Capitolo 21

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Contrariamente a quello che pensava Marinette non si stavano dirigendo a casa sua, poiché la strada le sembrava simile a quella che percorreva per andare alla torre Eiffel.

Si era fatta convincere, ma dentro di sé sentiva molta ansia per quello che il ragazzo le avrebbe spiegato di lì a poco per questo lo strinse maggiormente a sé.

Si sentiva confusa, molto confusa: tutto quello che era successo la stava mandando nel pallone. Eppure, nonostante la causa di tutto ciò fosse Chat non potè fare a meno di aggrapparsi a lui e di cercare nei suoi atteggiamenti delle certezze.

Dal canto su il biondo si sentiva un fascio di nervi: il suo animo temeva che Marinette avrebbe preso veramente male la sua spiegazione.

Arrivarono a destinazione, e Chat cadde quasi a terra quando Marinette poggiò i piedi sulla Torre.

La confusione che aveva avuto Marinette si trasformò in rabbia d subito di fiondò sul ragazzo, facendolo scontrare definitivamente il suo fondoschiena contro il metallo della struttura a causa dei pugni che aveva iniziato a scagliargli.

-Stupido gatto!- singhiozzò prima di tirargli un altro pugno. -Stupido, supido Gatto!- urlò un'altra volta.

Piano piano la potenza dei suoi colpi si affievolì, lasciando spazio al suo pianto disperato.

-Marinette.- La ragazza alzò lo sguardo e lo puntò in quello verde di lui. -Basta- assentì il biondo, stringendo i polsi della corvina tra le mani.

-Ti odio!- lei accasciandosi sul suo petto, mentre un fiume di lacrime si faceva spazio sul suo volto.

-No, non é vero- gli rispose il ragazzo abbracciandola.

Quando Chat vide che si fosse calmata si de-trasformò lentamente, sicuro ormai delle sue scelte. Una luce verde lo avvolse e Plagg uscì dal suo anello.

-Dammi il camembert!- ordinò l'esserino nero, guadagnandosi un'occhiataccia dal suo portatore.

-Ti sei detrasformato!- urlò Marinette ricominciando a dargli pugni; sentiva sotto le mani un tessuto diverso ma non aveva intenzione di aprire gli occhi per scoprire chi fosse il reale possessore del miraculous della sfortuna. Lo aveva voluto scoprire per tanto tempo, ma sentiva che ancora non fosse il momento, soprattutto perché lei non si sentiva pronta a rivelare al suo partener la sua vera identità.

-Ma non vuoi sapere chi c'è sotto la maschera?- chiese con voce flebile e delusa Adrien.

-Per ora non voglio...-

-Ho capito. Tu non vuoi stare più con me- gli rispose, sentendo gli occhi pizzicargli.

Marinette alzò di scatto la testa, le sue palpebre erano ancora sbarrate. -Non devi dirlo neanche per scherzo!-

-Ma allora perché non vuoi vedermi?-

Entrambi stavano urlando; stavano compiendo uno sforzo enorme contro le loro volontà e si sentivano degli emeriti idioti.

-Perché poi dovrei dirti il mio più grande segreto- mormorò Marinette riabbassando la testa.

-Ma non c'è ne di bisogno! E poi cosa nasconderesti di così strabiliante?-

-Sì, che ce ne sarebbe di bisogno...-

-Marinette! Io voglio che tu sappia la mia vera identità!- affermò con convinzione il biondo alzandole la testa.

-Chat, non capisci...- ribadì lei in modo sconsolato.

-E allora fammi capire! Io non ci vedo nulla di male che tu sappia chi sono- stava urlando di nuovo, ma quella volta era più che determinato.

-Stupido Micio! Io sono Ladybug!- gridò in risposta Marinette aprendo gli occhi di colpo. Tante piccolo goccioline caddero dal cielo iniziando a bagnare sia loro che le abitazioni vicine.

Quando lei vide chi in realtà fosse Chat Noir, sentì una scossa scuoterle il corpo e il cuore fermarsi nel suo petto: era Adrien; lui era sempre stato il suo Chat.

-Perché l'ho detto?- si rimproverò la corvina alzandosi per allontanarsi dal ragazzo; le sue lacrime si confondevano con la pioggia.

Adrien era rimasto troppo stupito dalla rispostata della ragazza, era riuscito solo ad alzare il busto e guardarla mentre piangeva -My lady?- sussurrò.

-Sì, Adrien- gli rispose girandosi.

Nonostante l'aria sofferente, accennò a un sorriso e fu in quel momento che lui sentì una molla scattare dentro di sè.

Si alzò di colpo, stringendola strettissima. -Sei sempre stata tu!- esclamò. -Lo posso dire all'intero mondo?- gli sussurrò nell'orecchio.

-Ah non esageriamo, umano! E poi avevi già dei sospetti, no?- gli chiese Plagg interrompendoli, spuntando all'improvviso.

-Plagg, brutto guastafeste!- Tikki uscì dalla borsa di Marinette, per andare contro al kwami della sfortuna.

Il gattino ridacchiò, rivolgendosi di nuovo al suo portatore -Romeo ci stiamo bagnando leggermente, non vorrei ammalarmi; sai com'è...-

-No, non so com'è- gli rispose ghignando Adrien, poi disse le due parole magiche e tornò il supereroe Parigino.

-Dobbiamo ancora parlare di molto noi due- disse rivolto alla ragazza, prima di prenderla nuovamente in braccio.

-Ma che fai! Guarda che sono in grado di camminare per i tetti anche io! Ci riesco persino meglio di te.-

-Però io mi diverto di più così!- le disse prima di scendere dalla torre Eifell e atterrare su un palazzo di Parigi grazie all'utilizzo del suo bastone -Sai così sei più vicina a me, e io ti posso palp...-

-Brutto gattaccio pervertito!- lo interrumpe Marinette.

-Però sono il tuo gattaccio pervertito- sottolineò Chat, atterrando poco dopo sul terrazzino della ragazza.

-Bene, ora mi spieghi perché mi hai lasciata da sola per più di due settimane! Idiota!- Marinette prese subito lo spruzzino che usava per innaffiare le piante ed iniziò a buttare l'acqua addosso a Chat.

Il biondo non provò nemmeno a difendersi. -Sai non funziona molto quando sta già piovendo!- la prese in giro con quel tono di voce così saccente.

-Allora l'hai voluto tu!- La ragazza rapidamente si tolse la scarpa e puntò il suo tacco quindici contro al ragazzo.

-Oh no il tacco quindici, no!- urlò spaventato Chat entrando dentro la stanza; qualche minuto dopo anche Marinette fece il suo ingresso nella sua camera trovando già il ragazzo in forma civile.

-È il momento delle spiegazioni- disse seria, sedendosi sul letto e facendo cenno ad Adrien di sedersi con lei.

Un silenzio imbarazzante cadde tra di loro; Marinette voleva spiattellargli in faccia quanto l'avesse fatta stare male, e di come quelle settimane senza il suo gattino fossero state tremende, però si trattene: voleva prima sentire le spiegazioni del ragazzo e, poi, urlargli contro.

Dopo attimi lunghissimi il biondo si decise a parlare: -Scusa- disse in un sussurro quasi impercettibile.

-Dici solo questo?-

-Che dovrei dirti? Scusa mia padrona?- dopo aver pronunciato quelle parole Adrien ridacchiò.
La ragazza si alzò stizzita lanciandogli il cuscino che pochi attimi prima stringeva al petto.

Poi... esplose.
-Non mi bastano come scuse! Mi hai lasciata sola per più di due settimane sotto entrambe le tue spoglie; sei un cretino! Io combattevo da Ladybug da sola! Sola, hai capito? Guarda!- si fermò alzando la maglietta e mostrando degli enormi lividi su tutto l'addome -Come hai potuto? Hai lasciato da sola la tua città e me.- continuò infuriata. -Poi, ovviamente, quando io ho cercato di capire la situazione, tu mi urli contro che stavi per stuprarmi e riprendi a evitarmi... Si fa così giusto? Si scappa di fronte ai problemi, vero Adrien?- si interruppe nuovamente guardandolo dritto negli occhi, per fargli capire tutta la rabbia che provava. -Vuoi sapere perché oggi sono stata costretta a uscire con Nath?- chiese mettendo le braccia sotto i seni e fissandolo severa.

-Dopo che tu mi hai lasciato ad affrontare una sbronza da sola, io non ricordavo nulla. Nino mi aveva detto che Nath poteva sapere quello che fosse successo alla festa di Kim. Sono andata a casa di quel pomodoro e lui mi ha praticamente ricattato, se avessi voluto sapere quello che mi interessava dovevo uscire con lui.-

Adrien le circondò il collo con le sue braccia, stringendola a sè -Sono un idiota; lo so bene. Pensavo che standoti lontano non avresti più sofferto- le sussurrò nell'orecchio sentendola a poco a poco tranquillizzarsi. -Non pensavo saresti stata così male, non pensavo che comportandomi in quel modo ti avrebbe procurato cosi tanto dolore, anche fisico- aveva abbassato la testa, fissando l'addome della ragazza "Che cretino che sono" si maledisse mentalmente.

-Forse queste sono accettabili come scuse...-

Gli sorrise la ragazza appoggiando la testa contro alla sua spalla; il ragazzo iniziò ad accarezzarle la schiena, era rincuorato nel sapere di essere stato perdonato.

Improvvisamente si fermò dal lasciarle le carezze e la scostò nuovamente da lui.

-Ma perché te lo ha detto Nino?-

Angolo fangirl fusa

Sono qui! Presente! Ah cosa?

*la giuria le parla nell'orecchio*

Si, um si *annuisce*

La giuria mi ha suggerito di dirvi grazie 😁

Si grazie per le 11.000 letture, cioè STIAMO SCHERZANDO? (Angolo post revisione: ora siamo a 61k HAHAHAH)

*fermano i suoi scleri da fangirl*

*si ricompone*

Salvatemi dai compiti plz! E anche dalla mia voglia di guardare gli anime (dopo essere impazzita nuovamente per Tokyo Ghoul, di cui sto iniziando a leggere anche il manga, sto avendo una vera e propria ossessione per Fairy Tail). Io non guardo gli anime, li divoro...

Ora mi dileguo che mia mamma mi chiama.

*svanisce in una nuvola arcobaleno*

*la trovano a fare i compiti*

*sbatte ripetutamente la testa sui libri*

*sviene*

GAIA💚

[Revisionato il 2/09/2019]

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