CAPITOLO 1 seconda parte

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CHRISTINA

C'è voluto un po' di tempo prima che ritrovassi la concentrazione, che smettessi di pensare al mio capo, ai suoi occhi nocciola, alla sua barba incolta, ai suoi capelli castani, oggi, lasciati sciolti a incorniciare il viso fin sotto le mascelle e soprattutto c'è voluta tutta la mia forza di volontà per non rievocare la sua voce. Comunque ce l'ho fatta e da brava impiegata ho svolto con diligenza i compiti che avevo in programma di evadere: all'inizio ho risolto alcuni problemi di manutenzione segnalati per e-mail, poi mi sono dedicata alla creazione di un banner animato, alla riprogrammazione del menu per l'aggiornamento del sito internet di un negozio di antiquariato e infine ho controllato l'indicizzazione dei siti che mi sono stati affidati. Nel pomeriggio, andrò a un appuntamento con un nuovo cliente che ci ha richiesto la creazione di un blog collegato ai social per pubblicizzare la sua libreria.

Quando, dopo la pausa pranzo, entro nella libreria "Il Caleidoscopio" per incontrare il nuovo cliente, mi sembra di oltrepassare un portale spazio temporale che mi porta in un negozio degli anni settanta: alle pareti c'è la carta da parati verde con il disegno di gigli ripetuti simmetricamente per tutta la superficie, gli scaffali sono in acciaio e formica nocciola, così come i piani di appoggio e le seggiole. L'odore di carta si mescola a quello dell'inchiostro, facendomi tornare in mente le ore passate, non molti anni fa, a studiare sopra i testi scolastici.

Questa piccola rivendita di libri è situata vicino al polo universitario. L'attività è ben avviata, esiste da tanti anni e offre in prevalenza libri universitari, ma possiede anche un angolo per la rivendita di libri d'intrattenimento. Il vecchio proprietario ha deciso di andare in pensione e ha lasciato la gestione della libreria al nipote più giovane che ha deciso di modernizzare alcuni aspetti dell'attività.

Espletate le presentazioni di rito, stabiliamo di darci del tu, visto che siamo coetanei, e ci addentriamo subito nei particolari del progetto e dei relativi costi. Il nuovo titolare vuole un blog che pubblicizzi il settore dell'intrattenimento e che gestisca una sezione a cui accedere tramite log-in per il settore culturale. Cerco di farmi un'idea orientativa del layout, dei colori, dei caratteri che si potrebbero utilizzare, stabiliamo le voci del menu e per concludere concordiamo i prossimi appuntamenti per poter realizzare le foto dei libri. A questo proposito, Samuele, il libraio, mi consegna una lista di libri suddivisa per genere. La scorro veloce e inaspettatamente vedo un titolo che mi provoca un tuffo al cuore.

«No! Non dirmi che ci sono ancora in circolazione delle copie di questo libro! Quanti anni ha?» Gli domando incredula.

«Prendiamolo e guardiamo la data della pubblicazione.» Dicendo ciò, mi invita a seguirlo. «Come fai a conoscerlo? Lo hai letto?»

«Sì, circa dieci anni fa e mi ricordo che non era una nuova pubblicazione.»

«Eccolo» e me lo porge.

«È una ristampa! La mia copia ha una copertina diversa.»

«Lo hanno ripubblicato, perché c'è un progetto.»

«Davvero? E tu sai di che si tratta?»

«Certo.» Si avvicina come se volesse dirmi una cosa all'orecchio e abbassa la voce. «In un certo senso faccio parte di questo progetto.» Si allontana tornando a usare un tono normale. «Però te lo dico solo se tu mi dici come mai hai letto questo libro.»

Non sono troppo propensa a raccontargli i particolari intimi e delicati della mia vita, in special modo della mia famiglia: di solito non lo faccio mai. Eppure Samuele riesce così bene a mettermi a mio agio che finiamo per confidarci l'uno con l'altro e, quando esco dalla sua libreria, ho nella mia borsa la ristampa di uno dei libri più importanti che abbia mai letto.

°°°

Il pomeriggio lavorativo vola via veloce e, prima di tornarmene al mio monolocale, chiedo a Silvia di prendere insieme un aperitivo. Lei accetta volentieri, anche perché sa che il lunedì sera è l'unica occasione che ho per dedicarmi a un po' di svago.

Riprendiamo con più calma il discorso gravidanza e, come la mattina, dopo l'iniziale euforia, torna a incupirsi in un'espressione preoccupata.

«Cos'è che ti tormenta?» La incalzo dolcemente.

«È questa cosa dell'amniocentesi...» Rimane un po' in silenzio pensierosa, poi riprende come per volersi liberare: «Qualche giorno fa, quando il ginecologo me l'ha programmata e ne abbiamo parlato, non ci ho pensato più di tanto. Però, ora, più tempo passa, più si avvicina l'esame, e più mi sento agitata. Mi mette un gran pensiero farmi bucare la pancia! Inoltre questa mattina, nel momento in cui Valeria mi ha fatto gli auguri, mi è tornato in mente quello che è successo a sua cognata. Ti ricordi?»

Cerco di riflettere con rapidità, ma Silvia è più veloce.

«Circa un anno fa, Valeria stava per diventare zia...»

«Oh cavolo! Sì mi ricordo. Dai, non pensarci. Accade talmente di rado...»

«Già, bensì può capitare: qualcosa è andato storto e la moglie di suo fratello ha perso il bambino.»

Silvia diventa silenziosa, sorseggia il suo cocktail analcolico e corruccia le sopracciglia; io, dal mio canto, comprendo a pieno le sue paure e vorrei dirle con chiarezza come la penso, cosa farei io. Invece mi trattengo. È una questione molto delicata che non si può risolvere solo dicendo: "Se io fosse in te..."

Non si può pensare di dare con leggerezza unconsiglio tanto delicato, quando c'è in ballo una decisione così importante. Ogni donna, ogni coppia deve scegliere nel modo più consapevole possibile e in maniera autonoma; alla fine, la decisione deve arrivare solo dal profondo della propria coscienza.

Non so proprio cosa dirle, come consolarla.

All'improvviso mi viene un'ispirazione e, senza pensarci su, prendo la borsa, tiro fuori il libro e glielo porgo.

«Cos'è questo?» Mi chiede stupita.

«Un regalo...» le dico in automatico. Anche se in realtà avevo pensato di donarlo a qualcun altro, mi rendo conto proprio in questo istante che, adesso, potrebbe essere molto più utile a lei.

«Beautiful up,» legge il titolo. «Di che parla?»

«Tu leggilo! Subito! Poi ne parliamo.»

«Ok, grazie.» Sorride e mi abbraccia. «Hai avuto un pensiero carino. Lo leggerò di sicuro.»

Entrambe guardiamo l'orologio e ci mettiamo a ridere del tempismo simultaneo che abbiamo avuto: è ora di salutarci.

Ci congediamo qui dentro al locale dopo aver pagato alla cassa, perché Silvia esce subito, mentre io devo andare in bagno. Rimasta sola, è proprio nel momento in cui lascio la toilette per dirigermi all'uscita del bar che provo di nuovo quella strana sensazione di brivido saettante e, anche questa volta, la causa che la scatena è sempre la stessa: una voce profonda di uomo. Volgo lo sguardo nella direzione da cui proviene il suono che scuote tutto il mio essere.

No.

Non è possibile.

Lui è lì.

L'ingegner Coleman è seduto sulla seggiola che prima occupavo io.

Indugio a fissare le sue spalle e mi concedo di ascoltare, ancora per un po', il suono della sua voce, rendendomi conto, poi, che la donna di fronte a lui lo sta fissando ammirata, pendendo dalle sue labbra.

«Signorina, si sente bene?»

La domanda della cameriera mi fa tornare alla realtà.

«Sì, sì. Tutto ok» rispondo slanciandomi verso la porta per uscire e respirare a pieni polmoni l'aria fredda del tardo pomeriggio che poco a poco calma la mia agitazione.

°°°

L'aperitivo è stato la mia cena. Tornata nel mio monolocale, infatti, non ho per niente fame, mi sento strana e sento che le lacrime vorrebbero traboccare dai miei occhi. Eppure appena questa mattina avevo promesso che non lo avrei più permesso.

Mi trattengo.

Devo occupare il mio tempo con qualcosa di pratico e utile: prendo il trolley e lo disfo, accendo il ferro e mi metto a stirare gli abiti che ho portato per la settimana.

Ci sono le divise da impiegata integerrima e le "uniformi" del mio secondo lavoro.

Ebbene sì, per tirare avanti ho bisogno di un ulteriore lavoro che mi garantisca un afflusso costante di liquidità immediata. Dal martedì al giovedì sono una delle cameriere del ristorante "Flora Bistrot" che si trova proprio a due isolati dalla ICT Web Design; il venerdì, insieme a mia cugina, faccio la barista al "Red Carpet". Lavoro prevalentemente in nero con la formalità di avere aperto un contratto a chiamata. Mi pagano in contanti ogni sera e questo mi dà modo di affrontare le spese del mio soggiorno qui a Roma e quelle impreviste legate a mia sorella Dotty. Tutto lo stipendio se ne va per la gestione della vita a due nei fine settimana e per la rata del mutuo della casa ad Assisi che i nostri genitori ci hanno lasciato in eredità, ma che manca ancora un po' per essere finita di saldare.

Paolo non mi ha voluto aiutare e ha scelto un'altra vita con un'altra donna. Ecco che qualcosa di umido si fa strada intorno alle pupille. È finita. Con lui la storia è chiusa e io devo andare avanti. Spingo le dita sopra le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.

C'è di sicuro un altro uomo che attende di essere amato da me e che mi amerà per tutta la vita.

Nella mia mente si materializza la figura di Andrew Coleman.

"Non essere sciocca, Chris! Lui è l'ultimo uomo sulla faccia della terra con cui devo sperare di avere a che fare: se gli faccio capire che mi piace, potrei perdere il lavoro. E questo significherebbe la rovina per me e per Dotty."

Ciò nonostante non riesco a non pensare alle sensazioni che ho provato oggi, quando per la prima volta mi ha sfiorata.

Sto impazzendo, devo pensare ad altro. Decido di andare a fare due chiacchere con mia cugina.

Che fortuna che il caso ci abbia fatto incontrare qui a Roma e che ci abbia portato a essere "vicine di monolocale".

Vado da lei e suono il campanello; mentre attendo, la sento canticchiare la canzone di Enrique Iglesias.

Mia cugina è sempre allegra e di buon umore, riesce a tirare fuori la parte più leggera della mia personalità ed è nostra abitudine confidarci su tutto; quindi, anche se non volevo, mi ritrovo a parlare con lei dell'ingegnere Coleman, di quanto è bello e affascinante. Infine, la rendo partecipe di tutte le belle parole spese dall'avvocato Ciotti sulla sua persona, sul suo essere un valido professionista e un uomo corretto.   

Nota autrice

Stavo pensando che in questa prima settimana di pubblicazione, per farvi conoscere Krystelle, potrei pubblicare sabato il 2° capitolo in cui ci sarà, tra l'altro, l'incontro fra lei e Andrew.

Che ne dite?

Per l'incontro fra Christina e Andrew c'è da aspettare ancora un po', ma non abbiate paura si incontreranno e lo faranno in modo inaspettato...

State sintonizzati.

Fatemi sapere cosa pensate e, se vi piace la storia, sostenetela con una stellina.

Grazie di esserci... 

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