IO CI SARO' SEMPRE

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Aggiunta il 18 settembre

26 novembre

Mi sveglio con il sole che colpisce i miei occhi. Allungo la mano per toccare Brandon, ma il suo lato del letto è vuoto e freddo. Ciò significa che si è alzato già da un po'. Chiamo piano il suo nome ma non ricevo risposta. Alzo un po' più la voce, ma non sento nulla, tantomeno rumori. Mi alzo dal letto e a piedi nudi percorro tutto l'appartamento ma di lui non c'è traccia. Il ricordo della solitudine provata al mio risveglio 15 anni fa' riaffiora alla mia memoria e un groppo mi si forma in gola, la paura che si sia ripetuto tutto di nuovo. Mi sento mancare l'aria e il cuore mi batte così forte nel petto che potrei morirne. Sento le lacrime salire ai miei occhi e la rabbia per esserci caduta di nuovo mi divora. Mi prendo la testa tra le mani e mi guardo intorno cercando di capire perché è successo, di nuovo. Vuole che me ne vada senza parlarmi nemmeno, ecco cosa vuole. Mi ha usata, ancora una volta, e non capisco perché ora l'abbia fatto. Sono il suo gioco perverso? Colei con cui può divertirsi e poi buttare via? E le lacrime che avevo trattenuto prima ora scendono e mi bagnano tutto il viso. No, non può essere così anche stavolta. Me ne andrò e farò finta di niente. Sarò forte anche questa volta. Mi vesto in fretta e mi sciacquo il viso. Vado a casa mia, ricomporrò di nuovo i miei cocci e domani sarò di nuovo la solita, forte Tara. No, meglio se domani mi prendo un giorno di pausa. Devo capire bene cosa fare e poi... ma chi voglio prendere in giro? Mi ha di nuovo frantumato il cuore, mi ha di nuovo distrutto la vita e dovrò ancora una volta trovare la mia strada. Mi guardo nello specchio e sorrido alla me lì di fronte, ma quello che vedo è solo una smorfia che rispecchia tutto il dolore che lui ha lasciato dentro di me, di nuovo.

Vado verso la porta e lancio un'altra occhiata a questa casa che torno ad odiare con tutta me stessa, così come odio lui. Allungo la mano e apro la porta, con la testa e le spalle basse, ma il mio sguardo incrocia un paio di scarpette da jogging. "Scusa Tara, ma dove cazzo pensi di andare?" Alzo la mia testa e incrocio gli occhi di Brandon, furenti ma anche terrorizzati. È tutto sudato, in tenuta da corsa e con in mano dei bicchieri e un pacchetto di Starbucks. "Ma tu hai pianto? È successo qualcosa? Stai bene?" Il tono di Brandon è cambiato ora. Chiude la porta con un piede ed appoggia le cose che ha in mano sulla consolle accanto alla porta. Mi prende per le spalle e cerca i miei occhi, ma io gli sfuggo. Mi sento stupida per aver fatto tutti quei pensieri, per aver provato ingiustificatamente tutto quel dolore. Mi prende il viso e mi costringe a guardarlo negli occhi e lui capisce. Capisce tutto e scuote la testa, deluso. Lo so, pensa che io non mi fidi di lui. In realtà sono io che sono insicura di me, tremendamente. Senza volerlo inizio a piangere silenziosamente. Lacrime calde scorrono sul mio viso e sembrano bruciarmi la pelle. Mi rendo conto di stare sfogando ora tutto il dolore che non ho sfogato 15 anni fa, tutte le lacrime che ad un certo punto ho ricacciato indietro per indurire il mio cuore, ma che erano rimaste sospese lì, incastrate tra il dolore e la rabbia. Brandon mi abbraccia, mi stringe forte a lui e ora che sento il suo corpo aderire al mio, il pianto diventa sempre più violento e comincio a singhiozzare e tremare per quel freddo che all'epoca mi scosse dentro e che ora finalmente si sta sciogliendo del tutto. "È stato come rivivere quel momento. Non ha niente a che vedere con la mia fiducia in te, non te ne devi preoccupare. È stato come sognare un incubo ad occhi aperti. Ma ora tu sei qui, tu sei qui. Sei qui con me." Ripeto queste ultime frasi sottovoce, le ripeto ancora e ancora a me stessa e pian piano mi calmo, il mio respiro rallenta e le lacrime smettono di solcarmi le guance. Brandon per tutto il tempo mi ha tenuto tra le sue braccia senza parlare. Le sue mani hanno lasciato scie di carezze sulla mia schiena, per farmi sentire che lui c'è. Che lui è qui. Che lui è reale. Che lui stavolta non mi lascerà.

Quando mercoledì sono entrata in quel locale, per le condizioni in cui mi trovavo, mai avrei pensato che la mia clessidra si potesse capovolgere di nuovo, stravolgendomi in questo modo. Ho vissuto talmente tante emozioni, così intense e così profonde, che adesso mi assale la paura che forse abbiamo accorciato troppo i tempi.

Non oso pensare a come sarebbero andate le cose se fossi uscita da quella porta senza incrociare Brandon sull'uscio. Invece lui era andato a correre e poi a prendere la colazione. Perché, ha detto, è quello che fa tutte le domeniche e io dormivo così profondamente che non voleva interrompere il mio sonno così sereno. Questa frase mi ha lasciato senza fiato, mi ha stravolto il pensiero di essere entrata nella sua quotidianità, che lui mi abbia permesso di farlo in modo così naturale e spontaneo. Forse sono io strana, forse è così che va per gli altri, ma non per me, non per noi. Nella mia testa lui è sempre stato la cima irraggiungibile e pericolosa. Invece è tutto così... normale?! Quando ha visto i miei occhi diventare di nuovo lucidi si è preoccupato "Cosa ho detto di così sbagliato?" Le mie parole si sono strozzate in gola per trattenere le lacrime di gioia che erano prossime ad uscire "Era tutto troppo giusto, piuttosto." e non gli ho dovuto spiegare altro. Il resto della giornata è trascorso tranquillamente e siamo anche andati a fare la spesa perché in casa non c'era veramente più nulla e lui mi ha dato carta bianca "Voglio che trovi tutto quello che ti serve quando tornerai... domani." ha detto e a me è sembrata la frase più romantica che mi potesse dire in quel momento.

E come sempre, la domenica sera è un brutto momento. Sto per andare a casa mia. Devo assolutamente parlare con Freddie, quindi, mio malgrado, la favola che ho vissuto in queste ore si sta concludendo e ho il timore che il ritorno alla realtà possa rovinare tutto. Non ne abbiamo parlato, ma credo che dovremmo. Cosa succederà domani e come ci comporteremo al lavoro?

Stiamo cenando in un posticino molto carino vicino casa mia e lo osservo intento a mangiare i nachos perché ha assecondato la mia ennesima richiesta di cibo spazzatura. Cerco il coraggio di affrontare il discorso, l'unico che non abbiamo affrontato in questi giorni "Brandon, cosa ne sarà di noi domani?" "Dipende! Tu cosa intendi?" "Domani. In ufficio. Come dovremo comportarci?" La rapidità e la decisione con cui mi risponde mi fanno intuire che ci aveva pensato già prima di me. "Credo sia meglio non rendere pubblica questa storia. Potrebbe essere rischioso, più per te che per me. Si potrebbero diffondessero maldicenze sul tuo conto e lo sai, io non sono bravo a trattenere reazioni." Resto a fissarlo senza parlare. La mia mente si affolla di immagini di me e lui insieme e non so quanto potrò riuscire a nascondere i miei sentimenti per lui in pubblico. "Sei d'accordo con me Tara?" La domanda di Brandon mi distoglie dall'immagine di me e lui in riunione con altre persone ed io che lo guardo sicuramente con occhi adoranti. "Uhm..." dico io pensierosa. "Non sei convinta?" "Si, ma..." mi blocco incerta se dare voce alle mie perplessità. Ma lui mi guarda facendomi segno di continuare "i miei occhi non riusciranno a mentire." "Credi che per me sarà facile? Ma ci riusciremo, insieme." Mi prende la mano e mi bacia dolcemente sulla guancia per poi sussurrarmi piano "Donna, mi mancherai stanotte." ed un brivido mi percorre la schiena quando poi la sua bocca scende sul mio collo. "Probabilmente non ti avrei fatto dormire molto." continua a stuzzicarmi e io stringo le mie gambe tra loro per la reazione che le sue parole, insieme ai suoi gesti, mi provocano anche stavolta.

Un gran sospiro precede la mia breve strada verso il mio appartamento. Dopo esserci trattenuti a lungo in macchina, io e Brandon ci siamo ritrovati al portone per salutarci. Abbiamo visto le luci di casa accese, quindi Freddie c'è e spero tanto che sia da solo per avere l'occasione di parlargli. "Mi chiami dopo per dirmi com'è andata con lui?" mi ha chiesto Brandon. Tutta questa sua premura per il mio rapporto con Freddie mi fa soltanto piacere, anche se credo che non riesca a capire veramente il nostro rapporto. D'altronde la sua storia è finita in modo veramente opposto al mio con il mio ex. Annuisco mentre lui mi accarezza il viso. Mi abbandono totalmente a questo suo gesto con cui, lo so, mi vuole dimostrare quanto lui ci tenga a me. Certo, non ha detto di amarmi, ma credo che, a questo punto, i fatti contino più delle parole e il modo in cui si è preso cura di me in questi giorni e il modo in cui mi ha amata, in tutti i sensi, valgono molto più di una frase che potrebbe essere detta anche soltanto per dire. Mi bacia teneramente sulla bocca, senza malizia. "A dopo." gli dico a fior di labbra e, a malincuore, ci salutiamo. Ed eccomi qui ora, di fronte a questa porta così pesante da aprire. Quando la apro, trovo Freddie sul divano intento a guardare un film. "Hey, niente sesso e amore stasera?" Lo prendo in giro. Lui mi guarda e mi saluta con una risata sincera. "No, ho preferito stare qui e parlare un po' con la mia migliore amica." Mi fa cenno di sedermi accanto a lui. "A giudicare dal tuo umorismo, sembri stare davvero bene." sentenzia. Il peso della mia felice verità preme per fuoriuscire dal mio petto e accolgo il suo invito a sedermi sul divano senza nemmeno togliere il soprabito.

"Freddie, ho qualcosa da dirti." il mio tono serio contrasta totalmente con quello leggero di lui e il suo sguardo si incupisce di conseguenza.

"Ho pensato molto all'altra sera, a noi." Faccio una pausa e deglutisco prendendo poi fiato un attimo prima di continuare, anche se sento il cuore battere talmente forte da strozzarmi il fiato. "Sai che sono infinitamente felice per te, per la tua vita e per la scelta che hai fatto. Tu sei il mio migliore amico, la persona che mi è stata accanto sempre e voglio che questo nostro rapporto continui, per tutta la vita." Abbasso lo sguardo dal suo, indirizzo i miei occhi sulle mie mani che poggiano sul mio grembo. "Sono stata comunque molto male quando mi hai detto che andavi via. Ma non ce l'avevo con te, ce l'avevo con me, perché non ero stata in grado in questi mesi di trovare la mia strada, così come invece hai fatto tu. Mi sentivo alla deriva... e mi sono ubriacata, in un locale..." Sto per continuare ma lui mi interrompe, preoccupato. Mi prende il viso tra le mani e mi guarda dritto negli occhi "Ma ora stai bene, vero?" Prendo le sue mani tra le mie e gli sorrido rassicurante "Si, certo, ma c'è altro. Il destino quella sera ci ha messo lo zampino perché Brandon era anche lui lì, in quel posto." Faccio una pausa pensando velocemente a quale sarebbe il modo migliore per dirglielo e mi convinco che non c'è nessun modo migliore. Esiste solo la verità. "Sono stata con lui fino a qualche minuto fa." Vedo lo sguardo di Freddie indurirsi e le sue mani scivolano via dalle mie. "Cosa significa?" Mi chiede nervoso. Appoggio una mia mano sulla sua, ho bisogno di un contatto fisico che annulli questa distanza che è calata dopo le mie parole "Lui si è preso cura di me, della mia anima e del mio corpo e quando ero ormai di nuovo in piedi abbiamo scoperto che..." è difficile dirlo proprio a lui, che lo odia così tanto. Me lo ha detto talmente tante volte che non posso di certo dimenticarlo. "Tara, per carità abbi il coraggio delle tue azioni e, una buona volta, dimmi la verità per quella che è." sbotta sottovoce, senza guardarmi, ma il tono è deluso e mi ferisce sapere di esserne io la causa. "Ci stiamo provando Freddie. Lui prova gli stessi sentimenti che provo io. Ho combattuto tutto questo tempo contro l'amore per un uomo che mi vuole e che ha combattuto la mia stessa guerra contro se stesso. Io lo so che è sincero, me ne ha dato la prova e mi voglio fidare. Spero solo che tu possa capire ed essere felice per me, perché io lo sono." Mi accarezza delicatamente una guancia con tutto il palmo della sua mano "Ti farà soffrire di nuovo. Chi ti raccoglierà questa volta?" Finalmente il mio Freddie, premuroso e comprensivo, è tornato davanti ai miei occhi. "Tu. Tu lo farai. Non è quello che fanno gli amici?" gli dico ridendo. Resta ammutolito da questa mia frase, perché lo sa che ho ragione e sa che lo farebbe anche senza che io glielo possa mai chiedere. "Io ci sono stato, ci sono ora e ci sarò sempre, ma non pretendere da me di essere carino con lui." risponde con un finto broncio. Mi metto a ridere perché mi viene alla mente la fantastica immagine di loro due che parlano tra loro mentre si guardano in cagnesco "OK, limiterò i vostri incontri. Promesso!" Suggelliamo questo nuovo accordo con uno dei nostri abbracci, di quelli che quando li sciogli te lì sentì ancora addosso a lungo. Era questo che mi aspettavo da lui, era questo di cui avevo bisogno. "Grazie, ti voglio bene." Gli dico in un orecchio dandogli un bacio sulla guancia e raggiungendo la mia stanza. Devo chiamare Brandon, voglio sentire la sua voce. Sapevo che avrei sentito la sua mancanza, ma il vuoto che provo va oltre le mie aspettative. Mi manca come se io e lui avessimo vissuto già una vita insieme. O forse è proprio così.

***********************************************************************

È passata un'ora da quando ho salutato Tara e ancora non mi ha chiamato per dirmi com'è andata con Freddie. Il profumo che ha lasciato nella macchina mi ha fatto correre veloce con i pensieri. Non ho avuto modo di riflettere in questi giorni che ho trascorso con lei e ora mi assalgono tante paure. La prima, la più grande, è quella di non essere in grado di amarla come merita e sono terrorizzato all'idea di farle del male ancora una volta. Anche se in me quella persona non c'è più, aleggia sopra di noi quel mio errore e ho paura di compiere passi falsi con lei che possano compromettere questa storia che sento ancora così pericolante. Ho difficoltà ad aprire completamente il mio cuore. È più facile cedere ai piaceri della carne e offuscare con quelli qualsiasi tipo di emozione che mi possa rendere vulnerabile. E io quella donna la desidero, sempre, di continuo. Non riesco ad averne mai abbastanza. Anche ora che non è con me, sento il mio corpo reagire al pensiero delle sue curve, dei suoi movimenti sotto di me, del suo profumo.

E poi c'è "l'affare Randy", argomento mai più toccato, ma ora mi salta di nuovo alla mente e ho bisogno di parlargliene, subito.

Prendo il cellulare per chiamarla, ho bisogno di calmare con la sua voce il rincorrersi dei miei pensieri. Ho bisogno di chiarire la faccenda che riguarda la proposta di matrimonio di quel tipo. Non sono tranquillo. Scorro tra le ultime chiamate quella fatta a Tara, ma nel frattempo il mio cellulare si illumina rivelandomi il volto di una bionda mozzafiato. La foto gliel'ho scattata stamattina dopo aver fatto colazione. Aveva ancora gli occhi gonfi di pianto e non voleva essere ritratta, ma io la trovavo troppo dolce e sexy in quello stato e ho rubato lo scatto quando non se ne stava accorgendo.

"Finalmente!" esordisco e sento dall'altro lato del telefono la sua risata soddisfatta. Ipotizzo che sia andato tutto bene, ma voglio che me lo dica lei stessa. Voglio esserne sicuro prima di affrontare l'argomento che mi preme. "Quindi tutto ok con Freddie?" Le chiedo e lei fa una pausa. "Tara?" la sollecito. "Ehm si, tutto bene, ma no credo che diventerete mai migliori amici." dice imbarazzata, ma percepisco un sorriso sul suo viso. "È solo questo?" la incalzo e lei, con prontezza, mi rassicura "Si, si. Solo questo. Ma chissà, magari un giorno..." Dice ridendo. La sua risata mi solleva e mi da il via libera per ciò che voglio sapere. Resto in silenzio qualche istante e questo, probabilmente, fa insospettire Tara "Tu piuttosto, c'è qualcosa che non va?" mi chiede sospettosa e mi chiedo quando siamo arrivati già al punto che non riusciamo a nasconderci nulla, nemmeno al telefono. "Quando pensavo di chiamare Randy? Domani?" Purtroppo la sua risposta non arriva istantanea. Mi aspettavo un si convinto ed invece sento solo silenzio e un sospiro, uno dei suoi sospiri che prima o poi mi faranno impazzire. "Mi rispondi, per favore?" le dico fermo. La sua voce è tranquilla, anch'essa ferma, ma molto tranquilla "Non credo che ce ne sia bisogno. È passato tanto tempo da quando l'ho invitato a New York e non mi ha mai dato una risposta né mi ha mai cercata. Non ci sentiamo da quella telefonata e non si tratta di giorni, ma di settimane. Se ci avesse tenuto veramente sarebbe corso qui subito. Non credo che sia necessario chiamarlo né che tu lo ritenga un pericolo. Lo sai cosa voglio e non è lui."

Ciò che dice suona ragionevole e decido di fidarmi, anche se una vocina dentro di me incalza e mi dice che i motivi per cui questa persona non si è fatta viva possono essere tanti, che nulla esclude che possa ritornare alla carica. E se Tara decidesse, ancora una volta, di non potersi fidare di me? Se le dessi un minimo motivo per pensarlo, cosa deciderebbe se lui tornasse? Ma non voglio creare una guerra per qualcosa che potrebbe rivelarsi una sciocchezza. Mi godrò questa donna senza pensarci. Voglio provare a essere degno della sua fiducia, voglio lavorare su me stesso e tornare ad aprire il mio cuore, con lei. "Brandon, ci sei ancora?" Mi chiede allarmata. "Si, certo." rispondo e segue altro silenzio che lei spezza con una delle sue frasi che, come sempre, annullano i miei malumori "Perché non sono rimasta da te stanotte?" e un sorriso rispunta sulla mia bocca. È incredibile come riesce a manipolare il mio umore senza fare nient'altro che parlarmi "Me lo chiedo anch'io, donna. Ti giuro che non succederà più." strizzo gli occhi immaginandola accanto a me nel mio letto. "A domani Brandon. Alle 9:00, nel tuo ufficio, col caffè."

Nota dell'autrice:

Anche se avrei potuto fare un unico, lunghissimo capitolo, in revisione ho preferito dividerlo e aggiungere un pezzo di storia prima di questo. Spero vi piaccia.

Kisses.

TY

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro