Capitolo 9.

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Sono passate due settimane dalla cena con Mattia, ed io non faccio che ripensarci continuamente. A com'era vestito, a come si comportava, al modo in cui mi guardava... Mi ha sfiorato la mano sinistra più volte e una volta ha passato delicatamente una nocca sul dorso per poi guardarmi negli occhi con sguardo incerto. Quando ho sorriso ha fatto altrettanto e ci sono rimasta. Davvero!

Un rumore mi distoglie dai pensieri: il cellulare sta squillando. Ma dov'è? Stavo rimettendo  posto l'armadio, quindi sono sommersa di vestiti... Ah trovato.

E' una videochiamata da Instagram! E' Stefano, per giunta (il suo amico). Un momento! E' il suo amico!

Accetto timidamente.

"Pronto?" E' ad una festa. Non si capisce un tubo.

"Oh... Ciao Valeria!" Sorride.

"Ciao! Tutto bene?" Domando notando il suo sguardo preoccupato.

"Oh... Sì, tranquilla. Mattia... Sai... Già sta male da sobrio, figuriamoci quando è ubriaco!" Ride.

"Non è vero!" Sento da lontano. E' Mattia. "Non sono ubriaco... Però devo fare una cosa"

"Ecco, appunto" Ride il suo amico. "Senti...Non è che ti andrebbe di passare? Ti faccio venire a prendere da un'amica che è qui... Tanto noi siamo sempre disponibili ad incontrare nuova gente!" Scherza.

"Oh, ehm... Certo!" Sorrido. "Ma... Non disturbatevi, posso venire anche da sola"

"No, tranquilla... Tanto non siamo distanti da scuola e non siamo tutti come il tuo ragazzo!"

I-Il mio ragazzo?

"Scusa, cosa?" Sorrido non capendo più niente.

"Ops... No, niente!" Sorride. "Dai, ci vediamo dopo" Mette giù.

Subito dopo mi arriva un messaggio: è Veronica. 

>>Ciao new entry! Mi hanno proposto di venirti a prendere per la festa... Se mi mandi il tuo indirizzo facciamo un salto insieme!

Però aspetta: mandami la posizione su whatsapp, ti lascio il mio numero.

OH DIO MIO!!

Okay, calmati. E' normale, è per fare più in fretta.

Faccio come mi dice, poi guardo alcune storie per vedere come dovrei vestirmi e, capendo che è una cosa molto tranquilla (in fatto di abbigliamento, chiaro) decido di mettere un maglioncino color panna in un pantalone a vita bassa nero aderente e chiudere il tutto con una cintura dello stesso colore del pantalone, scarpe da ginnastica bianche e una pochette abbinata (ovviamente) alle scarpe.

Suonano alla porta: è Veronica.

"Arrivo!" Vado ad aprire. "Ciao!" La saluto sorridendo. Lei ricambia dandomi un bacio sulla guancia.

"Ciao! Wow, come sei bella!" 

"Grazie!" Sorrido imbarazzatissima. "Anche tu lo sei"  Ha i capelli piastrati, trucco leggero e porta una tutina rosso rubino con delle converse bianche.

"Grazie!" 

"Non sapevo che uscissi..." Senti una voce alle spalle: è mamma. Oh cielo!

"E' un' emergenza! Non avremmo chiamato sua figlia a quest'ora sennò" Spiega la ragazza facendomi preoccupare. La guardo storto e lei mi lancia un'occhiata del tipo: <<tranquilla, ci penso io. So come comportarmi>>

Annuisco e la lascio parlare.

"Che cos'è successo?" Chiede curiosa mamma.

"Anzitutto piacere" Sorride. "Veronica" Le porge la mano. "Sono la sorella di una compagna di sua figlia, Sabrina. Mia sorella ha un piccolo problema" Guarda me. "E chiede di lei da ore" Dice sorridendo. "Perché è l'unica che, a quanto pare, sa affrontare quella materia" Torna a rivolgersi a mia madre. "Poi io dubito sia di scuola la faccenda, però mi è stato detto così... E fingiamo di crederci!" Alza le spalle continuando a sorridere.

"Certo" Fa mia madre per poi guardarmi. "All'una a casa... Se potete un po' prima"

"Certo" Annuisce la ragazza per salutare e uscire seguita dalla sottoscritta.  

Una volta in macchina continuo a sorprendermi: "Ci ha creduto!" Esclamo facendola ridere. 

"Mi esercito da quando andavo al liceo" Confessa. "E poi ho una bella parlantina!"

"Ho visto!" Esclamo sorridendo.

Cala il silenzio.

"Ma... "Inizio timida. E ora come lo chiedo?

"Sì" Mi interrompe. "Chiede di te veramente" Pausa. "E a noi sta bene! Voglio dire, purché sia felice lui!"

"Ti piace?" Sussurro spaventata.

"Ma sei matta?!" Esclama ridendo. "No, assolutamente. Cioè, è un bravo ragazzo, sì... Ma lo conosco da troppo tempo, siamo solo amici tranquilla" Siamo arrivate. "E poi non avrei speranze contro la bambina che lo fa impazzire"  Mi fa l'occhiolino prima di scendere dall'auto.

"Che cosa?" Mi avvicino mentre sta chiudendo. 

"Ah, ho anche detto troppo!" Sorride alzando le braccia al cielo. "Adesso andiamo a divertirci! Ti va?" Annuisco.

Entriamo nel cancello di una casa che sembra abbandonata: non c'è niente intorno! Sento musica a palla, risate e urla. Riconosco la voce: Mattia.

Guardo la ragazza accanto a me che ride: "Sta cantando" 

"Ahh!" Rido andando a vedere. E' in piedi su un tavolo e va a destra e a sinistra che urla fortissimo. E' bellissimo. E mi fa troppo ridere.

D'un tratto si gira e quando mi guarda per poco non cade all'indietro. 

"Tutto a posto?" Corro verso di lui.

"Sì, tranquilla" Sorride. "Che ci fai qui?"

"Non... Potevo?" Lo prendo in giro.

"Certo che puoi!" Mi guarda negli occhi. 

"Ti posso offrire da bere?"

"No, grazie... Oggi voglio provare a restare sobria" Scherzo.

"Come vuoi" Fa un sorso dal bicchiere. Sento una musica, poi la riconosco: <<Non me lo so Spiegare>> di Tiziano Ferro. Alza la testa e inizia:"Uhh amo questa canzone!" 

"Anch'io!"  Ammetto. 

"Solo che pensavo a quant'è inutile farneticare"  Inizia strillando ed io continuo allo stesso modo: "Credere di stare bene quando è inverno... E te! Togli le tue mani calde, non mi abbracci e mi ripeti che son grande" Scoppio a ridere.

"Mi ricordi che rivivo in tante cose...Nanananananana!Sta facendo il clown.

"Tra poco mi verrà il mal di pancia dalle risate!" Mi piego in due.

"Finché si ride!" Alza le spalle sorridendo.

"Hai ragione" Sorrido anch'io.

Mi guarda negli occhi. Sta continuando a sorridere. E' bellissimo...

Indossa una felpa nera senza cerniera, della quale si è tirato le maniche fino ai gomiti, e dei jeans bianchi con le scarpe nere. Ha i capelli lievemente scompigliati e quegli occhi... Grandi e profondi come il mare in cui mi ci perdo ogni volta che lo guardo.

"Sei stupenda" Dice.

"Grazie!"  Sono veramente sorpresa... E felicissima!  "Anche tu" Sussurro. 

"Vuoi ballare?" Propongo con naturalezza.

"Ehm... Non so se tu te ne sia accorta, ma..." Si gratta la nuca imbarazzato. E' veramente dolcissimo!

"E che problema c'è? Ti insegno io!" Scherzo.

"Allora okay!" Posa il bicchiere e mi si avvicina. La canzone riparte da capo e lui si volta guardando male tutti non riuscendo però a trattenere una risata.

"Dai Matt!!" Urla Stefano. Lui ride, ma quando mi guarda torna serio. O per lo meno, si sforza.

Gli mostro un sorriso divertito e inizia a rilassarsi. 

Finiamo di ballare e tutti applaudono, poi iniziano una serie di canzoni solo da ballare a sentimento, come "Liberty City", "Forte", "Twerk" di Boro Boro e Mambolosco , "A un Passo dalla Luna" e "Diabla"di Astol.

"Rimaniamo a Liberty City!!" Urla Marco facendo scoppiare a ridere tutti.

"Lui è così..." Mi guarda Davide. 

"Sì, al naturale!" Esclama una ragazza bassa, con i capelli di media lunghezza folti e lisci. E'...Emily, credo abbia detto che si chiami. 

"Tranquilli, io so fare anche peggio!" Li rassicuro con tono scherzoso facendoli ridere nuovamente.

"Balli bene" Dice lui quando gli altri si sono allontanati. Lo guardo negli occhi: sembra sincero.

"Grazie. Anche tu" Gli faccio la linguaccia facendogli mettere il broncio.

"Antipatica" Beve un altro po' .

"Ma no, scemo!" Non mi fa finire:" Ah non solo sfotti, adesso mi dai anche dello scemo? No, ma... Prego! Continua pure, tranquilla!" Si finge offeso.

"Ma dai!" Rido. Si volta e si mette a braccia continuando la recita.

"Sul serio?" Gli vado davanti. Si gira nuovamente con una piroetta... Per poco non perde l'equilibrio.

"Occhio che caschi!" Lo prendo in giro.

"Io sono sempre più offeso" Sussurra stringendo gli occhi in due fessure sempre con fare giocoso. Decido di abboccare.

"Oh no! Mi dispiace tanto! Cosa potrò mai fare per farmi perdonare?"Faccio in tono drammatico facendogli comparire un sorrisone sul viso. Finalmente si volta.   Mi toglie il fiato. Davvero... Wow!

"Tu cosa saresti disposta a fare?" 

"Sei ubriaco. Te lo ricordo" Mi metto a braccia conserte.

"Potremmo rimediare! Potresti bere anche tu!"  

"Te lo sogni"

"Perché oggi no?" Fa curioso.

"Perché oggi io farò da babysitter a te! Pensa un po' ... I ruoli cambiano" Rifletto.

"Già! Secondo me si chiama destino" Torna alla carica.

"Secondo me si chiama sei ubriaco!"

"Sì, non lo nego... Ma mi piaci.  Mi piaci davvero!" Lo guardo stranita. "Mi hai colpito con la storia dei ricordi che tornano, perché anch'io ne ho un paio che non mi lasciano in pace...Come credo tutti in realtà, però... Non lo so, con te è diverso. 

Quando mi hai raccontato di quello che ti dicevano, quella volta in macchina, ho sentito tipo una fitta al petto... E mi prudevano le mani. Li farei fuori tutti quei parla parla. Uno ad uno" Lo guardo sempre più stupita. "Non credere che io sia un tipo violento, sono tutt'altro... Mi stupisco anch'io, sai?" Inizia a camminare ed io lo seguo. "E' che mi sembra assurdo: sei bellissima, simpatica... E sicuramente intelligente ed incredibilmente forte. Non vedo come le persone possano sbagliarsi così tanto su una come te..." Mi accarezza la guancia.

"Non fa niente, è passato. Lì rimane" Lo guardo negli occhi. "Adesso voglio pensare al presente e a vivere la mia vita come dico io"

"Anch'io" Sussurra prima di baciarmi. Mi lascio fare. Al secondo però lo fermo: "Mattia...Mattia!"

"Scusa!" Si stacca immediatamente. "Mi dispiace tanto, io..." 

"No, è tutto okay" Lo rassicuro. "Solo... Riproviamoci quando sarai sobrio! Che ne dici?... Sì, insomma..." Abbasso la testa imbarazzatissima. "Sempre che ti vada!" Gli brillano gli occhi, e un magnifico sorriso torna ad illuminargli il viso: "Certo!" 

"Davvero?" Annuisce. 

"Non lo dici solo perché sei ubriaco?" Chiedo per conferma.

"Il vino veritas!" Dice allargando le braccia all'indietro, per poi allontanarsi. Io resto lì a guardarlo sorridente, ringraziando il cielo per questo miracolo che ha mandato nella mia vita. 

Sento poco dopo una voce alle mie spalle:"Questo sarebbe per te" Mi volto di scatto ed è ancora lui.

"Scusa, non volevo spaventarti" Mi guarda un po' preoccupato tenendo un pacchettino in mano.

"Non ti preoccupare, è tutto okay... Che cos'è?"  Domando curiosa. 

"Aprilo!" Me lo porge.

"Grazie" 

"L'ho trovato ieri in giro... E mi ha fatto pensare a te. Non era nei miei piani dartelo, o per lo meno non ora... Infatti domani mi maledirò da solo, però sai come si dice: ora o mai più!"   Apro la confezione di Pandora e trovo un magnifico bracciale con una piuma, una "M"e una"V" .

"E' bellissimo! Grazie, ma.. Non dovevi!" Esclamo posando la confezione sul tavolo accanto a noi per aprirlo.

"Aspetta, ti aiuto" Me lo mette. "Ti piace davvero?"

"Certo! La piuma che cosa rappresenta?" Chiedo curiosa facendolo arrossire. 

"Quando sono con te mi sento leggero. Per la M e V... Sono le iniziali dei nostri nomi, ma volendo potrebbero essere prese anche per lettere a caso! Lettere... Che servono per parlare, o scrivere, in una lingua... Come l'indirizzo della scuola dove ci siamo conosciuti!"

"E' meraviglioso..." Sussurro.

"Sono contento che ti piaccia"  

Ci viene in contro Veronica: "Ehy, volete unirvi a noi? Stiamo ballando su Just Dance"

"Certo!" Sorridiamo andando ad aggregarci.

Passiamo la serata tra un ballo, una risata e delle parole a caso, e senza nemmeno rendermene conto si fanno le tre.

Guardo il cellulare e trovo un messaggio di papà: <<Divertiti>>

 Sorrido, gli mando un bacio e torno con il gruppo.

"Raga... Riuscite a tirare più o meno verso le cinque... O le sei?" Domanda Mattia.

"Sì... Fino alle dieci!" Risponde ironica una ragazza bassina di statura, bionda con i capelli lunghi ad altezza spalle e lisci. Mi pare avesse detto di chiamarsi Francesca.

"Come mai?" Lo guardo. 

"Ci vediamo l'alba!"  Esclama con naturalezza. 

"Che bello!" Lo guardo sorridendo. "Io ci sto!" Rido.

"Sul serio?" Mi guarda stupito. 

"Sì! Perché no?" Continuo. Si guarda con un suo amico, che gli si avvicina e sussurra a voce non troppo bassa: "Allora non ti serve altro"

"No, infatti" Risponde lui allo stesso modo continuando a guardami con un enorme sorriso.

Dopo qualche ora gli altri tornano dentro, io vado a cercare due sedie.

"Dove vai?"  Mi volto. 

"Ah... Vuoi sederti per terra? Nessun problema!" Sorrido tornando indietro.

"Per terra?" Ride. "Tesoro mio, non so se te l'hanno mai detto, ma ... Chiamami folle, o come ti pare, a me piace vivere! E voglio sentirmi vivo più che posso! Stare seduto a guardarmi l'alba qui nel prato... Okay, può essere interessante... Ma cos'ho fatto per arrivarci? Niente! Le cose, e le persone, mi piace conquistarle!" Sottolinea <<e le persone>> facendomi arrossire.

"Okay..." Fingo che non sia successo niente. "E come intendi conquistare questo tuo obiettivo?" Chiedo incuriosita.

"Ti fidi di me?" Mi porge la mano. 

"Sì" Glie la prendo senza pensarci due volte, gesto che lo colpisce parecchio devo dire a giudicare da come mi guarda inizialmente, ma poi torna a sorridere. Si volta indicando la casa: "Non soffri di vertigini, vero?" Mi guarda.

"Non dirai sul serio..." Lo guardo a bocca aperta.

Inizialmente sono un po' spaventata, non tanto per me quanto per lui, che è ancora mezzo ubriaco. 

"Potresti cadere da un momento all'altro, ti faresti male!"

"L'ho già fatto, non è successo niente" Mi tranquillizza: "Ma... Sei davvero preoccupata per me?" Fa sorpreso. Come fa a non accorgersene?!

"No, ti sto mettendo alla prova!" Rispondo ironica. "Certo che sono davvero preoccupata per te, cosa ti salta in mente? Sei ubriaco e adesso vuoi salire sul tetto! Non te lo lascio fare"

"Ti ho detto che l'ho già fatto, che non è successo niente di male. Tranquillizzati, va tutto bene! Ti fidi o no?"

"Ti ho già detto di sì!" Gli faccio il verso facendolo ridere. 

"Dai, andiamo" Mi fa cenno. 

"Aspetta" Gli porgo la mano, che stringe dolcemente dopo avermi guardata qualche secondo negli occhi stupito.

"Nel caso io cada" Sussurro certa che abbia capito.

"Non succederà" Risponde sicuro. Appunto.

Faccio un gran respiro e poi andiamo. Entriamo in casa, saliamo le scale e arriviamo in soffitta. C'è una finestra con la grata. 

"Oh, accidenti..." Si sporge. 

"Attento!" Corro verso di lui, che si volta indicandomi la struttura in ferro. 

"Non m'importa! Stai attento lo stesso!" Strillo spaventata facendolo ridere. 

Mi porta una mano sulla guancia e mi bacia, poi posa la fronte contro la mia e sussurra: "Sto bene, non mi succederà niente... Anche perché non possiamo uscire da qui" Sospira con aria triste staccandosi. "Servirebbero degli attrezzi che non ho per togliere l'inferiata" 

Mi mordo il labbro pensando. 

"Vi sarà mai caduto un pallone sul tetto!" Mi guarda con fare curioso. 

"Sì, certo"

"E come li avete recuperati?"  Dopo qualche momento sorride e mi da un bacio sulla fronte: "Sei un genio!" Esclama correndo via.

"Ehy, aspettami!" Lo seguo.

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