CENA DI FAMIGLIA

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Sono in anticipo per timore di non essere puntuale e adesso mi ritrovo già in macchina con una bottiglia di Chardonnay e un'orchidea davanti alla loro casa. Vorrei stappare questa bottiglia proprio ora e scolarla tutta prima di entrare ed affrontare questa serata da cui mi aspetto così tanto ma che già so sarà una dura prova da superare. Lo sarà per entrambi. Posso solo immaginare ciò che pensano di me i genitori di Tara. E poi ci sarà lei... che potrò solo guardare ma senza toccare. Ripeto nella mia mente le frasi di Melody: "Abbi fiducia in Tara." "Ha solo bisogno di tempo per crederci di nuovo." Ci provo, ma sarà pesante resistere alla tentazione di portarmela a casa stasera.
Mentre cerco di calmare la mia ansia vedo una macchina che parcheggia e da cui scende Claudio. Non immaginavo che ci fosse anche lui stasera. Non si preannuncia niente di buono e le mie paure stanno nuovamente per riaffiorare. Le sento vibrare sotto la mia ragione, battere forte con i pugni contro la parete della mia razionalità, fare breccia creando fragili crepe nella mia labile sicurezza. Lo osservo entrare in quella casa come se fosse uno di famiglia, con il fare disinvolto di chi c'è stato già tante volte e conosce bene il luogo e i suoi occupanti, e io inizio a dimenticare tutti i miei buoni propositi di non farle pressioni e di darle tempo. Non c'è tempo sta urlando il mio cuore in questa lotta impari con la mia ragione. Mi sta scivolando via come immaginavo potesse accadere. Lui sta per prendersi ciò che è mio, non si prenderà solo la mia donna, ma la mia famiglia, mio figlio. La gelosia mi provoca pensieri nefasti contro cui non riesco a trovare nessun contrasto e non mi rendo conto che le 19:30 sono ormai già passate da 10 minuti. In pratica non sono più in anticipo, ma in ritardo.
Mi avvicino alla porta e sto per suonare il campanello, ma non faccio in tempo a premere il pulsante che quella stessa porta si spalanca davanti a me. Mi si palesa una bellissima donna con gli occhi azzurro cielo e i capelli corti bianco platino. Davvero bella. Avrà fatto girare la testa a chissà quanti uomini all'età di Tara. Intravedo in lei qualche accennata somiglianza con la figlia, anche se lei mi ha sempre detto di assomigliare di più al padre, soprattutto caratterialmente. Ed è proprio questo ciò che mi preoccupa di più stasera. Conoscendo Tara, non sarà facile scalfire la diffidenza del padre. "Tu devi essere Brandon. Ti ho visto arrivare dal finestrino.  Benvenuto. Io sono Mary." mi dice mentre prende dalle mie mani la bottiglia e l'orchidea. Sono a corto di parole. Lei, invece, è un fiume in piena: inarrestabile, disinvolta e sicura di sé. "Grazie del pensiero. Non dovevi disturbarti. Tara è di là in soggiorno con Melania e Claudio. Li conosci vero?" "Ehm, conosco Claudio..." dico, credo facendo una smorfia involontaria a cui lei risponde con una risatina, facendomi capire che Tara probabilmente ha aggiornato la madre anche su questa situazione. "...e qualche volta ho intravisto Melania." continuo cercando di distogliere il suo pensiero dal mio rapporto conflittuale con quell'uomo. Ricordo il giorno in cui vidi Melania entrare a casa di Tara insieme a Freddie e Monica pensando per un attimo che fosse Tara. Oppure alla festa di fine d'anno. E poi... poi 2 giorni fa, fuori questa casa. Mi si forma un groppo in gola al pensiero della mia mano sul ventre di Tara. Possibile che mi sembri già passata un'eternità da quel momento e non solo due giorni?
Mary mi fa un cenno per indicarmi la strada verso il soggiorno e mi fermo raggelato appena mi affaccio sulla soglia dello stesso. Quello che vedo non mi piace affatto. Trovo i tre seduti sul divano in soggiorno e Tara è al centro tra la sorella e Claudio. Il braccio di Claudio è attorno alle spalle di Tara che appoggia la sua testa su di lui. È completamente immersa nel corpo di quell'uomo. Stanno parlando e prendendosi in giro l'un l'altro. Trovo il coraggio di palesare la mia presenza con un colpo di tosse e Tara di scatto si alza in piedi per venire verso di me. Melania invece guarda divertita la scena e si avvicina a Claudio in modo molto affettuoso, a dimostrazione che il pasticciere in questa casa è molto più che il benvenuto. "Ciao." dico guardando Tara negli occhi. "Bene arrivato." mi dice lei con palpabile imbarazzo, cercando di non fissarmi troppo e intravedo sott'occhio Melania sempre più divertita dalla situazione. Si alzano anche lei e Claudio per venire a salutarmi. "Ciao Brandon." mi dice Claudio stringendomi la mano. Subito dopo di lui, si presenta Melania, regalandomi invece un favoloso sorriso. Sembrerebbe essere l'unica veramente contenta della mia presenza stasera. Seguono alcuni secondi di imbarazzo in cui io cerco lo sguardo di Tara che però mi evita e a sua volta cerca lo sguardo di Melania la quale, invece, è completamente persa negli occhi di Claudio il quale guarda Tara sorridendo. A dir poco imbarazzante. La scena viene per fortuna spezzata dalla mamma di Tara che, dalla cucina, chiama Melania per un aiuto. "Arrivo mamma. Ci vediamo dopo ragazzi." e ci saluta con un cenno del capo. "Aspettami, vengo con te." dice frettolosamente Claudio, che, prima di andare via, da un bacio sulla testa di Tara e le sussurra qualcosa nell'orecchio. Un gesto che mi fa innervosire a tal punto che sento il sangue ribollire fino a salire alle mie orecchie, tanto da avere quasi l'impressione che inizino a fischiare. I miei pugni involontariamente si chiudono ai lati dei miei fianchi. Noto gli occhi di Tara che cadono proprio sulle mie mani strette, mentre annuisce a un Claudio che si sta finalmente allontanando. "Ti va di sederti?" mi chiede con un sorriso dolce, ma percepisco il suo disagio. Accenno anche io un sorriso ma non riesco ad essere molto sereno dopo lo scambio che ho visto con Claudio e per questo sento di dover fare il doppio dello sforzo. È evidente che anche lei è molto tesa perché, come sempre in queste situazioni, si tormenta le pellicine attorno alle unghie e non riesce a guardarmi. Forse si sente così per il suo rapporto con quello lì. Certo, mi ha invitato qui solo per spiattellarmi in faccia la loro storia. È il suo modo per ferirmi, per tenermi definitivamente lontano. Purtroppo, la mia gelosia ha il sopravvento e non riesco a trattenere una frase che sento proprio lì, sulla punta delle mie labbra "Noto che quel tipo ti ronza ancora intorno? Immagino che non gli sembrerà vero che io e te non stiamo più insieme." Almeno un risultato lo ottengo, finalmente Tara mi guarda, anche se i suoi occhi si assottigliano e le labbra si serrano in una linea dritta. Anche i suoi pugni si chiudono ed emette un respiro mozzato, corto. Mi guarda così per qualche attimo per poi scoppiare in una risata quasi isterica, accompagnata dalla sua testa che si scuote a destra e sinistra. La osservo ridere ed è una risata che non mi dà gioia, ma quasi mi infastidisce. Sembra volermi prendere in giro. All'improvviso smette di ridere si alza e lascia la stanza, senza dirmi nulla, senza guardarmi. Va via e mi lascia lì con un grande punto interrogativo, pervaso dal germe della gelosia.
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Due erano le possibilità, ho scelto la non violenza, perché il mio primo istinto sarebbe stato quello di mollargli uno schiaffo. Sarebbe stata una soddisfazione enorme, una liberazione, considerato che è stato anche ciò che avrei voluto fare sin dall'inizio, quando l'ho trovato con Nina. Ma alla fine quella che ha sempre avuto un po' di raziocinio tra noi due sono sempre stata io, lui troppo impulsivo, pronto a dare voce ai suoi pensieri.
Ma come fa? Come fa, dico io?! Presuntuoso e arrogante come sempre, pronto a sentenziare, a trarre le sue conclusioni affrettate, tra l'altro sempre sbagliate. Come fa a provocarmi in questo modo così fastidioso e allo stesso tempo riuscire a suscitare quel tremito dentro di me che mi fa desiderare la sua lingua nella mia bocca e le sue mani sul mio corpo. Si, perché dopo quello schiaffo che avrei voluto schiantargli sulla guancia, avrei voluto che mi prendesse e mi bloccasse al muro, che mi guardasse le labbra come fa lui prima di avventarsi a divorarle, che le sue mani alzassero la mia maglia e si infilassero su per toccare i miei seni. Mi fa incazzare eppure riesce sempre a farsi desiderare, ma stavolta è diverso. Stavolta devo fare le cose per bene, senza cedere a tentazioni di cui potrei solo pentirmi. In ballo c'è la mia vita, il mio futuro ma soprattutto quello di nostro figlio.
Ho bisogno di parlare con Claudio. Deve smetterla di provocare Brandon, soprattutto non lo deve fare stasera. Non so cosa accadrà tra me e lui da questo momento in poi, ma è comunque il padre del mio bambino e ho bisogno di trascorrere una serata serena. Claudio dovrebbe essere quì per aiutarmi e non per rendermi le cose più difficili. Capisco che il mio amico volesse darmi fiducia dicendomi all'orecchio che lo avrei potuto chiamare in qualsiasi momento mi fossi sentita in difficoltà, ma non ce n'era bisogno. Lo sapevo già e quel gesto, lo so, ha fatto salire la pressione a Brandon e quella di Claudio era palesemente una provocazione e se la poteva anche evitare.
Vado in cucina e trovo Claudio che osserva Melania mentre lei sta tagliando del formaggio che mamma deve utilizzare per cucinare. Ha il suo solito dolce sorriso mentre la guarda. Ma come ha fatto Brandon a non capire subito quanto sia cotto di mia sorella? Spero solo che facciano in fretta a dichiararsi perché altrimenti sarò costretta ad organizzare io un'imboscata e farli finalmente cadere l'uno sulle labbra dell'altro. "Claudio, ho bisogno di parlarti un attimo." gli dico e lui mi rivolge il suo sguardo quasi a pregarmi di non portarlo via dallo spettacolo a cui sta assistendo. Effettivamente mia sorella in questo momento è particolarmente bella con i capelli raccolti in una coda laterale e le sue guance naturalmente colorate di rosa. "Claudio davvero. Mi bastano pochi minuti. Melania per favore, appena hai finito, puoi andare da Brandon a fare gli onori di casa?" Il mio tono è molto serio e nessuno quindi trova più il coraggio di contraddirmi. Mi rendo conto che ultimamente qualsiasi episodio mi provoca agitazione ed insicurezza. Probabilmente è per colpa degli ormoni o molto probabilmente perché tutto ormai mi sembra così incerto che ammetto di tendendere al drammatico. Eppure, non era così che immaginavo sarebbe stata la mia gravidanza. Immaginavo petali e fiocchi rosa, unicorni e nuvolette. E invece combatto la mia diffidenza per un uomo che amo e che dice, lui dice, di amarmi.
Claudio, mia madre e Melania si guardano tra loro e infine ottengo di farmi seguire daL mio amico. Silenziosamente ci dirigiamo verso l'esterno della casa. Per uscire sul patio non abbiamo potuto fare a meno di passare per la porta del soggiorno da cui Brandon ha potuto vedere me e Claudio che uscivamo. Mi dispiace, ma è necessario perché il resto della serata poi trascorra serenamente. La mia priorità adesso è raddrizzare questa situazione che sento potermi esplodere violentemente tra le mani e non era quello che volevo.
Ah il patio! Quanti ricordi qui. Quante chiacchierate con Alice durante la primavera, quando mamma e papà con la loro unione e il loro amore, da sempre si dedicano al suo abbellimento, rendendolo un angolo di paradiso. È così in primavera così come a Natale. Solo che quest'anno nemmeno me ne sono accorta dei loro addobbi. Troppo sconvolta, troppo apatica, per apprezzare i loro sforzi decorativi. Ma mi rifarò in primavera. Con i colori e gli odori fantastici che esploderanno dalla creatività dei miei fantastici genitori. Loro sono la squadra perfetta, il connubio infallibile tra mente e anima che ogni essere umano dovrebbe trovare in amore.
Una volta fuori, appoggiata alla colonna di legno, guardo di traverso Claudio il quale si mette a ridere. "Perché?" gli chiedo, notevolmente innervosita. "Perché cosa?" mi risponde con finta innocenza. "Lo sai cosa. Si è innervosito e mi ha detto cose che forse nemmeno pensa! Tu dovresti essere qui per alleggerirmi la situazione e non renderla più difficile." gli urlo contro. Eppure, anche se sono realmente arrabbiata con lui, non riesco ad esternare completamente il mio malumore nei suoi confronti. La gratitudine verso quest'uomo mi frena dall'essere troppo dura. "Hai ragione. Scusa, ma l'istinto di proteggerti è stato più forte di tutto il resto." Ecco cosa intendevo. Come faccio ad essere arrabbiata con lui quando dice queste cose con quel sorrisino così angelico e quegli occhi azzurri così sinceri che ti guardano dritto fino al cuore? Claudio è diventato ormai un pilastro della mia vita. Entrambi abbiamo capito che tra noi non potrà mai esserci niente di romantico, ma lui prova per me questo sentimento fraterno che ha rinsaldato ancora di più il nostro legame. "Fammi un piacere, ok? Occupati solo di mia sorella stasera." Gli dico mettendo il muso. Lui di risposta allarga le braccia per invitarmi ad abbracciarlo "Vieni qui." Senza farmelo ripetere, mi fiondo lì dove più volte negli ultimi giorni ho trovato il vero conforto, quel calore di chi non ti giudica, ma ti appoggia sempre, incondizionatamente. Quello che un po' mi è mancato da parte di chi, come Freddie o Alice, non è stato capace di fare. Non li incolpo per questo, loro mi amano ne sono consapevole, ma forse vivono la mia vita un po' come se fosse la loro e vorrebbero prendere le decisioni al posto mio. Claudio non lo fa, lui mi ascolta e mi abbraccia, regalandomi sempre un silenzioso sorriso. E in questa posizione, la mia guancia sul suo petto, le sue braccia forti attorno a me e il suo mento sulla testa, mi sembra di stare nell'unico posto sicuro e sereno sulla faccia della terra. Ha sempre un buon profumo lui. Sarà per tutti i dolci che cucina, ma con lui sembra sempre di stare in un accogliente focolare domestico.
"Restiamo ancora un po' così? Ho paura dimtornare dentro." gli confido con un filo di voce. Un suo cenno con il capo ed un verso di consenso mi fanno capire che potremo restare qui per tutto il tempo che mi serve.
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Li osservo attraverso la finestra del soggiorno mentre sono sul patio. Il modo in cui si comportano è molto intimo. Sento la vena sulla mia tempia pulsare per la rabbia e i rumori mi sembrano terribilmente amplificati. E' evidente che non mi ha risposto perché è vero ciò che le ho detto. Lui ci sta riuscendo a conquistarla, a portarla via da me. Lo vedo come si guardano negli occhi, come lui la stringe tra le braccia. Tra loro sta nascendo qualcosa, se non è già nato. Sento le orecchie andare di nuovo in fiamme. La pressione deve essere salita alle stelle. Mi è difficile contenere questa furia, stringo i pugni per evitare di sbatterli contro il muro. Vorrei poterli fare scontrare contro il naso di quello stronzo che ha le sue mani su Tara in questo momento. Ma dopotutto è lei che si sta facendo abbracciare, quindi è lei che ha già rinunciato a noi. Lui sta facendo solo quello che avrebbe voluto fare già dal primo giorno che ha posato i suoi occhi su Tara. I miei pensieri improvvisamente vengono interrotti dalle parole di Melania, che silenziosamente si è materializzata alle mie spalle. "Non c'è nulla di romantico tra loro." Mi giro per guardarla e il mio sopracciglio inevitabilmente si alza per lo scetticismo. Faccio fatica a crederle. "Sul serio, ne ho la certezza. Altrimenti mi dovrei preoccupare." puntualizza un po' imbarazzata e con le guance che si arrossano un po'. "Oh!" è l'unica sillaba che esce dalla mia bocca. "Sai Brandon, tra loro c'è una forte intesa. Si vogliono profondamente bene. Claudio prova per Tara questo istinto protettivo da fratello maggiore e lei si è rifugiata spesso in lui per essere confortata ed avere consigli in questo periodo. Lui non la giudica, la ascolta ed è quello di cui lei ha bisogno ora, essere ascoltata senza pregiudizio e senza pressioni. Io purtroppo all'inizio non sono stata in grado di farlo, ma lui si e io non riesco proprio ad essere gelosa. Sono due persone eccezionali e meritano di essere amati così come sono." Lo sguardo di Melania mi vuole far capire tante cose, prima tra tutte è che forse devo lasciarmi andare e non stare continuamente sulla difensiva quando si tratta del mio rapporto con Tara. Perché la mia paura di perderla è talmente tanta che non mi permette di essere lucido per fare la cosa giusta. "Facciamo così, adesso esco e li faccio rientrare." dice prima di fare un occhiolino d'intesa. Con il suo comportamento e le sue parole mi fa capire che ho trovato in lei una nuova alleata. Annuisco leggermente accennando un sorriso imbarazzato. Mi sento un po' stupido ora per tutta questa gelosia che mi stava divorando. "Conviene che ti allontani dalla finestra prima che entrino. Non ci faresti una bella figura se Tara ti trovasse quì a sbirciare." mi dice sghignazzando mentre apre la porta. Sento solo le sue prime parole "Claudio, non ci posso credere! Mi stai trascurando per questa versione brutta di me?" dice per poi chiudere la porta dietro le sue spalle. Il carattere di Melania è totalmente diverso da quello di Tara. È leggera, ma allo stesso tempo profonda e sensibile. La leggerezza, elemento che effettivamente manca a Tara e che forse le farebbe bene coltivare. La leggerezza, qualcosa che, lo ammetto, manca anche a me. Oddio, che disastro che siamo! Un sorriso finalmente mi scappa e decido di seguire il consiglio di Melania ed inizio a girare per il loro soggiorno cercando di sgombrare la mia mente da tutti i pensieri negativi che fino ad ora mi avevano assalito. Ci sono tante fotografie di famiglia ad abbellire la stanza.  Molte ritraggono Melania e Tara in vari periodi della loro vita. Una foto mi fa sorridere perché ritrae le due sorelle in quella che doveva essere la serata di un ballo studentesco. Una Melania sorridente e fiera si contrappone ad una Tara imbronciata e contrariata, entrambe nel pieno della loro adolescenza. Tara col suo viso un po' paffuto e le forme da donna che ormai già arrotondavano il suo corpo. Accanto c'è una foto che ritrae solo Tara. La osservo a lungo, riconosco dove è stata scattata e non fatico a capire nemmeno quando. Era sul prato del campus all'imbrunire. Il sole al tramonto le accarezzava il viso e si rifletteva nei suoi capelli biondi donando a questi bronzee e quasi evanescenti sfumature colore del miele. La fotografia è sicuramente stata scattata senza che se ne rendesse conto. La sua posa è troppo naturale e il suo sguardo istintivamente perso verso l'orizzonte che le si stagliava di fronte. Ricordo quella camicetta color crema ed il suo maglioncino di filo rosa. Era il giorno in cui è venuta da me. Il giorno in cui l'ho allontanata. Il giorno in cui ho sentito il mio cuore sanguinare, ma ho lasciato che accadesse.  Mi si contrae lo stomaco al ricordo di quel giorno. Nelle mie orecchie echeggiano le sue parole. Mi vibrano ancora dentro. Non le ho mai volute ricordare ma ogni singola parola, ogni impercettibile battito di ciglia, ogni leggero sospiro, tutti i suoi gesti, sono impressi nella mia memoria. Delusione, ecco cosa leggo in quegli occhi. La stessa delusione che leggo ora quando mi guarda. E per la delusione non c'è cura. Avrei preferito la rabbia, quella avrei saputo curarla. Se si fosse almeno arrabbiata mi avrebbe aggredito, le avrei permesso di schiaffeggiarmi, avrebbe urlato o anche  pianto. In qualche modo si sarebbe sfogata, ma la delusione come si cura? E' un sentimento inconsolabile e radicato nel profondo. Io l'ho delusa, ora come allora, e la fatica che sto facendo per guadagnare di nuovo il suo rispetto, prima ancora che il suo amore, è enorme e non so nemmeno se riuscirò mai a vincere la sua attuale diffidenza.
Sento la porta d'ingresso aprirsi e rivolgo il mio sguardo verso la loro direzione. Quando entrano, Claudio ha il suo braccio avvolto sulle spalle di Melania e Tara è poco distante da loro. L'aria è di nuovo tesa ed imbarazzata. Entrambi non sappiamo come comportarci e cosa dire e mentre Melania e Claudio mantengono banco, conversando e flirtando tra loro, io e Tara ci limitiamo a partecipare distrattamente, senza mai incrociare i nostri occhi. Il tintinnio delle chiavi nella toppa della porta di casa mi fa capire che l'ultimo componente di questa famiglia sta entrando dalla porta, quello che temo di più. Tara ha più volte detto di assomigliare molto a suo padre, sia per fisionomia che per carattere e se Geoffrey Ford è come la figlia, non credo che avrò una buona accoglienza. Mary si precipita a salutare il marito e li sento parlare fitto fitto, bisbigliando qualcosa. Immagino la donna gli stia facendo le ultime raccomandazioni per la serata. Dopo qualche secondo compaiono entrambi, lui preceduto da lei. Tara timidamente si avvicina a padre e mi presenta a lui e io allungo la mano per stringerla. Si somigliano tanto, è inevitabile ammetterlo. Gli stessi occhi e lo stesso ovale del viso. Se non fosse per i capelli brizzolati di lui e qualche ruga sul suo viso, potrei dire tranquillamente che sono gemelli. Passano alcuni istanti in cui la mia mano resta sospesa in aria tra noi e i nostri occhi si scontrano in un bonario discorso tra uomini. Lo sento ciò che mi sta dicendo, lo sento che non si fida e che sta facendo buon viso a cattivo gioco ma che se potesse mi caccerebbe di casa a calci. Dopo uno sguardo inceneritore di Tara e Mary, anche Geoffrey allunga  la sua mano per stringere la mia. E quasi come se questo gesto avesse sciolto un momentaneo incantesimo, avverto come se finalmente io e tutti gli altri occupanti la stanza riuscissimo di nuovo a respirare dopo una lunga apnea.
Mary ci esorta a raggiungere la tavola per la cena. Claudio cede il passo a Melania che gli sorride caldamente con tutto il suo viso e Geoffrey scorta sua moglie poggiando delicatamente la sua mano sulla sua schiena. Io guardo Tara che malinconicamente osserva le due coppie. Vorrei poter fare lo stesso con lei, ma mi limito ad aspettare che si avvii verso il tavolo per seguirla a distanza, in silenzio.

La cena procede piuttosto serenamente, questo anche grazie a Melania e Claudio che cercano di tutto per alleggerire la conversazione. Forse l'ho giudicato male. Ero troppo preso dalla gelosia che mi corrodeva e non ho veramente colto la natura di questo ragazzo italiano che tiene sinceramente a Tara, senza secondi fini. Mary separa me da sua figlia maggiore e ha alla sua sinistra Claudio, mentre alla mia destra ho Geoffrey. Tara avrà scelto accuratamente la disposizione dei posti per evitare ogni contatto visivo diretto con me. Va bene, devo avere pazienza, arriverà il momento in cui riuscirò a parlarle. Devo solo aspettare e, fino a quel momento, evitare di fare passi falsi, di cui, ultimamente, sembro esserne il maestro a quanto pare. La tavola è apparecchiata con semplicità, come se si trattasse di una normale cena in famiglia e anche questo mi fa sentire un po' più a mio agio. Mi sarei sentito in imbarazzo se avessero messo su un vero e proprio pranzo formale. Avrei avvertito nettamente il riflettore puntato su di me e mi sarei sentito ancora di più un intruso in questa loro pace familiare. Anche la cena è semplice e leggera: della carne ai ferri con l'insalata di contorno e vari formaggi per intrattenerci a chiacchierare a tavola. E più passa il tempo e più sento la tensione sciogliersi, riuscendo così ad assaporare non solo la cena, ma anche la compagnia, sebbene Tara non parli molto.
La conversazione ad un tratto vira sul mio lavoro. Il padre di Tara inizia a farmi domande sempre più incalzanti e io, per non essere scortese, rispondo a tutti i quesiti che mi pone, nonostante mi senta a disagio perché noto che Tara inizia ad essere piuttosto insofferente. Un guizzo nello sguardo di Geoffrey e poi quella frase lanciata lì, come una scudisciata perfida sul petto "Devi scusarmi Brandon se ti pongo tutte queste domande, ma prima era Tara a raccontarmi tutto quello che succede alla TVNY, ma, per motivi noti a tutti, lei non lavora più lì." Il gelo cade su di noi, nessuno parla più. Il volto di Tara si fa rosso, ma non parla. Io resto in silenzio anche se vorrei dire a quest'uomo che, se la sua intenzione era quella di offendere me, non ci è riuscito e che l'unico risultato che ha ottenuto ora è stato quello di ferire profondamente la sua adorata figlia. Quella che non ha mai mancato di rispetto al padre perché lo ha sempre adorato, perché lo ha sempre visto come il suo eroe in armatura sin da bambina. Colui che non è stato mai contrastato, nemmeno quando lei era in piena adolescenza: lui ha sempre ragione, ha sempre la risposta giusta, sempre la soluzione appropriata. L'infallibile papà di casa Ford. E invece no, lui è un uomo come tutti gli altri e ora Tara lo guarda con astio e risentimento, probabilmente per la prima volta nella sua vita. Mary scioglie questo attimo breve, ma che sembra infinito "E' arrivato il momento del dolce. Geoffrey, vieni ad aiutarmi." gli ordina in maniera piuttosto secca. "Melania per favore sparecchia la tavola." Melania si alza e Claudio decide di darle una mano. Spariscono tutti in cucina nel giro di pochi secondi. Io per tutto il tempo non ho fatto altro che fissare la parete di fronte a me. Non ho reagito, non ho risposto. Non l'ho fatto per Tara, ma dentro di me avverto un forte tumulto, la voglia di scaraventare questo tavolo per aria, prendere la mia donna tra le mie braccia e portarla via da qui. Stringo i pugni che nascondo sotto la tavola mentre fisso ancora la parete bianca. La vena sulla mia tempia pulsa di nuovo al ritmo del mio cuore accelerato. Respiro profondamente, cerco di focalizzare la mia attenzione quanto più possibile su quella parete bianca, per non pensare, per dimenticare quest'episodio, per non reagire. E ci riesco talmente bene che non mi accorgo che Tara si è alzata per sedersi accanto a me, al posto dove era seduta sua madre. Avverto il suo sguardo sul mio "Sono arrabbiata con mio padre." La sua voce mi distoglie dai miei pensieri e sprofondo finalmente i miei occhi nei suoi, meravigliosi e verdi come non li ho mai visti, resi più scuri per la rabbia. La rabbia finalmente smuove il suo animo e vedo che nei suoi occhi per me non c'è più delusione. I nostri visi rivolti uno verso l'altra, non troppo vicini, ma a una distanza sufficiente per sentire il suono dei nostri respiri. Lei non parla, io muovo solo impercettibilmente la testa in senso di assenso e allontano di nuovo il mio sguardo dal suo per rivolgerlo ancora una volta alla parete di fronte. Lei fa lo stesso, ma non si alza. Credo che voglia stare vicino a me e dimostrare al padre che chi ha sbagliato, ora, è lui.

Angolo autrice:

Buona lettura! Lasciate un segno del vostro passaggio per favore, lo apprezzerei molto.

Grazie,

TY

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