33 | Sei gelosa?

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

CAPITOLO 33
Sei gelosa?

«Che facciamo per il tuo compleanno?»
Kim.

Sono a casa sua, seduta su uno dei suoi scranni imperiali che dovrebbero essere delle poltrone. Una villa tanto grande dove più volte sono finita col perdermi tra i vari corridoi impiegando più di venti minuti a trovare l'ingresso. Niente in confronto alla casa di Teresa, questa è immensamente più grande. Moderna, ma con un tocco barocco e sfarzoso che fa capire a primo impatto l'importanza della famiglia di Kim.

Siamo in quella che lei chiama sala del thè con una porta finestra spalancata che dà sul terrazzo che a sua volta dà sull'immenso sprazzo ricoperto in pietra dove sono parcheggiate alcune macchine di lusso, ma al posto del thè ci stiamo sorseggiando un calice di qualche vino di centinaia di dollari. Fa tremendamente caldo oggi, più del solito.

«Dobbiamo fare qualcosa?» chiedo con noncuranza, fissando una Impala nera parcheggiata dall'altro lato del cortile, se così lo si può chiamare.

«Aspetta, non vuoi festeggiarlo?» chiede a sua volta Kim scioccata a dei livelli che non concepisco. E' solo una festa, faccio diciannove, non è niente di che.
«Possiamo fare un giro per San Francisco» propongo semplicemente e mi alzo, raggiungo il terrazzo fuori e mi accendo una sigaretta. Oggi sono nervosa. Troppo nervosa.
«Ma è il tuo compleanno» mi raggiunge subito lei.
«Non mi va di organizzare niente, non sono in vena e poi devo stare lontana dall'alcol. Quando bevo creo solo pasticci.»

«Posso fare io qualcosa, anche solo tra amici, non dobbiamo fare una cosa grande.»
«Non lo so...» mormoro con gli occhi sulla Chevrolet Impala del '67.
«Dai, te lo organizzo io, sarà un piacere.»
«Sì, ho notato che ti piace controllare le cose» ridacchio con un mezzo sorriso e la guardo. Lei fa una smorfia contrariata e si aggrappa alla ringhiera.
«Nah... non è assolutamente vero.»
«Sì, come no» ridacchio facendola sorridere.

La mia testa però è da un'altra parte e la mia curiosità non riesco proprio a tenerla a freno.

«Tu che sai tutto di tutti...» prendo a parlare con fare vago. Kim improvvisamente aguzza le orecchie. «Sai per caso chi è la tipa con Logan? L'ho vista oggi al campus.»

Sul suo viso si piazza un'espressione confusa.

«Chi?»
«Una con i capelli lunghi e marroni...»
«Ah... sì, Grace Gyllenhaal, una mezza gatta morta» solleva gli occhi al cielo schifata.

«Perché lo chiedi a me e non a Logan? Non siete tipo... amici?» corruccia le sopracciglia stranita.

Alzo le spalle.
«No, niente. E' solo che non me ne ha mai parlato, magari sarà una cosa nuova. Tutto qui.»

«Ti dà fastidio?»
Sbarro gli occhi per un istante ma poi scuoto semplicemente la testa con un sorriso forzato.

«Figurati...» rido leggermente. «Perché dovrebbe?»
Kim pare sospettosa.

«Non so, voi siete sempre così attaccati e credevo che dopo quello che è successo in Texas...» si ferma, non vuole continuare perciò alzato un sopracciglio.
«Dopo quello che è successo in Texas, cosa?» chiedo. Lei alza le spalle e si volta verso la Impala.
«Niente.»
«Kim» la chiamo a me. Voglio sentire quello che ha da dire.

«Niente, Ronnie... è solo che insomma... credevo ci fosse qualcos-»

«Ancora con questa storia?» chiedo esasperata e mi poggio di spalle alla ringhiera. «Tra noi non c'è niente, siamo amici. Tutto qui» dico e ripenso in automatico a quella volta in spiaggia, noi due, lui che mi dice che è innamorato di me. Ma gli è passata. Lo sento. Adesso è tornato a frequentarsi con le ragazze e a me non dovrebbe fregare niente e allora per quale cazzo di motivo ho fatto quella domanda a Kim?

«Ronnie Cazzuta e non so come fai di cognome.»

Una voce.
Sull'uscio della stanza da thè c'è qualcuno che fisso incredula. E' uno strano scherzo? Lo spero, perché io adesso sto cercando evitare di andare contro altri pali e sbattere di testa come tutte le altre volte in cui ho combinato un casino dietro l'altro.

Capelli scuri, occhi ghiaccio, un sorrisetto stampato sulle labbra. Kieran è appoggiato allo stipite, le braccia conserte e fasciate dalla camicia bianca, i pantaloni dello smoking e i mocassini.

Kim, al mio fianco, gli piazza addosso gli occhi.

«Aspettate, voi due vi conoscete?» chiede stupita. Lo sono anche io, ma dal fatto che lui sia qui. Pensavo che non l'avrei mai rivisto in vita mia dopo quella volta alla villa di Teresa.

«Circa» risponde Kieran facendo dei passi nella stanza, si sbottona i polsini e tira su le maniche della camicia scoprendo i tatuaggi.
«Chi l'avrebbe mai pensato possibile? Noi due di nuovo insieme.... Mhm, sembra proprio un segno del destino» commenta maliziosamente mentre infila le mani nelle tasche dei pantaloni neri.

«Il destino vorrà vederti di nuovo ficcato con la testa sott'acqua... e a me non dispiacerebbe affatto» sollevo gli angoli della bocca. Kim che non capisce di cosa io stia parlando si intromette.

«E' uno strano gioco erotico che fate?» ridacchia portandosi il calice di vino alla bocca e lanciandomi un'occhiata complice che io ignoro perché Kieran è solo un cretino bello da far schifo e altrettanto ricco. Ricordo bene le parole di Logan sul suo conto, come abbia trascinato Liz nel suo giro losco di chissà che stronzate.

«Una tua amica, Kitty?» chiede però lui indicandomi con un cenno della testa.

Kitty?

«Uh, uh. Tu, invece? Che ci fai ancora qui? Papà non ha finito con le vostre pratiche burocratiche?»
Kieran si poggia sul bracciolo del divano e mi guarda in un modo che sento i nervi a fior di pelle. Se Finn credeva di rendermi nervosa, cosa affatto non vera, Kieran invece ci riesce o forse è solo l'effetto del bicchiere di vino che mandato giu. A chi prendo in giro? Kieran è un... gran bel ragazzo, incredibilmente attraente. Posso anche capire come mai abbia fatto colpo su Liz, basta solo guardarlo. Alto, spalle larghe e tenuto ben in forma, mascella ben definita e due occhi che mettono impressione tanto sono chiari. Quello più incredibile di lui è il modo in cui si muove, con una cadenza talmente raffinata che pare disumana. Magari è un vampiro sotto mentite spoglie.

«Mio padre dice che non ne devo parlare con nessuno ma...» fa con aria teatrale scuotendo la testa, «Quelli della Blue Waves o come diavolo di chiamano voglio farci una causa di tre milioni di dollari per degli appalti in New Georgia» ride come se non gliene fregasse un cazzo. «Tuo padre ci ha appena fatto un favore col procuratore distrettuale» fa a bassa voce alzando una mano alla bocca.

Kim sbatte teatralmente le palpebre.
«Sei veramente scemo quando fai così, lo sai?»

«Per questo non siamo ancora finiti a letto?» replica lui.

«Esatto» risponde lei.

Io guardo in silenzio la loro discussione finché Kieran non riappoggia lo sguardo su di me.
«Vi conoscete?» chiedo indicandoli. Kim annuisce con un sospiro e va verso il tavolino basso, poggiando il suo calice e mollando una sberla dietro la testa di Kieran che la guarda male.

«Siamo cresciuti insieme» dice. «I nostri genitori erano sempre qui a parlare di affari e alla fine ho conosciuto questo grande cavernicolo» afferra la sua borsa e cerca qualcosa. Tira fuori il cellulare e torna da me.

«Vorrai dire questo grande figo da paura. Sai, mi chiedo ogni volta perché non ti lasci andare. Ora sei maggiorenne quindi qual è il problema?»

«Quello che hai appena detto è veramente disgustoso» gli faccio ben notare. Lui dal suo canto sfoggia un sorrisetto.

«Punti di vista» replica semplicemente.

«E' tua la macchina nera?» chiedo indicandola alle mie spalle con un dito.

«Vuoi farti un giro?» ammicca.

«No, la devi spostare perché blocca il passaggio. Kim e io ce ne stavamo per andare via.»
Kim si volta verso di me. «Davvero?»
Annuisco. «Sì.»

«Serata tra ragazze?» chiede lui, si sporge sul tavolo e afferra quello che era il mio bicchiere, se lo porta alla bocca e prende un sorso di vino.

«Non dovresti andare anche tu?» gli chiedo di rimando. Lui alza le spalle.
«Mio padre è un pazzo isterico, ritardare al solito colloquio lo farà incazzare solo di più, perciò rimango qui ancora per un po', se resti anche tu, questo è ovvio. Perché te ne vai?»

«Perché mi dai fastidio» alzo leggermente gli angoli della bocca.

«Davvero?»

Annuisco.

«Scappi da me? Che cosa strana, di solito le ragazze mi vengono incontro.»

«Forse sono attratte dal loro stesso quoziente intellettivo, ovvero sotto la soglia dello zero. Ci hai mai fatto caso?» chiedo con fare ovvio.

Kim caccia una strana risatina. «Oookey... che sta succedendo qui?»

Scuoto la testa con un'aria innocente. «Niente.»

«Niente» ripete Kieran facendomi una lunga lastra a raggi x dalla testa ai piedi.

«Mi dite come fate a conoscervi?» chiede sempre lei.
«A casa della sorella di Logan» rispondo.
«Ah, Teresa» commenta Kim con aria pensierosa.
Annuisco.

«Perché sei così acida oggi? Francisco non ti soddisfa come dovrebbe fare un uomo?»

Serro inevitabilmente i denti e tiro un forte respiro.
«Loro due non stanno insieme» parla Kim. Kieran sembra rimanere stupito.
«Ah, no?» fa e per poi continuare. «Beh, meglio così» sorride.

«E perché sarebbe meglio così?» chiedo. Lui si mette in piedi, poggia il calice sul tavolo e viene in mia direzione, si ferma a meno di un metro.

«Perché...» si avvicina pericolosamente al mio viso, chinando la testa. «Sei una piccola bugiarda che usa la carta del finto ragazzo e poi sul serio? Francisco? Mi sembrava strano che si fosse fidanzato.»
«E come mai?»
«Perché lui non è tanto diverso da me. Svegliati, tesoro. Dove credi che abbia imparato quello che sa?»

Rido inevitabilmente.
«Le tecniche di abbordaggio fallimentari come le tue?» inarco un sopracciglio. Kieran mi guarda per alcuni secondi in silenzio.
«Cosa siete? Amichetti?»

Dove vuole arrivare?
«Migliori amici» rispondo nonostante tutto.
Lui dinanzi le mie parole caccia una mezza risata.
«Strano che non ti abbia parlato di me, se siete migliori amici» scimmiotta divertito.

«L'ha fatto invece» replico. «E mi ha detto quello che hai fatto ad Elizabeth.»

Kieran aggrotta la fronte. «Ma io non ho fatto niente a nessuno.»
«Logan non è della stessa opinione.»

«Logan» ripete lui in uno strano modo. «Cisco» mi corregge facendo una pausa, «è più bugiardo di te. Forse per questo motivo siete migliori amici, uh? Avete un talento naturale nel dire cazzate» sorride e mi guarda con soddisfazione mentre io con la confusione più totale.

«Ma di che diavolo stai parlando?»
Sto iniziando sul serio a scaldarmi. Kieran fa una smorfia.
«Fammi indovinare...» risponde invece con una finta aria pensierosa. «Ti ha detto che sono io il grande e grosso lupo cattivo della storia? Divertente, lo ammetto.»

Non so come ribattere, perciò lo fisso in perfetto silenzio.
«Hai mai notato che Cisco è privo di difetti? E ti sei mai chiesta come mai?»

Cosa?
Certo, ho visto che non... insomma, è un ragazzo semplice in fin dei conti, nonostante le sue battutine iniziali. L'unico difetto che gli ho scovato è stato l'amore per la sua famiglia allo stesso tempo anche un grandissimo pregio ma... non ho mai trovato un vero difetto.

«No? Davvero non l'hai fatto?» ride lievemente. «Quant'è che sai di lui visto che sei la sua migliore amica?» chiede mentre la risposta frulla nella mia testa molto rapidamente.
Niente.
Non so niente.
«Io non ho fatto niente a sua sorella, ma lui sì invece.»
Rabbrividisco di colpo.
Kieran si tira indietro e mi guarda con soddisfazione.

«Ma di che parli?» chiedo reggendo il suo sguardo.

«Chiedilo a lui...» alza una mano e mi sposta una ciocca di capelli, gli occhi fissi su di questa, stessi occhi che si spostano nei miei. «E vediamo se lo conosci così bene come credi.»

Si tira indietro e si allontana. Un formicolio mi solletica le guance mentre il suo profumo mi punge il naso.
Saluta Kim con un occhiolino scomparendo nel corridoio mentre io rimango in silenzio a mordermi la lingua.
Kim mi punta gli occhi addosso.

«E' stato come assistere a un filmino porno» commenta togliendosi una cuffietta bluetooth. Probabilmente stava ascoltando qualche messaggio audio da parte di Nath, me li manda anche a me, alle tre di mattino dove dice cose senza un senso logico.

E no... è stato come assistere al crollo completo dell'ultima certezza che pensavo di avere: il mio migliore amico.
Le parole di Logan riemergono a galla. Noi due seduti sul bordo piscina dopo che Kieran se n'è andato: «Che ti ha detto?»
La sua domanda.

L'avevo visto leggermente agitato ma credevo fosse solo semplicemente preoccupato per me, non per qualcosa che Kieran si era fatto scappare... su di lui.

***

Cisco.
È così che lo chiama la sua famiglia. Cisco.
Ed è così che lo chiama anche Kieran e allo stesso modo l'ha chiamato Elias quella volta nel campus dell'università.
A prima vista sembra quasi come se Cisco e Logan fossero due persone completamente diverse.
Cisco è la sua parte più privata, quella che a quanto pare solo la sua cerchia ristretta di persone conoscono, io, invece, conosco solo Logan.
Il ragazzo estroverso, divertente e sensibile.

Ma chi è Cisco in realtà?

A casa di Teresa non ci ho fatto caso al nodo in cui ha affrontato Kieran. Sembrava si conoscessero da più tempo data la tensione tra loro due, ma non immaginavo così bene. Lui è sempre stato quello che avrebbe lasciato correre, avrebbe ignorato e non si sarebbe mai messo a fronteggiare qualcuno in quel modo.
E il suo atteggiamento mi ha stupito, ma pensavo che si era comportato così solo per mandare via Kieran e farlo smettere di ronzarmi intorno. E se così non fosse?
Se le sue intenzioni non erano affatto di evitare che Kieran mi desse fastidio ma piuttosto che mi dicesse delle cose a proposito di... Cisco?

Cos'è che non so di lui e del suo passato? Troppe.
Non sapevo nemmeno che suo padre e quello di Finn si conoscessero da una vita, e stata Kim a dirmelo così come della reazione violenta che Logan ha avuto durante il funerale di suo padre. Ma oltre a questo, io non so niente di lui, sembra che voglia tenersi il passato al sicuro, lontano da me.
La cosa che mi fa ridere è quella roba che aveva detto a Seattle, su sua madre, quei acri che la sua famiglia possiede... non sapevo nemmeno questo, mentre lui di me sa ogni cosa e questa situazione mi fa sentire con le carte tutte scoperte, allo scoperto, e non so come giocare in difesa.

«Ciao.»

Alzo il viso.
Sono al bar del campus. La seconda lezione è finita e io sono qui davanti al computer cercando di mettere due parole in croce per una ricerca che mi servirà per il prossimo esame, ma la mia mente è da un'altra parte, è da lui che adesso prende posto davanti a me e per la prima volta da quando lo conosco mi sento a disagio in sua presenza. Non mi era mai capitato.
Si toglie l'elastico e con le mani si lega nuovamente i capelli, questa volta tutti. Alcune ciocche gli fuoriescono dal nodo.
Sento che qualcosa è cambiato tra noi due, in lui, in me. Qualcosa non va.

«Perché non li tagli?» chiedo riprendendo a scrivere al computer o quantomeno ci provo ma alla fine non riesco a formulare una frase di senso compiuto, scrivo e cancello più volte sospirando pesantemente.
«I capelli?»
«Uh, uh.»

Logan solleva le spalle e si lascia andare contro lo schienale della sedia. «Penso mi stiano bene così. Tu che dici?»
«Che ti rendano più vecchio di quello che non sei.»
Okay, forse sono stata troppo diretta e cattiva. Non solo con le parole ma anche col tono di voce.
Infatti lui resta stupito.

«Hai il ciclo?» osserva con un mezzo sorriso. Come di conseguenza lo guardo di striscio e ripongo gli occhi nel computer.
«No. Perché? Vuoi comprarmi gli assorbenti?»

Silenzio.
«Che succede?»
Lascio perdere la ricerca e con uno sbuffo chiudo il computer.
«Niente. Che vuoi che succeda?»
Mi tiro su in piedi, infilo il computer nella borsa pronta per andarmene. Il fatto che lui mi abbia tenuto nascoste delle cose mi dà alquanto fastidio perché io non l'ho fatto, sa ogni fottuta cosa di me mentre io di lui non so un cazzo. Forse Kieran voleva manipolarmi e farsi una grossa risata mettendoci l'uno contro l'altra... e ci è riuscito perché in questo momento non sopporto niente di Logan. Né la sua presenza, né la sua voce e ne tantomeno le sue battutine di merda.

«Sei strana oggi. Lo eri anche ieri» dice. Mi volto in sua direzione guardandolo dall'alto.
«Pensala come ti pare, io ora vado a lezione.»

Senza lasciare che dica altro me ne vado in fretta e furia pronta per attraversare il campus e raggiungere la mia aula anche se in largo anticipo, ma non mi va di rimanere lì insieme a lui.
Lui che mi raggiunge e me lo ritrovo di fianco, e che ignoro finché non mi si piazza davanti obbligandomi a bloccare il passo.
«Ehi... Ma che hai?»
Le sue mani si alzano sulle mie braccia e io me lo tolgo di dosso rapidamente.
«Niente» ripeto rimandando a forza indietro il nervoso che mi sta salendo su per la gola e che sta solleticando le mie corde vocali. Devo tenere la bocca chiusa.
La mia reazione lo fa rimanere ancora più confuso.

«Ti ho fatto qualcosa?» domanda aggrottando le sopracciglia.
Scuoto la testa.
«Senti» prendo parola facendo un bel respiro mentre il mio cuore inizia a battere sempre più rapidamente tanto da sentirlo fin dentro le tempie e mi maledico perché non credo di riuscire a placarla... l'ira che sta accrescendo dentro di me.
Sollevo gli angoli della bocca e poggio una mano sul suo braccio.
«Sparisci» asserisco a denti stretti e lo sposto dalla mia traiettoria passandogli di fianco e riprendendo a camminare.

Una mano però mi afferra di scatto e non faccio in tempo a mollargli un pugno in faccia perché mi ritrovo a faccia in giù, sulla sua spalla e gli occhi sbarrati.
«Ma che cazzo fai?!» sbotto di colpo non potendoci credere. «Lasciami subito! Logan! Lasciami subito, cazzo!» urlo divincolandomi ma non riesco minimamente a fermarlo. Mi porta lontano, fuori sentiero sotto gli occhi di tutti che ci stanno fissando, mentre io gli mollo inutilmente dei pugni contro la schiena per mollare la cazzo di presa.
«Dove cazzo mi stai portando?!»
«La smetti di imprecare?»
«Ma vaffanculo!» replico a tono. «Lasciami! Hai capito?! Lasciami subito! Lasciami, cazzo! Logan!» continuo senza attimo di tregua finché finalmente non mi rimette con i piedi sulla terra e noto che siamo nel parcheggio dell'università. Intorno solo macchine, nessuno oltre a noi due.

Gli punto un dito contro.
«Vattene al diavolo!» sibilo inviperita. Mi sistemo meglio la borsa sulla spalla e poi anche i capelli e giro i tacchi.
La sua mano mi blocca di nuovo.
Oh, ma dai!

Mi volto con gli occhi iniettati di sangue.
«Ma si può sapere che cazzo vuoi da me adesso?» chiedo esasperata.
«Che hai?»
«Niente!»
«Ah, davvero? Ma non mi dire....» mormora e guarda alla sua destra per alcuni istanti.
«Non ho niente» ripeto ancora una volta così magari gli si infila nella testa e mi lascia in pace.
Lui poggia le mani sui fianchi e mi punta gli occhi addosso. Ed è così che iniziamo a fissarci a vicenda senza accennare una sola parola. Io incazzata per una miriade di motivi, lui incazzato perché io sono incazzata.
Perfetto, direi. Veramente perfetto.

«La pianti di fare la pazza e mi vuoi dire cosa ti prende?» fa tutto d'un tratto.
«Non ho niente, te l'ho detto» sibilo avvelenata.
Logan annuisce con la testa.
«Va bene» dice semplicemente e mi sorpassa, lasciandomi di stucco. Mi giro e lo guardo.
«Ma dove vai?»
Lui si ferma, alza le mani all'aria. «Sparisco» risponde e le lascia cadere lungo i fianchi. «Non è quello che mi hai detto di fare?»
«Infatti» dico a denti stretti.
Mi sorride. «Ordine ricevuto, ora me ne vado al diavolo» fa un saluto militare svogliato e ritorna a camminare mentre dentro di me il sangue mi ribolle nelle vene.
Ma che cazzo...

Con le pupille fisse sulle sue spalle fasciate oggi dalla giacca, mi mordo l'interno della guancia fino al sangue pur di stare zitta.
Non farlo Ronnie, non farlo.
Non farl-

«Certo, vattene al diavolo! Anzi, no! Torna a ficcare la lingua nella bocca di quella oca di Grace Gillan o come stra cazzo si chiama! Vaffanculo a entrambi!»

E fanculo a me perché ho parlato.
Logan si blocca di scatto e si gira. È a una decina di metri da me, poco e in poco tempo torna indietro. Merda.
La fronte aggrottata e un finta aria pensierosa.
«Sei gelosa?»

Oh, cazzo.
Sollevo teatralmente le sopracciglia e rido.
«Sì, molto gelosa» ironizzo e sbatto le palpebre. «Ma fammi il piacere...» mormoro con la rabbia che ora diventa cenere e si trasforma in un lieve imbarazzo.
«No, fammi tu il piacere di essere per una buona volta sincera con me.»

Ficco le mie pupille nelle sue.
«Ma di che parli adesso?» scuoto la testa alzando le mani all'aria e sbuffando scocciata. Lui resta in silenzio per un po'.
«Sono incazzata per i miei motivi, tu non c'entri un emerito cazzo e non c'entra nemmeno la tipa che ti scopi, per cui adesso ti levi dalle palle tu e le tue insinuazioni? Ma poi chi ti credi di essere? "Sei gelosa?"» scimmiotto alla fine infastidita, il cuore che mi pompa sangue a mille e le mie guance che stanno diventando lava pura.

«Va bene, Ronnie. Sai che c'è? Me ne vado così ti lascio in pace e ti lascio ai tuoi "motivi"» mi fa le virgolette con le dita, «per cui mi tratti di merda senza che io abbia fatto niente per meritare un atteggiamento del cazzo come il tuo. E scusami tanto se ti ho chiesto cosa avessi, sono sempre io quello che dovrebbe tenere la lingua a freno ogni tanto perché mi dimentico che a volte sei veramente una stronza!» sibila a un soffio dal mio viso e si tira indietro ritornando sui suoi passi, questa volta senza guardarsi indietro nemmeno una sola volta.

Ma che andasse pure a farsi fottere. Lui è quella Grace Gallagher... ma come diavolo faceva di cognome?!

Una macchina non tanto lontana apre lo sportello, mi giro e vedo scendere nientemeno che Adrien.
Ma che diavolo ci fa qui anche questo?
Mi nota, mi passa affianco e senza dire niente raggiunge il campus.
Bene. Se prima ero io ad evitare entrambi, ora sono loro ad evitare me.
Me lo merito.

Vaffanculo Ronnie.

***

Angolo autrice
Sono confusa. Ho bisogno di un Google traduttore che possa farmi capire cosa sia appena successo perché è difficile metabolizzare il senso logico di tutto ciò. Mhm...

Btw per chi fosse interessato c'è una uno spin-off sul personaggio di Kieran. La trovate sul mio profilo col nome "Jackpot Facile" e racconta la storia di Kieran e Ruth, due mondi completamente diversi e soprattutto tratta dei temi un po' più maturi, come il razzismo, sostanze stupefacenti e alcol. La protagonista, inoltre, è afroamericana, mulatta nello specifico. Il suo prestavolto è Zendaya ♥

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro