10 | Yuri

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CAPITOLO 10
Yuri

Non lo trovo.

Per tutta la giornata tra i vari cambi di aula e i minuti a disposizione ho cercato Logan, ma pare essersi spolverizzato nel nulla, ho anche chiesto di lui agli altri componenti del gruppo con cui non ho stretto un granché, non perché non mi piacciano ma non sono per niente il tipo che ha più di quattro persone con cui socializzare, sono più selettiva di quanto non si possa pensare. Non riesco a stare dietro a troppe persone.
Rafael, il ragazzo di colore con cui ho parlato l'ultima volta a quel falò allo Yosemite National Park, per poi rivederlo a quell'altro in spiaggia dove io e Logan abbiamo litigato di brutto, mi ha detto di non averlo visto nemmeno lui eppure hanno una lezione in comune ma Logan non si è presentato.
Perciò stranita, tento la mia ultima carta e gli vado a bussare alla porta del suo dormitorio.

È ora di pranzo. Adrien e io ci siamo dati appuntamento dopo le lezioni, magari sarebbe il caso di pranzare insieme e cercare di chiarire ancora, per l'ennesima volta e provare a ritrovare noi stessi, come coppia. Ma so bene che non riuscirei a stare tranquilla se prima non trovo Logan per vedere come sta dopo la discussione di oggi, è più forte di me.

Attendo quindi davanti la porta. Busso ancora e ancora, aspettando mentre inizio a guardarmi a destra e sinistra, cercando di scacciare le occhiaie fuggiasche che mi sento calare addosso dagli altri studenti che entrano nelle loro stanze, che escono o che più semplicemente mi passano di fianco scrutandomi confusi. Alcuni mi lasciano invece lunghi sguardi.
Un ragazzo, invece, cammina per la sua strada poi però si ferma e mi punta le iridi marroni addosso. Capelli marroni, leggermente mossi e scompigliati, paiono a tratti tagliati male. Le labbra piccole e diversi nei a punteggiargli il viso un po' pallido. Indosso ha una felpa blu stropicciata e dei semplici jeans scuri.

«Cerchi Logan?» chiede. D'istinto guardo la porta a cui nessuno è venuto ad aprire.
Annuisco in imbarazzo, guardandolo.
«L'ho visto uscire dal campus questo mattino, dopo la seconda ora.»

Aggrotto inevitabilmente la fronte.
«Ah... grazie per avermelo detto» cerco di nascondere la mia espressione preoccupata e gli rivolgo un piccolo sorriso di gratitudine. Lui mi fa un cenno di testa. «Figurati» mi sorride.
Non appena gira le spalle intento a ritornare ai fatti suoi, tiro fuori il cellulare e cerco Logan tra i contatti, aprendo la chat.

"Dove sei?"
Gli mando un messaggio senza pensarci due volte. Lo stato della sua attività mi avvisa che è offline da ieri sera.

«Oh! Quasi dimenticavo!»
Una voce mi fa alzare di scatto gli occhi dallo schermo del cellulare in attesa di vedere la spunta verde apparire vicino alla foto di Logan, inutilmente direi.
Il ragazzo di prima mi indica con un dito.
«Tu e Logan...» prende parola, prima di essere richiamato da un ragazzo più in fondo nel corridoio.
«Amico ti vuoi fare una mossa?!» alza la voce quello sollevando le mani in aria scocciato. Il ragazzo, invece, che mi ha parlato in automatico riprende a camminare frettolosamente, non prima di fare dei passi all'indietro guardandomi e alzando una mano in aria a mo' di tifo in un modo veramente buffo.
«State veramente bene insieme!» alza la voce quasi urlando per farsi sentire. Resto per un attimo perplessa. Mi sorride.
Scuoto la testa per un attimo confusa, ora che lo guardo meglio ha quasi un aspetto famigliare.
«Scusa, ma ci conosciamo?» alzo la voce a mia volta. Lui guarda di sfuggita il suo amico che lo richiama ancora, questa volta però in un modo che mi lascia sbigottita.
«Price, vuoi muovere il culo o ti devo prendere a schiaffi?!»

Price?
Non possono far a meno di scrutare il tutto con le mani lungo i fianchi.

«No! Non ci conosciamo!» risponde lui divertito dalla mia domanda, svegliandomi di colpo dallo stato di trance in cui ero caduta senza rendermene conto.

Guardo un'ultima volta la porta di Logan ben consapevole che lui non c'è, perciò mi avvicino al ragazzo che mi ha rivolto parola affrettando il passo così da raggiungerlo visto che mi è di spalle e sta per girare l'angolo insieme al suo amico.
«Ehi!» esclamo non appena gli sono vicina, notando che tutti e tre stiamo andando verso la stessa strada, ovvero quella che porta alle scale dell'uscita. Lui si volta verso di me, abbastanza stupito.

«Ehi» mi saluta con un mezzo sorriso. Non si aspettava di certo che io gli venissi incontro, glielo si legge in faccia. Pare improvvisamente a disagio.

Il suo amico accanto, un ragazzo biondo, un metro e ottanta, tutto palestrato mi dà un'occhiata stranito.
«Sono Ronnie» allungo la mano in gesto di saluto, presentandomi. Lui punta gli occhi nocciola su di essa.
«So bene chi sei» mi dice sorridente. Resto ancora più confusa, infatti corruccio la fronte.
«Davvero?» chiedo stranita.
«Mh, mh» mugugna, ma la mano la afferra ugualmente e me la stringe. Per un attimo ho una sorta di strano e improvviso déjà-vu.
Déjà-vu che parte in bomba nel preciso istante in cui lui, con la mano stretta alla mia, fa muovere le nostre mani in un modo molto infantile, scuotendole e facendomi rivivere inevitabilmente una scena di tanti mesi fa. Io e Logan nella cucina dell'appartamento di Adrien. Il nostro secondo incontro da quando sono a San Francisco.

«Yuri Alexander Price, piacere.»
Lo fisso con fare spaesato negli occhi. I miei neuroni si muovono a velocità luce cercando di mettere in ordine ogni singolo pezzo. Yuri pare capire quello che mi sta frullando nella testa, perché solleva leggermente gli angoli della bocca in un modo che solo qualcuno che già conosco lo fa e questa cosa, quando la realizzo, mi dà improvvisamente una scarica di brividi lungo tutta la spina dorsale.
«Logan è mio fratello.»

Resto di stucco e completamente ammutolita. Apro più e più volte la bocca come un pesce fuor d'acqua alla ricerca di qualche frase intelligente da dire ma non so esattamente cosa fare uscire.
Logan ha un fratello? Da quando? Lui mi ha sempre e solo ripetuto di avere sorelle femmine, non mi hai mai accennato l'esistenza di un fratello, sicuramente più piccolo dato il suo aspetto che di certo non avrà più di diciott'anni anche se ne dimostra molti di meno. Gli sarà forse scappato? Impossibile. Perché mai dimenticarsene...

«Fratellastro» lo corregge il suo amico biondo. Gli poso per un attimo gli occhi addosso, sorpresa ancora di più da questa rivelazione.
Yuri ride in tutta risposta.
«Sì, sì, vero. Fratellastro.»
«Oh, immagino che Logan non te l'abbia detto...» commenta poi, nella sua voce si legge una lieve inflessione, una nota di tristezza che gli scappa nonostante il sorriso che ha in viso e che prova a trattenere.
Scuoto la testa.
«N... no» balbetto presa di sprovvista dalla notizia. Perché mai Logan avrebbe dovuto tenerselo nascosto?

«Hai... hai detto di conoscermi» riprendo il discorso di prima e scuoto la testa accennando un sorriso. «Come fai a conoscermi? Insomma... non ti ho mai visto prima d'ora» gli faccio notare con aria completamente smarrita.
Yuri alza le spalle mentre prende a camminare assieme al suo amico, perciò cerco di tenergli il passo, scendendo le rampe di scale.
«Ecco...» prende a parlare lui e si gratta a disagio la nuca. Si schiarisce la voce.
«Se ti dico che vi ho guardati da lontano suona inquietante?»
«Sì, amico. È molto inquietante» ribatte il biondo.
Yuri prende a gesticolare con fare caotico. «Oh... davvero? Ecco... io vi ho solo guardati, perché vi vedevo sempre nel campus, sono qui da poco tempo e non ho mai-» si blocca di scatto cacciando un colpo di tosse. Sembra imbarazzato.
«Non mi sono mai avvicinato troppo ma ho visto che lui è quasi sempre insieme a te, e state molto bene insieme, sono felice per lui.»
Lo dice con una punta di tristezza che non riesco ben a inquadrare.
«No, no, noi due siamo solo amici» puntualizzo subito prima che fraintenda ancora.
«Davvero?» chiede Yuri sorpreso. Annuisco.
«Ma come mai non mi ha mai parlato di te? Sapevo che fosse l'unico maschio tra tutte le sue sorelle» chiedo stranita da tutto questo.
Il biondo vicino a lui di cui ancora non ho ben capito il nome, che non si è minimamente presentato tanto che a tratti penso di essere io quella a stargli antipatica e non ne capisco il motivo sinceramente, mi guarda. Le sento le sue occhiate di striscio e pare proprio che non veda l'ora di eliminarmi dal suo raggio visivo.

«Forse perché il tuo amico è uno stronzo olimpico?» è lui a rispondere al posto di Yuri e le sue parole mi lasciano abbastanza spiazzata, soprattutto per il tono acido che ha usato.
«Duncan!» lo riprende Yuri. Oh, ecco come si chiama lo spilungone tutto muscoli e la felpa rossa addosso.
«Scusa... in che senso? Di che parli?» chiedo io subito in quarta fermandomi di scatto sull'ultimo gradino prima del pianerottolo. Duncan si gira e mi dà un'occhiata infastidita.
«Dovresti chiederlo a lui» si riferisce a Logan. Aggrotto la fronte. «Non fa altro che comportarsi di merda con Yuri, lo tratta peggio di un sacco di immondizia-»
«Duncan, basta» lo riprende Yuri improvvisamente a disagio passandosi una mano sul viso in imbarazzo palese.
Duncan gli molla un'occhiata e scuote la testa. «Che c'è? È vero. Mica me le invento le cose, non ho tempo per queste stronzate» replica d'improvviso incazzato.

Io, nel frattempo, li fisso completamente scioccata da quanto mi stanno dicendo.
Logan che tratta male le persone? Da quando in poi? Lui non fa certe cose, è la persona più gentile e premurosa su questo pianeta, una tra le poche ancora rimaste.

«Senti, lascia perdere...» mi riscuote dai pensieri Yuri con un tono affranto. Sembra proprio che non gli piaccia trattare questo argomento. Duncan, però, non sembra della stessa opinione.
«Dì al tuo amico di farsi un esame di coscienza, non è di certo colpa di Yuri se suo padre mentre era in servizio in Iraq ha avuto una relazione alle spalle della moglie.»
Replica stizzito e mi gira le spalle allontanandosi. Yuri però non si muove e i miei occhi ricadono proprio in quelli suoi ricolmi di tristezza.
«Avanti, andiamocene» lo richiama a sé Duncan con fare protettivo, aspettandolo che riprenda passo.

Yuri tira un profondo respiro e abbassa gli occhi per un istante sul pavimento in parquet scuro.
«Fino a qualche mese fa non sapevo nemmeno di avere un fratello, men che meno maggiore» si sforza a sorridere. «So che è stato inaspettato per entrambi... credo che ci voglia solo tempo per queste cose, ecco, per accettare questa nuova versione delle nostre vite. Lui ha avuto modo di conoscere nostro padre probabilmente meglio di quanto ne ho avuto io e non gliene faccio una colpa se non mi vuole come fratello e se mi ritiene quasi una sorta di intruso che non vuole tra i piedi. Ma fin quando lui sta bene ed è felice... io sono felice. Penso che sia questa la cosa più importante.»

Inutile dire che le sue parole mi creano una morsa al petto che mi fa mancare il respiro tanto sono struggenti, colme di dolore ma allo stesso momento anche di un amore incondizionato.
Yuri mi sorride un'ultima volta.
«È stato un grande piacere conoscerti, Ronnie, sapevo fossi in gamba» dice e non mi lascia tempo di replicare perché gira le spalle e raggiunge il suo amico, Duncan, che sembra volermi tagliarmi in due con la vista.
Beh... chiaramente non gli vado a genio e come dargli torto? Sono l'amica del ragazzo che tratta male il suo... presumo migliore amico dall'atteggiamento che gli ho visto nei confronti di Yuri che in confronto a lui pare uno scricciolo.

Con la mano sul corrimano delle scale, resto ferma a metabolizzare tutta la sfilza di notizie appena ricevute. Minuziosamente. L'istinto da sbirro di mio padre raccoglie ogni singola briciola e cerca di infilarla nel quadro generale delle cose. Ripercorro con la mente tutti gli accaduti degli ultimi mesi, uno ad uno cercando di ricordare le stranezze per cui non mi sono data ancora una risposta.
Yuri ha detto che è qui da poco.
Riduco gli occhi in due fessure, pensando con insistenza a questa informazione.
Logan che improvvisamente scompare nel nulla per diversi giorni.
Sì. E quando gli ho chiesto dove fosse finito lui mi aveva risposto "noiose questioni di famiglia".
Può essere questo? Oppure... lui il mattino che ho compilato le scartoffie per il trasferimento nel campus, quando l'ho beccato sveglio alle prime luci intento a correre da qualche parte con la maglietta al contrario tanto era sovrappensiero.
Forse è anche questo. Può essere.

Sono possibili incognite che se collegate a Yuri possono coincidere e avere un senso logico.
La cosa che però non riesco veramente a spiegarmi è il modo in cui Duncan l'ha descritto: uno stronzo.
Logan non è così, non lo è mai stato, ma allora perché etichettarlo come tale? Se considerati tutti i miei momenti più brutti, Logan è stato l'unico che mi è stato vicino. Mi è stato accanto senza alcuna malizia e non chiedendo mai niente in cambio, quindi solo il pensiero che lui stia trattando nel peggior dei modi il suo fratellastro mi è estraneo. Duncan ha detto che suo padre ha tradito la madre in una delle sue tante missioni in Medio Oriente. Sofia però, dal modo in cui ha parlato di suo marito quando sono stata a casa sua, non è mai sembrata turbata da uno screzio del genere. Ha trattato l'argomento di suo marito con i guanti, rivelandomi anche dei particolari che avrebbe potuto risparmiarsi e l'ha descritto come una tra le migliori delle persone mai conosciute in vita sua.

Sospiro alla fine e prendo posto sul gradino della scala. Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e controllo la chat. Da Logan nessun segno di vita, lo stato offline da ieri sera persiste ancora e non è minimamente cambiato.
Decido di lasciar perdere, molto probabilmente sarà a Sacramento, dove a detta sua il suo segnale non prende molto bene. Stringo meglio la tracolla della borsa e mi rimetto in piedi pronta per raggiungere Adrien, magari pranzare insieme e passare del tempo con lui finché Logan non si farà vivo.

Spero solo sia tutto okay, l'ho visto parecchio scosso prima di uscire dal bar questo mattino e non posso far a meno di ricordare la sua espressione delusa in volto quando ha scoperto di me e Adrien.
Se voglio che questo Natale non lo passi in mezzo a loro due che si guardano male, devo trovare un modo per dare una mano d'aiuto ad Adrien e velocizzare il processo di riappacificazione perché fino al venticinque dicembre mancano meno di due settimane.

In che guaio mi sono cacciata?
Non immaginavo così la mia prima relazione con qualcuno e men che meno Logan come mio miglior amico... che mi ha nascosto l'esistenza di un fratello.
Un fratellastro.

***

Non appena nel campus raggiungo Adrien che mi sta aspettando poco più avanti, sul sentiero battuto in pietra che conduce al cancello di uscita. Quando mi scorge sul suo viso appare un piccolo sorriso che ricambio. Affretto il passo finché non gli sono abbastanza vicino. Lui mi viene incontro e la prima cosa che fa è sollevarmi il mento e lasciarmi un bacio sulle labbra a cui mi abbandono tanto da farlo ridere lievemente.
«Ti sono mancato?» ridacchia sulla mia bocca. Sorrido inevitabilmente, contagiata dal suo buon umore e mi stringo a lui il più possibile.
«È stata una giornata pesante» rispondo semplicemente tra le sue braccia che mi stringono forte al suo petto. Mi lascio cullare per alcuni secondi del profumo della sua maglietta.
«Sì, hai ragione» dice e infila il viso nell'incavo dei mio collo lasciandomi un bacio sulla pelle che mi fa sussultare a tratti per il solletico. Rido istintivamente e cerco di allontanarmi ma lui non molla la presa su di me e me ne lascia altri, molti altri che mi fanno ridacchiare mentre mi contorno tra le risate.
«Andiamo a mangiare qualcosa?» chiede con le mani che mi premono il ventre contro di lui, tanto da farmi andare le guance a fuoco.
«Mh, mh» rispondo mugugnando e provando a contenermi quando i suoi baci si trasformano di punto in bianco in qualcosa di nettamente più bollente. La sua lingua percorre la mia pelle, i baci diventano più lenti e mi raggiungono il lobo dell'orecchio, stuzzicandolo. Chiudo gli occhi, il mio respiro si fa pesante, un'ondata di calore mi attraversa l'interno coscia fino a far pulsare la mia intimità di piacere.
«Dob... dobbiamo andare» farfuglio in preda a quello che sta provocando al mio corpo. Balbetto inevitabilmente e Adrien tutta risposta ride compiaciuto e si allontana fissandomi intensamente. Poi mi molla un bacio sulla bocca.
«Andiamo.»
Annuisco, ma non mi muovo di un centimetro. Il mio cuore batte troppo rapidamente per pensare al pranzo di oggi. Ho fame.
Ma non fame di cibo.
«Che c'è?» mi chiede d'improvviso lui con aria confusa, ma tremendamente divertita. È ben consapevole di quello che mi ha appena fatto.
«Ordiniamo da asporto?» chiedo di scatto. Sulle sue labbra si forma un piccolo sorrisetto che la dice lunga.

Non capisco quando e come, ma tra baci rubati lungo il tragitto arriviamo davanti la mia stanza del campus. Con la bocca attaccata a quella di Adrien, il respiro pesante che va a scatti, il cuore che batte a mille e il mio corpo che formicola come mai prima di adesso, infilo la chiave nella serratura del porta, la giro e la spingo aprendola e facendo entrare entrambi. Adrien la richiude dietro di sé con un calcio e io non posso far a meno di ridere.
Lascio le chiavi per terra, completamente incurante di tutto. Le mie mani si abbassano, afferrano la sua maglietta e gliela sfilano di dosso.

I nostri vestiti uno per uno finiscono sul pavimento in giro per la stanza che fanno da scia in direzione del letto, dove non appena vicino, poggio una mano sul suo petto, lo spingo sul materasso e gli salgo sopra.
«Hai... ordinato il.. il cibo cinese?» chiede Adrien contro la mia bocca.
«N-no... it... italiano» rispondo tra un bacio e l'altro. Lui mi afferra e capovolge la situazione, finché non me lo ritrovo sopra, i suoi fianchi tra le mie gambe. Mi scruta dall'alto per qualche fratto di istante, finché non torna con la bocca sulla mia che scende sul mio collo mentre io lo stringo forte a me, ansimante sotto di lui, contorcendomi di piacere.
Sento le sue dita affondare nel mio fianco destro, l'altra dietro il collo che me lo afferra dolcemente, stringendolo in un modo che sento fiamme dappertutto, soprattutto quando scende con la bocca sotto la mia clavicola.

Trattengo forte il respiro quando una mano scende e si infila dentro i miei slip, le sue dita che iniziano ad accarezzarmi nei miei punti più deboli con lenti movimenti circolari.
I miei occhi si scontrano contro quelli suoi, il viso si avvicina al mio, le mie labbra di nuovo contro le sue e le nostre le lingue che si rincorrono.

***

Angolo autrice
Oh, sì... top colpo di scena. Intanto un'immagine di Dylain O'Brien nei panni di Yuri.

E Colton Haynes come Duncan

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