Capitolo 38: Saluti e baci dall'Irlanda

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《Mi ha contattato Colton e ho deciso di andare un'ultima volta nel suo studio. Lo devo per lo meno ringraziare e salutare con educazione, prima di congedarmi dalla terapia.》

Genitore e figlia si trovarono insieme, nella stanza d'albergo, per fare il punto della situazione. Lauren ci tenne a informare il padre sulle ultime novità che l'avevano interessata. Il messaggio di Colton le era arrivato giusto nella prima mattinata, a ricordarle il suo impegno con il medico.

《D'accordo, ma ti accompagno. 》disse Patrik, intento a riordinare alla bene e meglio il letto della figlia. Avrebbe dovuto chiamare il servizio in camera per far cambiare le lenzuola, intrise di sudore, per via della notte agitata appena trascorsa.

《No, posso andare da sola. Devo parlare anche con un'altra persona. 》

Lauren alluse a Stephen. Per un qualche motivo sentì che l'avrebbe trovato nello studio, in attesa di rivederla. Avrebbe così preso due piccioni con una fava: congedato Victor e parlato a Stephen delle proprie intenzioni di andar via dall'Irlanda con il padre.

《Ti aspetterò sotto lo studio, questo me lo devi concedere.》le disse, con fare protettivo.

《Va bene, mi sembra un buon compromesso.》

Patrik la abbracciò con vigore, in una stretta senza fine. Lauren si accoccolò sul petto del padre come si sentisse ancora una bambina indifesa. Sebbene fosse cresciuta, decise di non privarsi delle emozioni legate al ritrovamento del padre. Le veniva facile fare solo la figlia e non più la solita acida Lauren a cui tutti si erano abituati negli anni.

Si vestirono con calma, fecero colazione in hotel e lasciarono quest'ultimo di buon ora. Victor contattò Lauren una seconda volta per chiarire circa l'orario dell'appuntamento, ma essa garantì di essere già sulla strada dello studio. Avrebbe atteso il suo turno in sala d'aspetto, nella speranza di trovarci Stephen. Non di meno, avrebbe approfittato dell'anticipo per parlare con lui.

《Io ti aspetto quì. Se qualcosa non va, chiamami e io salgo subito.》le fece promettere Patrik, osservandola scendere dalla vettura.

《Non ti preoccupare, andrà benissimo. Ci metterò meno del previsto.》

                        **********

《Sapevo saresti venuta. 》

《Speravo di trovarti quì. 》

Lauren si lasciò andare tra le braccia di Stephen. Lo baciò, una, due volte, intensamente, come non lo facesse da mesi. Ammise a sé stessa il fatto che il ragazzo le fosse mancato molto, sebbene fossero passati appena un paio di giorni dal loro ultimo incontro.

《Perché non mi hai più richiamato dopo quella notte?》chiese lui, curioso, ma anche abbastanza amareggiato. Lauren capì di non essere stata l'unica ad avvertire una mancanza.

《Ci sono stati dei problemi. Sono andata via da casa degli zii e mio padre è tornato nella mia vita. È quì sotto, mi sta aspettando. 》

《Tuo padre? È una grande notizia! Sono felice per te!》la strinse di nuovo, per congratularsi con lei vista la novità.

《Stephen devo dirti una cosa. Potrebbe non farti piacere.》

Esso non rispose, ma restò in attesa che Lauren riferisse una brutta notizia.

《Probabilmente me ne andrò negli Stati Uniti con mio padre. 》

《Quando?》

La domanda le urtò il cuore. Lauren fu certa di averlo ferito a causa della scottante rivelazione di volersene andare.

《Tra un paio di giorni. Non ho più una famiglia, quì. 》

《Hai me. Non dovresti andare via.》disse Stephen, in un impeto di coraggio.

《Lo so...》gli accarezzò il viso, accorgendosi che il rigonfiamento sulla gota non c'era più. 《... ma non posso più restare dagli zii e mio padre non può sostare in Irlanda a lungo. Devo decidermi.》

《E così allora hai praticamente già fatto la tua scelta.》le riferì con tono cupo, deluso.

《No, ma ho poco tempo. Oggi sono quì per salutare tuo padre e dirgli che non verrò più per le sedute.》

《Ti prego solo di pensarci bene, Lauren. Potremmo stare insieme, riflettere sull'eventualità... magari... di cercare una casa per noi. 》enfatizzò le ultime parole.

Lauren socchiuse le labbra, totalmente sorpresa. Se avesse potuto vedere, avrebbe cercato gli occhi di Stephen per accertarsi che il ragazzo non stesse scherzando.

《Non possiamo, non mi pare una soluzione logica. Non ci conosciamo nemmeno abbastanza, non abbiamo un lavoro. Sarebbe impossibile. 》

《Potremmo organizzarci. Ti prego, pensaci. Vorrei davvero tu restassi quì, con me. 》

Essa si sentì commossa, ma, allo stesso tempo, spaventata.

《Gale, puoi entrare. Il dottor Colton è pronto per riceverti. 》

Si lasciarono con un bacio, poco prima che Lauren varcasse la soglia dello studio di Colton. Sentì lo sguardo di Stephen seguirla sino oltre la porta.

《Ciao,Lauren. 》

《Salve, Victor.》

《Allora ho capito bene. Sei giunta da me oggi per i saluti. 》chiese lui, ancora seduto alla scrivania.

《Sì, pare proprio sia così. 》

《Cosa ne facciamo della tua richiesta di scavare ancora per ricordare cosa sia successo dopo il confronto con Franklin?》

Lauren la trovò una bella domanda. Forse avrebbe dovuto almeno terminare il percorso, ma sentì anche di non averne più alcuna necessità.

《Non se ne fa niente. Oggi non ho intenzione di partecipare alla seduta. In realtà, credo di non averne più bisogno. Non resterò in Irlanda, ho intenzione di seguire mio padre negli States. 》

Colton lasciò la scrivania, con l'intento di farsi più vicino a Lauren. Essa percepì il medico a pochi centimetri dal corpo. Victor posò le proprie mani sulle spalle di lei, con fare amorevole.

《Sono felice che tu abbia deciso di voltare pagina. Credo ti meriti una vita migliore di questa e se tuo padre può dartela, allora mi trovi d'accordo. 》

《Ti posso abbracciare?》chiese Lauren, in parte dispiaciuta all'idea di doverlo salutare in via definitiva.

《Ma certo che puoi. Ci mancherebbe. Sono contento di averti aiutata a ricordare tutto, di aver partecipato alla tua vita. So che avremmo potuto forse fare di più, ma vedo che, quello che abbiamo raggiunto, sia già più che sufficiente. 》la strinse nell'ultimo abbraccio, prima dei saluti veri e propri.

《Ci sentiremo ancora, ti chiamerò spesso per raccontarti degli States. 》

Victor si staccò dall'abbraccio, ma restò davanti a lei al fine di stringerle ancora le spalle, per infonderle coraggio.

《Ci conto. Non vedo l'ora di saperti felice, per davvero. 》

                               *******

Gli ultimi saluti con Victor giunsero per ricordare a Lauren la presenza del padre sotto lo studio medico, ancora in attesa.

Tornò nella sala d'attesa, nella speranza che Stephen fosse ancora lì e si sentì sollevata per il fatto che lui ci fosse ancora.

《Qualsiasi sia la tua scelta, permettimi solo di stare con te, stasera. Una cena intima, solo per noi. Per salutarci, stare insieme un'ultima volta.》

《Si può fare. Parlerò con mio padre in auto. Non ci saranno problemi. 》

Lauren pensò fosse la cosa migliore per imprimere, il più possibile, un ricordo felice legato a Stephen, nella propria mente. Una serata solo per loro, come due normali adolescenti innamorati. Un appuntamento, nulla più.

《Dove alloggiate?》le domandò, speranzoso.

《Siamo al Bistrot Hotel, poco distanti da quì. Alla stanza trentasette. 》

《Pensi sia un problema se passo a prenderti stasera alle diciannove?》

《Credo non lo sia affatto.》lo baciò teneramente sulle labbra, assaporandone il dolce aroma. Lauren si rese conto di una cosa buffa.
Stephen doveva aver appena mangiato una caramella al limone.

《Ci vediamo stasera, allora.》

Il cuore di Lauren sorrise, ma forse lo fece anche la bocca, inconsciamente.

《Ti aspetto in Hotel. Non vedo l'ora.》

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