La gelosia

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Samantha non c'entra granché col popolo della notte. Ha avuto la sfiga di nascere nel quartiere sbagliato in mezzo a una marmaglia di pezzenti. Bei tempi quelli dei motorini modificati con quattro persone a bordo, gli anni delle canne ai giardinetti perché gli istituti professionali non assegnavano compiti pomeridiani. In una comitiva d'ignoranti composta principalmente da maschi, mentre le amiche d'infanzia sfornano piccoli calabri sauditi a ripetizione, essere bella è una garanzia di popolarità, soltanto dopo si apprezzano aspetti caratteriali propri di una Cenerentola di rione popolare.

Samantha ne viene da una brutta copia in miniatura del meridione peggiore ed è l'esatto opposto di chi ci si aspetterebbe dal gossippare dei tamarri che frequenta. L'unica che ha terminato gli studi superiori, l'unica non sboccata; non indossa mai vestiti provocanti, di rado fuma, beve pochissimo, è sempre calma, affettuosa e sorridente.

La dimostrazione dell'innato buon cuore la tiene tra le braccia - il coniglietto Twinkie è curato e amato come un figlio -, ma su Sam e la gentilezza ce ne sarebbero di aneddoti da raccontare, testimoni i compagni animali mai azzardatisi nemmeno a pensare di far qualcosa di sconcio con la principessa. È l'insensata aura di santità che la circonda a renderla appetibile per i profani, il cui destino è andare incontro a un pestaggio se solo sbagliano a rivolgere parola a colei che porta la luce nel putrido e maleodorante quartiere; a Luca tutto è permesso perché dalle parti di Samantha ciò che lei dice soavemente è legge, e lo scrittore viene lasciato stare perché la ragazza lo stima molto nonostante l'odio di tutti gli altri.

Anche coi danni dell'alcol certe tonalità di voce non si scordano, guarda caso si tollerano se le sfumature di sud nell'accento appartengono a una donna. C'è dunque un coniglietto tenuto in braccio, ma addirittura davanti all'ovvio Luca si sorprende di scoprire che l'estranea appena giunta a salutarlo sia proprio Samantha, quella bella e dolce ragazzina circondata da scimmioni quando allo Stevie ci si andava tutte le sere, con la sua bianca camicetta, due tacchi semplici e jeans che nulla mostrano delle gambe filiformi. «Ma tu guarda chi c'è, la Sami.»

Lei, sopracciglia sottili e labbra cordiali, è contenta di sapere che sia ancora vivo e tornato dove mancava. Gli dà un abbraccio e un fulgido bacio sulla guancia. «Non ti fai vedere da una vita, Lu. Quanto è passato? Cinque, sei anni?»

«Mi sa sei dall'ultima volta che ci siamo incrociati dal vecchio Stevie» conferma lui con vago imbarazzo, pentito delle sue avventure. «Sono stato via dall'Italia.»

«Ho saputo, ti seguo su Instagram. Adesso che fai? Sei di passaggio?»

«No no», risponde veloce Luca, «sono tornato per restare. È lunga da spiegare, ma non riparto.»

A lei fa molto piacere udirlo. Samantha ha avuto i suoi impegni, però gli Ignoranti comparivano spesso in giro durante l'assenza del loro romanziere. Per una persona che tiene molto alle amicizie i ricongiungimenti tra commilitoni sono una felice novità, e Samantha sperava per il loro legame che i vari Begbie, Neddu eccetera potessero presto riavere Luca nei ranghi. Buona, altruista e pure sensibile.

«Davvero?» fa lei contenta, e lui annuisce. «È una bella cosa.»

«Insomma, potrebbe essere meglio» replica l'altro senza pensare bene. «Sono tornato a stare da mia madre, malissimo dopo tanta indipendenza.»

«Ahia, lo capisco. Io sono andata a vivere da sola e non me ne pento, però almeno hai la tua famiglia, puoi ripartire col loro appoggio.»

«Sì, sì, chiaro...»

È una di quelle conversazioni fatte di convenevoli, avviata da un momento all'altro senza la dovuta preparazione psicologica di cui i millenials necessitano. C'è tantissimo da dire, Luca non sa nemmeno da dove cominciare; d'altronde Samantha adora ascoltare e non ha preferenze sul tema, giacché va rammentato che, se a parlare è il galletto che la affascinò anni fa con le sue chiacchiere universitarie, il piacere della conversazione è maggiore. E poi oggigiorno sono rimasti in pochi a interessare mediante le sole parole, alcune ragazze non ne possono più della media dei maschi: un avventuriero pieno di conoscenza ha il suo perché.

Allo scrittore neanche il tempo per metabolizzare l'incontro, Sam vuole sapere tutto e subito. «Ma dimmi, hai trovato lavoro?»

Luca vorrebbe morire. «Una specie, faccio hot-dog nei chioschi finché non trovo altro.»

«Carino» commenta lei sincera, ignara dell'inferno oleoso che sia perché vede il lato positivo di ogni cosa. «Ricordo però che eri iscritto all'università...»

«Lasciamo perdere, non mi sono mai messo seriamente a cercare qualcosa di inerente agli studi. Ma adesso cambio registro, sono stufo di piadine e salsicce.»

«E che cosa vorresti fare?» s'incuriosisce la bella mora, mentre un paio d'occhi ostili la riconoscono a distanza.

«Ah boh, quello che mi riesce» risponde lui per non dire di aver studiato la mente umana perché voleva affinare le sue tecniche segrete di manipolazione. «Sto tentando i concorsi pubblici per lavorare negli asili, mi piacciono i bambini.»

«Mi avessi detto che cercavi nei bar ti avrei già proposto un sacco di locali», dice lei stupefatta, «ma questo tuo progetto è cento mila volte meglio. Bravissimo, ti auguro di riuscirci.»

Lo scrittore in altra occasione si sarebbe compiaciuto, è raro incontrare un uomo con gli istinti paterni. Le sue ragioni sono tuttavia più articolate da esporre dopo tanti anni di assenza, con la sorpresa di rivedere Samantha, i prequel, i sequel, gli spin-off e alcuni fatti non ancora superati, di cui non parla spesso.

Ma poiché Samantha è Samantha, la candida e benevola Samantha, a Luca viene facile svelarsi, evitando le inutili cazzate del posto fisso che andrebbe a sciorinare ad altri. «Me lo auguro anche io, ormai mi rendo anche conto di avere una certa età e non ho combinato praticamente niente di buono finora. Diciamo che occuparmi dei bambini è un modo per esorcizzare il non essere ancora diventato padre...»

Samantha rimane senza parole, solo un fievole "Oh". Non se lo aspettava, da dove lei viene gli uomini solitamente se ne vanno. L'hanno fatto i suoi zii con le zie, l'hanno fatto gli amici con le amiche, l'ha fatto l'ultimo idiota che pensava di scoparla e basta senza le ripercussioni medicate poi in ospedale – due settimane di prognosi e nessuna denuncia. Ma a ben rifletterci non è poi così stupita: l'aveva visto, una volta, che in Luca ci fosse qualcosa di bianco, quando la sua "rivale" piangeva perché aveva litigato con Francesco e lo scrittore la consolava come gli veniva.

Allora, sempre per innocente curiosità, gli chiede: «Scusami, adesso quanti anni hai?»

«Trentuno da compiere.»

«Beh sei ancora giovanissimo, tanti uomini diventano genitori dopo i quaranta.»

«Lo so, da un lato mi tranquillizza ma dall'altro è una questione di... Come te la butto?»

Istinti. Niente più che istinti, perché Luca non le sente le pressioni sociali. Samantha afferra il concetto al volo e il coniglietto Twinkie scalcia. «Non fa niente, ho capito cosa intendi. Ti fa onore.»

Non è abituato ai complimenti, solo agli insulti di sua madre. Fallito, alcolizzato e finiscila di andare a fischionare e trovati una ragazza come si deve, coglione. «Ti ringrazio. Ma evitiamo di parlare di figli, sennò sembro il tipico trentenne monotematico.»

«E perché mai?» sorride Sam. «Mi hai confidato un'intenzione nobile con una motivazione interessante. Ci sta parlarne, se lo fanno tutti i nostri coetanei che importanza ha?»

Luca, infatti, spesso scorda cosa sostiene, ovverosia che ognuno di noi sia diverso. Scorda che le altre persone non sono come lei, che vedeva solo il lato negativo di ogni cosa.

«Nessuna, hai ragione» conviene lo scrittore. «Mi devi scusare, è che coi ragazzi facciamo sempre cinismo...»

«Ti preoccupi troppo. Per il resto invece come va?»

Terapia presso un'amica psicologa che gli fa prezzo di favore, tre sbronze almeno a settimana, tensioni sul lavoro, odio per il mondo, uno pseudofidanzamento con una cocainomane che urla di continuo e un lutto elaborato perché ora c'è un'altra ragazza a dargliela. «Abbastanza bene, non mi posso lamentare. Tu che stai combinando?»

Lavora sodo e si mantiene egregiamente Samantha, madre dei coniglietti. Sa fare tante cose e ha un sacco d'interessi, a differenza degli standard cui il romanziere si è arreso da prima di Tinder. E parla, le piace dialogare, intrattiene, diverte anche. Completa, a reggere il confronto sono solo altre nove in città.

Vi è però una mancanza nella vita di Samantha, ricca di una famiglia tutto sommato unita e di numerosi amici: non guasterebbe avere un uomo degno a inzuccherarle le giornate. Un uomo vero, che le dia quel che merita e aggiunga l'oro dove lei non è infelice, ma sente che potrebbe stare meglio.

Non è la circostanza ideale per discuterne, si sono appena ritrovati. Un'altra volta, chissà, non sarebbe male confidarglielo. Se Luca fosse disponibile per un aperitivo...

«Vienimi a trovare su in piazzetta», propone lei troppo tardi, perché chi non doveva sentirla le compare alle spalle.

Azzurra non è fatta per essere amica di altre donne, le vede unicamente come pericoli. Si è passata l'adolescenza a farsi soffiare i ragazzi da signorine più aperte di mente e di gambe, centinaia sono state le pretendenti che avrebbero venduto l'anima al diavolo per il suo ex, Francesco, e adesso è con Luca che sta patendo le ansie della gelosia.

Lo scrittore saluta qualcuna ogni cento metri quando vanno in giro, lei ha assistito alle sue scene peggiori e tuttora convive con la sua instabilità, prima amante appassionato e poi amico qualunque che si concede un'uscita con una perfetta sconosciuta. Samantha è una minaccia da sempre perché bella più di lei, crede; perché più intelligente, perché più docile, perché non sbraita, perché non si droga e perché non rompe il cazzo con i disturbi alimentari, è magra e figa senza affamarsi. Perché, in altre parole, Azzurra riconosce di esserle nettamente inferiore, e Luca si sa che in Camilla cercava il cervello che la cubista non possiede. Si sa pure - men che lui - che la puttanella gli sia morta dietro a lungo, forse ancora adesso nutre qualche interesse; troppo pericolosa ora che è donna, bisogna marcare il territorio.

«Che succede qui?» rantola scazzata la gelosa. Luca fiuta puzza di guai.

«Ciao, Azzurra» la saluta Sam senza rancore, ricevendo un'occhiata maligna che ha l'egual valore di un pattone.

Tecnica segreta: Sneaky improvisation. Luca prende Azzurra per un fianco e salva Samantha da una sberla, oltre che sé stesso da un sicuro litigio. «Sami, c'è una grossa notiziona. Ho deciso di rimanere a Genova anche perché a cuore non si comanda. Io e Azzurra... ci siamo messi insieme.»

E non è del tutto falso, in Scozia non ci è andato perché la cubista l'ha fatto traballare. Al suo finto sorriso, tuttavia, la finta fidanzata non ha niente di finto da riservare alla ragazzaconiglio. Il bacio spudorato con cui impone che Luca le appartenga è osceno, volgare, ai limiti del pornografico; Samantha intende che Azzurra non sia affatto cambiata, eppure ammira la scena imbarazzata come lo scrittore. La gelosa non ha altro da dichiarare, se non: «Dobbiamo raggiungere gli altri su a Deffe*, scusa se te lo porto via.»

Luca tace per evitare che la situazione degeneri. L'altra, comprensiva, prova compassione per quella che ha invidiato in passato, ma confida che anche lei, un giorno, crescerà, quindi fa loro gli auguri e toglie il disturbo.

Cazzo, stavano soltanto parlando, nessuno dei due ha immaginato di andare a scopare e vissero per sempre felici e traviati. Samantha aveva voglia di conoscere un po' di più dello stato d'animo di Luca, avendo noto cosa sia capitato a Camilla; lui ha approfittato dell'orecchio di lei perché alcuni pensieri non può - o non se la sente di - condividerli con Azzurra, col rischio che lei si monti la testa e faccia cagate di proposito con la pillola, cosa già capitata quando stava con Franci.

Ad Azzurra non gliene può fottere di meno delle buone intenzioni di lei e non sospetta affatto che il suo amante abbia miliardi di grane per la mente. Lo porta fuori dal locale, cammina spedita e non gli rivolge parola sino al luogo menzionato. Un vicolo poco percorso è il posto migliore dove vomitargli addosso tutta la sua insicurezza, senza urlare perché nemmeno Azzurra vuole che la serata prenda la piega prevedibile. Ma, Dio se è difficile mantenere il sangue freddo quando hai più complessi che capelli.

«Ti ha invitato ad andare da lei, l'ho sentita» ringhia.

«Puoi stare calma? È un aperitivo di merda, niente di diverso da cosa faccio coi ragazzi.»

«Coi tuoi amici non c'è il rischio di scopare.»

«Sei seria? Te l'ho già detto mille volte, Cristo, che non vado a letto con un'altra da mesi e te ancora parli di rischi.»

«Perché tu sei questo, Luca.»

«Ma piantala.»

«E quella stronza ti sta dietro.»

«What?!» il beato tra le donne casca del pero. «Azzo dici?»

«Non lo sapevi? Samantha ti sta dietro, oh sì.»

«Te la sei inventata, hai le visioni.»

«Non ho un cazzo, la gente parla e si scoprono tanti altarini.»

«È una cagata, sei tu che vivi con l'incubo che qualcuna mi rapisca anche se non ce n'è alcuna probabilità.»

Azzurra diviene nera, occhi rossi del suo stesso sangue marcio. «Se ci vai, non provare a tornare da me.»

Esagerata, insopportabile, soffocante. Luca conta fino a dieci nell'immediatezza di un istante, non si contiene. «Lo vedi, porca troia? Quando ti dico che scleri a cazzo di cane per delle stronzate e ti offendi, i motivi sono proprio questi. Dimmi che cazzo c'è di preoccupante nell'andare a prendere una cosa da bere con una persona che conosciamo entrambi.»

"Ho un terrore fottuto di rimanere senza di te e non riesco a guarire". «Siete tutti uguali, non ce la fate a capire.»

«Bene, ci risiamo» s'innervosisce lui, sbuffo sonoro e colossale figura di merda anche con Samantha. «Okay, non rispondermi, non dirmi niente.»

«Tu non ci vai, punto.»

«E se per caso ci vado?»

Azzurra è consapevole di star commettendo l'errore che lo spingerà inevitabilmente verso la "nemica", o chiunque altra arriverà e sarà migliore di lei. La natura è forte, il carattere non cambia. Si stampa a tutta velocità sulla paura di dire una qualsiasi parola sbagliata, solo non vuole mostrar lui quanto sia debole; serra le labbra e fa per andarsene, altrimenti sarà un disastro.

L'occhio dello shinigami vede però il vero, e nell'attimo prima che la cubista si volti, per Luca è ben visibile il timore che le luccica nelle scure iridi. Non la lascia andare via, le blocca il braccio e l'avvolge alle spalle. Il suo calore scioglie i ghiacci cui Azzurra si è costretta per soffrire meno, dopo una vita di delusioni e miseria. Lei ha pregato in silenzio di essere fermata.

«Non ho più la pazienza di una volta», spiega serio Luca, sussurrandole all'orecchio, «basta niente per farmi rispondere male e non riflettere. Io so chi sei, so perché ti comporti così, non mi servono risposte. Lo capisci però che se ti comporti in questo modo fai un danno a entrambi, o no?»

La ragazza, fragile e impaurita, ha tanto bisogno di certezze, di una mano che l'aiuti ad andare al di là di limiti che faranno scappare tutti. Quando erano solo amici, Luca era il top tra i consiglieri. Oggi è una salvezza e un peso, un altro pensiero dolce come il miele e tossico come il catrame: Azzurra non può permettersi di farlo diventare psicologo personale e samaritano che paghi per le colpe di altri. Socchiude gli occhi, annuisce appena e sospira uno spezzato "Sì".

«Allora, porco ⬛, datti una calmata e ragiona: io potrei andare con chiunque in ogni momento, anche adesso, eppure sono qui con te e solo con te da sei mesi, o sette, otto, chi cazzo li conta più? Ci arrivi al perché o devo bestemmiare di nuovo?»

Quando è arrabbiato, non v'è uomo che lo batta. La morsa stretta attorno al busto è bruta, ma al contempo attenta a non schiacciare troppo forte il seno sotto cui l'amore non dichiarato scalpita. Che sia un amore malato, bugiardo e strozzato, è già più rasserenante e felice di quasi tutti gli altri per la cubista, e per Luca non va tanto diversamente. Lei pone un palmo ove lui, abbracciandola, sta affermando il comando. Azzurra è sua e ad Azzurra sta bene.

«Ci arrivo» gli risponde annichilita e persa. «Non bestemmiare, per favore. Lo faceva mio padre con mia madre e finiva a piatti che volavano.»

«Non lo farò, non sono quel tipo d'uomo e scordati che lo diventerò» dice più tranquillo lo scrittore. «Resta che non esiste come ti comporti. Ne abbiamo parlato, non scendo più a compromessi con nessuno. Anche se per rassicurarti non mi sogno di negarmi di frequentare le persone, sono puttanate da ragazzini. Un aperitivo che non è neppure detto che ci sarà non può costituire la miccia per una lite, né causare una figura di merda del genere.»

«Hai ragione...»

«Lo so che ho ragione» dice Luca nonostante gli sforzi per non dirlo. Il senso di colpa torna e lo affligge. «Azzurra, così non ci siamo.»

«Che intendi?» si spaventa lei.

Più che marcare il territorio, bisogna assumersi le responsabilità. Luca la fa voltare, ci si deve guardare negli occhi. «La gelosia è pura paura, ogni altra interpretazione non va ascoltata. Tu hai paura di perdermi, ma... non ne hai motivo, a questo punto del casino in cui ci siamo cacciati.»

«Non siamo in un casino» spera lei.

«Invece lo siamo. Tu la cocaina, io l'alcol. Non ci aiutiamo a uscirne perché ognuno è preso dai suoi cazzi. Cosa intendo dire è basta, come ci promettemmo quando abortisti. Basta con le troiate, basta con il distruggerci, basta girare attorno alle cose, parliamoci francamente e viviamo quest'unica vita un po' meglio di come abbiamo fatto fino a oggi. E da quando ti ho chiesto di uscire stasera che... penso a una cosa, è il caso di dirtela.»

Lo spavento è ancora vivido, eppure sembra Luca quello più in difficoltà. Che parli, che si faccia avanti, Azzurra non chiede altro col suo "Dimmi". Insolito che sia tanto arduo per una rinomata belva senza peli sulla lingua. Gli esce piuttosto male.

«Ho detto a Samantha che stiamo insieme, però l'ho deciso senza consultarmi con te... Ti va bene uguale o... boh, devo farti la domandina come i bimbi delle elementari?»

La ragazza non era pronta e il romanziere sa rimorchiare, ma non è in grado di essere carino. Con l'ultimo fenomeno da baraccone di cui Azzurra credeva di essere innamorata, persino offrendole una merda di cavallo Luca l'avrebbe fatta emozionare. Stupide ufficializzazioni, pensa l'alcolizzato: mesi di fedeltà e visite pressoché quotidiane non erano abbastanza per far capir lei che oramai v'è solo una donna che può aver tutto di lui. Almeno non è più arrabbiata, gli salta al collo per baciarlo con l'amore non mostrato a Samantha.

«Prova con la domandina» gli dice la felicitata.

Ci sarebbe da chiarire che da ambedue le parti dovrà esserci impegno, meno vizi e maggiore comprensione. Non è la serata giusta, purtroppo: quel deficiente di Rossano Vacci Piano è nel vicino irish pub, ha appena spaccato un boccale sulla capa di un ragazzino che ha fatto il pazzesco con la cameriera. Un botto anticipa il fragore di vetri infranti, uno dei pivelli è stato defenestrato dalla pazzia di un violento professionista. Azzurra ha dei traumi, il chiasso risveglia brutte memorie che la rispediscono indietro ai giorni di obbligata dipendenza da padre adultero e madre maledicente l'aver avuto una figlia femmina. Si nasconde dietro Luca, la rissa si sposta in strada e la mano stretta attiva nel suo uomo un istinto non dissimile dalla protezione paterna verso i piccoli.

Luca di paure ne ha tante, quella della violenza non vi rientra. Uno dei rissosi, pivelli di forse vent'anni a essere generosi, squagliandosela urta la coppia nello stretto vicolo. Azzurra caccia un urletto che risveglia memorie differenti nello scrittore.

Non devono riaccadere.

L'est l'ha reso cattivo.

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*Deffe: Nel gergo genovese, abbreviativo di Piazza De Ferrari.

Spazio autore

A te che l'hai conosciuta: spoiler, Samantha è l'Alessia di questo universo.

A tutti quanti: il capitolo non è editato, quindi ve lo leggete come è uscito al primo tentativo.

Sono di frettissima, sto andando a combattere quell'infame del Dottor Capitalismo 🏃🏃🏃🏃🏃

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