17 | Dopamina

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CAPITOLO 17
Dopamina

La pausa alla fine finisce, quindi prendo la borsa, vado a lezione ed essere in aula è quasi una sorta di sogno ad occhi lucidi.
Per tutto il tempo prendo gli appunti necessari, mi segno diverse cose e nonostante credessi di non poterlo più fare, tutto mi viene talmente naturale da sembrare a tratti che non abbia mai preso una pausa effettiva dall'università.
Prima di uscire il mio docente mi riconosce e mi trattiene per alcuni secondi, congratulandosi con me per aver ripreso il suo corso e io non posso che restare stupita e... felice. Sono dannatamente felice.

Mi allontano verso il corridoio che porta all'uscita, mi fermo al distributore e prendo una lattina di Arizona Green Thea che stappo e mi si siedo su un gradino della scalinata che dà sul campus.
Ho fatto la cosa giusta anche se mi dà abbastanza fastidio pensare che questa mia scelta è dovuta solo al fatto di aver incontrato Maeve Harman, la ex di Nicholas. Ma credo mi servisse, una sorta di sberla per farmi tornare con i piedi alla realtà e ricordarmi che io non sono una cameriera. Sono venuta a San Francisco per studiare, laurearmi, non per servire milk-shake.

Non che il mio lavoro al Pink Ocean mi dispiaccia. Grazie ad esso ho una indipendenza tutta mia, una stabilità e in quel posto ho incontrato due persone che adesso hanno un posto speciale nella mia vita. Ethan e Nicholas.

Probabilmente se non fossi andata a lavorarci, se non avessi litigato con mio padre a Seattle, se non avessi avuto il mio crollo nell'alcol, in questo momento magari non avrei Ethan e nemmeno... questo anello al dito.
Chissà come sarebbe la mia vita se non avessi fatto tutti questi passi falsi, errori su errori. Probabilmente tutto sarebbe diverso.
Mi domando, nonostante non dovrei, come sarebbe andata la mia relazione con Logan.

Lui sarebbe ancora il mio miglior amico di cui sarei innamorata segretamente o forse saremmo una coppia, forse non avrebbe mai conosciuto Meredith e non ci sarebbe un figlio di mezzo.
È stata colpa mia? Se nella veranda in quella spiaggia quando mi ha confessato di essere innamorato di me io gli avessi detto "anche io", avrei evitato tutto questo?

Non ne ho idea e non lo saprò mai.

«Congratulazioni.»

Una voce mi distrae. Alzo gli occhi dall'anello che stavo fissando da un po', completamente imbambolata da esso. Lo trovo sugli scalini su cui sono seduta e non so come interpretare ciò che mi ha appena detto tanto che resto a guardarlo in silenzio per svariati secondi.

I capelli corvini oggi sono legati indietro con un elastico mentre una ciocca gli ricade lungo la fronte e per un istante mi sembra quasi di essere catapultata con violenza indietro nel tempo in cui quei capelli ce li aveva quando abbiamo litigato la settimana prima di fumare il mio primo spinello al mio diciannovesimo compleanno. Gli avevo detto tante cose che ricordo perfettamente nonostante l'alcol, una tra queste era la pura verità: i suoi capelli legati così gli stanno davvero bene.

E d'improvviso nemmeno mi rendo conto che lo sto analizzando senza il minimo pudore. Gli occhi pece, il tatuaggio che gli scappa via dal colletto della maglia sotto la giacca di pelle e che gli dipinge il collo. Gli occhi gli attraversano la linea della mascella, si fermano e restano sulle sue labbra.

Mi do una sberla mentale e sbatto le palpebre riprendendomi immediatamente.
No, è solo l'astinenza dal sesso.
Sì, è solo questo.

«Ti sei fidanzata» osserva con un cenno in direzione della mia mano. Probabilmente gli sarò sembrata confusa, lo avrei pensato anche io.
Mi rifila un sorriso.

«A quando il matrimonio?»

«Il tuo, invece?» sbatto le ciglia.

«Sapevo fossi competitiva... ma vuoi veramente fare a gara a chi si sposa per primo? Un po' troppo perfino per te» chiede con una smorfia divertita e si poggia di spalle al corrimano in pietra della scalinata.

«Perché non riprendi a camminare e sparisci?» faccio un cenno di testa verso l'uscita del campus. Lui, invece, si volta verso il sole e chiude gli occhi.

«È una bella giornata e posso stare ovunque io voglia» dice riaprendoli per poi puntarli su di me. «Ad esempio... anche qui» si avvicina e prende posto accanto a me lasciandomi sbigottita. Io lo strangolo. Giuro su Dio che ora gli ficco la mano in gola e gli strappo via le interiora come fa Nicholas ai pesci.

«Vuoi un autografo?»

«Sul libro stai scrivendo per me? L'hai già finito?» spalanca teatralmente gli occhi.

Senza il minimo buon senso per l'odio che gli riservo, si protende, afferra la mia mano e dà un'occhiata all'anello. Brividi mi attraversano intanto ogni centimetro di spina dorsale. Ma che diavolo...

«Te l'ha mandato legato alla zampa di un piccione viaggiatore? Ci sono in Iraq? O ha usato un drone militare?»

Strappo di getto la mano via e gli rifilo un'occhiata di striscio.

«Tu quando glielo dai uno di questo a Meredith?» chiedo alzando la mano, sfoggiando così l'anello in tutta la sta costosa e... verde bellezza?
Cazzo, non so un bel niente di gioielli.

Logan alza le spalle.
«Mi servirebbero dieci stipendi per una roba del genere. Ma immagino che quando erediti i soldi della famiglia non ti preoccupa più tanto il prezzo piuttosto quanto se il luccichio è visibile ad occhio nudo anche dalla galassia di Andromeda» replica e tira via qualcosa dalla sua borsa a tracolla.
Una piccola bustina di patatine.

La strappa, ne infila una in bocca e mastica come se niente fosse mentre io lo fisso incredula maledicendolo e sperando che gli vada di traverso e ci si strozzi.

«Dopo quello cos'altro ti regalerà? Uno scettro della Corona che userai a mo' di bastone magico come nel Signore degli Anelli?» domanda gesticolando con enfasi con una patatina e minando un effetto speciale.

Sbatto teatralmente le ciglia.
«Così potrò incanalare la magia necessaria e farti fuori una volta per tutte?» chiedo curiosa.

Lui si lascia scappare una risata, abbassa il viso sulla bustina, prende un'altra patatina e poi mi porge la bustina che guardo con un sopracciglio alzato.

«Le preferisci platinate in oro?» chiede teatralmente confuso.
Alzo gli angoli della bocca. «Vai a farti fottere, Cisco.»

Destino vuole invece che ad andare a farsi fottere sia il mio cervello quando vedo Adrien in fondo al campus, Lorelai gli va incontro, lo abbraccia e lo bacia.
Inevitabile ma vero scoppio in una breve risata.
«Cristo...» mormoro incredula e infilo una mano nella busta di patatine, ne prendo una masticandola. Solo pochi giorni ha fatto una scenata di gelosia esplosiva e stava per prendere a pugni Logan e adesso ficca la lingua in bocca alla sua ragazza simbionte mezza psicopatica.

Il tempo passa ma le persone non cambiano affatto.
D'improvviso mi rendo conto di cosa ho fatto, ovvero la patatina che ho preso, e spalanco gli occhi. Logan non sembra averci fatto troppo caso perché come me sta guardando la coppia. Ride, infila un'altra patatina in bocca e mi lancia un'occhiata.

«Secondo me lei è una strega sotto mentite spoglie e gli ha fatto bere una pozione magica...»

«A quale pro? Non ho mai capito perché stessero insieme. Lui la tradiva con me e lei si limonava un altro» replico con una smorfia.

Logan aggrotta la fronte.
«Davvero? Quando?»

«Una sera al campus» liquido l'argomento con un gesto di mano guardando Lorelai che si stringe al torso di Adrien e insieme vanno al bar e io sto per vomitare. Poi mi rendo conto della conversazione con Logan verso cui mi giro, lui fa lo stesso e io gli mollo una sberla sul braccio.

«Non mi parlare!» sibilo tornando a odiarlo perché per un solo momento me ne ero dimenticata.
Lui mi guarda male e mi lancia una patatina contro.
«Quando fai l'isterica sei insopportabile. Fa' silenzio e guarda lì» mi fa cenno alla coppia da strapazzo. Adrien tira la porta e la apre facendo entrare Lorelai per prima.

«Non me ne frega un cazzo di quei du-» Logan mi sventola la mano davanti zittendomi.

«Shh! Sta arrivando» dice beccandosi un'occhiata di traverso da parte mia.
«Sta arrivando, cosa?»
Sposto gli occhi su Adrien e Lorelai e li guardo attraverso la vetrata del bar.

«Questo» sorride divertito.
Adrien tira la sedia alla sua ragazza e poi va a prendere posto davanti a lei.
Logan al fianco ride di gusto mangiando le sue patatine e una gli va sul serio di traverso tanto che inizia a tossire nel pugno della mano dandosi dei colpetti sul petto.
Lo guardo per buoni istanti finché non sospiro pesantemente.

«Tieni» sibilo porgendogli la mia lattina. Lui la afferra, ne beve un sorso e con le lacrime agli occhi, tira su col naso schiarendosi la voce più volte. Scuoto la testa esasperata.
Onestamente volevo la sua morte.

«O forse è il Chupacabra

Mi giro stranita e lo becco con una faccia pensierosa.
«Che?» alzo un sopracciglio.
«Una capra infernale che succhia il sangue agli altri animali» spiega.
«Una capra vampiro?» chiedo confusa.
«Quello è un vampiro e basta. Lorelai deve essere sgusciata fuori dall'inferno altrimenti non si spiegano i suoi capelli biondi perfetti e quel suo modo strano di manipolare la mente di Adrien.»
«Adrien non è manipolato, è un coglione e basta. E Lorelai non gli succhia il sangue, forse altro, magari per questo lui non riesce a mollarla, deve essere veramente brava...» commento volgarmente per poi ricordarmi del lavoretto di bocca che io ho fatto a lui e mi maledico di nuovo.

«Che diavolo ti ridi?» chiedo seccata quando lo scorgo a farlo. «E si può sapere che ci fai ancora qui?» chiedo con un'occhiata di traverso.

Lui alza la bustina come a dire "mangio".
«Vai da un'altra parte» ordino scacciandolo via con le mani.

«Non me lo vuoi più fare quel autografo?» chiede invece. Lo guardo rincretinita.
«No.»
Annuisce e si tira in piedi, scende due gradini per poi ricordarsi di qualcosa e girarsi. Mi trovo così di faccia a un metro di distanza dalle sue parti intime e il mio cervello si spegne gradualmente.

«Ronnie.»
Aggrotto la fronte quindi alzo lentamente il mento. Logan mi fissa dall'alto, il sole dietro di lui gli illumina i contorni e io sono nella sua ombra cercando di capire che diavolo voglia.
Solo dopo mi rendo conto della mano in cui regge una banconota che mi sta porgendo.
«Per la lattina» mi illumina alzandola. Ah, già, quella che si è bevuto perché stava crepando.
Mi limito a schiaffeggiargli la mano perché non voglio i suoi soldi del cavolo e mi tiro in piedi sorpassandolo.

«Che stavi guardando?»
Una domanda che mi blocca il passo. Mi giro verso di lui. «Prima» aggiunge con un sorrisetto che cerca di trattenere. Sa bene cosa stavo guardando e pare molto divertito oltre che soddisfatto.

Torno indietro sui miei passi, salgo gli scalini finché non ce l'ho difronte.
«Stai giocando col fuoco» dico fottutamente seria ficcando le mie pupille nelle sue.
«Non sto facendo niente» sorride con fare innocente e il mio battito cardiaco aumenta gradualmente per la rabbia che sto provando. Gli reggo lo sguardo per altri secondi per poi alzare lievemente gli angoli della bocca.

«Non ti montare la testa. Quello che è successo l'ultima volta non è significato niente. Io ho solo fatto la cosa giusta. Non sempre sono cattiva, a volte sono una stronza buona» cito le sue parole, le offese e le accuse che mi ha lanciato. Sì, l'ho difeso da Adrien, l'ho fatto ma questo non cambia niente tra noi due.

Logan invece di starsene buono come dovrebbe, fa un altro movimento e me lo ritrovo a un soffio dal viso. Smetto d'istinto di respirare e i lineamenti tirati si rilassano a tal punto che spalanco gli occhi quando la sua mano sfiora la mia e ogni piccola particella del mio corpo vacilla in un modo sbagliato, pericoloso, inaspettato.
Le sue dita percorrono le mie, mi sfiorano la pelle tanto da mandarmi il sangue in ebollizione e raggiungono l'interno del mio palmo. Il cuore, invece, lo sento rimbalzarmi contro la cassa toracica, a momenti sembra sul punto di sfondarla e tutto questo non ha il minimo fottuto senso logico.

Non sta succedendo niente, eppure sta succedendo di tutto e non so nemmeno come farlo smettere perché sta mandando i miei impulsi in cortocircuito. Sono immobile, inerme davanti a lui, non riesco a muovermi.

«Sapevi che i tuoi occhi hanno delle piccole sfumature ocra e blu?» sussurra analizzandomi.
Corruccio le sopracciglia.
«E che hai le pupille molto dilatate?» sorride lievemente. La sua ultima domanda mi lascia ancora più spaesata.
«Liz dice che succede quando c'è un grande rilascio di dopamina... o più semplicemente quando ciò che vedi ti piace molto.»

Cosa?
Mi do una seconda sberla mentale per riprendermi e così facendo indietreggio immediatamente, staccando le nostre mani.
«Succede quando ti immagino andare a fuoco.»
Logan fa una smorfia divertita.
«Ti fai i filmini mentali su di me?»
«Sui tremila modi in cui ti torturo? Sì e ci godo parecchio» sibilo a denti stretti.
Lui non sembra per niente scalfito.
«Dovresti godere pensando al tuo fidanzato, non a me.»

Rimango di sasso.
Io lo ammazzo questo grande bastardo che prende e mi ribalta ogni fottuta battuta. Non può farlo perché non deve. Dovrebbe tacere, stare zitto e invece lui osa rispondermi a tono.

«Che simpatico che sei, complimenti.»
«Grazie» fa compiaciuto.
«Avrei dovuto lasciare che Adrien ti spaccasse la faccia» dico e riprendo a camminare per i fatti miei, lontano da lui e dalle sue stupide provocazioni del cazzo. Ma che andasse al diavolo non ho tempo per queste stronzate e né tantomeno voglia.

***

Alla festa nella suite di Carter, con una birra analcolica in mano fisso da svariati secondi Nathalie che sbatte il cellulare contro il tavolo da pranzo. Mi domando quando nel tentativo di farlo funzionare non lo ridurrà in mille pezzi.

Sono qui già da una ventina di minuti, la musica è abbastanza alta, le luci sono soffuse, accese solo quelle alle lampade sulle pareti, e ci sono tante persone che sinceramente non ho la più pallida idea di chi siano. Kim dice nostri colleghi universitari, amici di amici... peccato che io non abbia mai visto nessuno di loro prima di stasera in vita mia. Sembrano quasi del personaggi non giocabili usati solo per riempiere il server di un gioco e renderlo dunque realistico perché altrimenti sembrerebbe che il mondo sia collassato in una sorta di apocalisse che ha ucciso tutte le persone della realtà virtuale.

Vestita con un semplice dolcevita nero, un paio di pantaloni dello stesso colore e gli anfibi, orologio al polso e orecchini piccoli visibili per via dei capelli raccolti in una coda, ho pensato andasse bene, ma adesso mi rendo conto che probabilmente rispetto agli altri il mio abbigliamento risulta un po' troppo formale ed elegante. Credo che Nicholas mi abbia contagiata col suo stile, non ne ho idea ma non mi dispiace. Sentire di assomigliargli per il modo in cui sono vestita mi fa sentirlo con me, presente al mio fianco nonostante lui adesso sia a una distanza di ben dieci ore di fuso orario.

Ethan non ha ancora fatto la sua apparsa. Gli avevo detto della festa e quando lui ha scoperto l'esistenza della suite i suoi occhi sono diventati delle fiamme ardenti e glitterose.
Festa con i VIP, così l'ha chiamata. Spero solo che non faccia qualcosa di stupido come fingersi un imprenditore in viaggio di lavoro per adocchiare qualche ragazzo di una famiglia ricca.

D'improvviso scorgo Duncan tra la massa di gente, che non appena mi vede alza una mano e mi viene incontro.
«Ti stai divertendo molto...» ironizza avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire e lo vedo abbozzare una risata.
In tutta risposta sollevo di poco la birra che ho in mano, dinanzi la quale lui fa una smorfia di disappunto.
«Non che preferissi la tua versione Robert Downey Jr. periodo pre-carriera attoriale, ma la Ronnie astemia mi fa alquanto pena» dice beccandosi uno sguardo storto che lo fa ridacchiare. Afferra da accanto a sé un bicchiere con qualcosa dentro, lo porta alla bocca e se ne va via.
Non so se sentirmi offesa o altro. Non ho bisogno di alcol per divertirmi. Certo... se mi ubriacassi diventerei l'anima della festa perché mi conosco abbastanza da sapere quanto io possa perdere il rispetto verso me stessa e ballare sui tavoli, ma non accadrà. Non sono più quella Ronnie.

Sposto gli occhi su Nathalie che invece la vedo smettere di sbattere il cellulare e si alza, venendo verso di me e me lo porge.
«Ma che cavolo ha? Non fa altro che bloccarsi» sbuffa. Lo prendo, gli do rapidamente un'occhiata e glielo ridò indietro.
«Ha la memoria piena. Dovresti eliminare qualcosa, tipo foto e video, cose così» dico e lei invece si avvicina al mio fianco.

«Me lo fai tu?» chiede scocciata. Sorrido trattenendo una risata per poi annuire. Quindi guardo un po' lo spazio di archiviazione.

«Hai poche applicazioni, quindi devono essere eliminate delle foto...» aggrotto la fronte ridendo non appena apro la galleria. «Ma cos'è 'sta roba?»

«Video tutorial di come si lavora ad uncinetto» risponde con fare ovvio.

«Devo cancellarlo?»

Lei spalanca gli occhi. «No! Mi serve! Voglio creare una sciarpa per Kim, ma mi sono bucata le dita così tante volte che devo ricominciare daccapo perché ho macchiato il filo di rosso con il mio sangue...» borbotta indicandomi le dita della mano destra dove ci sono due cerotti che avevo notato ma evitando di fare domande. Conoscendola, Nathalie è capace di rotolare sul pavimento stando seduta.

«La userete per i giochini sadomaso?»

Oh, Dio... stasera commetto un omicidio.
Mi giro lentamente verso sinistra dove c'è nientemeno che Finn Dwayte, o meglio conosciuto come "insetto".

«Sparisci» sibilo di colpo incazzata. Il mio buonumore è andato a farsi benedire.
Torno con l'attenzione su Nathalie e sul cellulare.
«E allora cosa vuoi cancellare? Ci sono cose che...» dico scorrendo giù per poi vedere un sacco di foto e video presumibilmente inutili. «... risalgono anche a due anni fa» osservo stupita e rido verso di lei. «È ovvio perché hai la memoria piena, ogni tanto devi fare un po' di pulizia» dico e lei non sembra della stessa opinione.

«Non mi piace cancellare le foto, sono dei ricordi... guarda» clicca in alto e seleziona "mostra i meno recenti" per poi cliccare su una foto. «Qui c'era un gattino molto bello che ho visto vicino la pompa della benzina... mentre qui» ne seleziona un'altra, «Kim si era sporcata con il ketchup la sua maglietta bianca di tremila dollari» ride lievemente osservando la sua ragazza in un modo così dolce che rimango a fissarla con un sorriso.

«Oh... Che carino» mormora Finn fintamente sdolcinato. D'istinto gli lancio un'occhiataccia.
«Sei ancora qui? Ma che cavolo vuoi? Vai piuttosto a infilare la lingua in bocca a qualche gatta morta e levati dalle palle» lo scaccio via con una mano, ritornando con gli occhi sul cellulare sul quale Nathalie torna indietro, scorre in alto e i miei occhi si fermano di getto su qualcosa. Il cuore in un nanosecondo ha un prepotente sussulto tanto da mozzarmi il fiato. La birra che ho nella mano sinistra quasi non mi scivola via dalle dita, lo evito per un pelo.

«Oh, guarda... non ricordavo nemmeno di averla scattata» Nathalie se ne rende conto come me e ci clicca sopra. Ingrandita a schermo intero, la foto mi stringe ancora di più le vie respiratorie.

L'entrata di un capanno, le luci colorate che illuminano una Ronnie vestita con un abito nero, quasi da sposa, tenuta tra le braccia di Logan Price, in smoking interamente nero, che la regge stretta a lui con un sorriso sulle labbra. I loro visi vicini, lei che lo guarda con una smorfia divertita sul punto di ridere e... mi sento male.
Un vuoto dentro mi scava in ogni particella del petto tanto da farmi serrare i denti.

«Questa me la sono persa... ero ancora a Vienna di sicuro» dice Finn fissando la foto.

La festa di Halloween. La stessa in cui lui mi ha invitata a ballare spegnendo la musica, mettendone una sua, solo perché gli avevo confessato di non aver avuto il mio ballo di fine anno e lui mi aveva detto "Balla con me, come se ti ci avessi invitata".

«Streghetta!»
D'improvviso mi sblocco, tornando con i piedi sulla terra. Sollevo lo sguardo dal cellulare e vedo Ethan venirmi incontro a braccia spalancate, tutto sorridente col suo solito completino elegante che gli dà un fascino più magnetico del solito.
Non è uno dei soliti vestiti che indossa al Pink Ocean, sembra nettamente più pregiato. È da lui, sfoggiare il suo abito migliore per fare la sua entrata in grande stile, soprattutto in una suite ultra lusso come questa dove c'è gente di ogni tipo con soldi a palate e tutti prevalentemente viziati figli di papà.

Non appena mi è davanti, mi avvolge in un abbraccio che mi strozza e poi si volge verso Nathalie e quel verme di Finn.

«Salve» li saluta col suo accento britannico e un galante cenno di testa.
«Vi presento Ethan» dico verso Nathalie e Finn, verso il quale mi giro e trovandolo completamente imbambolato. Il bicchiere in mano immobile, i suoi occhi azzurri puntati su Ethan e il silenzio assoluto. Ha un ictus o qualcosa del genere?

«Finn e... Nathalie, la ragazza di Kim» dico a Ethan.

Nathalie, invece, come al solito col suo temperamento semplice e solare saluta Ethan, lo abbraccia e poi fa qualche battutina che fa sorridere il mio miglior amico il quale si gira verso Finn che stranamente non ha ancora emesso un solo suono. Di solito ha la battuta di merda puntualmente pronta, ma non adesso. Ethan gli molla un'occhiata e poi gli tende gentilmente la mano.

«È un piacere fare la tua conoscenza» gli dice rifilandogli il suo sorriso migliore. Intanto sia io che Nath guardiamo la scena confuse. Finn tutto d'un tratto si sveglia, allunga di getto la mano quasi rovesciandosi addosso il bicchiere da solo e tira un sorriso forzato e... nervoso.

Ma che gli prende a questo troglodita?

«S-sono... Finn, sì, Finn! Sono Finn» balbetta stringendogli la mano e poi si schiarisce rapidamente la voce. Ethan annuisce corrucciando le sopracciglia, gli occhi neri sulle loro mani e Finn che sembra essersi inceppato perché non la smette di muoverle in una sorta di saluto infinito.
Quando se ne rende conto ritira di scatto la mano rimettendosi di spalle contro la parete e fingendo di guardare qualcosa a destra.

D'accordo... è un idiota, lo sapevo già.
Probabilmente non è abituato a tenere una conversazione come lo fanno le persone civili, dal momento che lui pare essere spuntato dall'Era dei Primati.

«Ethan e io ci siamo conosciuti al Pink Ocean, lo hai già visto... ma poco, lui si occupa dei cocktail e tra l'altro ora è il mio manager» dico orgogliosa verso Nathalie mentre attendo che Finn se smaterializzi, subito. Mi avvicino a Ethan afferrandolo per un braccio e gli indico un punto in lontananza.

«Da quella parte c'è la postazione del mini bar» dico consapevole che non vorrà degustare la mia birra analcolica molto triste o uno dei bicchieri sul tavolo con dentro versato un intruglio rapido e sicuramente con le dosi sbagliate.

Ethan rimane stupito come un bambino a cui è stato detto di poter andare a giocare con i propri amichetti senza alcun coprifuoco.
«Così mi prepari anche quel Margarita senza tequila, uhm?» aggiungo beccandomi un'occhiata.
«Mi hai portato qui solo per approfittarti del mio talento?» replica fintamente offeso.
Sollevo gli angoli della bocca in un piccolo sorrisetto beffardo e lui alla fine mi attira a sé a braccetto come due dame di corte.

«Andiamo, streghetta!» esordisce felice, tutto pimpante, e faccio cenno a Nath. Finn, che per tutto il tempo aveva gli occhi bassi sul suo cellulare, ci segue come se gli si fosse inceppato metà cervello.

«Che diavolo ci fai ancora qui?» sussurro al suo orecchio mentre Nathalie e Ethan chiacchierano tra di loro. Era inevitabile che andassero d'accordo, sono molto simili sotto questo punto di vista. Entrambi solari ed estroversi.

Finn si volta frettolosamente.
«Cosa?» fa spaesato e dà un'occhiata di getto ad Ethan.
«Di solito sei un imbecille ma adesso sei strano» commento e lui corruccia la fronte.

Sorride scuotendo la testa.
«Non è vero.»
«No?» insisto per niente convinta.
«No. Perché? Sembro strano? Do questa impressione? Sono strano, strano tipo inquietante?» parte in quarta preoccupato e stringe di più le braccia al petto.

Lo fisso per alcuni istanti, lui fa lo stesso e poi fa finta di niente.
«Quindi... è il tuo manager?» chiede d'improvviso. Mi volto a dargli uno sguardo e indica con un cenno Ethan che fa vedere a Nathalie come dosare gli alcolici.

«Mhm, mhm» mugugno.

«E... com'è?»
Quasi non rido tanto che lui corruccia la fronte.
«Che c'è?» chiede subito.
«Vuoi assumerlo nella tua villa da riccone?»
«Io non sono ricco. Mio padre è un soldato veterano, mia madre una commessa» mi scocca un'occhiata di traverso. «Come fai ad avere un amico così? Sei odiosa» aggiunge schifato.

Alzo gli occhi al cielo.
«E tu, perché sei così interessato al mio amico?» sollevo un sopracciglio.

Finn scocca un'occhiata a Ethan che guardo a mia volta e lo vedo sbottonarsi i polsini della camicia e tirare su le maniche.
«Somiglia a un attore, forse... non lo so, sì, potrebbe... che cazzo hai da guardare?» sbotta tutto d'improvviso lasciandomi confusa.

È un imbecille senza eguali e anche isterico.

«Se vuoi sapere com'è, perché non gli parli e lo scopri da solo?» dico con fare ovvio. Lui fa una smorfia contrariata e scuote la testa.

«E perché?»

Tiro un profondo respiro. «Sei interessato, no?» ironizzo.

«Non sono gay. Mi piacciono le ragazze» sibila disgustato al solo pensiero di un qualcosa che non sia etero. È allora che mi giro completamente in sua direzione e lo becco fissare di nuovo Ethan.

«Il modo in cui lo stai guardando è molto gay» replico prendendolo per il culo. Lui mi rifila uno sguardo storto.
«Ma fottetevi tu e il tuo amico» dice e se ne va finalmente a farsi fottere lui invece col suo metà emisfero sciolto dalla sua esasperante stronzaggine gratuita.

Il resto della serata lo passo in gran parte seduta su uno sdraio accanto la piscina sul retro della villa. La musica arriva decisamente più bassa, gli invitati sono dentro.
Con il secondo Margarita analcolico in mano mi limito solo a guardare l'acqua e la mente bloccata a qualcosa che non riesco a rimuovere.

Quella foto.
Si è infilata così a fondo nel mio cervello da avermi anestetizzato ogni altro pensiero.
Non dovrei pensarci perché non ha alcun senso farlo. E' passato tantissimo tempo, io adesso sono felice e non dovrei rimuginare su certi ricordi ma quella foto mi ha fatto provare qualcosa di... talmente forte quanto spaventoso.
Quella Ronnie era spensierata. Lo sembrava molto. Per un solo istante o due, mi sale il desiderio sbagliato di voler tornare lì, proprio in quel momento.

La festa di Halloween.
Lasciar perdere Adrien, focalizzarmi solo su Logan, continuare a ballare insieme e dirgli "tu mi fai provare qualcosa, non so cos'è ma me lo fai provare".

Non ho mai pensato a una relazione effettiva con lui, non mi sono mai permessa di farlo. Lui era tutto quello che non doveva affatto piacermi, perché io desideravo altro e nella mia ostinazione di avere quello che volevo mi sono fatta sfuggire ciò che potevo avere.

Tiro un profondo respiro e bevo un altro sorso del drink.
Non devo pensare a queste cose.

Sono fidanzata con una persona meravigliosa come Nicholas che adesso molto probabilmente sarà fuori dal suo accampamento, forse a rischiare la vita... non lo so. Ma spero stia bene.

Abbandono il bicchiere sul tavolino accanto, mi avvicino a bordo piscina dove prendo posto e tolgo le scarpe, tirando su i pantaloni per poi immergere i piedi in acqua che trovo calda. Fuori si gela abbastanza e sta tirando un po' di vento, credo stia per piovere tanto che le persone sono tutte dentro, qui fuori ci sono solo io a quanto pare.

L'ultima volta in una piscina è stato a casa di Teresa, la sorella di Logan.

Maledizione... devo smetterla di farmi tutti questi pensieri. Che diavolo mi sta prendendo stasera? Forse è la malinconia che quella foto mi ha innescato. Una così irruenta che scava nella mia testa riportando a galla solo momenti passati insieme, momenti che vedo ovunque io guardi.
Prima che tutto andasse a rotoli, lui era il mio miglior amico. Era la mia persona. Quella che avrei messo prima di tutti in ogni circostanza inimmaginabile.
Posso essere felice con Nicholas, e lo sono, ma quando vedo Logan succede qualcosa che non so spiegarmi e mi fa rabbia per questo motivo devo lasciarlo andare, eliminarlo dalla mia testa e dal mio cuore. Anche se... quando ha preso le mie mani nelle sue, intrecciando le nostre dita mi è mancato il fiato.

E non va bene. Mi sento inevitabilmente in colpa. Sto insieme a Nicholas, lui non è qui ed io penso al mio ex, sempre che si possa considerare tale. Non devo farlo.
Al diavolo...

Rumore di passi.
Qualcuno prende posto sulla sdraio accanto a me, quindi mi volto e il cuore mi sobbalza nel petto per un istante. Non perché sia lui, ma perché la camicia bianca che indossa, il suo stile elegante... è come se avessi visto Nicholas, per poi ricordarmi che non è possibile, che lui è andato via.

Le mani stretta l'una nell'altra, con i gomiti sulle gambe, ha gli occhi così azzurri da essere inquietanti. Sono veramente chiarissimi, a tratti disumani. Sta guardando la piscina.

«Anche questa volta proverai ad affogarmi?» chiede e sposta le iridi su di me.
Abbozzo un sorrisetto.
«Potrei.»

Kieran Stronzo O'Brien è venuto chiaramente a chiedere un secondo giro con la testa immersa sott'acqua e io sarei bel lieta di accontentarlo.

***

Angolo autrice

Allora. Io sto ancora morendo dal ridere per colpa di Finn e le vibrazioni gay che trasmette. Stommale AHHAHAH

Poi vabbè, la conversazione tra Ronnie e Logan fa altrettanto ridere.
Adrien, ancora una volta dimostra di essere un incoerente testa di cazzo.

Ethan lo si ama e insieme a Nathalie temo cosa potrebbe succedere XD

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