Sento, in qualche modo, che adesso è felice.Veramente felice, come quando prendi un bel voto dopo aver faticato tanto o... Come quando capisci di essere apprezzato per ciò che sei, per il tuo cuore e non per la maschera che ti sei dovuto costruire.
*POV'S MIKE*
Sono davvero contento che le piaccia, perché...La canzone l'ho scritta pensando a lei.
Semplicemente, mi sono lasciato andare e la biro ha scritto dettata dal cuore! All'inizio è stato strano, non sono abituato a scrivere pensando ad una ragazza, ma...Poi è andata, e penso che continuerò in questo modo. Grazie,Sam.
-Dai,adesso torniamo in classe. le apro la porta.
<Che galantuomo...Non l'avrei mai detto!>
-Guarda che il galantuomo qui presente potrebbe anche innervosirsi, se non ti sbrighi. scherzo e lei sta al gioco: <Agli ordini!> esce mentre io la guardo chiudendomi la porta alle spalle.
<Vai spesso nell'aula di musica?>
-Sì,mi piace molto. E' bello,ci si diverte, e puoi liberare la mente. Sorrido.
-Di' un po'... Mi guarda.-Tu hai un anno in meno di noi, com'è che sei in seconda?!
<Sono andata a scuola prima, essendo un piccolo genio!> risponde ironica. <No, scherzo.>Scoppia a ridere.<E' che..Ho ricevuto la chiamata per l'asilo un anno prima, ma non ne so il motivo>
-Capisco.
<Tu hai ventitré anni?>
-Ventiquattro. La guardo. Non avevo notato la sua maglietta, è davvero bella:tutta bianca con un taschino in alto a sinistra e una rosa,con delle spine. E' insolito trovarne una che raffiguri anche le spine: -Che bella! Esclamo.
<Grazie!>Sorride.<L'ho fatta io>
-Che cosa?! Faccio sorpreso.
<La maglietta!E'.. A questo che ti riferivi,giusto?>Chiede imbarazzata
-Non solo. Sorrido.-E comunque..Wow, sei veramente brava.Vorresti diventare una stilista? Le chiedo curioso.<Sì,sarebbe...Un sogno>Sospira. <Ma purtroppo non posso>
-Perché? Aggrotto le sopracciglia.
<Ma sei matto?!Hai idea di quanto lontano dovresti andare per studiare moda??I miei non mi lascerebbero mai andare...E poi per entrare in un Accademia ci vorrebbero anni e anni di studio -e anche così non basterebbe- e dovresti solo sperare! Inoltre, è un mondo estremamente competitivo. Non so se ne sarei all'altezza> termina, e una volta più calma e mi chiede:<Senti...Io vorrei diventare una stilista,ma tu?>Sorride.
-Non lo so ancora. mento.
Mi guarda allibita:<Stai scherzando?!> Scuoto la testa.<Non ci credo! Tutti abbiamo un sogno,qualcuno che vorremmo diventare!Ma...Almeno hai un punto da cui partire?>
-Ne ho due:la musica ...Le foto. Dico a bassa voce.
<Che cosa?>
-Niente! sorrido tristemente.
<Non è valido:hai detto qualcosa e non vuoi ripeterlo!Non ti fidi di me?>
Ci è rimasta male.
-No,mi fido di te, è solo che...Non è facile per me. Tento di spiegarle. -Adoro scattare foto, ci ho tappezzato la mia stanza. In ognuna di esse ci sono momenti importanti,che non torneranno più, e questo è l'unico modo che ho per farli restare con me per sempre.
<Capisco..> dice lentamente,poi però cambia discorso:<Secondo te esistono le "persone cattive"?> Annuisco.-Secondo te?
<No.>Mi guarda negli occhi:<Ci sono persone brave e persone che si sentono sole,che per non farlo vedere si coprono con una corazza e fanno gli scemi nascondendo il proprio cuore, ma tutti ne abbiamo uno!>
-Allora è un codardo, il ché è peggio. Sentenzio,a Samantha scuote il capo: <Tutti hanno un motivo se fanno determinate cose. C'è chi ascolta musica per non restare solo con sé stesso, o chi continua a giocare per paura di crescere,ma tutto ha un suo perché...Bisogna solo trovarlo!>
-E chi nasconde il cuore,come lo chiami? La guardo come se volessi incenerirla(in realtà ho solo paura del suo giudizio):<Persona che un tempo ha creduto troppo in qualcosa,che l'ha mostrato alle persone sbagliate> fa una pausa. <Persona che adesso ha paura e vorrebbe solo essere rassicurato>Altra pausa, poi mi guarda negli occhi:<Persona che chiede riparo>
-Riparo da cosa?
<Dalle sue paure e dai suoi mostri che lo perseguitano ogni giorno.>
Adesso inizio ad avere paura.E'...Come se stesse parlando di me e avesse capito che,indirettamente,le sto chiedendo cosa pensa del sottoscritto.
-Come mai questa domanda? sussurro, un po' anche per restare di più a parlare.
<La verità?>
-No, dai, dimmi una bugia! faccio, ironico. Lei scoppia a ridere.
<Ti dico due cose, allora. Una verità e una bugia: la prima, perché volevo. Mi era apparsa per la mente, e volevo fartela. La seconda... È da un po' che ci conosciamo di nome, e... Nulla, ho pensato che sarebbe carino iniziare a conoscerci anche... Parlando!>
Continuiamo a fissarci intensamente per qualche istante, poi torniamo in classe.
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