Capitolo 19

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Marinette sentiva l'odore acre dell'alcol che impregnava i vestiti e il corpo di Adrien, ma non gliene importava molto; al momento voleva solo crogiolarsi nel calore di quell'abbraccio. Non sapeva perché gli ricordasse quelli che Chat le donava, ma la stava faceva sentire bene e confortata.

Stettero in quel modo per un tempo che parve infinito, ma quando si staccarono Marinette pose quella domanda che Adrien non voleva proprio sentire.

-Perché mi eviti?- chiese, fissandolo negli occhi.

Quel momento appena passato si sgretolò assieme al suo senso di serenità, l'immagine di lei che piangeva e lo pregava di fermarsi gli si ripresentò nella mente spazzando via qualsiasi altro ricordo felice.

"No, non di nuovo" pensò riportandosi le mani alla testa e torturandosi i capelli.

-Ti prego Adrien. Rispondimi- disse la corvina di fronte a lui, mentre lo osservava agitarsi sempre di più.

-Possibile che non ricordi!- sbraitò il biondo alzando lo sguardo e incontrando quello perplesso della ragazza; sentì le lacrime pizzicargli gli occhi, ma non voleva lasciargliela vinta.

-Cazzo Marinette!- urlò spingendo la ragazza contro al muro e bloccandola contro di esso. (per quanto mi faccia schifo scrivere brutte parole nelle mie storie, qui andava scritta per forza o non rendeva la scena)

-Come fai a non ricordartene- disse con un tono di voce più calmo mentre abbassava la testa sconsolato.

-Adrien, cosa dovrei ricordarmi?- chiese Marinette con voce preoccupata guardandolo.

Con quella richiesta il ragazzo esplose ed urlò a pieni polmoni contro la ragazza -Che stavo per stuprarti! Ecco cosa!- poi fece scivolare la mano dal muro e la portò al volto, nel tentativo di coprire le lacrime che gli stavano scendendo dagli occhi..

Al suono di quelle parole Marinette si ricordò di quello che fosse avvenuto al di fuori della casa dove si stava svolgendo la festa di Kim; la verità gli piombò addosso come un uragano, mentre il vivido ricordo di lei che piangeva e picchiava Adrien le tornò la mente.

Sentì un vago senso di nausea, ma si convinse che tutto quello che fosse avvenuto quel giorno fosse stato solo uno sbaglio, per entrambi.

Il ragazzo sentì una mano accarezzare le sue, per un attimo si fece cullare da quelle carezze poi, come risvegliatosi dalla sua trance, scattò, spostando bruscamente le mani dell'altra e scappando fuori.

Marinette non era sicura, ma le sembrava di aver visto qualche gocciolina d'acqua accasciarsi al suolo durante la corsa del ragazzo e lei, ancora una volta, non era riuscita a fermarlo; non era riuscita a toglierli quei suoi sensi di colpa e si sentiva uno schifo per questo.

Silenziosamente ritornò in classe, sapendo benissimo che Adrien non sarebbe rientrato nell'aula.

L'ennesima giornata di scuola passò velocemente, Alya e Nino erano sempre più preoccupati e avevano in mente di iniziare a pedinare i loro migliori amici per scoprire cosa gli nascondessero.

Sulla gradinata d'ingresso Marinette poté assistere a uno spettacolo esplosivo.

Sì, tutti gli idranti e i coperchi dei tombini erano saltati e l'acqua ne fuoriusciva velocemente e con forza; sopra questi getti si creavano delle nuvolette di vapore segno che l'acqua fosse più che bollente.

"Un'altra akuma" pensò Marinette prima di correre dentro la scuola per trasformarsi.

-Ehi, Marinette, c'é qualcosa che non va?- le chiese Tikki, osservandola mentre correva verso i bagni.

-No- rispose con voce flebile riducendola quasi ad un sussurro.

-Marinette.- Lo sguardo duro che il kwami le rivolse le sembrò più forte di una minaccia.

-Hai ragione Tikki, a chi voglio illudere?!?!- rispose la corvina spalancando la porta del bagno. -É solo... Solo che non sono pronta per altri lividi; tutta questa situazione é sfiancante!- si fermò un attimo chiudendo gli occhi per farsi coraggio. -Ne parliamo dopo, ora Tikki trasformami!-

Una luce rossa riempì il deserto bagno delle ragazza; quando il bagliore si spense Ladybug ne uscì, pronta a combattere.

Aprì la finestra del bagno e lanciò il suo yo-yo, ritrovandosi in un batter di ciglia tra i tetti di Parigi.

-Ladybug, Chat Noir dove siete? Voglio i vostri miraculous- cantilenò con una voce inquietante il nuovo akumizzato.

-Sempre con questa storia! Mai uno che per una volta vuole una bottiglia di birra o qualcosa del genere!-

-Chat Noir!- urlarono contemporaneamente la super-eroina e il nuovo seguace di Papillon.

Era così rassegnata al dover affrontare anche quel nemico da sola, che vedere il suo compagno lì, di fronte a lei, le fece quasi perdere il suo equilibrio.

-Bene, bene, bene. Il duo torna in azione, eh?- chiese sarcastico l'uomo, poi, con un movimento del braccio, formò un'enorme bolla d'acqua sotto lo sguardo sbigottito dei due supereroi.

Chat Noir si stava avvicinando pericolosamente alla bolla con un passo mal fermo; "Ma che cos'ha?" si chiese Ladybug osservando il compagno sempre più vicino a quell'arma.

-Oh, ma che cosa carina! E dimmi puoi dargli la forma che vuoi?- chiese il ragazzo-gatto immettendo l'indice dentro la bolla che si ergeva minacciosa di fronte a lui.

Ladybug urlò guardando l'acqua inglobare il compagno; lanciò il suo yo-yo verso l'amico ma ormai era troppo tardi: il ragazzo era già dentro.

-Ma è fantastico qui! Ladybug entrà anche tu, daaaaiii- la pregò Chat mentre si metteva a nuotare.

-Lucky Charm!-

Ladybug lanciò lo yo-yo verso il cielo e ne uscì una fionda con qualche pallina. -Che dovrei farci con questo!- disse disperata, guardando gli oggetti scetticamente.

Agganciò il suo yo-yo su un cornicione e si librò in aria; atterrò di fronte alla bolla, ma subito altri palloni d'acqua più piccoli le vennero scagliati contro.

Ladybug balzò a sinistra, la raffica di bolle terminò e l'akumizzato compì degli strani movimenti con le mani; la super-eroina vide l'acqua contenente Chat Noir alzarsi in cielo. Successe tutto velocemente: la bolla scese di nuovo in picchiata verso di lei; riuscì a spostarsi ma l'arma scoppiò e Chat cadde a terra.

Ladybug afferò il compagno con il suo yo-yo e, a fatica, lo trascino in un vico. -Rimani qui!- gli ordinò poi gli diede un bacio a fior di labbra e ritorno a combattere.

Si doveva sbrigare, le rimanevano solo due minuti e non c'era neppure il suo partener.

Osservò di nuovo l'akumizzato intento a creare qualcos'altro con le mani; indossava una specie di cappotto bianco e azzurro che arrivava fino alle caviglie, era aperto appena sopra all'ombelico e sotto aveva una maglietta aderente nera con dei pantaloni dello medesimo colore. Nonostante fosse da sempre un'attenta osservatrice, più lo giardava più non riusciva a capire dove di trivasse la famosa farfalla nera. Scorse di sfuggita, in un colpo di fortuna, un bracciale che stringendogli gli permetteva di trasformare l'acqua in quelle forme.

Fu velocissima: balzò in avanti prima che una meteora d'acqua le arrivasse addosso, corse verso l'uomo, tese la fionda e gli lanciò contro una pallina. La meteora si dissolse e lei colse quell'attimo di disattenzione per prendergli il bracciale; lo buttò a terra calpestandolo e facendo uscire l'akuma.

Dopo averla purificata ed aver risistemato Parigi con la magia del lucky charm, Ladybug corse verso al vicolo dove aveva lasciato Chat; la trasformazione era agli sgoccioli ma non gliene interessava molto. Purtroppo però, quando arrivò, il suo costume si dissolse; una luce rossa riempì il vicolo ma di Chat Noir non riuscì a scorgerne neppure l'ombra.

Angolo fangirl fusa

Io mi chiedo come faccio sempre a ridurmi con un solo capitolo e per giunta incompleto! Ah vabbè lasciamo perdere, corro a fare i compiti delle vacanze; perché sono indietrissimo.

GAIA💚

[Revisionato il 30/08/2019]

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