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 Clare

Dopo aver fatto colazione, Bill si alza e posa un bacio affettuoso sui miei capelli.

«Principessa, mi piacerebbe toglierti la mia maglietta di dosso, ma purtroppo devo uscire per una commissione e poi devo vedere tuo fratello per la gara di domenica».

Ridacchio leggermente, cercando di nascondere il dispiacere che provo ogni volta che deve andare via.

«Non vorrei essere io quella che poi ti fa fare ritardo, per cui vai».

Bill mi guarda intensamente, poi mi morde il labbro inferiore con un sorriso malizioso.

«Anch'io devo andare a cambiarmi».

Aggiungo.

«Devo iniziare una tela».

Annuisce, lasciando intendere che capisce. Lo seguo con lo sguardo mentre si prepara a uscire, ogni movimento che fa mi sembra perfettamente calibrato. Quando esce, sento un piccolo vuoto, ma mi faccio forza e vado al piano di sopra a cambiarmi. Indosso un paio di vecchi jeans e una maglietta bianca, anche se ormai non si può più dire che sia bianca, essendo macchiata di colori di ogni sorta. Mi lego i capelli in una coda alta e mi dirigo nel piccolo studio che ho allestito.

Sono pronta per mettermi a dipingere, per perdermi nel mondo dei colori e delle forme, quando sento il campanello suonare.

«E ora chi è?»

Penso, leggermente infastidita per l'interruzione.

Scendo le scale e apro la porta, trovandomi davanti a un ragazzo vestito tutto di nero. C'è qualcosa d'inquietante nel suo sguardo, ma cerco di mantenere la calma.

«Scusi, lei è?»

Chiedo, cercando di sembrare tranquilla.

«Sto cercando Bill».

Risponde il ragazzo con una voce che sembra tagliare l'aria.

«Em... Bill in questo momento non c'è... posso sapere per cosa?»

Domando, cercando di capire meglio.

«Io sono Fabian».

Dice, senza aggiungere altro.

Fabian? Non conosco nessun Fabian. Mi sento un po' nervosa, ma non voglio che si veda.

«Digli solo che l'ha cercato Fabian, lui saprà».

Continua.

«In che senso?»

Chiedo, ma la sua risposta mi mette ancora più a disagio.

«Meglio non essere troppo curiosi, sai?»

Dice, facendo un passo verso di me. Mi allontano di qualche passo, sentendo il cuore battere più forte.

«Sapevo che eri bella».

Aggiunge.

«Bill deve essere proprio fortunato».

E senza dire altro, si gira e si allontana.

Chiudo la porta, scrollando le spalle. Chi diamine è? E cosa vuole da Bill? Il suo comportamento è stato decisamente strano, e non riesco a togliermelo dalla testa. Torno nello studio, cercando di concentrarmi sulla mia tela, ma la mia mente è altrove. Fabian. Bill. Cosa sta succedendo?

Mi siedo davanti alla tela bianca, ma i pensieri continuano a girarmi in testa, impedendomi di trovare la concentrazione necessaria per dipingere. Prendo i pennelli in mano, li osservo, ma non riesco a fare altro che pensare a quell'incontro strano. Cosa non mi sta dicendo Bill? E perché quel Fabian mi ha messo così a disagio?

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