25 | Sei andata avanti con un altro

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CAPITOLO 25
Sei andata avanti con un altro

https://www.youtube.com/watch?v=92izkAK5OA0

È quasi orario di pranzo e io sto servendo gli ultimi clienti insieme a Maddy prima della chiusura.
«Che è successo ieri sera?» mi domanda Ethan non appena finisce di preparare l'ultimo milkshake. Oggi è lunedì e il via vai della clientela è stato a dir poco sfiancante tanto che non abbiamo avuto nemmeno modo per scambiare due chiacchiere.
Mentre Maddy serve un tavolo, io mi appoggio al bancone del bar e tiro un respiro.

«Nicholas» dico e faccio una breve pausa titubante all'idea se sia la cosa giusta da fare, ovvero dirgli quello che gli è capitato. Ethan è il mio miglior amico, posso farlo.
«Ha avuto... una sorta di attacco di panico per via dei fuochi d'artificio» confesso ed lui rimane di sasso. Si passa sconsolato una mano sul viso.
«Cavolo... ho fatto un casino... non sai quanto mi dispiace, io... non volevo che-»
«Non fa niente, non lo potevi sapere» lo interrompo. Lui annuisce mortificato.
«Ora come sta?»
«Se l'è già dimenticato... credo.»

Non ne sono certa. Per tutto il viaggio di ritorno in macchina ho messo della musica a basso volume nell'abitacolo e siamo rimasti in silenzio, lui non ha detto niente nonostante il suo solito modo di fare ovvero parlare troppo e raccontare cose di sé. Questa volta si è solo limitato a guardare la strada oppure poggiare gli occhi sul mio cellulare e dare un'occhiata alle app installate tra cui Kindle, che ha aperto leggendo qualche capitolo di un libro.
L'ho visto tranquillo. Silenzioso, ma tranquillo.
Poi siamo arrivati al suo appartamento, è andando a farsi una doccia e il seguito me lo ricordo molto bene.

«Se lo avessi saputo...» fa d'un tratto Ethan amareggiato.
«Nessuno di noi due lo poteva sapere» gli rispondo semplicemente. Lui annuisce.
«Sarà per questo che ha smesso di fare il soldato?» chiede dubbioso.
Resto per qualche istante a pensarci su.
«Non lo so... a casa sua c'è questo strano DVD...» prendo parola facendomi coraggio. «Che ha sotto la TV, l'ho visto per sbaglio e quello che c'è dentro è... non so... terrificante... è come guardare un film con la sola differenza che tutto è reale...» mormoro.
Ethan mi guarda senza dire una parola per diverso tempo.
«Chissà che avrà visto laggiù...» conclude e riprende a lavare alcuni bicchieri.

Qualunque cosa sia, ieri sera l'ha annullato del tutto, mandandogli in cortocircuito il cervello. Non so nemmeno perché sia qui a San Francisco. Ha detto che ha degli amici, poi ho scoperto che c'è anche la sua famiglia, ma non ha mai detto perché abbia mollato la carriera da militare per diventare un poliziotto che pattuglia le strade. Dal combattere i terroristi ad arresta ragazzini perché fumano marijuana è un grosso cambiamento...

Mi volto, pronta per ritornare al mio lavoro e raccogliere i bicchieri da un tavolo che si è liberato quando per poco non resto pietrificata.
Il campanello suona e il pavimento mi viene a mancare da sotto i piedi, soprattutto quando i suoi occhi scuri si poggiano nei miei.
Capelli corvini e mossi, e t-shirt nera.

Merda...

Mi guarda in silenzio finché non vede qualcuno alle mie spalle e gli alza una mano a mo' di saluto. Mi giro frettolosamente e vedo Ethan che ricambia con un semplice cenno di testa per poi poggiare le pupille nelle mie. Non servono le parole per farmi capire quello che mi sta dicendo solo tramite una semplice occhiata: fai attenzione.

È questo.
Torno da Logan e mi avvicino titubante all'idea di dovergli parlare. Non ci sentiamo da una settimana, avremmo dovuto farlo sabato sera ma non mi sono affatto presentata all'appuntamento, piuttosto sono andata da Nicholas e... ho perso la verginità.
Adesso però rispetto all'ultima volta che l'ho visto mi sento... strana, non c'è quel batticuore che ho sentito l'ultima volta, ma solo una crescente ansia e delusione perché le parole di Nicholas prima di raggiungere la casa di Ethan mi tornano a galla, una per una, con prepotenza e... adesso che ho Logan davanti mi sento tremendamente presa in giro.

«Ehi» mi saluta rivolgendomi un piccolo sorriso. Si guarda in giro e indica il locale. «State chiudendo?»
«A breve» rispondo e mi porto le braccia conserte infilzando le unghie nel braccio pur di calmare l'agitazione che inizia a scorrermi nelle vene.
Nicholas ha detto che quel Francisco lavorava per un certo Rodney Jefferson, uno che non solo spaccia droga ma vende anche armi. Quindi mi chiedo in questo momento... chi diavolo ho davanti al viso?

Chi è la persona che mi sta guardando? La persona con cui ho passato così tanti momenti? Quella che io amavo?
Di quale parte di lui mi sono esattamente innamorata? Probabilmente solo di quella che mi ha lasciato conoscere.

E mi sento così... stupida e presa in giro adesso che ci penso. Ero talmente ficcata con la testa nei miei problemi con Adrien e con la mia famiglia da non fermarmi un attimo e soffermarmi al fatto che di Logan io sapevo veramente due cose in croce: il suicidio del padre e il fatto che avesse un fratellastro, che ho scoperto non perché me le avesse detto, no... io le ho scoperte per conto mio così come ho scoperto di lui e Kieran, di lui ed Elizabeth che era una tossicodipendente, di lui che spacciava droga e faceva chissà che altro.

Chi diavolo ho davanti?

«Sbaglio... o mi hai dato buca?» fa d'un tratto con un sorriso divertito misto a una sfumatura di imbarazzo.
«Ho avuto una emergenza» dico semplicemente lasciando le mani lungo i fianchi pronta per allontanarmi, prendere quello che c'è sul tavolo libero e tornare da Ethan
Lui annuisce e indica però la porta d'ingresso alle sue spalle con un pollice. «Ti va, invece, se pranziamo insieme?»
Non so che rispondere questa volta.

Maledizione. Pensa, Ronnie, pensa...

«Ethan ed io abbiamo già prenotato un tavolo a un ristorante» mento e spero che non se ne renda conto perché lui riusciva a capire tempo fa quando gli mentivo spudoratamente solo guardandomi negli occhi. Sembra rimanere deluso a primo impatto.
«Facciamo questa sera? Prendiamo qualcosa e ti porto in spiaggia» sorride nonostante tutto. Cazzo, e ora che mi invento?

Il campanello suona di nuovo e mi distraggo per qualche istante pronta per dire che stiamo chiudendo a chiunque sia appena entrato ma lo sguardo da Logan si posa sulla sua uniforme da poliziotto e ci restano. I miei occhi finiscono in quelli suoi eterocromi e il mio cuore ha un piccolo sussulto. Mi vede, mi guarda e avanza lentamente mentre i ricordi di ieri sera si fanno largo nella mia testa e anche quelli di questo mattino: la nostra doccia insieme, lui a petto nudo con solo un paio di pantaloni da tuta davanti ai fornelli intento a preparare i pancakes alla Nutella, rubandomi poi qualche pezzo perché diceva di non poterne mangiare uno intero.

Si avvicina ancora. I suoi occhi si posano su Logan per qualche secondo e il respiro mi viene a mancare.

È lui il Francisco a cui ha detto che avrebbe spezzato volentieri il collo, ce l'ha a qualche metro di distanza e nemmeno lo sa e la paranoia che lo capisca mi fa vacillare ogni centimetro di carne finché non mi passa affianco, tanto vicino che la sua mano scivola accanto alla mia, la sfiora e accarezza il palmo, e mi sento rabbrividire copiosamente.

Il ricordo di quelle stesse dita che mi sfiorano la carne e si infilano dentro di me e poi nella sua bocca mi manda in fiamme. Abbasso il viso come di conseguenza e poi mi volto puntandolo sulle sue spalle che si allontanano. Raggiunge il bancone del bar e chiede una bottiglietta d'acqua.

Torno frettolosamente su Logan che lo trovo a fissare Nicholas.
Merda.

«Io...» inizio a dire e lui riporta di getto gli occhi su di me. «Non lo so... per stasera, intendo. Credo che dopo lavoro sarò stanca come al solito e l'idea di stare in spiaggia non so...» sorrido lievemente. «Penso che mi addormenterò sulla sabbia» caccio una mezza risata nervosa.

Logan alza lievemente gli angoli della bocca. «Non fa niente se ti addormenti, ti riporto io a casa.»
Aggrotto le sopracciglia.
«Su una moto?» ironizzo.
Lui scuote la testa divertito. «Sono qui in macchina» dice indicandomi un'auto grigia oltre alla vetrata. «La mia moto è dal meccanico.»
Tiro un respiro prima di riaprire bocca.
«Ti faccio sapere nel caso stasera prima di staccare da lavor-» dico pronta per trovare l'ennesima scusa con cui scappare da questa situazione, ma mi fermo di scatto quando con la coda dell'occhio vedo Nicholas passare vicino a me, i suoi occhi si puntano su di lui che guarda di sfuggita e poi d'improvviso si ferma e torna indietro.

No, no, no, no...

Si avvicina e il mio cuore sta per esplodere tanto inizia a battermi nel petto alla vista di lui talmente vicino a Logan. Magari l'avrà riconosciuto... magari, magari è successo e adesso... lui, oh, mio dio... Che faccio? Che faccio? Che diavolo faccio adess-

«L'hai dimenticato questo mattino in bagno.»
Il fiato mi si taglia come poche volte. Tira fuori dalla tasca il ciondolo di mia madre e me lo porge.
Lo guardo, poi guardo lui e successivamente Logan che ci fissa con le sopracciglia aggrottate.
Afferro come una scheggia la collana sperando che dopo questo Nicholas se ne vada, ma invece si avvicina ancora di più tanto che devo sollevare il viso per guardarlo. Con una mano mi alza di più il mento e io inizio a boccheggiare, dimenticarmi come si fa a tirare aria nei polmoni.
Inietta le sue iridi nelle mie, mi rivolge un piccolo sorriso nell'angolo della bocca e il corpo mi va in fiamme.
«E hai dimenticato anche il tuo reggiseno, - sbianco pericolosamente - te l'ho messo a lavare prima di andare a lavoro» dice cacciando un mezza risata. «Sei veramente sbadata, lo sai?» sorride.
«T-tu... l'hai messo a lavare?» balbetto stordita.
Annuisce. «Uh, uh, proprio così ma senza qualche maglietta rossa e mezzo flacone di candeggina» ride lievemente. Aggrotto la fronte.
Oh, sì... la sua camicia rosa.
«Ci vediamo stasera» avvicina il viso di più e mi lascia un bacio sulla guancia, vicinissimo all'angolo della bocca.
Abbasso gli occhi per qualche istante prima di riporli in quello suoi, che si sollevano e si iniettano come fuoco nei miei e brividi mi attraversano la spina dorsale, brividi che mi fanno pulsare l'intimità al solo pensiero di quello che potrebbe accadere stasera.
E si allontana, dà un'occhiata a Logan che ricambia in silenzio, per poi andare via.

Con il battito accelerato, le scosse che mi percuotono ogni fibra di carne gli guardo le spalle fasciate dalla divisa a mezze maniche, le braccia, la mano che regge tra le dita la bottiglietta d'acqua, le vene evidenti per via del caldo e deglutisco. Il campanello suona, lui esce e i miei occhi lo seguono come un avvoltoio attraverso la vetrata. Si infila in macchina, fa la retromarcia e scompare.

A fatica torno da Logan e non appena succede lo trovo a fissarmi in uno strano modo.
«Quindi...» prende a parlare con un lieve sorriso e le sopracciglia corrucciate. «Stasera hai già degli impegni» conclude.
Ha sentito tutto.
Le mie guance vanno di colpo in ebollizione.

«N-no, no... cioè, non so, non credo, ma forse no-» farnetico gesticolando agitata.
«Non fa niente» mi interrompe però lui con una voce tremendamente pacata. «Avrei dovuto aspettarmelo...» fa con un mezzo sorriso di amarezza.
Lo guardo confusa.
«Di... di che parli?»
Logan infila le mani delle tasche e solleva le spalle. «Che sei andata avanti con un altro.»

Il respiro mi viene improvvisamente a mancare.

«Solo che pensavo... non so, quando ti ho vista su quella barca, ho pensato che forse...» si ferma, abbassa gli occhi per terra per qualche istante e li rialza. «Sono stato io quello a insistere, ora capisco perché continuavi a rifiutare... e avrei dovuto capirlo. Fa niente, lascia perdere...» dice scuotendo la testa. Mi saluta con un cenno prima di voltare le spalle e andarsene mentre io rimango immobile come una statua non capendo quello che è appena successo.

Le mie gambe però prendono a muoversi contro ogni aspettativa e lo raggiungono proprio prima che apra lo sportello e salga in auto.
«Cisco, aspetta!» lo chiamo avvicinandomi a lui finché non mi fermo a circa due metri.
«Non è come pensi... io e Nicholas, non c'è niente tra noi due, davvero... non c'è assolutamente niente» spiego rapidamente non so nemmeno io per quale ragione. Non so più che cazzo sto combinando ormai.
Merda.

Logan si ferma e mi guarda. Esita tantissimo prima di riaprire bocca.
«La parte "hai dimenticato il tuo reggiseno" non sembrava niente
Mi si mozza il fiato.
Lui caccia un piccolo sorriso e alza le mani in aria in segno di resa per poi farle ricadere lungo i fianchi. «Senti, Ronnie... non c'è bisogno di fare tutto... questo. Davvero» ci indica. «Basta così.»
Aggrotto la fronte.
«Non sto dicendo cose non vere... sul serio non c'è niente tra me e lui» replico contrariata.
Logan abbassa gli occhi per qualche istante.
«E quello cos'è stato?» chiede. «Quello che è successo là dentro?» indica il locale con uno sguardo frettoloso.

E adesso come glielo spiego? Come gli posso dire che con Nicholas ci faccio solo sesso e basta?

Resto in silenzio e questo sembra fornirgli la risposta che si aspettava. Annuisce e si gira verso la macchina.

«Non era niente» ripeto. Lui si ferma e torna a guardarmi.
«Non era che...» mi fermo d'improvviso.

Che diavolo sto facendo?
Perché sono qui? Perché mi sto giustificando con lui? Perché?

Non dovrei nemmeno parlargli perché mi ero promessa di stargli alla larga, adesso so anche che mi ha mentito eppure sono qui, davanti a lui e sento una fottuta angoscia dentro al petto che non riesco a scacciare via in alcun modo.
Mi sento fottutamente a disagio, perché quando ci siamo conosciuti io gli ho parlato della mia promessa, arrivare vergine al matrimonio e lui l'ha accettato e non mi ha mai sfiorata e adesso quella promessa non c'è più, come quando gli ho chiesto di togliersi i vestiti quella volta nella stanza al campus universitario e lui mi ha rifiutata proprio per quella cazzo di promessa.
Io... ho paura del suo giudizio. Ecco cos'è.

«Ti ho mentito» dico tutto d'un tratto con cuore che prende a battermi all'impazzata. Logan aggrotta la fronte.

«Sabato... non ho avuto alcuna emergenza e per pranzo non c'è nessun tavolo prenotato con Ethan» sospiro pesantemente e mi mordo fino al sangue l'interno guancia.
«Io... non ho il coraggio di uscire con te» sputo finalmente la verità e mi guardo in giro spaesata come lo sono dentro al mio petto, nel mio cuore che dovrebbe piantarla di farmi provare tutte queste cose ma non riesco... io non riesco a bloccarlo.

Riporto lo sguardo su di lui che mi fissa in silenzio e questo mi uccide solo di più.

Ispiro aria nei polmoni. «Io faccio sempre una cazzata... una dietro all'altra» sorrido con nervosismo. «E... tu devi starmi lontano, non voglio... riaprire qualcosa che dovrebbe restare chiuso perché ho promesso a me stessa che non sarei mai più tornata a rovinarti con il mio carattere di merda o con i miei problemi... o con...» mi fermo perché non respiro. Il cuore sta pompando troppo sangue.

«Per tutto il tempo ho pensato che fossero gli altri quelli sbagliati ma... non è affatto così, sono io» mi indico con un dito. «Io, Cazzo.»
Gli occhi prendono a pizzicarmi pericolosamente. «Sono io il fottuto cancro che distrugge le persone. Io e nessun altro! L'ho fatto con la mia vecchia vita nel Texas, l'ho fatto con Adrien, con la mia famiglia, con i miei amici e l'ho fatto con te!» gli punto un dito contro e scuoto la testa. «Ma perché diavolo sei qui?!» chiedo con una mezza risata isterica.
«Davvero non lo capisci? Come cazzo fai a non capirlo che tu stavi meglio prima che apparissi io? Che ti ho solo portato problemi? Uno, dietro all'altro! Ti ho solo mandato a puttane ogni cosa, ti ho fatto litigare con Adrien, vi ho messi l'uno contro all'altro! Ti ho obbligato a fare cose che non avresti mai dovuto fare! Ma tu torni, lo fai ogni singola cazzo di volta! Che diavolo ci trovi in me che io veramente non riesco a capire?! Che cosa vedi in me?! Sono solo un cazzo di problema! Io sono il fottuto problema di tutti! Non sono gli altri, ma sono io! Hai capito? Io!» sbotto a denti stretti incazzata tutto d'un tratto gesticolando con nervosismo, gli occhi che mi bruciano pericolosamente, il cuore che mi batte a tremila chilometri orari, e le guance in fiamme.

«Per questo non mi sono fatta vedere sabato! Per questo! Perché io non ti voglio qui! Non ti voglio! Non ti voglio intorno a me! Devi stare lontano, cazzo! Devi lasciarmi perdere perché io non mi merito niente! Okay?! Non mi merito niente e non voglio niente! Sono io il fottuto antagonista della mia vita! Sono io che prendo e distruggo ogni cosa perché non so fare niente di meglio! Sono fatta così ed è una giustificazione del cazzo, lo so! Ma non riesco a cambiare quindi meglio che io mi tenga alla larga da te e da chiunque altro voglia solo lontanamente entrare nella mia vita!»

Silenzio.
Sento solo le mie corde vocali che mi fanno male e le lacrime che mi asciugo frettolosamente dal viso. Sento il fiato corto, la gola che mi brucia, gli occhi ricolmi di rabbia repressa e impotenza, le mani che mi tremano come non mai.

Mi sento da schifo perché sono una persona da schifo.

Logan invece mi guarda per alcuni buoni secondi. Mi tolgo le ultime lacrime e gli alzo la mano in direzione della strada. «Vattene via e non farti più rivedere» ordino senza battere ciglio. «Perché io non intendo rovinarti ancora una volta» concludo col cuore a pezzi e mi giro, pronta per tornare dentro e lasciarmi anche questo pezzo del mio passato alle spalle una volta per tutte perché sono veramente stanca.
Sono stanca.

Tutto succede troppo rapidamente.
Vengo afferrata per il braccio, girata con un movimento secco, e col viso tra le sue mani mi bacia.

Le sue labbra si schiantano con tanta di quella prepotenza sulle mie che quasi non perdo l'equilibrio e cado all'indietro.
Il mio fiato si spezza, il cuore mi trema, e le mani si muovono e d'istinto lo afferrano per la maglietta.

Si stacca poi, quando basta per guardarlo con gli occhi sbarrati, stordita, completamente presa di sprovvista, il fiato spezzato, il suo sapore nella mia bocca, il suo profumo di ammorbidente nel naso.
«Io ti amo» sussurra sulle mie labbra.
Rabbrividisco.
Il mondo si ferma, tutto si blocca, perfino il mio stesso respiro.

«Ti amo» ripete ancora e poggia la fronte contro la mia, chiudendo gli occhi per un istante. «Ti amo da morire, Ronnie.»

***

Angolo autrice
Beh... molto inaspettato. Sì... 👀💜

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