Capitolo 2

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Emily's Pov

È passato un mese e mezzo da quel giorno.

Da quel giorno ho cambiato il mio stile di vita e anche molte altre cose.
Per esempio ho cambiato qualcosa del mio guardaroba e stile di vestiti: se prima mi vestivo sempre in modo elegante, ora, invece, non faccio altro che mettermi abiti un pò sportivi.

Mia madre ha apprezzato molto questo mio cambiamento di stile.
«Non facevi altro che metterti sempre le solite cose, invece, così stai più comoda e sei più bella, secondo me.» ha detto.

Secondo me, in effetti, ha ragione sul fatto che io stia più comoda. Sul fatto che sono bella, non lo so... non mi piace vantarmi.

Pensando a lei, mi ritrovo ad essere un po' triste.

Tutta colpa di quei due stronzi! penso d'un tratto, per poi pentrmene subito dopo ricordandomi che devo ignorare alcuni miei ricordi e pensieri, dato che fanno parte di un passato su cui non ho intenzione di tornare.

Guardo la strada davanti a me, attentamente.

Sono le nove e mezzo di sera e, dopo un volo in aereo durato circa cinque ore e mezzo o forse anche di più e un giorno passato in un motel per niente accogliente, sto guidando la mia nuova auto provvisoria a noleggio, per arrivare al dormitorio dell'università di New York dato che mi sono trasferita lì per gli studi.

Domani sarà il mio primo giorno di lezione in questo posto e sono un po' nel panico.

Non conosco né questo college, né le persone che ci studiano.

Mentre faccio questi pensieri, arrivo e parcheggio la macchina. Davanti a me c'è un grande palazzo grigio a torre con tante finestre di almeno sei-sette piani con due gradini e un portone di ferro nero che fanno d'ingresso all'edificio.

Entro sempre più ansiosa e mi dirigo verso la mia stanza. Il rettore della New York university aveva scritto nell' email "piano tre, stanza trentanove C".
Appena arrivata, noto una porta color marrone nocciola con scritto "Martha" con le letterine di colore diverso, l'una dall'altra. Sono stranita da quelle lettere e mi guardo attorno: ogni porta è decorata con delle letterine che formano un nome o uno striscione con sù scritto qualche nome.
Che usanza carina... anche se, questo, mi fa pensare che la mia camera non è una camera singola e che a questo non avevo pensato.

Poi la porta si apre, riscuotendomi dai pensieri e una ragazza ne esce fuori scrutandromi...

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