IL PARTY (SECONDA PARTE)

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Il colpo di fulmine è pigrizia dell'intelligenza, un errore che non si è avuto il coraggio o la possibilità di riconoscere al momento di commetterlo.

(Charles Baudelaire)
 

Osservai quella ragazzina minuta prendere posto su un divanetto rosso e accavallare obliquamente le gambe. Irriverente, però affascinante. Certo che mi pareva strano che avesse ignorato la mia proposta di ballare... eppure mi sembrava che fosse una battuta divertente quella sulla tappezzeria. Beh, peggio per lei. I lunghi capelli castani con sfumature dorate le ricadevano intorno al viso ovale, lo sguardo, scuro e intenso, era fisso di fronte a sé. Era molto esile, anche se doveva essere più alta di un metro e settanta. A guardarla così avrei detto che avesse solo sedici anni. Nel complesso era molto bella. Non era certo un viso nuovo, sicuramente l'avevo già vista in giro per il campus e probabilmente l'avevo anche guardata, solo che era troppo impegnativa per uno come me, certamente era molto lontana dalle tipe a cui ero abituato, ragazze che non si facevano problemi a passare nel mio letto per poi andarsene come se nulla fosse successo. E improvvisamente ricordai una partita a scacchi fatta poco prima di Natale. Durante una festa alla sua consorellanza quella ragazza mi aveva battuto. Scacciai quel pensiero, meditare sulle sconfitte mi avrebbe solo messo di pessimo umore. Riguardai un attimo Sam e la sua amica. Parevano proprio una bella coppia, ma non esistono le belle coppie, bisognava solo trovare un modo per separarli. E poi doveva proprio scegliersi la stramba? Quella che andava in giro per il campus con le alucce da fata finte? Quel ragazzo mi dava sempre tantissimi problemi. Ritornai a fissare la ragazza. In quel momento il suo sguardo si spostò e ci ritrovammo a fissarci per un lungo istante, durante il quale provai una strana sensazione, poi qualcuno la salutò e lei allontanò i suoi occhi da me. Ero certo che neppure a lei quella storia tra la sua amica e Sam piacesse. L'avrei lasciata riflettere, ero certo che dopo una serata passata a fare da tappezzeria avrebbe cambiato idea. Mi allontanai e presi un bicchiere di birra, che sorseggiai appena. Non mi piaceva bere, era più che altro una convenzione sociale e stavo sempre attento a non bere più di un bicchiere, non volevo perdere il controllo.

-Tyler, tesoroooo!- urlò una donna, con voce stridula, che mi parve quasi il rumore delle unghie passate su una lavagna. Orribile!

Mi voltai e vidi Megan, una delle mie ex... palesemente ubriaca. –Ehi, Megan, vuoi un po' di birra?-

Lei arrivò oscillando sui tacchi, troppo alti. I lunghi capelli corvini erano spettinati. –Oh, tentatore- rise -va bene-

Le versai la birra in un bicchierino di carta e gliela porsi.

-Ragazzaccio- esclamò lei, poi si tolse le scarpe con due calci, restando a piedi nudi sul parquet. Il vestitino nero che indossava era così corto da lasciare intravedere praticamente tutto... esagerato anche per i miei gusti.

-Ti piace ancora Sam?- le chiesi con finta nonchalance, sapendo della sua cotta per il mio amico.

-Sam chi?- chiese, bevendo tutta la birra in un sorso.

Era già così ubriaca da non ricordare più chi fosse? -Il mio amico-

-Ah sì, quel Sam- ridacchiò tra sé –certo... ma mai come te- si fece avanti e io l'allontanai con dolcezza ma anche con fermezza.

-Esatto, Samuel, secondo me tu gli piaci parecchio-

-Oh, credi?- lo sguardo verde le brillò.

-Certo, balla con quell'altra ragazza solo per farti ingelosire... fossi in te io andrei a riprendermelo-

-Dici?- aggrottò le sopracciglia tatuate.

-Certo, ma è meglio se vai subito-

E così la osservai buttarsi in mezzo alla pista da ballo. Lottai per trattenere un sorriso. Megan tirò Sam per un braccio e vidi che lui si fermava e che le diceva qualcosa. Osservai la scena, resa quasi irreale dalle luci intermittenti che avevo fatto montare, con attenzione, certo che presto lo avrei visto cambiare dama. E invece un attimo dopo stava di nuovo ballando con Abigail... anzi, stavano amoreggiando. Megan si diresse verso di me, lo sguardo cupo.

-Mi dispiace, ma credo che sia innamorato di quella., sarò anche ubriaca, ma queste cose si capiscono.- sfoggiò il suo migliore sorriso -vuoi ballare tu?-

Ci pensai un attimo. Ballare con Megan? E poi rischiavo di non riuscire più ad allontanarmela? –No, grazie-

-Tu che non vuoi ballare? Siete tutti così strani stasera-

-Sì, siamo tutti strani- affermai.

-Ricordati, carino, che io ho la coda di ammiratori-

-Ricordati, carina, che i prezzi bassi attirano acquirenti-

Megan borbottò qualcosa, credo un insulto, e se ne andò. Mi appoggiai al muro e osservai la sala. La gente sembrava divertirsi e c'erano solo poche persone sedute sui divanetti. Il mio sguardo si riposò sulla ragazza con cui avevo parlato prima...Rosemary. Stava guardando il cellulare. Sembrava molto concentrata. Chissà chi le aveva scritto. Oppure stava semplicemente giocando a Candy Crush. Mi sfuggì un sorriso. Avevo un'idea. Mi guardai intorno alla ricerca di un'appartenente alla Psi Beta Phi. Alla fine ne individuai una dall'altra parte della sala e le andai incontro. Era una brunetta non molto alta che indossava un vestito blu.

-Ciao- non ricordavo il suo nome.

-Tyler!- urlò lei, buttandomi le braccia al collo.

L'abbracciai per un secondo, poi la spinsi indietro. –Senti, avrei bisogno di un favore-

-Dimmi-

Glielo dissi.

-Io non so se posso farlo- mormorò, leggermente pallida.

-Se mi aiuterai...mi ricorderò del favore-

E fu così che feci il mio passo verso l'allontanamento di Sam e Abigail.

La prima cosa che bisogna fare se si vuole vincere una guerra è conoscere il proprio nemico. In realtà vale anche il discorso di conoscere il proprio alleato, così quella sera, complice la presenza di diverse persone alla festa, feci molte domande in giro. Rosemary non era un viso sconosciuto, l'avevo già notata mentre percorreva il campus, ma non mi ero mai interessato a lei, troppo seria, troppo brava ragazza, una di quelle con cui mettere su famiglia, non adatta a un tipo come me, io amavo troppo le donne, per questo ogni volta uscivo con una diversa, mi era impossibile sceglierne una fissa. Fu così che m'informai su Rosemary. I ragazzi della confraternita la conoscevano di vista.

-Una ragazza molto carina- fu l'opinione di Dick, uno dei ragazzi con cui mi allenavo –seguo un corso con lei, un paio di volte mi ha aiutato visto che ero indietro con gli appunti-

-Molto bella- disse un altro –ma è una di quelle che se la tirano un po' troppo, mi da l'impressione che sia una che non dia molta confidenza-

-Una vera rompiscatole- fu il commento di Jordan.

-Non ti si è concessa, eh?- gli chiesi.

-Tre mesi di corteggiamento serrato, alla fine la convinco a uscire, poi le salto addosso e lei mi da un calcio e scappa via-

-Ha fatto bene- dissi io, ridendo. Una ragazza di carattere.

Non avevo mai creduto al detto: L'inferno non conosce furia peggiore di quella di una donna respinta, beh, secondo me chi aveva creato questo modo di dire non conosceva la furia di un uomo respinto.

In generale i ragazzi avevano una buona opinione di lei e la descrivevano come bella, raffinata, elegante, ma poco appariscente, introversa, forse un po' gotica, visto il tipo di vestiti che indossava e la varietà di collarini che portava intorno al collo. Sembrava che non s'interessasse ai ragazzi, ma fosse principalmente concentrato sullo studio.

Mi sorprese ciò che mi disse uno dei ragazzi che frequentava le feste della sua consorellanza. –Sembra una dea pagana, Artemide, mettile arco e frecce e non avrebbe nulla da invidiarle-

-Perché Artemide?- gli chiesi –Non è meglio Venere?-

-Ma Artemide è una dea virginale e sensuale allo stesso tempo, proprio come lei-

Le ragazze invece si dividevano in due categorie. Alcune erano molto dure nei confronti di Rosemary.

-Odiosa- commentò una che seguiva i suoi corsi.

-Se la tira- fu il parere di un'altra.

-Non è neppure bella-

-Deve ringraziare la sorella dell'amica se è entrata in una consorellanza-

Sospettavo che la maggior parte di loro fosse invidiosa di lei.

Altre invece la descrivevano come una ragazza gentile e riservata.

-Non è una che dà molta confidenza- mi disse la fidanzata di uno dei ragazzi della confraternita –però ho partecipato a un laboratorio con lei, è simpatica, solo molto riservata-

Alla fine riuscii farmi un'idea su di lei e arrivai alla conclusione che avrei potuto convincerla ad aiutarmi.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui :)

Come vi sembra questo capitolo?

A giovedì!

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