17 | Sì e no

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CAPITOLO 17
Sì e no

https://www.youtube.com/watch?v=SWHd9x1ulcs

Il mio cuore non ha mai battuto così come adesso. Lo so con certezza.
Io e lui non ci siamo mai nemmeno sfiorati più del dovuto, non è mai successo niente, a parte qualche battuta di troppo o quei momenti che parevano si potessero evolvere in maniera differente ma c'è sempre stato qualcosa a interromperli.

Non mi ha mai sfiorata, lui. È allora cos'è questo sussulto che sento rovistarmi nell'anima fino a farmi provare male e bene tutt'insieme?

Guardo la sua mano e poi lui.
E mi sento come a diciottanni, a quella festa di Halloween quando ha stoppato la musica a tutti solo per chiedermi un ballo, quello di fine anno della High School che mai ho avuto.
Adesso è lo stesso, con la sola differenza che questo ballo è come se lo chiedesse solo per noi due.
Lui con i capelli scompigliati, il sorriso in viso, le battute idiote che mi mancano da morire come mi mancava lui. Il suo profumo delicato di ammorbidente, profumo che si infila nelle mie narici e mi ci lascio inebriare fino alla asfissia quando metto la mano nella sua e ci avviciniamo.

Il sole è ormai del tutto calato, sopra di noi c'è la luna e le stelle, intorno l'oceano e a guardarci stranite le persone che si sono fermate.
La mano intorno al suo collo, l'altra sulla spalla, accanto al suo cuore che sento battere tanto forte da lasciarmi spiazzata, come se stesse facendo a gara col mio.
Le sue mani, invece, sono sui miei fianchi. Non troppo basse, non me ne meraviglio, è stato sempre così gentiluomo da stupirmi di continuo e lo è rimasto nonostante il tempo e noi due così lontani sebbene nella stessa città a pochi chilometri di distanza.

Mi guarda e i suoi occhi sono talmente ipnotici che ci affogo dentro ancora e ancora, ci annego e mi ci abbandono mai come prima di adesso. Lui che ha un potere su di me che nemmeno immagina, che gli ho concesso lasciandomi vedere fragile e indifesa dinanzi ai miei problemi.

Lentamente, a piccoli passi di ballo, i nostri corpi si attraggono l'un l'altro come quelle stelle a neutroni che a volte mi spiegava e di cui non ci capivo niente ma restavo ad ascoltarlo.

Ci troviamo come mossi dal vento che scompiglia lentamente i nostri capelli e allo stesso modo più vicini che mai. Il mio respiro ben presto incontra il suo, gli si mescola, il mio viso si poggia nell'incavo del suo collo, il naso contro la sua maglietta e... chiudo gli occhi.
Spengo completamente la mente e gli circondo il collo con le braccia, mi stringo a lui più che posso adesso che ne ho l'opportunità dopo così tanto tempo.

«Tu che sei qui... ma di chi è la festa?» chiedo al suo orecchio dopo in po'.
«Ah, non ne ho idea» lo sento dire con noncuranza. Rido istintivamente.
«Non è sospetto che la canzone sia stata cambiata e che solo noi due ci siamo muovendo?»
«Se qualcuno dovesse venire a picchiarci, posso sempre nascondermi dietro le tue spalle» ridacchia. Rido ancora.
Che scemo.
«Non è molto eroico per qualcuno che dice di essere Batman, lo sai, vero?»
«Però questo è eroico» dice e lo sento togliere una mano da me, frugare nella sua tasca e d'improvviso Cheap thrilles di Sia in una versione metà spagnola inizia a disperdersi nell'aria.
Mi allontano di poco e lo guardo trovandolo con un sorrisetto in faccia.

Do un'occhiata alle persone che ci guardano indicandoci.

«Vuoi per caso farti buttare fuori dalla nave?» chiedo tornando con gli occhi su di lui.
«Farci» mi corregge divertito beccandosi così un'occhiata di traverso da parte mia.
«Io ed Ethan ci siamo imbucati qui dentro e tu stai per farci scoprire.»

Logan si morde un labbro per trattenere una risata e mi afferra per le mani, mi fa fare una piroette e inizia a ballare a ritmo della canzone.
Poggia una mano sul mio fianco, l'altra nella mia e il viso nell'incavo del mio collo, canticchiando i versi al mio orecchio.
Rabbrividisco.
Continua a cantare cercando di non ridere ma gli viene impossibile mentre io in tutto mi lascio guidare da lui. Mi guarda, mi fa fare altre piroette, fa lo stesso a lui, mi trascina di nuovo al suo corpo e gli sbatto contro il petto fondendomi alla sua risata.

Come aveva predetto, c'erano bisogno di almeno dieci minuti per togliere l'interferenza, ma qualcuno ci è riuscito in meno di dieci. Proprio quando la canzone sta per finire, riparte a tutto volume la musica che c'era prima e la gente torna a badare ai propri affari, smettendo di guardarci con confusione.

Fortunatamente nessuno è venuto a picchiarci, perciò ora sono davanti a lui che mi guarda con un sorriso in faccia da completo imbecille.
«Ma non dovresti essere tipo un adulto, adesso?» gli chiedo con aria pensierosa.
Qualcuno mette Light it Up di Major Lazer che fa ripartire la festa a tutto spiano.

Logan mi alza le spalle e muove la testa a ritmo, afferra le mie mani e le solleva in aria incastrate nelle sue trascinandomi di nuovo a ballare e non riesco in alcun modo a bloccarlo.
«Tu sei adulta?» chiede di rimando avvicinandosi troppo al mio viso tanto che d'improvviso trattengo il respiro.
«L'anno prossimo compi venticinque anni, no?»
«Me lo chiedi perché vuoi venire alla mia festa di compleanno?» ridacchia divertito guardandomi in un modo che non saprei come descrivere... sembra quasi provocatorio.
La sua domanda mi prende contropiede.
«A tenerti d'occhio ed evitarti di fare stupidaggini?» chiedo cercando di aggirare in un qualche modo una vera risposta.

Lui mi tira verso di sé lasciandomi scossa. Gli finisco a un soffio dal viso.
«Se vuoi, facciamo stupidaggini insieme.»

Il sorriso che avevo in viso mi muore lentamente sulle labbra perché il battito cardiaco ora mi va a mille.
«Tipo come l'ultima volta quando mi hai portata in quello strano bar a Sacramento e ho dovuto intervenire perché un tizio stava per picchiarti con la stecca da biliardo? E poi...» mi fermo con una finta aria pensierosa. «Ah, sì! Hai fatto partire una rissa senza alcun senso logico tra persone che nemmeno si conoscevano» sbatto teatralmente le ciglia.
Lui invece se la ride sotto i baffi.

«Gli ero solo passato accanto e ho sbattuto contro la sua spalla» commenta alzando un angolo della bocca. «Non è colpa mia se era un omofobo che credeva fossi gay e che con quel piccolo incidente io lo volessi rimorchiare. Ho anche cercato di parlargli civilmente se ben ricordi» mi fa con ovvietà.

Annuisco con la testa.
«Uh, uh, ricordo. Gli hai solo detto che doveva abbassare la voce di un'ottava, ispirare e poi smettere di bere birra perché provoca impotenza e magari è proprio per quel che era talmente frustato, perché non riusciva bene nelle sue - stacco le mani dalle sue e faccio le virgolette - "performance" a luci rosse.»

Logan scoppia a ridere come un deficiente.
«Per fortuna avevi lo spray al peperoncino» replica. Assottiglio gli occhi in due fessure.
«Che hai usato tu, spruzzandolo di lato beccando sia te che quel camionista» gli ricordo nel caso se lo fosse dimenticato.
Lui china per un istante il viso cercando di darsi un contegno ma senza successo.

«Per il tuo compleanno, invece, che combini? Rubi una macchina come in GTA V, investi una macchina della polizia e San Francisco diventa il set per il nuovo film di Fast and Furious?» chiedo giusto per capire che gli passa per la testa.
«A proposito di Fast and Furious, lo sai che ne è uscito uno nuovo al cinema?»

Non ci posso credere...
Lo guardo sbigottita, lui invece con un sorriso da bambino in faccia.

«Ce lo andiamo a vedere, se ti va» propone come se niente fosse.
«Cisco, noi due non dovremmo affatto andarci e né tantomeno parlare in questo istante» gli faccio notare cercando di tornare seria e ricordare ad entrambi perché tra noi tutto è andato a rotoli.
Lui mi rivolge una smorfia divertita.
«Mi vuoi dire di nuovo addio o prima intendi scappare via?»

Lo guardo male. Logan indica con un dito il posto in cui ci troviamo.
«E dove scappi questa volta? Siamo circondati dall'acqua.»
«Mi butto in acqua.»
«Ci sono gli squali.»
«Nuoto molto velocemente» replico.
Lui pare non esserne convinto.
«Vuoi dire che io - si indica - nuoto molto velocemente. Tu di sicuro stai bleffando solo per farmi credere che sei più brava di me in qualcosa. Lo sai che non è una gara a chi sa fare più cose dell'altro, vero? Smettila di essere così competitiva.»
«Non sono competitiva» scuoto la testa piccata.
Lui mi lancia un'occhiata dalla testa ai piedi.

«Oh, sì che lo sei invece. E molto» ribatte tutto convinto, mi afferra per le mani e torna a ballare. Cerco di fermarlo ma lui se ne accorge, mi tira, mi fa fare una piroette e poi mi piega verso il pavimento. Una mano sotto la mia schiena, io che lo guardo dal basso di traverso e lui che avvicina il suo viso al mio.
«Vieni con me al cinema.»

Le guance mi vanno a fuoco.
«E poi che succede?» chiedo con la mano intorno al suo collo mentre mi reggo per non cadere e per rimettermi in piedi.
«Non lo so... ma qualunque cosa sia per me va bene.»
Il cuore nel petto prende a battermi all'impazzata. Fisso i suoi occhi scuri mentre il suo naso quasi sfiora il mio.
«Mi alzi? Sto per cadere» gli faccio notare, lui però non si smuove.
«Dammi una risposta prima» dice sulle mie labbra e il mio cervello fa le valigie e va a fanculo per l'ennesima volta.

«Non credo sia una buona idea» dico solo. Logan corruccia le sopracciglia.
«Perché?»
«Davvero me lo chiedi?»
«Sì.»
Ispiro profondamente e alla fine mi abbandono completamente nella sua presa e lui non riuscendo più a tenermi in questa posizione a dir poco scomoda mi fa scivolare sul pavimento.
Lo guardo dal basso con dissenso ma un sorriso che provo a ricacciare indietro. Prende posto accanto a me a gambe incrociate. Afferra una mia ciocca di capelli e se la rigira tra le dita.

Tutti gli altri sono a diversi, a ballare e ubriacarsi, mentre noi due siamo vicino alla prua, sul pavimento a guardarci l'un l'altro in silenzio. È incredibile...
D'un tratto lui mi porta la ciocca al naso e mi fa il solletico. Faccio una smorfia e lo fermo, ma lo rifà quindi sbuffo ridendo.
«La smetti?» chiedo con esasperazione afferrandogli il polso e cercando di tenerglielo bloccato.
«No» mi fa con un sorrisetto in faccia. «Dammi una risposta.»

Lo guardo in silenzio per alcuni secondi.
«Cisco» lo chiamo a me d'un tratto.
«Sì?» alza gli angoli della bocca immaginando chissà cosa.
«La risposta è no» rispondo e in automatico smette di sorridere.
«Andiamo a piccoli passi?» propone invece.
Resto di sbieco, per poi ridere.
«No.»
«E se ti porto in giro con la moto?»
Aggrotto le sopracciglia. «Che? E questo che vorrebbe significare?»
Lui alza le spalle.
«Se ti metti sulla moto sarà per te impossibile provare a scappare, ovvio.»

Lo fisso completamente rincretinita.
«Non puoi saltare via perché rischi di spezzarti il collo. E mentre mi stai dietro ci pensi, del tipo... "Cisco è un ragazzo eccezionale, bellissimo e con uno charme da paura. Perché no? Sì, voglio andare con lui al cinema"» scimmiotta con enfasi e io scoppio a ridere flebilmente. Lui, invece, mi rivolge un sorriso.
«Non funziona così, questa sembra perlopiù una sorta di rapimento» gesticolo con una mano.

«E se ti volessi rapire?» fa con aria ammiccante che mi manda in tilt ancora di più il cervello.

«Non ci riusciresti. So come fermarti ancora prima che tu ci provi» dico riferendomi alle mosse di autodifesa.
Logan fa una smorfia contrariata. «Non se ti sparo un dardo tranquillamente alle spalle, a dieci metri di distanza, prendendoti di sprovvista» dice lasciandomi ancora più basita e alza un dito vicino alla sua tempia, picchettando. «Ingegno, piccola Ronnie, ingegno...» commenta con finta aria intelligente.

Rido scuotendo la testa e con le mani raccolte sul petto lo fisso per un po'.
Mi mancava.
Mi mancava da morire. Lui, la sua voce, il suo umorismo e le sue battutine.

«Se non vuoi che architetti questo piano malefico, dimmi solo di sì. È molto semplice, no? Vai, dimmi sì.»
«No.»
«Dimmi di sì.»
«No, Cisco.»
Lui si ferma, mi analizza ad occhi socchiusi dall'alto.
«Facciamo un gioco?»
«Cosa?» scoppio a ridere e scuoto la testa. «No» rispondo senza pensarci due volte perché quello che vuole fare di sicuro sarà eticamente sbagliato.

«Bene, lo facciamo comunque» fa nonostante la mia risposta. «Il gioco è questo: io ti chiedo delle cose e tu rispondi con sì e no. Senza pensarci troppo, deve essere istintiva la risposta.»
«Un interrogatorio?» chiedo con le sopracciglia aggrottate. Lui mi schiaffeggia la faccia con la mia ciocca di capelli beccandosi una occhiataccia.
«No, è un gioco» sorride. «Il mare è veramente blu?»
Rido di nuovo. «Cosa?»
Lui mi guarda male. «Rispondi.»

Sospiro profondamente. «No...?»
Annuisce.
«Una mela più una mela, fanno due mele?»
Ma che domande sono?
«Sì, ovvio che sono due mel-»
«Solo sì e no, a nessuno importa delle tue spiegazioni basate sulla logica e togliti dalla faccia quella espressione accigliata, non ti sta bene» dice. Sbatto teatralmente le palpebre.
«Quindi, una mela più una mela fa due mele?»
Annuisco. «Sì.» dico prima che mi spari a raffica le domande e cerco di tenergli il passo rispondendo in meno di un secondo.
«Barack Obama è stato presidente degli Stati Uniti d'America?»
«Sì.»
«LeBron James è un giocatore di football?»
«No.»
«Rosso e blu fa il viola?»
«Sì.»
«I fulmini hanno solo carica negativa?»
«No.»
«Superman viene da Kripton
«Sì.»
«Alligatore e coccodrillo sono la stessa cosa?»
«No.»
«Vuoi uscire con me?»
«Sì.»

Aspetta un secondo...
Sbarro gli occhi inevitabilmente. «N-no, cioè no... no, no» mi alzo di scatto sui gomiti. Logan in tutta risposta mi sorride beffardo.
«Oh, ma hai detto di sì, invece. Quindi è un sì.»
Lo guardo male.
«No, invece, è un no» replico contrariata.
«Hai detto di sì, ormai non si torna più indietro.»
«Tu hai barato!» esclamo con indignazione. Lui scuote la testa.
«No, tu dovevi rispondere a delle domande. Il gioco era questo.»
Resto a fissarlo incredula, lui pare piuttosto soddisfatto e divertito dalla cosa.
«Bene! Allora ti vengo a prendere sabato quando stacchi da lavoro!» esclama e si tira in piedi porgendomi una mano che guardo intontita.

«Avanti, vieni. Su quel pavimento chissà che ci avranno fatto. Magari è radioattivo» ridacchia con la mano ancora in attesa.
Non posso che sorridere lievemente, contagiata da lui e gliela afferro, alzandomi. Non appena gli finisco davanti poggio le mani sui fianchi.
«Sei incredibile...» commento scuotendo la testa.
Logan ficca le sue nelle tasche dei pantaloncini.
«Incredibilmente ingegnoso. Vero?»
Lo spingo via con una mano facendolo ridere e sposto gli occhi sulle persone, oltre le sue spalle.
Le pupille mi finiscono in quelle di Ethan.

Il tizio biondo accanto a lui gli sta parlando, ma Ethan col suo bicchiere in vetro con chissà che alcol dentro, non gli presta minimamente attenzione. Sta guardando solo me.
D'un tratto alza una mano verso la faccia del biondo e lo zittisce sul posto. Scende le scale, lo molla dietro di lui e si indirizza verso me e Logan col passo calzante e raffinato nei suoi pantaloni bianchi e la camicia di lino color crema aperta sul collo e tirata sulle braccia.

«Mia piccola streghetta!» mi saluta con un sorriso sornione e un tono a dir poco squillante come poche volte. Mi cinge le spalle, attirandomi a sé così con tanta forza che quasi non perdo l'equilibrio.
Caccia un'altra risatina, guarda Logan e gli alza il bicchiere a mo' di saluto.

«Ciao, bel fusto!»
Aggrotto la fronte, ma non ho il tempo di replicare perché si volta verso di me.
«Che stai combinando?» chiede al mio orecchio con una voce quasi paranoica.
Mi giro verso di lui.
«Sei ubriaco?» chiedo di rimando.
Lui fa una smorfia. «Cosa? Pff! No, certo che no!» esclama con indignazione e si volge verso Logan.

«Scusa, me la porto un attimo lontano perché devo parlarle dei miei problemi al pene.»

Sbarro gli occhi e guardo Logan più confusa di lui che si limita poi solo ad annuire, stranito ma annuisce.
Ethan mi trascina a una buona decina di passi e poi si ferma di getto.
Guarda Logan, faccio lo stesso e vedo che è andato ad appoggiarsi alla ringhiera rigirandosi il telefono tra le mani, sembra tutto agitato eppure ha un sorriso sul viso che...

«Che stai facendo?!»
La voce di Ethan mi fa sussultare. Mi giro di colpo verso di lui.
«Che sto facendo, cosa?» scuoto la testa non capendo.
Lui spalanca gli occhi piccato, come se gli avessi appena trucidato metà famiglia.
«Quello - indica Logan con uno strano cenno di testa che pare più un tic nervoso - è il tuo ex!»
«No, invece. Cioè, non lo è... lui, non è veramente il mio-» provo a dire non sapendo che dire in realtà, ma Ethan mi interrompe.
«Senti, ci eri innamorata sì o no? E non dirmi bugie.»

Resto in silenzio di colpo.
«Ci eri fottutamente innamorata» trae lui la sua conclusione e sospira pesantemente.
«Che ti ha detto?» mi chiede subito dopo.
Alzo le spalle.
«Niente, abbiamo solo parlato...»
Ethan non pare essere della stessa opinione.
«Parlare significa voi che ballate insieme? E no, no, non - mi sventola una mano davanti al viso - non voglio sapere il modo in cui la musica è andata via e guarda caso eravate solo voi due lì a danzare sotto la melodiosa e paradisiaca voce di Celine Dion... e sì, è stato molto romantico, okay?! Ma non è questo il punto!»
Sembra fuori di sé.
«Non avete solo parlato perché altrimenti lui - lo indica di nuovo con la testa - non sarebbe così felice. Che gli hai detto? Gli ex non ballano insieme e né tantomeno terminano una conversazione flirtando tra di loro.»

Aggrotto la fronte. «Noi non abbiamo flirtato!» ribatto del tutto contrariata.
«Ah, no?» sbatte teatralmente le ciglia lui per niente convinto.
«No.»
«E perché sembrava vi foste dati appuntamento?»

Spalanco gli occhi.
Ethan coglie la mia reazione e inclina la testa d'un lato. «Oh... mio dio!» urla. «Vi siete dati appuntamento?! Ma che ti passa per la testa! È il tuo ex! Se non ha funzionato ci sarà pur un motivo, no? E se la memoria non mi inganna, non c'era tipo Nicholas?»

Faccio inevitabilmente una smorfia schifata.
«Cristo... non parlarmi di quel idiota di un militare. Non c'è niente tra me e lui, mi sta anche sulle pall-»
«Quindi ti rifugi nel passato pensando che questa volta andrà diversamente? Se vuoi veramente aprirti a nuove esperienze, quella esperienza è Nicholas, non il tuo ex.»
«Io non mi sto aprendo proprio a niente! E poi io e Logan abbiamo solo parlato, nient'altro. Ora la pianti?» gli chiedo cortesemente sbuffando. Mi sto iniziando a innervosire. Sposto gli occhi da lui, all'oceano come di conseguenza.

«Io non ti voglio veder soffrire.»
Ritorno di scatto con lo sguardo su Ethan. Sospira e mi guarda in un modo che sa di "te l'avevo detto". Sì, perché lo so che ha ragione. Ce l'ha, ma io non voglio accettarlo, ma so che ce l'ha. Mi giro per un istante verso Logan, sta guardando il telefono. Finirò per bruciarmi con le mie stesse mani, me lo sento...

«Quindi ora ti resto incollato come una cozza finché non scendiamo da questa nave e tu resti lontana da lui, così eviti di fare altre stronzate. Okay?»
Provo a parlare ma Ethan mi ferma di nuovo.
«E quel appuntamento non si farà. Chiaro? O giuro che stacco un palo della luce e ti ci picchio.»
Mi afferra per la mano e mi trascina lontano.

***

Angolo autrice

Allora... mhmm...
Ethan ha ragione. Cioè, sì, molto carino il momento tra Ronnie e Logan, ma Ethan ha fottutamente ragione.

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