MALINCONIA

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TYLER

La malinconia è fatta di sogni che devono restare tali.

(Roberto Gervaso)


Mi sentivo uno sciocco. E un infelice. Rosemy mi mancava. Non riuscivo a comprendere come fossi riuscito a perderla nuovamente. Certo, ogni tanto c'incontravamo ancora. Avevamo alcune lezioni in comune. E poi il campus non era così grande da impedire un incontro... soprattutto se sai dove cercare. Una volta ero persino riuscito a convincerla a farsi accompagnare fino alla consorellanza.

-Sei sempre incantevole- l'avevo lusingata.

-Grazie- e il rossore aveva colorato le sue guance. Incantevole.

Avevamo continuato a parlare di cose prive d'importanza fino a quando non eravamo arrivati davanti al cancelletto della consorellanza.

-Sam come sta?- mi aveva chiesto Rosemy, giocherellando con i lunghi capelli. Oh, avrei voluto giocherellare io con quei capelli!

-Abbastanza bene-

Rosemy aveva annuito, poi era rimasta ferma lì come se fosse indecisa se dire o fare qualcosa.

-E Abigail?- mi ero affrettato a chiedere, prima che se ne andasse.

-Oh, lei sta bene... non so se dovrei dirtelo ma si sta sentendo con un ragazzo-

-È del campus?-

-No, lo ha conosciuto su Tinder-

-Usa Tinder?-

-Già, vorrebbe che lo usassi amch'io-

Avevo sentito un brivido che mi percorreva la schiena.

-Però io ho la testa altrove-

-Dove?- l'avevo provocata.

-Dovrei risponderti che non è affar tuo-

Non avevo atteso altro e l'avevo baciata. La buona notizia era che si era lasciata baciare. La cattiva era che, appena terminato il bacio, era corsa via. Ossessivo, esagerato, irruente. Certo, ero molte cose, ma non potevo rinunciare a lei. Non volevo rinunciare a lei.

-Perchè non possiamo semplicemente ricominciare da capo?- le avevo chiesto un giorno.

-Non si può cancellare il passato- era stata la sua risposta.

-Però si può far finta che non ci sia mai stato-

Una volta avevo visto un ragazzo che le parlava. Furioso mi ero chiuso in stanza mia per tutto il pomeriggio,  poi avevo fatto qualche domanda per capire chi fosse il ragazzo.

-Paranoico- era stato il commento preoccupato di Sam.

-Sono solo in pensiero per Rosemy, questo ragazzo potrebbe approfittarsi di lei- mi ero giustificato.

-Questa storia finirà male- mi aveva risposto –ti rendi conto di quello che combini?-

-Sì che me ne rendo conto e non m'importa-

E così era stato. Ero diventato il terrore del campus, molto più di quanto lo ero prima.

Mi era passata anche la voglia di organizzare le feste. Ogni cosa aveva perso la sua attrattiva da quando Rosemary se n'era andata.

-Dovresti dedicarti di più alla confraternita- mi disse Sam un pomeriggio –lo sai come sono i ragazzi, vogliono divertirsi-

Sospirai. –Feste, sempre feste- sbuffai, andando davanti al caminetto finto. 

Poi mi venne un'idea. –Credi che se facessi una festa lei verrebbe?- chiesi, fissando le fiamme che danzavano allegramente.

Sam non rispose. Mi voltai. Stava guardando fuori dalla finestra e pareva improvvisamente stanco. Solo perché parlavo sempre della stessa cosa lui si mostrava stanco? Non è il compito di un miglior amico sostenere sempre? E quante volte avevo dovuto sopportare i suoi discorsi su Jessi? Quante volte lo avevo consolato.

-Verrà?- lo incalzai.

-Non lo so... non penso-

-Chiama Abby, prova a chiedere a lei-

-Ma se Abby quasi non mi parla più-

-Anche tu, non vai mai d'accordo con nessuno- borbottai, lasciandomi cadere sul divano.

-Comunque Rosemary potrebbe anche decidere di venire alla festa- disse Sam, soprappensiero –magari vuole trovarsi un nuovo ragazzo-

Lo fulminai con lo sguardo, il cuore in gola. –Tu sai qualcosa che non so?-

-Io?- chiese Sam, sorpreso.

-Si vede con un altro?- domandai. Avevo la gola secca e il cuore in gola.

-Che ne so-

-E allora perché hai detto che vuole trovarsi un nuovo ragazzo?-

-Era una battuta... sei paranoico-

Certo, ero paranoico, ma non potevo farci nulla. Non potevo perderla. Avevo intenzione di riconquistarla. E la festa sarebbe stata l'occasione giusta, in fondo non era iniziato tutto con una festa?

E venne la sera della festa. L'attesi. In piedi in fondo alla stanza. Tutti sembravano divertirsi. Ballavano, urlavano, bevevano. Le luci psichedeliche mi facevano venire la nausea. La musica mi faceva venire il mal di testa. Un ragazzo della confraternita si era già tolto la maglietta e si era disegnato un cerchio sul petto nudo con un pennarello rosso. La festa stava diventando decisamente scatenata.

Quando vidi entrare Abigail il cuore aumentò i battiti. Se c'era lei forse... niente Rosemary. Attesi alcuni secondi che mi parvero eterni. Abby si era lanciata in pista. Rosemy non sarebbe venuta. Alla fine mi avvicinai a un gruppetto che stava parlando in un angolo della sala.

-Sai se Rosemary viene?- chiesi a una ragazza della consorellanza di Rosemy.

Lei si strinse nelle spalle. –Non penso-

E così decisi di fare l'unica cosa possibile. Esattamente come avevo fatto mesi prima, quando ci eravamo baciati per la prima volta. Uscii nella notte. Non presi neppure l'ombrello, nonostante la pioggia scendesse copiosa e i fulmini illuminassero il cielo scuro. Lei aveva paura dei temporali. Non potevo certo lasciarla sola. E corsi. Diretto verso di lei.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Questo è in realtà un capitolo di passaggio, ma necessario per riuscire a comprendere il resto della storia. È più breve degli altri, ma in questo periodo, a causa dello studio e delle lezioni riesco a passare poco tempo su Wattpad.

A giovedì ( il prossimo capitolo sarà molto più lungo e intenso ) ❤

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