11 - So esattamente cosa fare

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ADAM

Dopo mille tentativi, Eden mi risponde e io non faccio niente di meglio che risponderle ripetendo ciò che lei ha detto con un altro stupidissimo "Pronto", uscito pure male.

Che coglione che sei, Adam! Proprio un coglione! "Pronto-pronto"... Ma che stiamo a fare? I pappagalli?!

Il respiro di Eden risuona dallo smartphone che ho accostato all'orecchio.

Mi sento preso in contropiede, mi ero quasi arreso al fatto che sicuramente non avrebbe deciso di accettare la chiamata.

«Hai intenzione di farmi l'eco?», mi punzecchia per la mia risposta tutt'altro che brillante, «Perché, altrimenti, tanto meglio mettere giù, che io non ho tempo da perdere.»

«No, no, macchè l'eco! ...E che non ci speravo più! Non credevo che avresti risposto alla fine...»

Lei rimane zitta.

«Grazie di averlo fatto...», dico allora.

«Perché non avrei dovuto?». Non ha un tono amicale, ma nemmeno sembra cercare per forza uno scontro.

«Non sembrava che lo volessi fare...»

«Ti ho detto che ero impegnata», si giustifica subito lei, diretta.

«Secondo me è che non volevi rispondermi», le dico, e lo penso davvero.

Già me la immagino mentre guarda la chiamata in arrivo di un ragazzo, me, come inizia ad agitarsi e a saltare ossessivamente per scaricare la tensione e il modo in cui lancia il cellulare lontano da lei, quasi fosse un ordigno architettato da Satana per trarla in inganno.

Chissà poi quanti Ave Maria dovrà fare...

C'è un attimo di silenzio, ma prima che diventi troppo imbarazzante lei lo riempie con un annoiato: «Come vuoi», mirato a porre fine velocemente a quella discussione.

«Perché tanta urgenza di parlare con me?», vuole sapere.

«Ci deve per forza essere una ragione?»

«Una ragione c'è in tutte le cose.»

So che devo trovare una scusa convincente se non voglio che lei metta giù nel giro di tre nanosecondi – che dopo tutta sta trafila non mi sembra il caso...

«Mi sentivo solo e avevo voglia di parlare...»

Questa è una mezza verità.

«Non hai altre persone con cui parlare? I tuoi amici? Qualche ragazza?»

«Con i miei amici ora non mi va – quelli non sono buoni a fare discorsi seri – e la ragazza ora non ce l'ho.»

«Mi dispiace». Le sue parole mostrano compassione, ma il suo tono dice tutt'altro, sembra quasi annoiato.

«Mi dispiace di cosa, scusa?»

«Mi dispiace per quello che hai detto dei tuoi amici e perché non hai nessuna ragazza con cui parlare». Mi parla come si farebbe con un ragazzino petulante che fa domande stupide e che non si vede l'ora di scrollarsi di dosso. Questa cosa mi manda in bestia, tuttavia scelgo di non perdere di vista l'obiettivo.

Non è che ti ci devi innamorare, Adam. Devi solo portartela a letto.

«Ma io ce l'ho una ragazza con cui parlare», le dico allora, convinto delle carte che sto giocando.

«E allora cosa stai a perdere tempo con me? Chiama lei, no?!»

Gli angoli della mia bocca scattano verso l'alto.

Ecco che me l'ha servita...

«Tu sei la ragazza, Eden.»

Sento il suo respiro interrompersi.

«Ah. Avevo capito... Vabbè...». Prende fiato prima continuare e spostare elegantemente l'asse del discorso: «Dimmi, di cosa avevi voglia di parlare?»

Cerca di essere convincente, Adam...

«Credo di avere un problema...»

Inventati qualcosa, Adam. Cazzo, inventati qualcosa!

«Un problema di che genere?»

«Non sono capace di stare da solo!», alzo di poco il tono della voce nel momento in cui qualcosa finalmente esce dalla mia bocca, e mi maledico da solo per aver rischiato di tradire la bontà di quella mia frase.

«Cosa vuol dire?»

«Ho sempre avuto una ragazza, Eden. Sempre». Verità, questa è una verità. «Spesso e volentieri conoscevo con chi sarei stato pure mentre stavo già con un'altra e in alcune occasioni sono stato con più ragazze in contemporanea, non ho mai avuto difficoltà a-»

Non faccio a tempo a finire la frase che lei mi interrompe: «Perché mi stai dicendo queste cose, Adam?»

Già, perché le sto dicendo 'ste cose?

«Perché tu sei diversa, Eden. Sento che con te ci si può parlare...». Un'altra verità. «Guardati: tu sei single da tempo e sembra che per te sia un vanto-»

Mi interrompe di nuovo, sembra quasi risentita: «Che cosa ti fa credere che per me sia un vanto?»

«In pratica sei famosa in tutta la scuola perché non sei mai stata con nessuno, in tutti i sensi, capiscimi, e non mi pare tu ne faccia un dramma», osservo.

«Il fatto che io non ne faccia un dramma non vuol dire che per me sia un vanto.»

«Non lo è? Non sei soddisfatta di... dei tuoi...»

Mi scappa da ridere a pensare che sto affrontando questa discussione con Eden, ma devo obbligarmi a rimanere serio.

Rimani serio, Adam. Rimani serio e scegli le parole giuste...

«...Risultati?»

Potevi trovare qualcos'altro, ma di certo meglio che fare figura muta.

Lei sta qualche istante in silenzio, poi mi risponde: «Sono felice di quello che sto facendo, per me, per la mia vita... ma di certo non è un vanto, anzi.»

«Questa storia ti dà però parecchia popolarità, mi pare», le faccio notare io, saccente, «vuoi o non vuoi, tutti ti conoscono a scuola, in pratica sei famosa! Non tanto quanto me, ma vedi-»

«Non l'ho mica scelto io!», mi interrompe ancora.

Ehi, ma allora ce l'ha di vizio...

«Secondo te è piacevole che tutti a scuola parlino delle tue... abitudini sessuali?»

Il suo tono sembra amplificato ora, ma non posso dare troppo peso all'inflessione della sua voce perché quelle parole, "abitudini sessuali", nella sua bocca, sortiscono un effetto indesiderato in questo momento.

Rimani serio, Adam...

Un sorriso che non riesco a trattenere mi scappa, anche se lei non può vederlo. «Lo chiedi a me? Per me non c'è nulla di male, anzi... mi fa piacere quando so che le mie qualità sono elogiate!», affermo spaccone, sebbene sia consapevole che la sua domanda fosse in proposito della sua situazione e non della mia.

«Ti pare...», dice spazientita, «l'ho chiesto alla persona sbagliata...!», realizza.

Oh, tu non sai quanto, piccola Eden...

«Comunque, Adam, come puoi anche solo pensare che a me faccia piacere avere quel tipo di attenzioni? Se anche sono "famosa" per questo - come dici tu - a che serve? A farmi prendere in giro da tutti?». Ha preso il via. Dice tutte quelle parole una in fila all'altra e quasi dimentica di respirare.

«Ma quale prendere in giro...», cerco allora di placarla io.

«Non fare il finto tonto!», mi sgrida.

«Non lo faccio!»

«Ma se sei il primo che continua a chiamarmi Maria!», sbraita, la voce esplosa, esasperata.

Ho mai sentito Eden urlare?

"Maria".

Maria. Colpito e affondato.

La verità è che, sebbene io sia un cazzone per questo, non ho mai valutato prima di ora il fatto che quel semplice nomignolo, Maria, potesse risultare così svilente per lei. So benissimo che non l'ho mai chiamata così per farle un complimento, ma è sempre stato solo e unicamente per scherzare. Mi faceva ridere poterlo fare... Dopotutto è lei che ha sbandierato ai quattro venti la sua verginità, di cui tiene alta la bandiera quasi fosse uno stendardo e, fino a prova contraria, non ha mai fatto chissachè per fermare determinati atteggiamenti nei suoi confronti...

«Sei tu che hai sbandierato ai quattro venti la tua verginità», ripeto le parole dei miei pensieri così come sono, senza filtro o tentativo di abbellirle.

«Sbandierato...? Ai quattro venti...?», sembra sconvolta a giudicare dalla curva che ha piegato la sua voce, ora sottile, flebile, quasi stesse sparendo.

«Sai quello che voglio dire...», il mio tono quasi scongiura.

«No, Adam, non lo so». Scaglia quelle parole come sassi, sembra arrabbiata e io non ricordo di avere mai visto Eden arrabbiata.

Non lo so, ma questa cosa mi manda fuori di testa. Sono terribilmente infastidito e quasi frustrato. Dispiaciuto, forse.

Non ci capisco più un cazzo...

«Sai che c'è? Dove sei ora?», chiedo.

«Ma che c'entra adesso?», vuol sapere lei.

«Rispondimi, dove sei? Sei ancora da tua nonna o sei già arrivata a casa?»

«Sono a casa», mi dice lei senza capire.

«E cosa fai questo pomeriggio? Uscirai da qualche parte? Hai qualche appuntamento?»

«Ma che ti frega?». Sento la tensione della sua voce, quasi si strozza nel continuo rimbalzarmi. «Comunque no. Rimango a casa. Ho ancora da studiare Storia.»

«Ottimo. Mi basta sapere solo questo», esulto. «Grazie, Eden, ci vediamo presto!»

Non aspetto che lei possa rispondere e metto giù.

Ora so esattamente cosa fare.


















♡♡♡
















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Ciao!

Allora?! Contenti che Eden non abbia messo giù ad Adam? 😁 - In realtà sono sicura che tra di voi c'è chi avrebbe preferito che lo facesse! 😂

In ogni caso, ora il fattaccio è un altro... Adam sembra essere molto sicuro rispetto alla prossima mossa... Voi che dite che abbia in mente? 😊

Spero davvero che questa storia continui a piacervi e, quasi dimenticato, GRAZIE! Siamo arrivati e abbiamo superato i 4k! Grazie di cuore davvero. 😍

Un grazie grande come una casa lo voglio dedicare alle mie lettrici più affezionate, sempre presenti tra le righe e vicino al mio cuore e alla mia vita, anche tramite messaggi privati o su IG (se siete tra di loro non vi sarà difficile capire che sto parlando di voi, ma se avete dubbi chiedete! 😜). Vi voglio bene, davvero, grazie di esserci e di continuare a farlo! 💓

Vi ricordo di riempire la stellina che trovate qui sotto, se avete apprezzato quello che avete letto e se mi lascerete un commento in cui mi dite il vostro pensiero a riguardo, ve ne sarò ancora più grata! 😊

Il prossimo aggiornamento è sabato prossimo e io non vedo l'ora... 😊

Un bacio a testa,
S.C.

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