel piatto e affonda sulla sedia, con un gesto veloce porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio ma essendo corta le ricade davanti. Non riesco a staccare i miei occhi da lei, dai suoi movimenti così spontanei e quando il suo sguardo si alza e incontra il mio sento il mio cuore aumentare il battito.

I nostri occhi restano incastrati, lei, proprio come me non riesce a staccarli da me. Almeno fino a quando quel dottore del cazzo non le poggia una mano sul braccio distraendola. Iniziano a parlare di non so cosa e quando noto la mano di lui scendere su quella di lei e accarezzarla non riesco a frenarmi. Mi alzo e il secondo dopo sono davanti a loro.

«Luke» esordisce il dottor Payne mentre Kira resta in silenzio.

«Liam, come stai?» chiedo ma poi mi blocco «Posso chiamarti Liam vero?» appoggio le mani sul tavolo facendo stendere i muscoli delle braccia, e lui annuisce incerto.

«Molto bene, ti ringrazio. Tu come stai?» tiro un sospiro e scosto la sedia accanto a Kira accomodandomi. «Non benissimo, a dire il vero» confesso.

«Ti manca tua madre? Da quando non la vedi?» chiede ancora ed io mi irrito.

«Non la vedo da ieri» Kira punta i suoi occhi su di me meravigliata dalla mia risposta. So quanto ci teneva a venire con me. Ma lei mi sta evitando.

«Non sapevo fossi venuto in clinica.»

«Già.»

«Sta già migliorando molto…»

«…Lo so» lo interrompo bruscamente. Ieri ho parlato con uno dei medici di mia madre e mi ha detto che sta facendo grossi progressi, nonostante siano una decina di giorni. Sono fiero di lei.

Liam annuisce e punta i suoi occhi su Kira, le sorride e lei ricambia. Ma che cazzo significano questi sorrisi?

«Io devo andare» annuncia e io la guardo con il fiato corto. Si alza e lo stesso fa Liam mentre io resto seduto a guardarli.

«Sei a piedi?» le chiede e Kira annuisce. «Vuoi un passaggio?» incastro i miei occhi su di lei, la fisso in modo incessante sperando che con un solo sguardo lei capisca che non può accettare. Ma quando con un mezzo sorriso punta i suoi occhi su di me, so che accetterà. E solo per farmi dispetto.

«Sarebbe fantastico Liam.»

«Perfetto, ti aspetto fuori -punta i suoi occhi su di me- mi ha fatto piacere vederti Luke. Buon proseguimento.»

Ma io lo ignoro, continuo ad avere occhi solo per lei. Avvolgo la mia mano intorno al suo braccio bloccandola e supplicandola con gli occhi di restare con me. Con un semplice tocco sto provando a trasmetterle tutto il mio dolore ma lei sembra non percepirlo.

Guarda la mia mano avvolta attorno al suo braccio e la scosta bruscamente, mi dà le spalle ma io la richiamo «Kira, per favore» la supplico anche se non so cosa in realtà le sto chiedendo.

Probabilmente le sto chiedendo di restare qui con me, di parlarmi, di lasciarmi spiegare ogni cosa e magari di capirmi. Non lo so.

Ma lei mi ignora, non mi risponde e continua per la sua strada, fino ad uscire dal piccolo abitacolo e raggiungere Liam. Mentre io, come abitudine dell'ultima settimana, resto solo, con il ricordo della sua voce nella mia mente.

🧀🧀🧀

SCIAO!

Non ho molto da dire. Luke e Kira continuano ad evitarsi. Ovvero, lei lo sta evitando. È arrabbiata e delusa. Mentre Luke sta malissimo, sente la sua mancanza in un modo incredibile e la rivuole nella sua vita.

Liam, il dottorino sta iniziando a rompere le scatole. Chissà se tra i due succederà qualcosa oppure se Kira lo eviterà continuando a volere solo Luke.

La madre di Luke sta facendo progressi e sicuramente più avanti dedicherò un capitolo a lei.

Spero che il libro vi stia piacendo, spero apprezzate questo capitolo. Come sempre, grazie mille perché leggete tutto ciò. Vi adoro.

I love you girls❤

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