Capitolo 20

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Chat vide Marinette uscire di casa affianco a Nath e si chiese, per l'ennesima volta da quella mattina, perché la ragazza avesse deciso di uscire con il rosso.

Doveva ammettere di aver origliato, proprio quel giorno, la corvina mentre parlava con quel ragazzo. Fu ardua per lui mantenere la sua ira, mentre li vedeva così vicini, ma si contenne.

Ricordava vivamente le parole che Nathaniel avesse posto a lei e come si fossero accordarti per l'orario in cui uscire così, dopo ore passate a contemplare il soffitto assorto nei suoi pensieri, decise di spiarli.

Li osservò mentre camminavano per raggiungere la macchina ed ebbe la sensazione che Marinette si sentisse in forte disagio; i suoi movimenti impacciati lasciavano dedurre solo quello. Marinette non sembrava avere intenzione parlare, mentre Nath pareva proprio non esserne in grado.

L'imbarazzo tra loro era così palpabile da poter essere tagliato con un coltello.

Chat continuò a pedinarli da sopra i tetti, nonostante loro si stessero già dirigendo a qualche meta a lui sconosciuta. Sperò con tutto se stesso di non destare la minima attenzione e di non farsi scoprire; ma non riusciva a fare a meno di avvicinarsi maggiormente a loro.

Li guardò uscire dalla vettura di fronte ad un locale e non si sforzò neppure di sorridere compiaciuto dell'atteggiamento di Marinette.

Anche se lui non c'era stato molto in quelle settimane lei non lo stava rimpiazzando, e quell'appuntamento ne era la prova: non aveva mai sorriso e si stava comportando in modo freddo, sembrava stesse mettendo le distanze. Inoltre il ragazzo-gatto aveva dedotto, da quelle azioni fredde e distaccate, che Marinette non fosse uscita con Nathaniel volontariamente.

"La prossima volta lo ridurrò in Ketchup!" si promise mentalmente il biondo, notando le evidenti ferite sul volto che gli aveva procurato qualche giorno prima.

-Senti, Mari, ho capito che non volevi uscire con me ma almeno potresti dimostrarti gentile!- sbottò Nathanaël, prendendo la ragazza per il polso e strattonarla davanti a sé.

Chat, che aveva già storto il naso in disaccordo a quel nomignolo, andò su tutte le furie alla vista di quel gesto.

Sul suo volto si era formata una smorfia furente e stringeva il suo bastone pronto ad usarlo se avesse visto qualche altra mossa falsa.

-Lasciami in pace- ringhiò Marinette scandendo per bene ogni sillaba.

-Miss. sorriso da ebete si sta arrabbiando, che paura!- le rispose insolente Nath.

-Nath! Lo vedi questo anellino che ho al dito?! Bene, indica proprietà privata, quindi non toccarmi mai più o non dovrai vedertela solo con un paio di tacchi 15- gli replicò minacciosa lei, mostrando l'anello che aveva al dito.

Chat stava cercando di trattenersi in tutti i modi, se fosse saltato addosso a quel ragazzo tutti si sarebbero fatti delle domande; per ora si poteva limitare solo a guardare Marinette rispondere per le rime. Quando sentì non dovrai vedertela solo con un paio di tacchi 15 riuscì a stento a trattenere le risate; oltretutto il ragazzo che era sotto minaccia aveva fatto un'espressione formidabile: la sicurezza che aveva dimostrato si era appena tradita, lasciando spazio allo sbigottimento e l'inquietudine.

Oh, e quella fu proprio una delizia per gli occhi del super eroe parigino.

Come un un cane con la coda tra le gambe abbassò lo sguardo, tolse la presa dal polso di Marinette ed iniziò a camminare.

-Scusami- sussurrò sommessamente con il volto puntando verso le sue scarpe. -Io non volevo... Marinette tu mi piaci e credo si sia capito da tempo. Non avrei certo voluto trattarti così, mi dispiace. Non era nelle mie intenzioni- continuò a spiegarsi, sorridendole timidamente.

Fu impossibile per lei trattenersi dal pensare a quanto fosse dolce, ma si limitò solo ad annuire in modo comprensivo.

D'altronde capiva benissimo come si dovesse sentire il ragazzo e poteva comprendere bene cosa si era smosso nel suo animo per dire quelle parole.

Entrarono poco dopo nel locale; Chat, nonostante non avesse voluto, pensò fosse un posto carino e molto ben arredato. Le luci tenue davano un'aria romantica al luogo e le numerose piante unite ai mobili in legno conferivano un'aria più naturale.

Marinette si dispiacque per quanto impegno Nath stesse mettendo in quell'appuntamento, quando lei sembrava essere da tutt'altra parte.

Fu strano per lei sedersi di fronte al rosso e ordinare; non poteva fare a meno di pensare che avrebbe voluto condividere quei comenti con il suo fidanzato e non da sola.

Si alzò, avvisando prima il ragazzo, e si diresse verso il bagno del locale.

Quando si vide allo specchio si sentì davvero debole; non vedeva la Marinette che tutti ammiravano, ma solo una ragazza fragile e senza forze.

Udì uno strano rumore, ma non ebbe neppure il tempo di capire cosa fosse che una mano si posò sulla sua bocca.

Trattenne il respiro prima di vedere il costume nero del super eroe di Parigi. Gli morse la mano con tutta la sua forza, arrabbiata con lui.

Il ragazzo urlò dal dolore e la liberò subito da quella presa.

-Cavolo, sei forse impazzita?- le chiese fissandola con gli occhi sgranati.

-Sei uno stronzo- affermò lei allontandosi da lui, voleva mettere distanza tra i loro corpi.

-Marinette- sosprirò, mettendo da parte il gesto compiuto dalla sua fidanzata. -Vorrei solo parlarti, potresti venire con me?-

-No- gli rispose con sicurezza dirigendosi verso la porta.

Sì stupì un po' per quella parola, ma immaginava lei potesse rifiutare.

-Ti prego- mormorò dispisciuto e Marinette si girò per guardarlo.

I loro occhi si scontrarono e sentì di nuovo la sensazione familiare delle farfalle nello stomaco.

Si immerse in quelle pozze verdi, ricordando ogni loro momento insieme fino al giorno in cui Chat le aveva proposto di diventare la sua ragazza.

Si arrese e annuì sconfitta, prima di stringerlo a sé.

Nathaniel bussò contro la porta del bagno delle signore, preoccupato che Marinette si fosse sentita male; quando però aprì esitante la porta si accorse che non ci fosse presente nessuno.

Loro due erano già svaniti nel buio di quella sera.

Angolo fangirl fusa

Avverto che ancora continua comunque vi dovevo dire un po' di cose (un bel po').

Iniziamo:

1 Chi mi segue e legge le mie storie ha notato che di recente ho scritto una one-shot, perché non passate a leggerla? Si chiama il ricordo di te.

2 Fatemi capire che siete vivi! Voglio che la campanella delle notifiche esploda. 

3 Se volete rimanere aggiornati seguitemi, posto quasi sempre in bacheca per informare su miei nuove storie o per gli aggiornamenti.

Ok, ho finito con le news!

Ho colto l'occasione per dirvi tutto quello che vi dovevo dire da tempo.

*Chat la trascina via dalla tastiera*

Io: *lo guarda male* Perché?

Chat: Li stai annoiando e va a finire che scrivi lo spazio autrice più lungo del capitolo!

Io: Uff per una volta che leggono!

Chat: Vai a scrivere! Voglio sapere se mi faccio Mari!

*Marinette sviene dall'imbarazzo*

Io: Chat! *prendo la mia sedia e lo inseguo*

Concy: Devo chiudere di nuovo io il capitolo eh?

Hinami: No ci penso io!

Gaia (si scialla38 per chi non lo sapesse si chiama Gaia) vi ringrazia per le stelline, i voti e i commenti al capitolo precedente e a questo; e vi chiede scusa per lo spazio autrice più lungo di sempre.

Io:* si ferma dall'inseguire Chat* dovevo dire un ultima cosa!

Come volete essere chiamati disagiosi o sciallati?

*riprende ad inseguire Chat*

*scivola su Pomodoro* (si su Nathaniel)

*sbatte la testa*

*la portano in ospedale*

Hinami: Shippatemi con Ayato mi raccomando!

HINAMI

NO! SONO GAIA💚

[Riscritto il 1/09/2019]

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