49 - Il primo bacio

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*piccolo spazio autrice abusivo*
Ebbene sì! Come promesso, sono tornata puntualissima e, questa volta, pure con un giochino!
Ecco a voi l'#ESTRATTOFOCACCIATO che vi avevo proposto. Vi posto lo screen della storia anche qui, così se qualcuno di voi non ci ha giocato su IG, può provarci qui...! 😉

Eventuali risposte qui →

Ottimo. Ora non vi resta che leggere il capitolo che io proprio non vedo l'ora che voi leggiate (lo so è una cacofonica, ma è vera!), quindi... Buona lettura! 😜🤭

💘💘💘

EDEN

«Avanti... perché non rispondi? Mica ho scritto di raccontare la prima volta che hai fatto sesso - cioè, ci avevo pensato, la tua faccia sarebbe stata impagabile... ma mi sarei sentito troppo cattivo...»

Adam mi guarda in attesa di una risposta e io solo ora realizzo pienamente il significato del contenuto del bigliettino che ho appena letto.

Racconta del tuo primo bacio...

Mi sento andare in fiamme per il disagio che provo.

«E che c'è da raccontare...», cerco di temporeggiare, provando a trovare una soluzione elegante per sciogliermi da quella domanda, ma dubitando di trovarne una. «Non c'è niente da raccontare... io... io non ho ancora mai vissuto il mio primo bacio...», ammetto - ed è quasi imbarazzante farlo proprio di fronte ad Adam, che in questo sembra proprio il contrario di me.

Lui mi restituisce un sorriso sghembo, chiedendomi: «Ma, Eden, non hai mai avuto nemmeno un ragazzino? Con me puoi essere sincera, puoi fidarti di me».

Non vedo il motivo della sua ultima affermazione, ma rispondo ugualmente: «No, mai...»

«Ma hai diciotto anni!», esclama incredulo.

«Appunto, non sono ancora morta!», ribatto risoluta.

«Sì, ma io...», sembra veramente interdetto mentre cerca le parole giuste per continuare, «conosco gente che c'è rimasta per molto meno...!», esclama infine.

Che esagerato. «Ah, quindi non baciare, secondo il tuo modesto parere professionale, porterebbe alla morte?»

«Non ti do più di tre giorni!», scherza lui, «Ma forse...», abbassa improvvisamente il tono della voce, che si fa più caldo e vellutato, e veloce come un felino, tanto da non darmi il tempo di accorgermene, fa uno scatto in avanti, riducendo la distanza tra di noi. «Ho io un antidoto per te...», sussurra a pochi centimetri dal mio viso.

È ufficiale: deve piantarla di continuare a fare questi scherzi con me. Senza spostare il mio viso da davanti al suo, e continuando a reggere il gioco non interrompendo il contatto visivo con lui, afferro di nuovo il cuscino e glielo scaravento addosso urlandogli: «Devi piantarla di farmi 'sti agguati!»

Lui questa volta non se lo aspettava. «Di vizio ce l'avete, voialtri!», finge indignazione.

Non faccio nemmeno tempo a chiedermi perché abbia utilizzato il plurale e a chi altri stia pensando, dal momento che solo io sono presente in questa stanza, che, in men che non si dica, afferra un secondo cuscino dal mio letto e mi colpisce a sua volta.

«Questo è un colpo basso!», fingo di arrabbiarmi, issandomi in piedi.

«Oh, no... il tuo lo è stato», ribatte lui convinto.

Non esiste. Afferro il mio cuscino con più forza e lo punisco per la sua ultima affermazione iniziando a picchiarlo ripetutamente su di lui che un po' ride, un po' reagisce e un po' si para dai miei colpi.

Ad un tratto, mentre continuiamo a ridere come degli scemi agitando i cuscini a destra e a manca, mi sfiora il pensiero di trovarmi in una di quelle scene da film romantico che amo guardare con Reby. E quella stessa sensazione si moltiplica nel momento in cui Adam mi obbliga a fermare il mio ultimo attacco, afferrandomi per i polsi e costringendoli sopra la mia testa, sdraiandomi sul letto in quel modo.

Provo a dimenarmi, ma lui mi sovrasta e non allenta la presa. Continua a ridere. Il suo riso, tuttavia, lascia poi spazio a un'espressione più seria.

Rimane così per diversi istanti, seduto al mio fianco, ma addosso a me con tutto il busto e, il suo viso a così troppo poca distanza dal mio, mi guarda con l'aria di chi sa che potrebbe farmi qualsiasi cosa, se solo volesse, in questo momento.

Mi guarda così, ma io, mi accorgo, non ho paura. Stranamente non sono neanche così a disagio come credo avrei potuto sentirmi immaginando di vivere quella stessa identica scena. Stranamente, forse, sto davvero iniziando ad avere fiducia in Adam.

Restiamo in quella posizione, senza dire una parola, per un tempo che sembra stia diventando infinito, io incapace di muovermi e lui di dire e di fare qualsiasi cosa. Lo guardo, e noto il movimento dei suoi occhi, che occhi hanno preso a vorticare vertiginosamente. Oscillano dai miei occhi alle mie labbra e poi di nuovo agli occhi.

«Vorrei poterti baciare», mi sussurra ad un certo punto interrompendo il silenzio e, anche se non lo sta facendo con le labbra, sento le sue parole farlo con il mio viso.

Per un attimo, mi sento come morire, perché, se davvero quella fosse la scena di uno dei film romantici che amo guardare con Reby, sarei io la prima a tifare per un bacio. Ma questo non è un film, è la mia vita. E io sento di aver dato troppo per sprecare così il mio primo bacio per uno che, palesemente, non è il ragazzo giusto per me e che, con ogni probabilità, mi sta solo prendendo in giro. Non ora. Non adesso...

«Adam...», sussurro, la voce quasi rotta, incerta se continuare a parlare o no, «vorrei... vorrei che tu non lo facessi», riesco finalmente a dire. «Voglio dire è... sarebbe troppo importante per me...»

Continuo a trattenere il mio sguardo nei suoi occhi che mai, prima di questo momento, sono stati così simili al mio stomaco. Non smettono di vorticare con un movimento simile a quello che sento agirmi dentro.

«Permettimi solo...», inizia a dire in un soffio, che mi accarezza la pelle, «permettimi solo questo...». Nel dirlo, si fa sempre più vicino al mio viso fino a sfiorarmi il centro della guancia sulla quale posa un tenero bacio. Ne segue subito dopo un altro, questa volta più vicino alla mia bocca. Pericolosamente vicino.

Sebbene senta bruciare in maniera inverosimile quei piccoli angoli di pelle che lui ha sfiorato con le labbra, come fosse fuoco vivo, non posso tuttavia esimermi dal provare a fermarlo. «Adam io...»

Lui sembra trasalire. Lascia la presa sui miei polsi e permettendomi di rimettermi a sedere fa lo stesso anche lui.

Non mi guarda, tiene lo sguardo dritto davanti a sé, puntandolo in un angolo indefinito di camera mia.

«Eden...», lo sento dire dopo diversi istanti, «perché sei sparita?»

Lo guardo stranita. Sento di non avere il tempo di pensare o di capire che stia succedendo realmente. Non capisco... non mi aspettavo che mi chiedesse una cosa del genere...

«Dopo l'ultima volta che ci siamo visti... pensavo fosse scattato qualcosa, capisci?», inizia a raccontarmi, «Pensavo che l'avessi sentito anche tu... Ti ho scritto, ma tu non mi hai mai risposto... perché sei sparita?»

Me lo chiede con la voce rotta, e io, malgrado tutto il subbuglio che sento dentro, avverto che è importante per lui che io gli risponda nella maniera più sincera possibile.

Sto ancora cercando le parole giuste per cercare di comunicargli al meglio quello che ho da dire, che lui mi anticipa chiedendomi: «Non hai sentito la stessa cosa anche tu?»

«Io no... cioè, sì... ma...», inizio a biascicare, incapace di esprimere quello che sento dentro. Ho paura di espormi troppo. Ho paura di ferire o di essere ferita.

«Eden, ti ho detto che mi piaci», mi ricorda lui, secco, «l'ho detto in maniera inequivocabile. E tu sei sparita.»

Messa così sembro la persona più spregevole esistente sulla faccia della terra. «Sono stata ammalata! Ho avuto l'influenza!», provo quindi a giustificarmi.

«Eden, ti ho scritto - al cellulare. Era malato anche lui? - e tu non mi hai degnato della piú piccola risposta», mi inchioda all'evidenza, «Sei sparita per giorni e io non ne capisco il motivo... Non te ne frega un cazzo di me? Ti stavo rompendo l'anima per qualsiasi ragione a me sconosciuta? Almeno abbi il coraggio di comunicarmelo, cazzo!»

Dice quelle parole quasi urlandole, vomitandole. Sembra veramente esserci rimasto male e io di certo non mi aspettavo una reazione simile da lui. Non credevo gli sarebbe importato, alla fine... Non credevo gli desse peso. Non credevo neppure che se ne accorgesse, in realtà...

«E poi te ne sei uscita ad un certo punto chiamandomi, come allarmata, e volendo sapere a tutti i costi come stessi», continua, «Perché?», chiede ancora, il tono esasperato, «Per favore... rispondimi... ho bisogno di capire, ho bisogno della verità...»

Il cuore sembra galopparmi in gola per tanta è l'agitazione.

«La verità?», ripeto il termine che ha utilizzato, «Vuoi la verità?», cerco di farmi coraggio, prima di continuare, «La verità è che ho temuto che potessi piacermi anche tu, Adam. E, nello stesso tempo, ho avuto la disarmante paura che tu non fossi sincero, che fosse solo tutto un gioco per te.»

«Non è un gioco», è subito pronto a puntualizzare.

«E io come faccio a saperlo?», chiedo, il tono quasi arido, asciutto.

«Perchè te lo dico io», è tutto ciò che lui ha da dire.













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😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍

Ok, lo ammetto. Questo capitolo mi emoziona. Mi ha emozionato scriverlo e pure di più rileggerlo... Ma... MA VOGLIO SAPERE CHE NE PENSATE VOI!

Quindi, avanti! Siate generosi in commenti e feedback! 🥰 ➡️

Io come al solito ringrazio tutti voi (abbiamo raggiunto e superaro le 180k, ormai già 183k, in realtà... 😜) per il costante supporto e per continuare a fangirlare come sceme per questi due individui, Eden e Adam, che sembrate amare così tanto! 💘

Menzione d'onore spetta ovviamente alla preziosissima MC_Peregrine, grazie alla quale questa storia cerca di essere presentata a voi sempre al meglio...💘

Ah, e prima di chiudere volevo condividere con voi un altro piccolo grande traguardo che questa storia ha raggiunto: e stata proclamata vincitrice nella categoria Rose Awards degli ShadowAwardsITA (colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta tutte le persone che, dietro alle quinte, hanno reso questo concorso possibile💘)... 😍💘🥳

E qui urge rispettare il rito secondo il quale una vittoria vada celebrata con una foto degna...

↓ Eccola pronta per voi ↓

(È a tema natalizio perché ormai siamo tutti nel mood...)

Vi abbraccio fortissimo e, ancora una volta, non vedo davvero l'ora di farvi leggere il prossimo capitolo...!😍😍😍

A martedì prossimo! 😉

Un bacio a testa,
S.C.
😘

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