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Jimin si guardò nuovamente allo specchio prima di raggiungere Alice che lo stava attendendo accanto alla porta d'ingresso del loro appartamento, erano in ritardo.

«Amore...» lo richiamò con quella punta di apprensione che aveva imparato a riconoscere nella sua voce quando si innervosiva.

«lo so, siamo in ritardo» le disse afferrandola per un braccio ed attirandola a sé per darle l'ennesimo bacio.

Una volta arrivati al dormitorio Alice lo vide nervoso, era ben consapevole del fatto che fosse per via di Namjoon; gli prese la mano e lo fece voltare verso di lei.

«hei, ti amo» gli disse accarezzandogli una guancia.

Jimin le sorrise ritrovandosi stranamente imbarazzato in quella situazione, non faceva altro che ripromettersi di non essere geloso di lei, e poi finiva sempre con l'essere terribilmente nervoso quando Namjoon era nei paraggi.

Quando fecero il loro ingresso nell'appartamento, Alice venne immediatamente risucchiata nel vortice di chiacchere creato appositamente per lei da Jin e Tae.

E più parlava e scherzava con loro, più si rendeva conto di quanto le fossero mancati quei piccoli ragazzacci; ogni tanto guardava verso Namjoon, dato che lui non accennava a volersi avvicinare a parlare con lei, probabilmente per non creare problemi con Jimin, ma Alice voleva sinceramente parlare con lui, raccontargli di come stesse andando in Giappone, delle riprese, dei nuovi amici e voleva sapere della sua vita, di come stesse lui, davvero.

Alice si lasciò coinvolgere ancora dalle battute di Tae, sapeva perfettamente che a Jimin non era sfuggito il fatto che volesse parlare con Namjoon, e lei non voleva neanche cercare di nascondere la cosa.

Sentiva di avere tutto il diritto di parlare con lui, così come aveva fatto con gli altri per tutto il tempo.

Ad un certo punto, approfittando di un momento di calma, Alice si alzò dal divano ponendo fine al suo rimuginare.

Voleva parlare con Joonie e l'avrebbe fatto; anche perché le era mancato in quei mesi, soprattutto quando mentre passeggiava tra le sale dei musei sentiva il desiderio di mandargli una foto, o di raccontargli quello che aveva visto.

Le era mancato fargli sapere che stava pensando a lui.

«rastrello...» gli sussurrò all'orecchio dopo essersi avvicinata a lui, facendolo sorridere.

«dovresti smetterla di usare questa parola contro di me» le disse voltandosi a guardarla, era anche più bella del solito quella sera, o forse era colpa dei suoi sentimenti per lei, ed erano loro che la facevano apparire ogni volta più bella per lui.

«sono riuscita a visitare il tempio di Ninna-ji sai?»

«hai ancora la lista?»

«certo che ho ancora la nostra lista» disse Alice forse con un po' troppo entusiasmo; perché anche se stava con Jimin da mesi, c'erano delle cose del suo rapporto con Namjoon che non riusciva a lasciare andare.

«ed è bello come ce lo immaginavamo?» le chiese continuando volutamente ad utilizzare il plurale, come a voler ricordare ad entrambi che loro erano pur sempre qualcosa.

«sì, forse anche di più.» rispose lei ripensando a quel pomeriggio, al profumo dei fiori di ciliegio, al vento che le accarezzava la pelle ed al fatto che si fosse trattenuta dal chiamarlo per tutto il tempo della sua permanenza.

«Ti ho preso una cosa quel pomeriggio, ce l'ho nel portafoglio aspetta» gli disse allontanandosi per andare a recuperare il portafoglio dal suo zaino abbandonato nella stanza di Jimin.

Namjoon mosse appena il piede intenzionato a raggiungerla nella stanza di Jimin, ma vide il più piccolo precederlo e si arrestò sul posto, voltandosi per versarsi l'ennesimo bicchiere di vino della serata.

Jimin si intrufolò nella sua stanza e notò Alice intenta a cercare qualcosa nella sua borsa; voleva andarsene, dato che Tae l'aveva sorpreso a chattare con una delle stylist mentre parlavano sul divano e aveva paura mettesse in piedi un casino.

«Amore possiamo rientrare? non mi sento troppo bene» le disse cingendole le spalle.

«hai bevuto troppo?» domandò Alice guardandolo preoccupata.

«forse... guida tu» le rispose continuando a tenere in piedi quel ridicolo teatrino; si sentiva uno schifo, ma allo stesso tempo non riusciva più a ritrovarsi nella loro relazione, nonostante le rassicurazioni di Alice, lui non si sentiva più come prima.

Si era innervosito a vederla parlare con Namjoon, perché aveva letto nello sguardo del suo hyung che non l'aveva affatto dimenticata ed in quel momento l'aveva osservata nuovamente covando nel cuore il desiderio di possesso nei confronti della donna, ma il possesso non era certo amore, e questo lo sapeva bene.

Mentre tornavano in soggiorno iniziò a domandarsi se lasciarla libera fosse poi un'idea tanto sbagliata, anche se non voleva lasciarla in quel momento, con il film da terminare per lei ed il nuovo album che loro stavano preparando.

Alice allungò a Namjoon una polaroid ed un fiore di ciliegio che aveva preso quel giorno, fatto seccare e poi plastificato.

«è una stronzata però mi aveva fatto pensare a te» gli disse sincera.

«grazie» balbettò lui, cercando di frenare l'istinto di prendere il viso di lei tra le mani e baciarla come se fossero soli in quella stanza.

Dopo aver salutato tutti Alice e Jimin lasciarono il dormitorio per tornare all'appartamento di lui.

Il viaggio in auto fu decisamente più silenzioso del previsto, ma Alice diede la colpa al fatto che lui non stesse bene e che quindi non avesse voglia di parlare.

Alice guardò nuovamente nello specchietto retrovisore, c'era la stessa auto bianca alle loro spalle da più di dieci minuti, e lei iniziava a pensare non fosse un caso.

«Amore, allacciati la cintura di sicurezza» gli disse seria.

«ma siamo quasi arrivati» brontolò Jimin.

«Jimin!» lo riprese.

«che succede?» chiese allora lui preoccupato dal nervosismo di lei.

«c'è una berlina bianca che ci segue da un po'» gli disse.

«ce la fai a seminarli? io intanto avviso i manager che torniamo al dormitorio e che ci vengano a prendere nel parcheggio del seminterrato» le disse estraendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

Alice sentiva il cuore martellarle nel petto ad una velocità allucinante, aveva paura che fossero delle fan o dei paparazzi, di rovinare la carriera di Jimin se li avessero beccati insieme e soli in auto a tarda notte.

Premette ancora sul pedale dell'acceleratore e svoltò bruscamente a sinistra non appena il semaforo cambiò colore da giallo a rosso, lasciandosi la berlina alle spalle.

Continuò a velocità sostenuta per tutto il resto del tragitto fino al dormitorio, bruciando rossi ed incroci senza pensarci due volte, non erano certo i soldi per pagare le multe che mancavano al suo fidanzato.

Quando fermò la macchina nel parcheggio si rese conto di aver praticamente trattenuto il fiato per tutto il tempo, terrorizzata dal fatto che li trovassero ancora.

Aprì lo sportello e fece appena in tempo a fare due passi una volta scesa, che un conato di vomito la fece piegare in avanti, e tutto quello che aveva bevuto e mangiato quella sera si ripresentò a pochi centimetri dalle sue scarpe.

«Alice» disse Jimin avvicinandosi a lei per controllare che stesse bene.

«non ti preoccupare, è solo che mi sono spaventata» gli disse cercando di sembrare il più tranquilla possibile.

Decisero di fermarsi al dormitorio e poi farsi riportare a casa il mattino seguente per evitare altri casini.

Namjoon uscì dalla sua stanza, erano passate da poco le due di notte ma lui non riusciva a prendere sonno, non sapendo che Alice era nel suo stesso appartamento, abbracciata ad un altro; non dopo quello che gli aveva regalato quella sera.

Si versò un bicchiere d'acqua e sospirò rumorosamente.

Non sapeva cosa fare, e l'unica cosa che gli ronzava in testa erano le labbra di Alice sulle sue; quanto gli mancava quella sensazione.

Dannatamente troppo.

Il giorno seguente Alice si ritrovò a dover salutare i ragazzi molto presto dato che Jimin aveva deciso di rientrare prima che ci fosse troppo traffico per strada.

«Scrivimi ogni tanto» disse a Namjoon abbracciandolo e sperando che lui lo facesse davvero.

Abbracciò anche gli altri e si prese un paio di baci sulle guance prima di lasciare l'appartamento con Jimin di nuovo in modalità silenziosa, proprio come quando era arrivata qualche giorno prima.

Decise di non farne un problema, dato che probabilmente era solo nervoso all'idea che si dovessero separare di nuovo e lo coinvolse nella preparazione di una torta insieme per distrarlo.

Quando venne il momento di andare Alice credette che lui l'avrebbe almeno seguita in auto fino all'aeroporto; ma lui non era dello stesso avviso, la salutò con un bacio sulla porta e lasciò che il suo manager l'accompagnasse.

Probabilmente si trattava di una precauzione visto quello che era successo la notte prima si convinse Alice, decidendo di non farne un dramma.

La cosa in aeroporto per il check-in ed i bagagli fu piuttosto breve e lei se ne rallegrò, avrebbe avuto tempo per prendere qualche cavolata per i colleghi nei negozi prima di imbarcarsi sul suo volo.

In fila per l'imbarco estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni per inserire la modalità aereo e notò che c'era un messaggio non letto, pensò che fosse di Jimin e lo aprì distrattamente mentre procedeva.

Era invece di Namjoon era strano che le mandasse vocali, non li amava particolarmente; avvicinò il cellulare all'orecchio per ascoltare e se ne pentì l'istante successivo.

"ti amo ancora..."

Il contenuto del messaggio era quello, e quelle semplicissime tre parole l'avevano appena trafitta come un dardo infuocato.

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