47 - Come avrei potuto prevederlo?

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*piccolo spazio autrice abusivo*
A tutti i giocatori di INDOVINA CHI la frase chiave è...
"Non c'è niente di peggio di un'immagine nitida di un concetto sfocato"
Chi lo dirà? Lo scoprirete solo leggendo! 😉

💘💘💘

EDEN

«"Il ritratto che faccio meglio è quello della persona che conosco meglio", così diceva Nadar, poliedrico fotografo francese, che fra i primi seppe cogliere la potenzialità di questo mezzo e che seppe imporre la sua presenza nel panorama culturale dell'epoca, specialmente in ambito di ritrattistica – come ovviamente tutti voi sapete recitare a memoria, a questo punto della carriera scolastica, vero?». È una domanda retorica, ma sembra chiaramente che il prof che ce l'ha posta nutra seri dubbi a riguardo.

«In ogni modo», continua con sufficienza, «Ciò che andremo a sperimentare in questo contesto è proprio questo: il ritratto», ci comunica, provocando nel mio cuore una capriola di giubilo, per quanto l'idea mi piace.

«L'arte del ritratto è una di quelle con le radici più antiche. Da sempre assistiamo al tentativo dell'uomo di imprimere la sua figura su qualsiasi supporto a sua disposizione – dapprima sulla roccia, su tavole di legno, su tele, tramite una scultura o un affresco. L'avvento della fotografia, più di ogni altra arte o supporto, ha incoraggiato questa tendenza innata nell'uomo – l'esigenza al sentirsi rappresentato – in quanto ha permesso di rendere i servizi di ritrattistica alla portata di tutti coloro che mai, diversamente, avrebbero potuto commissionare un loro ritratto ad un pittore o ad uno scultore. Oggi, specie con l'avvento del digitale, per una fotografia basta un click. Non servono più ore passate in sala posa immobili e grandi somme di denaro per potersi permettere di pagare l'artista interessato. E, forse, è proprio per questa facilità di acquisizione che , il ritratto, ha permeato la nostra società ben più di quanto noi stessi ne siamo consapevoli – basti pensare che è una fotografia posta su un foglio di carta contenente alcune altre informazioni tecniche su di noi, i nostri documenti, a identificarci.»

Rimango ad ascoltare la lezione del prof incantata. Sta dicendo cose che mi affascinano e ad alcune di queste non avevo mai pensato. In questo momento vorrei non smettesse mai e, fortunatamente, ancora non lo fa.

«Perché è successo?», continua, «Perché il ritratto racconta di chi, ascoltatemi bene, è ritratto. Permette di essere riconosciuti, ricordati, ascoltati, capiti, raccontati. Permette, in una certa misura, di esistere.»

Lascio quelle sue ultime parole depositarsi dentro di me, ed è come se sentissi un fuoco dentro. Da sempre la fotografia mi attrae e il mio desiderio è quello di saperne di più, anche per questo mi sono iscritta a questa scuola: amo l'arte e amo la fotografia.

«La nascita della fotografia è stato un grande impulso per lo sviluppo dei linguaggi propri di tutte le arti. Con il suo avvento, infatti, la necessità di dipingere per avere traccia del reale, con un approccio quasi documentaristico o scientifico, va via via scemando. Questo perché, in circolazione, è approdato uno strumento, la fotografia, in grado di catturare letteralmente attimi del reale, in maniera ben più verosimile di quanto non possa fare un qualunque dipinto, anche il meglio riuscito – anche perché, se ci pensate, nel caso della fotografia, è il reale stesso, nella sua qualità di luce, a imprimere se stesso sulla pellicola prima e sul sensore poi...»

È una folgorazione. Sto stra amando questa lezione.

«Ecco, è anche grazie alla nascita della fotografia che hanno modo di affermarsi le avanguardie storiche, le quali, ormai sciolte dalla necessità di rappresentare il mero dato visivo, hanno provato a rappresentare l'invisibile – il movimento, il passare del tempo, i sentimenti, l'inconscio – sfruttando forme e colori ai fini espressivi, ai fini di restituire una visione del mondo non più oggettivamente fedele, ma soggettiva.»

Ad ogni parola del professore, in me si aprono immaginari infiniti.

«Ma ora veniamo a noi: come la fotografia ha influito sull'arte tradizionale, l'arte tradizionale a sua volta ha influito sulla fotografia. La fotografia stessa, infatti, ispirata dalle correnti di pensiero avanguardistiche, ha sentito il richiamo a superare la soglia del visibile per sfociare nelle qualità del reale che sono meno rappresentabili. L'approccio al ritratto, quindi, anche in fotografia diviene non più relegato alla semplice necessità di rappresentare un dato visivo. Se lo hanno fatto le arti tradizionali, lo può fare anche la fotografia: si può giocare con le immagini, permettergli che raccontino idee e concetti, sensazioni, a prescindere dal soggetto reale rappresentato. Ed è in questo contesto che nascono le sperimentazioni dadaiste, futuristiche, surrealiste della fotografia...»

Il prof di tecniche fotografiche che abbiamo risulta spesso un po' acido. Non si trattiene in sarcasmo o ironia pungente, spesso e volentieri anche nei nostri confronti, ma c'è una cosa a cui gli si deve dare adito: gli piace quello che insegna e quella passione riesce a trasmetterla tutta. Si vede che potrebbe continuare a raccontarci così per ore...

«In ogni modo, non è mio interesse primario di questa lezione parlarvi dei presupposti storici», è lui stesso a cercare di dare un freno ai suoi entusiasmi, «Questa breve introduzione è per dirvi ciò che Ansel Adams ha magistralmente sintetizzato: "Non c'è niente di peggio di un'immagine nitida di un concetto sfocato"»

Mi appunto quella bellissima frase sul diario, mentre il prof continua.

«Vi darò un compito, e non voglio che voi ve ne veniate fuori alla consegna con fotografie paragonabili a quegli squallidi selfie che amate tanto scattarvi nei bagni voi giovani. Il mondo è già pieno di belle immagini perfettamente nitide. Ha bisogno di concetti messi a fuoco. Idee che stiano alla base dell'immagine perché, ricordate: il dito fa click, ma è il cervello a dare il comando.»

È una frase che ripete spesso. E ha senso, a modo suo.

«Edward Steichen, a proposito dei ritratti, afferma che questo non è fatto nella macchina fotografica, ma su entrambi i lati di essa. Ovvero: non solo la macchina fotografica, ma fotografo e soggetto sono fondamentali, in egual misura. Non esiste ritratto ben fatto senza un buon fotografo, ne esiste ritratto ben fatto senza un buon soggetto. Ma vi dirò di più: non sono neanche questi due semplici ruoli a definire una buona fotografia, ma la relazione che intercorre tra di loro. La relazione. E qui è impossibile prescindere dal citare Capa: "Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino". Avvicinarsi al proprio soggetto, instaurate un dialogo, fare domande, stabilire un feeling con il soggetto fotografato. Questa è la chiave per una buon ritratto. E questa è la chiave che – mi auguro di cuore – utilizzerete voi nella realizzazione del compito che ora vi andrò ad illustrare».

Il mio cuore è in fibrillazione. Già so che amerò alla follia fare questo compito!

«Lavorerete in coppia.»

Ecco, questa semplice frase. L'inizio della fine.

Ma come avrei potuto prevederlo io...?

Non potevo prevedere che la chiamata effettuata da me, ieri sera, avrebbe fatto sentire Adam autorizzato a sedersi vicino a me, quest'oggi – spingendolo ad abbandonare la sua solita posizione in fondo all'aula, vicino alla finestra, e approfittando dell'assenza di Manu e Vivì, entrambe schienate a letto dall'epidemia di influenza che sta mietendo vittime in questo periodo (me compresa che sono rientrata a scuola solo l'altro ieri, dopo un'intera settimana passata a casa ammalata).

Ancora meno potevo prevedere che il prof avrebbe concluso la sua assegnazione così: «Dal momento che non voglio sentire drammi – perché siete tutti, o quasi, adulti patentati, alcuni di voi pure da un pezzo, ma a volte mi sembra di venire ad insegnare all'asilo e non al liceo... – lavorerete con la persona che siede alla vostra destra».

Non ci sarebbe alcun problema se non fosse che, alla mia destra, c'è il muro, quindi a meno che non scelga di farmi ritrarre e ritrarre un oggetto inanimato l'opzione è fuori discussione... ma, a mia volta, io sono alla destra di qualcuno e, questo qualcuno, mi guarda con un'espressione sardonica cucita in faccia.

«Sembra che faremo coppia, Edy

«Professore!», richiamo la sua attenzione con impeto alzando la mano, quasi issandomi dal banco per la foga. «Dal momento che normalmente i posti vicino a me sono occupati o da Viviana o da Manuela, che sono assenti, posso fare il compito con una di loro?».

«Eden», prorompe lui con aria seria: «Alla luce del mio discorso a proposito del fatto che mi sembra essere circondato da marmocchi dell'asilo, ti sembra che, la tua, possa figurarsi come una domanda sensata? Nel caso tu nutra dubbi a riguardo la risposta è no, nella maniera più assoluta.»

«Ma professore, io-»

«Nessun "ma professore, io"», mi rimbecca impedendomi di continuare nella mia rivendicazione. «Non si accettano repliche che non siano giustifiche fatte appositamente da un medico. Quindi, a meno che tu non riesca a dimostrare di essere profondamente allergica alla presenza del tuo compagno – tanto da rischiare la vita, per intenderci – sarai in coppia con Donati. Il caso è chiuso.»

La sua sentenza priva di pietà rimbomba nell'aula e io non posso trattenermi dal lanciare un'occhiata ad Adam, il quale ricambia il mio sguardo divertito, sillabando con le labbra: "sei in trappola".

Come avrei potuto prevedere che il compito dei miei sogni si sarebbe rivelato un incubo?

«Anzi, sai una cosa...», continua a un certo punto il professore, concedendomi un'iniezione di nuova speranza, «Comunica a Viviana e Manuela che saranno in coppia». La mia speranza si rivela subito vana. «E, tutti voi», si rivolge alla classe, «Fate lo stesso con i vostri compagni assenti. Faranno coppia tra di loro – che, tanto, con la moria di gente che c'è, non avranno problemi a trovare un compagno...», osserva con desolazione mista a sdegno i banchi vuoti, per poi proseguire con il discorso: «Dal momento che ci tengo che questo progetto sia fatto bene e per farlo non avrete le ore scolastiche a disposizione – perché di fatto è un compito a casa – vi lascerò diverso tempo per realizzarlo. Vi vedrete al di fuori dell'orario scolastico, non mi interessa dove, quante volte o per quanto tempo. La fotografia è, alla fine della fiera, qualcosa di personale, ognuno sia ascolto ai propri ritmi, l'importante è che veniate con scatti pensati e veri, qualsiasi cosa questo significhi per voi. Importante: lo scatto dovrà soddisfare in egual misura il fotografo e il soggetto ritratto. Non voglio sentire rogne, intesi? In ogni caso, ci riaggiorniamo tra due settimane, quando proietteremo i vostri scatti per analizzarli insieme. Anzi, sapete che vi dico? Vi lascio tempo fino a prima delle vacanze di Natale, tanto settimana più o settimana meno poca è la differenza, in questo caso. È bene però che sappiate che il voto di questo progetto costituirà un terzo del voto che avrete in pagella. Insomma: vi sto offrendo una possibilità di redenzione dallo scempio che avete fatto l'ultima volta durante il compito in classe. Ve ne prego, non fatemene pentire.»

E come avrei potuto io...

Adam Donati, il ragazzo dal quale mi sono imposta di tenermi lontana, a causa delle emozioni assolutamente insensate che mi sono accorta di aver iniziato a provare per lui, è un terzo del mio voto.

Come avrei potuto prevederlo?


💘💘💘


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Buonasera meraviglie!

Ancora per il rotto della cuffia è martedì! Li sentite gli urli di giubilo?
HO PUBBLICATO IN TEMPO! ALLELUIA, DIO È CON NOI!

Se questo è stato possibile è sempre grazie a MC_Peregrine che continua a battere i suoi record personali in betaggio dei capitoli. Grazie di cuore , Mars. Sei un regalo per me e per questa storia!

Ma... Ma (ma sì 😜)... Che ne pensate di questo capitolo? Ho seriamente bisogno di un vostro feedback: è stato interessante/utile/sensato ciò che avete letto? Anche nell'ottica della storia tutta, dico. Fatemi sapere please che se un domani io devo tagliare, taglio! 😜

Detto questo, io passo e chiudo che se questo spazio autrice continua si fa mezzanotte e non è più martedì... 😜

Vi voglio bene!

Ci aggiorniamo martedì, ma per questo... #prayhardforsharon!

Un bacio a testa,
S.C.
😜

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