2 ⎊| Stiamo andando con calma

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CAPITOLO 2
Stiamo andando con calma

Inutile dire che sprofondo dieci metri sotto terra. Logan rimane più stordito di prima, e infatti mi guarda come a chiedere spiegazioni e io sinceramente non so come diavolo intervenire. Papà si riferiva a questo e io non ho colto il significato delle sue parole... e adesso non so che fare.
Merda.

«Sì, è mio padre» riferisco a Logan che rimane ancora più stupito di prima. Fa per aprire bocca ma la rinchiude subito. Si limita a guardare papà e gli fa una lunga e insistenza lastra a raggi x.
«Lei è il vice sceriffo Kyle?» finalmente si sente la sua voce.
Papà sorride.
«Quindi mi conosci» osserva.
«Ronnie mi ha...» mi guarda frettolosamente, «parlato di lei e del ranch, ma non immaginavo che fosse così...» si ferma probabilmente cercando il termine adeguato.
«Giovane?» ride papà.
Logan annuisce.

«Beh... ho tolto via la mano da mia figlia.»
Logan pare improvvisamente in difficoltà. «Ora che ne dici di salutarmi come si deve?» gli allunga di nuovo la mano.
«Logan Price, Signore» dice e gliela stringe.

In tutta onestà resto stupita dal suo comportamento, anche solo per il modo in cui saluta mio padre, con un rispetto tale che non gli ho mai visto. Poi ricordo il suo di padre, il fatto che fosse stato un soldato nella Marina americana.

«Oh, ma come siamo formali...»
Papà se la ride di gusto e lo attira a lui avvolgendolo in un abbraccio e mollandogli due violenti pacche sulla spalla che quasi non gliela spaccano, e io fisso la scena torturandomi la pelle secca del labbro. Voglio scomparire.

«Mio padre era un Navy SEAL, Signore. Plotone Charlie, specialità cecchino. Ha compiuto numerose missioni a Falluja, Iraq» spiega Logan con orgoglio non appena si staccano, mentre resto stupita per il modo in cui le parole gli escono fuori di cui ovviamente non capisco niente se non per la prima parte.

«Devi esserne fiero» commenta papà. Logan annuisce.
«È stato un grande eroe per questo Paese» alza lievemente un angolo della bocca.
«È stato?»
«È venuto a mancare anni fa. Una storia lunga.»

Papà annuisce, non chiedendo oltre.
«Le mie condoglianze che. Deve essere stata dura.»
Logan sorride con tristezza.
«Lo è stato, Signore.»

Papà si gira poi verso di me, Logan segue il suo sguardo.
«Chi l'avrebbe mai detto?» mi fa divertito. «Tra tutti proprio il figlio di un militare?» sorride e mi afferra con un braccio attirandomi a sé, poi punta gli occhi su Logan.
«Ti andrebbe di unirti a noi stasera? La mia compagna starà a San Francisco per qualche ora. In questo modo potremmo conoscerci meglio.»

Inevitabilmente rivolgo uno sguardo a Logan che a sua volta mi fissa non sapendo che rispondere.
«Papà» lo richiamo facendomi coraggio per affrontare questo fraintendimento. Lui posa lo sguardo su di me.
«Dimmi, tesoro.»
«Logan e io... insomma... noi due non-»
«Avete altri impegni?»
Scuoto la testa e faccio per chiarire subito la situazione.
«No, papà. Cioè sì, ma non è questo il punto» mi correggo subito ricordandomi della serata cinema di cui io e lui avevamo parlato.
«Ronnie sta solo dicendo che noi due non stiamo insieme, siamo solo amici» interviene subito Logan ridendo lievemente nel vedermi tanto in imbarazzo. Lo guardo, ringraziandolo mentalmente.

Papà schiude la bocca in un "Oh..."
«Non c'è problema» solleva le spalle come se niente fosse. «Mi ha spiegato che avete intenzione di andarci con calma perché è una cosa nuova e io di certo non voglio intromettermi.»
Maledizione.

Logan mi punta gli occhi addosso lanciandomi un'occhiata in perfetto stile "di che sta parlando tuo padre?".

Eh... Sta parlando di me e Adrien, ma lui non ne ha la più pallida idea probabilmente perché quando ha iniziato a trattare Adrien come se fosse suo figlio in automatico entrambi ci siamo chiusi a riccio e non abbiamo avuto il coraggio di dirgli che vogliamo frequentarci e che è Adrien la persona con cui ho deciso di fare tutto con calma.
Maledizione.

«Beh, io adesso vi lascio. Non voglio trattenervi più di tanto. La cena sarà per le otto di stasera. Vai pure con Logan e fate le vostre cose, spero niente di troppo...» si ferma e sembra pensarci su, pare improvvisamente a disagio, quindi guarda Logan negli occhi «non toccare mia figlia altrimenti ti verrò a cercare» minaccia con uno strano sorriso e Logan, invece, pare di colpo impallidire, poi si gira verso di me.
«Mi raccomando non fare tardi. Amanda non starà per molto e voglio che tu ci sia perché dobbiamo parlare di Devonshire e di altre cose.»

Mi limito ad annuire e lo vedo allontanarsi e tornare da Adrien che per tutto il momento pare abbia ascoltato la nostra conversazione. Quando incontro il suo sguardo tiro in automatico un sospiro di frustrazione.

Mi volto verso Logan che furtivamente mi afferra per una mano, mi tira fuori sul pianerottolo e chiude la porta.

Lo guardo confusa, sul suo viso invece trovo spiaccicato un sorrisetto.
«Quindi... stiamo andando con calma, eh?» ridacchia divertito. Lo guardo male e mi copro il viso con una mano per l'imbarazzo che non è ancora andato via.

«Oh, dai, smettila...» mi lamento dandogli un schiaffetto scherzoso sul braccio. «Mio padre ha frainteso un bel po' di cose, sarà dura spiegargli di nuovo che noi non stiamo insieme» ci indico.
«Sul fatto di andarci con calma pare siano parole tue» mi punzecchia ancora. «Cos'è? Mi vuoi chiedere un appuntamento e non sai come farlo quindi ci metti di mezzo tuo padre?»
Di colpo sento le mie guance andare a fuoco.
«Logan, vaffanculo» mi limito a ribattere, lui invece si mette a ridere come un cretino.

«Non sapevo avessi un padre così giovane e attraente. Sicuramente avrai ereditato da lui il fascino» continua senza tregua alcuna.

«"Puoi toglierle gentilmente la mano di dosso?"» scimmiotto però io, prendendolo in giro. «Da quando in poi sei così protettivo nei miei confronti?»

Lui alza le spalle. «Non gli somigli per niente, non è colpa mia se mi sono fatto un'idea sbagliata.»
Inclino lievemente la testa d'un lato. Logan mi scruta sorridente e io sospiro.
«Cristo... non ho per niente voglia di andare a una cena di famiglia» dico appoggiandomi di spalle al muro accanto la porta d'ingresso. Lui fa alcuni passi verso di me, alza le mani e mi sposta i capelli dietro le orecchie.
«È così terribile come cosa?»

Certo, che lo è. Io e Adrien abbiamo deciso di fare sul serio e non ho la più pallida idea di come dire a mio padre e a sua madre questa notizia. Presumo sarà solo molto imbarazzante. Non so nemmeno come dirlo a Logan, figuriamoci ai nostri genitori.

«Rimanda per un'altra volta e vieni con me» propone di punto in bianco prendendomi di sprovvista.
«Non posso...» mormoro sconsolata e lascio la fronte contro il suo petto. Lui in tutta risposta mi abbraccia.

«Non vai d'accordo con la tua matrigna?»
Esito per qualche istante.
«No, lei è a dir poco fantastica. Mio padre non avrebbe potuto trovare di meglio dopo la mamma, ma dovremmo parlare di cose che riguardano il ranch di famiglia. Papà ha detto che a casa le cose non vanno molto bene e che è stato a Devonshire per guardare il ranch di un suo vecchio amico e la cosa mi preoccupa. Ho paura che voglia vendere i nostri cavalli» mormoro ad occhi chiusi. Logan si stacca.

«Se vuoi vengo a tenerti compagnia alla cena. Che dici?»
Scuoto la testa.
«No... sarebbe troppo da chiederti. Sono cose di famiglia, non voglio ficcarti nei nostri problemi finanziari» replico con riluttanza. Lui esita, mi fissa in silenzio e poi alza le spalle.
«Se tu lo vuoi, puoi contare su di me. Vengo volentieri, tanto non ho niente di meglio da fare» insiste con un sorriso così tenero che mi scaccia d'improvviso ogni singola briciola di preoccupazione.

«E la serata cinema?» chiedo, ricordandogli del film di cui mi aveva parlato ieri sera.
«La spostiamo per un'altra volta, senza di te non non ci vado» dice semplicemente.
«Ma ci tenevi tanto. Pare proprio che ti piaccia un sacco quel film.»
«Mi piace di più passare il tempo con te.»
Resto di colpo spiazzata, in un senso che non riesco a descrivere.
Lascio cadere la nuca contro il muro e lo guardo in silenzio.

«Mio padre pensa che stiamo insieme. La cena sarà molto imbarazzante se ci sarai, te ne rendi conto, vero?»
Lui ride come se ci fosse qualcosa di divertente. A volte veramente stento a capirlo. Insomma, io mi tortura la testa per questo improvviso fraintendimento e a lui pare non fregare più di tanto. Ma come fa?

«Se vuoi posso essere il tuo ragazzo, solo per stasera» propone con una naturalezza che mi lascia spiazzata. Sollevo inevitabilmente le sopracciglia.
«Cosa?»
Lui annuisce.
«Non sarebbe più facile dirgli che siamo semplicemente amici?» chiedo assolutamente contrariata dalla sua folle proposta.
«Tuo padre mi adora» fa compiaciuto. Scuoto la testa.
«No, lui adora che il tuo era un militare. Questo ti rende in automatico un ragazzo pulito, con la fedina penale intatta e sicuramente dai grandi valori morali ed etici.»
Lui corruccia la sopracciglia e mi lancia un sorrisetto furbo. «E non lo sono?»

Sbatto teatralmente le ciglia.

«Ho dei grandissimi valori morali ed etici» mi punzecchia di nuovo e mi si avvicina. Fa scivolare una mano sul mio fianco e mi fa solletico. Sobbalzo di scatto e lo guardo di traverso afferrandogli l'avambraccio.
«Ma sei scemo?»
Cerco di fare la persona seria ma non ci riesco e mi ritrovo a ridere, contagiandolo.
«Torna al campus» gli dico subito dopo. «Io intanto mi torturerò la testa per ore intere finché papà non mi darà la grande notizia sul fallimento del ranch» ironizzo con l'amaro in bocca.

Logan però non sembra intenzionato ad andarsene. Solleva una mano e mi afferra il viso.
«Vedrai... andrà tutto bene» prova a confortarmi. Abbasso gli occhi al pavimento per un istante.
«Io non credo proprio» ribatto guardando in faccia la realtà dei fatti.

Lui in tutta risposta mi lascia un bacio sulla fronte che mi scalda il cuore come mai prima di adesso. In automatico lo avvolgo in un abbraccio, affondando la testa contro la maglietta scoperta dalla giacca aperta e lui ricambia, stringendomi forte.

«Davvero non vuoi che venga alla cena? Giuro che non darò fastidio, sono molto amato dai genitori in generale.»
Rido istintivamente e lo sento ridacchiare e fare l'imbecille come al solito.
«No, Logan, non devi.»
«Ma lo voglio fare per te, chi se ne importa di quello che pensa tuo padre e se crede che noi due stiamo insieme.»
A me. A me importa. Ora più che mai perché Adrien e io stiamo facendo sul serio.
Alzo il viso e lo guardo. Lui, come di conseguenza, abbassa il suo ritrovandoci così a una distanza davvero troppo ravvicinata. Sento il cuore iniziare a battermi forte contro la cassa toracica e non ne capisco il motivo.
«Ti faccio compagnia, il resto non conta.»

Ma come ho fatto a trovare un amico del genere? Come ho fatto a meritarmi una persona come Logan?
Lo stringo a me un'ultima volta e poi mi stacco.
«Ti voglio troppo bene per ficcarti nei casini della mia famiglia.»

Confesso guardandolo diritto negli occhi e il cuore non vuole proprio rallentare.
«Lo dici proprio tu che mi hai evitato un paio di botte da Elias» ridacchia divertito.
«Vai al campus» concludo la conversazione. Mi alzo sulle punte dei piedi e gli lascio un bacio sulla guancia. «Se va male, allora ti chiamerò.»

Alla fine annuisce senza insistere oltre.
«E io verrò in men che non si dica» risponde facendomi sorridere appena, quanto basta affinché l'agitazione in merito alla cena svanisca quasi del tutto.
«Ti sei fatto il Yosemite National Park per me e ci conoscevamo appena...» gli ricordo divertita al solo pensiero.
Noi due, le undici e mezza di notte, quattro ore di viaggio ininterrotte sulla sua moto e lui che una volta arrivato all'appartamento è letteralmente crollato sul divano dalla stanchezza.

Mi guarda ammutolito di colpo, sembra sovrappensiero, fa per dire qualcosa ma alla fine alza lievemente gli angoli della bocca.
«Mi aspetto lo stesso trattamento questo Natale, perché sarò senza moto.»

Oh, già. Il mio invito per le feste che gli ho fatto all'acquario. Me ne ero completamente dimenticata.
«Cavolo...» mormoro con sconforto. Logan alza un sopracciglio.
«Che c'è? Non mi vuoi più?» scherza ma pare seriamente preoccupato e la cosa mi lascia stranita.

«No, no» rispondo rapidamente e scuoto la testa. «Devo solo far capire a mio padre che non sei il mio ragazzo, altrimenti questo Natale lo passerò tutto a vederlo ronzarti intorno per conquistarti con il suo strano modo di fare, tipo portarti a caccia e farti ammazzare qualche cervo o lepre... Sarà imbarazzante...»
Logan sembra divertito invece.
«Se tuo padre ci prova con me, io di certo non mi tiro indietro. Hai visto il suo livello di virilità? Potrei diventare bisessuale.»

La sua battuta demente mi lascia sbigottita.
«Piantala subito o ti mollo un cazzotto in faccia.»

«No» replica con un sorrisetto e indietreggia frettolosamente di un paio di passi, beccandosi uno sguardo storto da parte mia. Mi lancia un occhiolino incredibilmente illegale e si dilegua giù per le scale.

Che scemo che è.

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