32 | Tu verrai messa da parte

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CAPITOLO 32
Tu verrai messa da parte

«E io porto disordine nella tua vita... per questo non posso dirti che ti amo. Almeno tu rimani fuori dalla mia lista di errori.»

Apro di scatto gli occhi. Lenzuola arancioni, cuscino bianco e un letto singolo. Sono nella mia stanza da letto del campus.
Punto lo sguardo davanti, la porta d'ingresso ora chiusa. Confusa da questo strano sogno appena fatto, mi tiro su, sedendomi sul bordo del materasso con le mani appoggiate su di esso.

Sono passate ben quattro settimane dalla cena a Seattle e sono cambiate un bel po' di cose. Ad esempio io sono di nuovo single e la cosa non potrebbe farmi sentire meglio, Adrien è scomparso dalla mia vita com'era giusto che capitasse da tempo e dagli ultimi pettegolezzi di Kim, pare che lui e Lorelai siano tornati insieme, ma questa volta anche solo l'ipotesi che ciò possa essere vero non mi fa né caldo e né freddo.

Da papà non ho ricevuto alcuna telefonata, forse perché il mio cellulare è andato perso nella piscina della sorella di Logan, e non ha modo di contattarmi se non sfruttando i suoi contatti nella polizia cosa che fortunatamente ancora non si è spinto a fare. Non nego che non mi sarebbe dispiaciuto, è mio padre dopotutto e pensavo sul serio che avrebbe fatto di tutto per riconquistare la mia fiducia ma si è semplicemente volatilizzato nel nulla, forse troppo occupato col suo nuovo lavoro e forse anche con la gravidanza di Amanda.

Credo di capire finalmente le parole di Logan tempo fa, in quel motel, sulla questione di avere un fratellastro. Chiunque ci sia nel grembo di Amanda non sarà mai mio fratello, ma resterà uno sconosciuto e la sola consapevolezza mi fa sentire una persona di merda visto che sono stata io quella a litigare con Logan per Yuri, per farglielo conoscere e dargli una possibilità. Adesso che mi trovo nella stessa situazione... capisco finalmente cosa voglia dire e fa male. Tanto male.

Mi alzo, prendo un cambio di vestiti, vado al bagno e mi lavo per essere pronta per la lezione di oggi.
Mi siedo a un tavolo del bar del campus e prendo qualcosa per colazione mentre do un'occhiata ai vari annunci di lavoro part-time in giro per San Francisco con la testa però sono completamente da un'altra parte, ovvero dal mio miglior amico.
Quello che è successo a Seattle, noi che ci siamo finti una coppia mi è piaciuto e per un solo istante sul serio ho pensato che Logan Price potesse essere il mio ragazzo, ma poi il giorno successivo a mente lucida mi sono data una forte sberla mentale.

Io non posso rovinare la nostra amicizia per delle vaghe idee che io ho di noi due e non ho posso nemmeno giocare con i suoi sentimenti che nelle ultime settimane effettivamente paiono non ci siano più, forse gli è veramente passata come mi aveva detto che sarebbe capitato nel Texas.

La cosa mi infastidisce? No, o perlomeno non del tutto... non lo so nemmeno io, ma una cosa è certa: mi fa sentire sollevata.

Nell'ultimo periodo non ho fatto altro che dividermi tra università e la sua famiglia a Sacramento, a stringere un bellissimo rapporto con Liz, conoscere meglio sua madre e soprattutto anche passare del semplice e amichevole tempo con lui. Niente battute a doppio senso, niente ammiccamenti, siamo solo amici e mi sta bene tutto, proprio così com'è.
Quando sono arrivata a San Francisco in cuor mio speravo di trovare qualcuno che avrebbe potuto rispecchiare l'amore che c'è stato tra mamma e papà, ma forse io non sono ancora pronta per quel tipo di amore e la mia testa al momento deve stare sui libri non sui ragazzi.

«'Giorno! Caffè amaro come la mia vita.»

Duncan appare davanti il mio sguardo poggia il bicchiere sul tavolo, trascina la sedia e si lascia cadere su di essa con un tonfo. Di Yuri non c'è traccia.

«Tutto okay?» chiedo bevendo un sorso del mio di caffè.

Lui caccia un sospiro. «Gli allenamenti sono sfiancati» risponde e poggia i gomiti sul tavolo, coprendosi il viso con entrambe le mani.
Ah, sì, quasi dimenticavo che Duncan fa parte della squadra di football dell'università.

«Il coach ci fa fare il doppio di quanto non facevamo prima, dice che dobbiamo essere pronti con quelli della Stanford, non che mi dispiaccia far loro il culo ma ormai sto pian piano dimenticando di vivere la mia vita e perfino con Yuri sto passando sempre meno tempo. Lo hai per caso visto?»

Scuoto la testa.

«Con Logan con va, invece?»

La sua domanda mi lascia perplessa. Alzo le spalle.
«Tutto nella norma.»

Duncan alza un sopracciglio.
«Ma sei seria?»

Rimango più confusa.
«Sì...? Sta facendo fisioterapia adesso, una volta terminate le lezioni deve andare alla clinica qui vicino, ha il solito appuntamento alle cinque e mezza.»

«Io non ti capisco...» mormora scuotendo la testa con dissenso e poggia gli occhi alla sua sinistra, oltre la vetrata che dà sul campus.

«Non capisci cosa?» gli chiedo quindi dando una frettolosa occhiata al telefono che Logan mi ha comprato dopo avermi buttata in piscina e aver ucciso il mio.

«Perché non state ancora insieme?»

Alzo gli scatto gli occhi, lui mi fissa con un'espressione accigliata. Caccio un sospiro.
«Perché siamo amici, Duncan» gli faccio ben nota la situazione. Lui schiocca la lingua contro il palato.

«Di questo passo te lo farai scappare, lo sai, vero? Guarda che lui non sarà single a vita, un bel giorno troverà un'altra ragazza e tu verrai messa da parte.»

Logan che si mette insieme a qualcuna? Impossibile. Lui non vuole una relazione.

«Perché dovrei essere messa da parte?» rido lievemente.

«Non siete solo amici, lui ti ha detto delle cose, mi pare e tu provi qualcosa per lui» ridacchia.

«Io non provo niente e quelle cose non ci sono più. Aveva solo una strana cotta per me, ma adesso non c'è più» dico sicura. Qualunque cosa io abbia provato per lui, per tutto quel periodo in cui mi è stato tremendamente vicino data la mia situazione famigliare l'ho accartociato e buttato in un angolo remoto del mio cuore. Logan è il mio migliore amico e niente di piu e mai lo sarà, perché lui è la persona che vorrei accanto per sempre, non con cui rischiare per due fastidiosi grilli parlanti nella mia testa che a volte mi provocano una strana sensazione allo stomaco e finisco col guardarlo sotto una luce diversa. Questo non puo esistere e io non permetterò di rovinare qualcosa che non voglio che cambi.

Duncan torna con gli occhi sulla vetrata, faccio lo stesso e vicino al bar noto Yuri. Il biondo non esita troppo a rimettersi in piedi pronto per raggiungerlo, ma prima mi rivolge un'ultima parola.

«Ascolta me: finirai col pentirtene. Quando finalmente lo vorrai lui non ci sarà più. Gli amici» dice facendo le virgolette con le dita, «non si guardano come vi guardate voi due.»

«E come ci guardiamo?» rido leggermente.

«Ronnie» mi fa d'un tratto serio.

Alzo le sopracciglia. «Uh?»

«Sei una ragazza perciò non posso darti un pugno in faccia.»

Dice e se ne va senza lasciarmi il modo per controbattere e dirgli che tutto quello che ha detto è un'enorme cazzata. In silenzio lo guardo mentre scompare dalla mia visuale, raggiunge Yuri, gli stampa un bacio sulla bocca e gli dice qualcosa che lo fa ridere, per poi mettere un braccio intorno al suo collo e allontanarsi insieme a lui.
Da sola al tavolo rimango con una strana sensazione che non riesco a scrollarmi di dosso. Le parole di Duncan si sono infilate con prepotenza nella mi testa e non so come farle smettere di ripetersi in una sorta di loop infernale.

Logan non lo farebbe mai. Cioè se trovasse una ragazza... lui non mi metterebbe mai da parte... vero?

Con gli oltre la vetrata fisso gli studenti chiacchierare o indirizzarsi a lezione per beccare il posto migliore. Tra tutti scorgo proprio Logan. Senza più la fascia, indosso una maglietta nera, i pantaloni cargo verde scuro e le scarpe da ginnastica. Sta parlando con Finn gesticolando mentre con una mano tiene la bretella dello zaino che ha in spalla. Si volta per puro caso verso di me e quando mi vede alza una mano sorridendo. I capelli gli sono talmente cresciuti che ormai sta tenendo le ciocche frontali legate dietro con un elastico.

No. Non lo farebbe mai.

Ricambio il sorriso e faccio per alzare la mano e salutarlo ma mi blocco di scatto. Una secchiata d'acqua ghiacciata mi casca direttamente in testa e il sorriso mi muore lentamente sulle labbra quando una ragazza con i capelli bruni, di spalle a me, alza la mano e gli va incontro. Aggrotto istintivamente la fronte. Si avvicina a Logan e lui l'afferra tirandola contro il suo petto per poi... baciarla.

Ma chi cazzo è quella?

Un fastidio mi sale di getto su per la gola, fastidio che provo a scacciare via rapidamente perché non devo provarlo, non ha il minimo senso. Io e lui siamo solo amici. E allora perché non riesco a smettere di guardarli? Lei ridacchia, mette le braccia intorno al suo collo e gli dice qualcosa che lo fa sorridere.
Con forza distolgo lo sguardo, prendo la mia borsa, il caffè ed esco fuori dal bar per raggiungere la mia lezione.

Nemmeno mi rendo conto quando gli passo accanto perché non posso mica fare il giro del campus in cerchio per evitarlo soprattutto perché io non devo evitarlo, non avrebbe senso. Finn mi nota e ovviamente non può farsi gli affari suoi e lasciarmi in pace per una buona volta.

«Ronnie, ma ciao! Come mai tutta questa fretta?»

Blocco il passo e mi giro. Gli occhi ancor prima di poggiarsi su Finn, si posano su Logan e la brunetta che gli sta attaccato al collo. Lui mi guarda e io distolgo lo sguardo in men che non si dica.

«C'è una cosa che si chiama "lezione", dovresti andarci anche tu, sai?» rispondo a tono a Finn indicandogli l'università alle mie spalle. Lui in tutta risposta sghignazza come un cretino e mi si avvicina. Che diavolo vorrà adesso?

Sbatto teatralmente le palpebre aspettando che mi spari la sua ennesima battuta. Almeno che se lo faccio felice si toglierà di torno. Con la maglietta sgualcita bianca, i bermuda e le scarpe da ginnastica della Adidas si piazza davanti a me. Al collo ha le solite cuffiette anni '90, in testa il berretto girato al contrario e sul viso gli occhiali da sole. Cosa se ne fa degli occhiali quando ha un berretto è una domanda che mi faccio molto spesso quando lo trovo nei paraggi. Da quanto mi ha detto Kim, Finn è figlio di un militare ancora in servizio e di una agente immobiliare di case di lusso... e allora perché lui si veste come un senzatetto alcolizzato? E' una buona domanda anche questa.

«Oggi sei più nervosa del solito» osserva inclinando di poco la testa con un sorrisetto piazzato sulle labbra.

«Non so di cosa stai parlando» replico e alzo lievemente gli angoli della bocca. «Magari è la tua faccia che mi rende nervosa. Te lo sei mai chiesto o forse non riesci a farti due domande da solo per il troppo alcol che ti scoli dalla mattina alla sera?» sollevo le sopracciglia con fare ovvio.

Finn ride divertito e mi si avvicina ancora.
«Ti rendo nervosa?»

Resto a fissarlo per alcuni istanti abbastanza disgustata.

«Mi provochi l'orticaria» lo correggo subito. Finn fa ancora un passo finché non me ritrovo a un soffio da me.

«Te l'ho mai detto che le stronze come te mi piacciono?» ammicca. Caccio un mezzo cenno di risata.

«Ti piacciono anche i calci nelle palle? Chiedo per curiosità.»

«Di solito no, ma se è questo il tuo modo di flirtare posso anche fare un'eccezione.»

Sono io quella a fare un passo questa volta. Mi avvicino al suo orecchio.
«Levati dal cazzo» gli sussurro e mi allontano rifilandogli un sorriso quanto più falso possibile. Mi becco come di conseguenza una risata da parte sua.

Quindi mi giro, tornando sui miei passi non prima di aver lanciato un'occhiata frettolosa a Logan e alla ragazza che ha attaccata a lui e me ne vado.

«La prossima settimana non è il tuo compleanno? Magari ci ubriachiamo insieme visto che anche a te piace tanto l'alcol!» sento dietro Finn. Senza voltarmi gli alzo un dito medio che lo fa ridacchiare come un imbecille quale è.

Ma poi come diavolo fa a sapere che è il mio compleanno la prossima settimana?

Decido di lasciar perdere e mi reco a lezione, non riuscendo per a togliermi dalla testa Logan che bacia quella ragazza.
Chi diavolo è quella brunetta e perché è la prima volta che la vedo?

No, non ci devo pensare, non sono affari che mi riguardano.

***

Angolo autrice
Io ho perso le speranze. Ve lo giuro. Non ce la faccio e non so nemmeno più dove sbattere la testa.
Capisco che Ronnie sia una cretina con la grande paura di rovinare qualcosa che ha di bello ma Logan... Stai bene?
No, chiedo. Sai com'è: CHE CAZZO STAI COMBINANDO E PERCHÉ NON HAI ANCORA BACIATO QUELLA RINCOGLIONITA?
io non ce la faccio. Mollo tutto e mi lancio dalle scale.

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