Capitolo 8: Prigione di seta

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《Credo che tu abbia già avuto il piacere di conoscere il nostro Stephen. 》

Medico e paziente giacevano ancora sulla soglia. Lauren fu attratta da quel profumo che aveva già sentito. Non poteva che essere quello di Fiammifero.

《Ci siamo già conosciuti.》fece eco lui, risvegliando la stanza con la propria voce. Rispetto alla volta precedente, Lauren la trovò più seriosa, decisamente più impostata. Doveva essere per via della presenza di Colton.

《La volta scorsa Stephen è stato davvero carino. Mi ha messa davvero a mio agio.》ironizzò Lauren con una punta di strafottenza nella voce.
Ella si sentì pronta per l'imminente replica del ragazzo che, inaspettatamente, non arrivò.

《Entra e aspettami nello studio, Stephen. Congedo la signorina Lauren e sono subito da te.》

《Bel nome, complimenti. 》

《Non avevo dubbi.》si affrettò lei a rispondere, tagliente come al solito.

Si passarono l'uno accanto all'altra e Lauren afferrò le ultime briciole di quell'aroma che, nonostante tutto, le era piaciuto sin dal principio. Non di meno, le era proprio rimasto impresso.

Stephen profumava sempre di fresco, una nota di bergamotto e geranio a scuoterle la mente, di patchouli, incenso e muschio bianco a sbrinarle il cuore. Il tutto mischiato in un'essenza esplosiva, una fragranza marina, eterea. Una botta di vita.

Si trattava di uno dei tanti profumi legati all' infanzia di Lauren, quel particolare tipo di essenza la conosceva bene. Non di meno, si trattava del marchio preferito dalla mamma che, nonostante fosse stata una donna, aveva sempre prediletto le essenze maschili sulla propria pelle. Lauren riconobbe di aver portato alla mente un ennesimo ricordo, uno di quelli davvero piacevoli.

《Lo conosco questo profumo.》

《Ne dubito.》

Stephen non obbedì al medico, il quale lo aveva recentemente invitato nell'aspettarlo in studio.
Decise di sostare accanto a Lauren, spalla contro spalla, senza guardarla.
Si sentì attratto dalla conversazione in corso e non di meno, si sentì attratto da lei.

《Potrei banalmente dire che sia Acqua di Giò, ma dalla nota che sento pungente direi che si tratta della rivisitazione del duemilaquindici. Questo non è l'eau de toilette, ne sono certa.》

L'intero gruppetto rimase immobile nella sala d'attesa.
Il dottor Colton non potè che restare sbigottito. Era solo un caso che Lauren percepisse così chiaramente i profumi, oppure si trattava di una particolarità affine solo a se stessa?

《State sereni, lo conosco perché l'ho sentito per anni addosso ad una persona cara. Non sono un alieno. Mi piace questa fragranza, mi è semplicemente rimasta impressa.》

《È strabiliante questa cosa che fai.》intervenne Stephen.

《Di che parli? Ho solo riconosciuto un profumo. Direi che potrebbe farlo chiunque. 》

《No, io intendo che sia così strabiliante la tua saccenza. In ogni caso, hai indovinato. Tieni, il tuo premio.》

Le posò sul palmo della mano una caramella gommosa. Stephen l'aveva raccolta dal cesto poco prima del proprio turno di seduta.
Una caramella al limone, uno dei gusti preferiti di Lauren.
La scartò con delicatezza, pronta per l'effetto sorpresa.
Assaporò l'intenso aroma acre dell'agrume, prima con l'olfatto, poi con il gusto. La caramella esplose in bocca, rilasciando un cuore morbido e lattiginoso, dolce e aspro allo stesso tempo.

《Grazie, credo sia il regalo più bello che io abbia mai ricevuto. 》

Lauren non lo disse scherzando. Nell'ultimo periodo, a parte i convenzionali doni di Natale o compleanno, nessuno le aveva regalato qualcosa. Una banalissima caramella gommosa valeva più di tutto l'oro del mondo.

《Non prendermi come un tipo romantico. Ho solo scelto il gusto sbagliato e non mi andava di rimetterla nel cestino. Al dottor Colton da fastidio se tocco le caramelle. 》

Lauren la trovò una giustificazione davvero bizzarra.
Ormai la caramella era stata mangiata ed essa non potè che sentirsi decisamente più sollevata.

Salutò il dottore e si diresse oltre la porta d'uscita, dove il pungente freddo irlandese la obbligò ad alzare il bavero del giubbotto. Qualcuno stava cucinando uno stufato alla Guinnes, poco distante.

Non potè fare altro che ripensare al bislacco Stephen, ai suoi modi poco consoni e alla sua sfacciataggine. Se solo l'avesse voluto, sarebbe stato anche peggio di lei, in termini di bassezza ironica e capacità di socializzazione. Doveva davvero essere pessimo nei rapporti umani e seriamente un tipo lontano dai soliti criteri adolescenziali.

L'aroma di limone le rimase tra le papille gustative per minuti, intensi attimi di spensieratezza.
Per tutto il tempo non fece altro che pensare a Stephen, al suo orgoglio e al fatto che, nonostante fosse un essere parecchio strano, per qualche assurdo motivo le era proprio piaciuto, sin dal principio.

                          **********

《Da quanto sapete che Franklin è in libertà?》

Maria e Lauren non preferirono parola.
Erano già comunque pronte all'interrogatorio in stile thriller poliziesco, sedute al tavolo della cucina, l'una al fianco dell'altra.

Si trovarono entrambe al cospetto degli zii, entrambi particolarmente agitati. La più giovane delle due decise di prendere coraggio e riferire cosa sapesse di Frank faccia di culo.
L'insistenza dei genitori si era fatta troppo pressante per continuare a tacere.

《Lo abbiamo scoperto dal notiziario locale un paio di notti fa.》essa stessa si percepì davvero poco credibile.

《Pare che siano passati più di un paio di notti. Avreste dovuto dircelo subito. In città ormai non si parla d'altro. La signora O'Connell mi ha fermata alla cassa del supermercato per chiedermi come si sentisse Lauren, vista la notizia. Sono caduta dal pero, ragazze. Avreste dovuto dirlo subito. Dobbiamo prendere i dovuti accorgimenti.》

《Quali accorgimenti?》chiesero le due ragazze quasi all'unisono.

Zia Beth si passò la mano tra i capelli e sospirò. Si chiese se figlia e nipote fossero davvero così tanto inette o si applicassero per diventarci.

《Iniziamo dal presupposto che Lauren non può e non deve più girare da sola, nemmeno per andare dal dottor Colton.》

《Zia Beth! Ho da poco riacquistato la capacità di muovermi per i fatti miei e già mi vuoi limitare?》

《Nessuno ti vuole limitare. Bisogna semplicemente avere mille occhi, d'ora in poi. Non sappiamo se a Frank la lezione sia bastata. 》

E dal momento che gli occhi di Lauren si trovavano decisamente fuori uso, i mille occhi a cui zia Beth faceva riferimento non potevano certo essere i suoi.

《E chi mi porta dal dottor Colton, allora?》

《Io, oppure tuo zio se non è al lavoro. Preferirei non prendessi mezzi pubblici e non ti spostassi a piedi vicino al The Gardiner Street Lower.

《Ma ci sono sempre passata da lì e non mi è mai successo niente.》

Zia Beth si sorprese di essere tanto paziente, specie davanti alle moine e alle insistenze di Lauren. Il più delle volte era capitato che si lasciasse pure convincere, ma quella volta non sarebbe successo.

《Le cose sono decisamente cambiate, adesso. Non possiamo fidarci, dobbiamo agire con del buon senso. Potrai uscire ogni volta che lo desideri, ma in compagnia di un adulto.》

Splendido.
Una vera cannonata di libidine, furente gioia, incontrollabile bramosia.

《Sarà così per sempre?》

《No, vorrei augurarmi di no. Lauren, so quanto ti è difficile, ma cerca di accettarlo. Lo facciamo solo per il tuo bene. 》

Era giunto il tempo di porre fine a quella triste conversazione. Non c'era nulla che Lauren avrebbe potuto fare per far cambiare idea agli zii. Erano irremovibili, decisamente fermi sulle proprie convinzioni.

Tornare dal dottor Colton, allora, si palesò come unica occasione per Lauren di evadere dalle mura domestiche e per poter avere a che fare con qualcuno che non fossero per forza gli zii o Maria.

Iniziò a fremere, a contare le ore, i minuti che andavano separandola dalla prossima seduta e dal rivedere Stephen. Colui il quale aveva non solo acceso una decisa curiosità latente, ma anche risvegliato una rinnovata voglia di conoscere e socializzare, in un modo che Lauren nemmeno ricordava potesse essere possibile.

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