3. Terzo Atto

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"SCUSAMI TANTO"


Kristen non sapeva se fosse giusto rompere il ghiaccio. D'altra parte, che diritto aveva di chiedergli come stava?

Il diritto di una donna che ha appena fatto sesso con lui. Fra l'altro, senza neanche l'ombra di un profilattico.

Quella consapevolezza la fece sentire improvvisamente a disagio. Come ci si comportava in questi casi? Non era certo da lei "conoscere" un uomo la prima sera e andarci subito a letto. Tantomeno darsi al sesso sfrenato su un anfratto così scomodo come il pavimento della sua cucina, cui si era buttata praticamente a pesce. Per sua abitudine, era solita aspettare almeno un paio di settimane prima di arrivare al fatidico momento, per quanto l'uomo di turno le avesse puntualmente lasciato intendere che non fosse certo un peccato mortale lasciarsi dominare dal proprio istinto sin dal primo scambio di battute. A quelle proposte non troppo velate, Kristen ci aveva sempre riso su, rispondendo loro con ammirevole tranquillità. Era sempre stata lei a scegliere come e quando concedersi il lusso di fare l'amore, e mai una sola volta aveva ovviato a quella regola. Quella sera, invece... nella sua testa doveva essersi inceppato un qualche cosa. Aveva desiderato di fare sesso con Marcus fin dal primo momento. Si era perfino chiesta come sarebbe stato stringerlo tra le braccia, baciargli a più riprese quelle splendide labbra. Accoglierlo dentro di lei, ascoltare con gioia i suoi versi d'amore qualora si fosse trovato in preda al piacere. Qualora lui fosse diventato la sua preda.

Sì, era andata decisamente troppo oltre. Le sue fantasie erano diventate presto realtà, però. Pure questo era un dato di fatto. Kristen si sfiorò distrattamente la pancia con la punta delle dita. L'essenza di quell'uomo era tutta lì. E a lei non ripugnava affatto. Sollevò il braccio con discrezione e si sfregò le dita incriminate, saggiandone appena la consistenza. Era piacevolmente viscosa.

Marcus doveva essersene accorto, perché proprio allora si alzò e si diresse verso il piano cottura. Kristen lo guardò di sottecchi. Era proprio stupendo. Spalle larghe, fisico asciutto ma per niente muscoloso (e menomale, perché a lei quel genere di uomo non aveva mai attratto!); Kristen trovava affascinante persino la curva appena accennata delle sue natiche. Sentì un rumore familiare e, quando Marcus le si fece incontro, la donna capì subito cosa intendesse fare.

«Sta' tranquillo, non devi disturbarti», gli disse.

Lui si era già chinato su Kristen, dando segno di non averla ascoltata. Passò con cura il tovagliolino di carta ai lati dei fianchi e sul suo ventre cercando, però, di evitare lo sguardo inquisitorio della donna.

C'era forse qualcosa che non andava? si chiese lei, sempre più frastornata dal tocco tanto gentile quanto distratto di Marcus. Decisamente sì.

Kristen si decise ad afferrargli la mano. E Marcus, che aveva appena finito di ripulirla, sussultò non poco a quel tocco deciso e delicato insieme.

«Grazie, Marcus», gli disse lei, accennando un sorriso.

Lui la fissò negli occhi, e in quel momento Kristen si rese conto di tutta la tristezza che vi albergava. È un uomo infelice, pensò. E vorrei tanto sapere il perché.

«Come... come ti senti?» azzardò, abbassando lo sguardo.

Lui sospirò, tornando a sdraiarsi sul pavimento. «Non riesco a non pensare a... sì, ecco, a dire il vero sto pensando a mia moglie», esalò, d'un fiato. Sollevò la mano sinistra e si toccò la fede dorata che campeggiava sul suo anulare.

Kristen ebbe quasi un mancamento. Una feroce morsa allo stomaco le fece quasi dimenticare quel coacervo di sensazioni paradisiache che le avevano regalato il piacere più intenso che avesse mai provato in vita sua.

«Anche oggi, abbiamo litigato pesantemente», continuò lui, quindi abbassò il braccio e posò gli occhi sul soffitto.

Kristen rimase senza parole. Aveva fatto sesso con un uomo sposato. Un uomo che per giunta indossava la fede! Come diavolo aveva fatto a non accorgersene? 

Sta' calma. Sono cose che capitano, d'altronde non tutto deve avere necessariamente un seguito. Perché lei se l'era detto fin dal principio, no? Da qualche mese a quella parte, voleva soltanto divertirsi. In fin dei conti, dopo Herbert, si era ripromessa di chiudere per sempre con gli uomini – e quindi con l'amore in generale. Per poi provare a frequentarne ben altri quattro, forse con la speranza di ritrovare se stessa.

Novanta minuti di applausi per la coerenza.

Kristen digrignò i denti. Non poteva negare che la fine del rapporto con Herbert l'avesse scalfita nel profondo. Dopo di lui, in effetti, aveva smesso quasi del tutto di crederci, nell'amore. Era stato forse per quel motivo che le sue storie – o forse sarebbe stato meglio definirle brevi storielle – si erano risolte in un nulla di fatto? Era stata tutta colpa sua?

Magari sì. Per quanto i suoi ex la reputassero una donna vulcanica e altrettanto passionale – e questo non soltanto in ambito sentimentale –, Kristen doveva anche ammettere (e lo faceva piuttosto malvolentieri) che spesse volte le avevano rimproverato di essere, nel quotidiano, sin troppo rigida e inflessibile. "E lasciati andare un po'! O sei solita farlo soltanto quando siamo a letto?"

Kristen provò il forte impulso di piangere. Erano state proprio queste le belle parole che Herbert – il suo Herbert! – le aveva rifilato qualche anno prima. Quella provocazione che l'aveva fatta piombare nell'insicurezza cronica, ma che d'altra parte le aveva permesso di capire che il suo ex non era certo l'uomo fedele e sensibile che credeva di conoscere. Qualche tempo dopo, l'aveva beccato a fare sesso nel suo studio legale con una certa Bridget, sua segretaria di fiducia. Una donna che, per quanto affascinante, aveva ben dieci anni in più rispetto a lui.

Indiscussa bellezza a parte, cosa poteva aver visto in lei? si era spesso chiesta Kristen – e alcune volte tornava a domandarselo. Più maturità nell'affrontare certe situazioni? Un maggiore spirito di comprensione? O forse saggezza?

Sicurezza, si disse Kristen. Una sicurezza che tu, evidentemente, non sei mai stata capace di dargli. Riportare a galla l'immagine di un Herbert che, tutto trafelato e non meno eccitato, se la spassava con quella gatta morta di Bridget mentre con forza la penetrava da dietro, provocò in lei una fitta al cuore ancora più dolorosa. Quello stronzo di Herbert l'aveva tradita per tantissimo tempo, e lei era stata tanto cieca da non accorgersene. La storia si ripete, pensò, le parole di Marcus a rimbombarle nella testa. Con l'unica differenza che adesso sei TU la gatta morta. E Marcus lo stronzo di turno.

Kristen si stropicciò gli occhi. Avresti dovuto dirmelo! Cazzo, avresti dovuto dirmelo! gli avrebbe urlato, se soltanto avesse trovato la forza di farlo. Qualsiasi donna con un briciolo di dignità non avrebbe aspettato un minuto di più per sbatterlo fuori a calci, proprio come aveva fatto lei con Herbert molto tempo prima. Eppure, c'era un qualcosa che la tratteneva dal farlo. Forse l'immagine che di lui si era fatta nella sua testa, forse il dolore impresso nei suoi occhi. O più probabilmente, il semplice fatto che durante il rapporto intimo non l'avesse trattata al pari di una bambola di pezza.

Ma ti ha comunque usata, Kristen. Nella sua "sconfinata generosità", nel suo essere stato così accorto e non meno passionale, ha fatto sesso con te per pura compensazione. Non l'ha fatto perché ti desiderava. L'ha fatto soltanto perché era arrabbiato. Deluso. Sfiduciato.

Kristen fece un profondo respiro. «Cos'è successo?» trovò il coraggio di chiedergli.

«Non lo so bene nemmeno io. So soltanto che tra me e lei non è più come prima», si limitò a risponderle Marcus, incrociando di sfuggita il suo sguardo.

Kristen scostò prontamente il suo. Doveva rivestirsi e intimargli di andarsene subito.

«Da quanto tempo siete sposati?» domandò invece, maledicendosi per la sua codardia.

«Da quasi quattro anni.»

E sono già in piena crisi. È mai possibile che al giorno d'oggi tutti i matrimoni vadano a scatafascio?

«Avete... avete dei figli?» gli chiese poi, trattenendo il respiro.

«No.»

Kristen nemmeno si accorse che il suo cuore avesse ripreso a battere. «E per quale motivo avete litigato?»

Lui fece spallucce. «Non ci capiamo più. Eravamo così complici, così innamorati. Poi...»

«Poi?»

«Forse il peso della routine... magari anche quello, ci ha fatti allontanare», le disse, poco convinto. «O più probabilmente... l'improvvisa mancanza di fiducia e di sincerità, come la mia perenne insoddisfazione lavorativa, che con il tempo mi ha logorato, non mi ha più permesso di starle vicino come volevo, di amarla come avrebbe meritato. Per il resto... non lo so, non ci riusciamo proprio a ricominciare.»

In quell'esatto momento, Kristen capì di aver commesso una grande sciocchezza. Quale uomo parlerebbe della propria moglie subito dopo essere stato con un'altra? Soltanto chi ne era ancora innamorato – per di più profondamente – poteva farlo. Ma allora per quale motivo l'aveva tradita?

Momento di debolezza, le avrebbe detto qualcuno.

La donna scosse la testa. Da quando in qua si sceglieva il tradimento per far fronte ai problemi coniugali?

Sin dalla notte dei tempi, cara Kristen. La carne è debole. Guarda cos'hai fatto tu! Ci sei o no andata a letto?

«Dovrei... dovrei trovare una soluzione perché le cose tornino com'erano, ma non sono sicuro di potercela fare», le confessò Marcus, senza minimamente notare il turbamento improvviso di Kristen.

La donna rimase, ancora una volta, ammutolita. E pensi che la soluzione più giusta sia un tradimento?

Sarebbe stata quella, la domanda per eccellenza; quella che avrebbe dovuto porgli seduta stante. Ma qualcosa la bloccava. Non riusciva a tirar fuori la vera Kristen.

Ti ha proprio mandata fuori di testa, non c'è che dire.

La donna cominciò ad agitarsi. Si era concessa a lui con assoluta leggerezza, senza nemmeno porsi troppe domande.

Sei solo una delle tante. Prima di te sarà stato con chissà quante altre. E avrà tradito sua moglie chissà quante volte. Su di lui ti sei proprio sbagliata. Sarà il re delle sveltine, un uomo abituato ad avere uno stuolo di donne ai suoi piedi. L'hai soltanto colto alla sprovvista. Proprio per questo non si è preoccupato di raccattare un preservativo. Non aveva certo programmato di imbattersi in una donna che l'avrebbe portato dritto dritto a casa sua.

Kristen si sentì una vera stupida. Ecco cosa succedeva quando si ascoltava l'istinto al posto della ragione. Si prendevano cantonate colossali.

Ma perché, pensavi forse che ti avrebbe chiesto di rivedervi?

Doppiamente stupida, si redarguì, sull'orlo di una crisi di nervi che stava tentando con ogni mezzo di arginare.

«Mi dispiace non avertelo detto, so che avrei dovuto.»

«Avresti dovuto, sì», biascicò Kristen. Lo guardò negli occhi e gli disse subito, prima che potesse cambiare idea: «Sarà meglio archiviare quanto successo stasera. In bocca al lupo per tutto.» Si alzò di scatto, quindi raccattò l'abito da sera con annesse mutandine dal pavimento e si rifugiò in bagno. Marcus non provò a fermarla, tantomeno le disse qualcosa. E lei, per puro istinto, chiuse la porta a chiave e si infilò nella doccia. Il getto dell'acqua la colpì con violenza. Come se questo bastasse a cancellare la tua colpa, sembrò sussurrarle la sua coscienza, mentre lei si strofinava ovunque con la morbida spugnetta in microfibra. E lo faceva con una furia incontrollata, quasi volesse strapparsi la pelle di dosso.

Se soltanto ripensava al modo in cui Marcus l'aveva toccata, si sentiva davvero uno schifo. E tutto perché non riusciva a considerarlo un bastardo al pari di Herbert. Non erano forse fatti della stessa pasta? Anzi, Marcus era persino peggio di lui. Era sposato, cazzo! Come gli era saltato in mente di assecondare il suo folle desiderio di unirsi a lui? Di fare appello a tutta quell'intimità sapendo che dall'altra parte c'era un'altra – sua moglie – che stava senz'altro soffrendo terribilmente per la sua condotta?

Di sicuro non ne sa niente. Ma non si starà chiedendo dove sia finito?

Kristen gettò la spugnetta a terra. Avrebbe tanto voluto tornare indietro. Avrebbe tanto voluto che Marcus non fosse mai comparso. E avrebbe tanto voluto cancellare quella data nefasta dal calendario.

Otto gennaio duemiladiciassette: lei e Herbert decidono di rompere il fidanzamento. O meglio, lui decide di andare a convivere con Bridget. Non prima, però, di essere stato schiaffeggiato in piena faccia dalla stessa Kristen.

Otto gennaio duemilaventidue: Kristen conosce per puro caso un uomo di nome Marcus – che ha probabilmente superato la quarantina da qualche anno –, lo trascina a casa sua e, nel giro di pochi minuti, si ritrovano a fare sesso sul pavimento della cucina. A rapporto concluso, l'uomo le confessa di essere sposato.

Decisamente, in campo sentimentale la fortuna non era dalla sua.

Kristen uscì dalla doccia, gli occhi arrossati. Ripensare al passato le faceva ancora male; e altrettanto male le aveva fatto quel mentecatto di Marcus. Se l'era cercata, però. Non poteva addossare a lui tutta la colpa. Era stata lei a proporgli di salire, ed era sempre stata lei – forse non troppo inconsapevolmente – a provocarlo tramite gli innumerevoli sguardi che gli aveva lanciato sin dal primo momento. Marcus, d'altro canto, era stato al gioco. L'aveva baciata – anzi, assaltata –, l'aveva irretita toccandola ovunque e in qualsiasi modo. Le aveva regalato ben tre orgasmi in una sola serata. In poche parole, era stato l'amante perfetto. E tutto perché in quel momento non aveva pensato a soddisfare unicamente i propri bisogni, come si erano spesso ostinati a fare tutti i suoi ex – Herbert compreso.

Amante.

All'improvviso, anche solo pensare a quella parola la mise in allarme – il suo stomaco si attorcigliò tutto. Era stata proprio lei l'amante di una sera. Era stata l'amante di un uomo sposato.

Accostò le orecchie alla porta, il cuore a mille. Silenzio assoluto. Non percepiva neanche il minimo rumore. Aprì piano la porta e si avviò verso la camera da letto. Estrasse da un cassetto un'elegante vestaglia di seta con annessa biancheria e si vestì in tutta fretta. Di soppiatto, si avvicinò alla porta della cucina. Era spalancata. Vi sbirciò dentro: Marcus non c'era più. Quando lo sguardo le cadde sul tavolino, il cuore le saltò dritto in gola. Vicino al centrotavola sostava un bigliettino.

Kristen lo afferrò e ne lesse il contenuto.

Scusami tanto, c'era scritto.

Si portò il foglietto di carta vicino al naso e ne inspirò la fragranza. Sapeva di Marcus.

Lo posò di nuovo sul tavolo, una fitta improvvisa – l'ennesima – al basso ventre. La mente in subbuglio. Quella notte non avrebbe chiuso occhio.

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