Sangue

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Cuscini leopardati. Luci fucsia e gialle che si scontrano ballando a ritmo di musica, fin troppo alta per le sensibili orecchie di Carmilla.

La vampira è seduta su uno scomodo divanetto in ecopelle nero, accavalla le gambe con un movimento languido. Un cameriere posa un cocktail multicolore sul suo tavolino. Carmilla alza un sopracciglio e lui le indica un uomo appoggiato al bancone che le fa un cenno. I faretti blu giocano con i suoi lineamenti e Carmilla pensa che assomigli molto al babbuino finto che c'è vicino alla scritta In love with you che illumina il vialetto che porta al locale.

È orribilmente disgustoso anche per i miei gusti. Generalmente gli uomini come lui al Girone Soft Drink Pink Dick, il mio meraviglioso locale all'inferno, nemmeno li facciamo entrare. Restano legati, ovviamente nudi, con la loro prominente panza da birra a ballare all'ingresso. Prendendo insulti e scudisciate da chiunque passi. Ah! Come mi manca divertirmi. Ah! Guarda, la tua dolce preda. Mi defilo, mi defilo.

La ragazza scorge immediatamente Carmilla seduta e sul suo volto appare un sorriso raggiante. I capelli blu, sotto le luci, cambiano infiniti colori come lo spettro dell'arcobaleno. Carmilla seleziona i suoni che desidera ascoltare per concentrarsi sul suo battito cardiaco. Ah! Quella sì che è musica.

Quest'era è particolarmente rumorosa per un vampiro. Ringrazia il suo assalitore per averla trasformata nel diciannovesimo secolo, quando i suoni più forti che udiva erano le carrozze e gli operai in fabbrica. Un neo vampiro oggi impazzirebbe. Appena nati non si è capaci di gestire nessuna delle proprie qualità. Probabilmente avrebbe tentato il suicidio pur di non sentire tutto questo baccano perforarle il cervello.

Il cuore di Sophie, è un bel nome da pronunciare, accelera i battiti. Carmilla adora come si sofferma sulle labbra il suono prima di uscire. S-o-p-hie. Le ultime sillabe fuggono via, come se non riuscissero a trattenersi oltre sulla punta della lingua e vorrebbero raggiungere più velocemente la loro padrona.

Si accomoda accanto a lei sfiorandole la gamba con la propria.

Carmilla le sorride «Ciao» sussurra lieve. Non ha bisogno che Sophie senta la sua voce per incantarla. Questa volta la preda è affascinata da lei indipendentemente dalla sua natura. A lei piace quando accade. È raro. Cerca di vivere ogni secondo di questi momenti per poterli cullare nel suo cuore morto. Piccole gioie di una vita eterna.

Sophie alza la voce per farsi sentire oltre il frastuono «Sei la calamita di tutti gli sguardi qui dentro»

A Carmilla non interessano quei grumi di sangue e alcool, che sudano e si eccitano per un paio di gambe scoperte. Importa solo della ragazza seduta accanto a lei.

«Per me esisti solo tu» le sposta una ciocca di capelli setosi dietro l'orecchio. Sophie arrossisce visibilmente «Ti va di uscire nel parco?» le sussurra.

La ragazza si alza di scatto tenendole la mano.

Carmilla adora questo suo alternarsi tra timidezza e sfacciataggine. Si lascia trascinare tra la folla fino alla zona esterna.

La Torre Bianca è illuminata da fari blu e viola e intorno si affollano alcuni clienti coi loro drink.

Sophie si ferma poco distante, vicino ad una palma solitaria che si pone domande sulla propria esistenza.

«Come è andato il tuo esame?» chiede. 

Sophie le ha detto di studiare arte. Sogna di insegnare. L'ha conosciuta alla mostra dei Preraffaelliti, a Palazzo Reale. 

Stava fissando incantata il quadro de "La Dama di Shalott" quando Sophie ha iniziato a parlarle. Le ha raccontato la storia nascosta del dipinto. Della dama capace di vedere il mondo solo nel riflesso di uno specchio e del suo amore bruciante per Lancillotto.

Carmilla adora i pittori e i musei aperti di sera.

«Credo bene» gli occhi di Sophie luccicano. Carmilla ci vede le stelle di Van Gogh riflesse.

Le accarezza una guancia e lentamente avvicina il viso. Sophie trattiene il respiro.

Posa le labbra carnose sulle sue e subito queste si aprono come un fiore. L'accolgono con calore e passione. Le lingue giocano rincorrendosi come api tra i fiori. Ma una di loro è una vespa travestita. Una piccola punturina. Un morso insignificante e leggero. La lingua raccoglie gocce di distillato di sangue.

Sophie ha un sapore dolcissimo.

Interrompe il contatto per baciarle la guancia, il mento, e scende fino al collo.

La giugulare pulsa sotto i suoi baci. Sophie si abbandona al piacere e la stringe a sé.

Affonda i denti e succhia.

Sophie si ricorderà solo di piacevoli baci al risveglio. Un sogno romantico ricco di profumi e sensazioni.

Un sogno che la porterà ad essere più stanca del solito e ad addormentarsi a lezione.

Sophie cercherà nuovamente quella ragazza, di cui ora le sfugge il nome, e le sembrerà di riconoscerla in mezzo alla folla. Ma stranamente anche i lineamenti si fanno confusi nella sua memoria e ben presto rimarrà il desiderio di vedere qualcuno che esiste solo nella fantasia.

Dipingerà un quadro meraviglioso che verrà addirittura esposto.

Nel dipinto una giovane donna cammina immersa nei pensieri in una Milano grigia e lugubre. L'espressione del suo viso, un connubio tra desiderio e rimpianto, ammalia chiunque la osservi.

Carmilla osserva il suo ritratto appeso alla galleria. Sophie non è la prima né l'ultima ad averla immortalata in tutti questi secoli, eppure resta sempre un po' stupita nel riconoscersi nei loro ricordi sbiaditi.

A te piace che si ricordino di te.

Carmilla non risponde.

Suvvia. È evidente che non ti riesce bene cancellare i ricordi ad alcune di loro. Lo desideri. Speri sempre che non si dimentichino del tuo passaggio. Di averti amata, anche solo per finta, per un periodo.

«Asmodeo, se stai zitto ti prometto di farti vedere l'ultima puntata di Drag Race»

Son già tutto un fremito.

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