Clare
Quando Bill e io torniamo a casa, sento il peso della stanchezza sul corpo, ma anche una leggera eccitazione all'idea della nostra fuga. Bill si siede sul divano e mi tira accanto a lui, con un sorriso dolce ma stanco.
«Dove vorresti andare?»
Mi chiede, passandomi un braccio intorno alle spalle.
Pensando a un breve viaggio, rispondo: «Pensavo a New York, tre giorni?»
Lui fa una smorfia pensierosa.
«Mmm, e se andassimo a Londra? Ti piace tanto».
Annuisco, immaginando le strade affollate e i mercati di Londra. Ma il pensiero viene interrotto da una sensazione di nausea improvvisa. Mi alzo di scatto e corro in bagno. Bill mi segue immediatamente, preoccupato. Mi appoggia una mano sulla fronte e mi tiene i capelli mentre vomito.
«Forse è meglio prima che guarisci e poi partiamo».
Dice, cercando di essere pratico.
Borbotto qualcosa d'incomprensibile, ma so che ha ragione. Come potrei godermi il viaggio se sto male? Bill mi aiuta a tornare in salotto e mi fa sedere sul divano, avvolgendomi in una coperta.
«Ti vado a fare un tè caldo».
Dice con un tono rassicurante.
Mentre lui si allontana verso la cucina, cerco di raccogliere i miei pensieri. Non mi piace l'idea di rimandare il viaggio, ma la mia salute deve venire prima di tutto.
Bill torna poco dopo con una tazza di tè fumante e me la porge.
«Ecco, bevilo piano. Ti far sentire meglio».
Sorrido debolmente e prendo la tazza tra le mani.
Lui si siede accanto a me, guardandomi con quegli occhi preoccupati che cerco di evitare.
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