19 - Scoppiare d'ira

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

- Arlena...-

Un sussurro, una voce lieve che la chiamava.

- Ehi...-

Un tocco sulla pelle quasi timoroso, caldo e familiare.

- Arlena!- sentì esclamare a voce più alta facendola svegliare e mettere a sedere di scatto.

- Sì, cosa?- disse velocemente, mettendoci un po' a capire che Selene era seduta davanti a sé sul suo letto sorridendole leggermente. I lievi raggi solari entravano dalla finestra, dove poté notare che il sole fosse da poco sorto, il cielo ancora con sfumature rosate e azzurrognole.

- Che ci fai qui a quest'ora? Oggi non ci sono lezioni.- le domandò quando notò che la chiara fosse già vestita. La cosa non le quadrava.

- Non ho chiuso occhio e volevo parlarti e sono venuta qui. Quando ho aperto la porta e ti ho vista dormire ho pensato di tornare più tardi ma le tue piante mi hanno fatta entrare e... bloccata qua dentro.- le rispose voltandosi a guardare quei fiori le cui radici erano fuori dai vasi, raggiungendo la porta e bloccandola intrecciando i rami tra loro, della terra sparsa sotto i vasi.

- Oh, scusa.- le disse la bruna alzandosi in piedi e raggiungendo quei fiori variopinti e toccandone i petali. Subito queste diventarono più rigogliose, le radici si ritirarono tornando al loro posto e liberando l'entrata della stanza.

- Avresti potuto farlo anche tu, domini la terra no?- le disse poi rimanendo un secondo perplessa ripensando alla cosa e Selene si passò una mano tra i capelli.

- Sì ma sono le tue piante, non volevo creare casini. Hanno un legame con te.-

Arlena scosse la testa e tornò dall'amica, sdraiandosi a pancia in sù sul letto con le braccia sotto la nuca. Ormai non aveva più sonno, una volta sveglia raramente riusciva ad addormentarsi di nuovo.

- Che volevi dirmi di tanto importante che non ti ha fatto chiudere occhio? Di solito dormi come un ghiro.-

- Ehi, non è vero!- ribatté Selene facendo ridacchiare l'altra che la guardò negli occhi in attesa. La chiara fece un respiro profondo e si mise comoda, sdraiandosi al suo fianco e cercando le parole giuste. Le piaceva parlare con lei, confrontarsi, non la giudicava mai e l'aiutava sempre. In sé sentiva di aver già avuto una persona del genere al suo fianco ma, come sempre, non ricordava nulla.

- Hai presente quel giorno che sono entrata in camera correndo e tu mi hai chiesto se avessi visto un fantasma?- le domandò e l'altra ci pensò un attimo.

- Uhm, sì. Che poi non mi hai più detto cosa ti fosse successo per essere così assente?-

- Ecco, quello. Diciamo che dopo che ho lasciato Eliana alla mensa ho sentito un'aura negativa e l'ho seguita.-

- Ok, ma qui è pieno di energia negativa con tutti questi vampiri fastiodiosi. Non tu ovviamente, sia chiaro.-

Selene sorrise e continuò, anche se l'agitazione in sé cresceva a ripensare di nuovo a ciò che stava per dirle.

- Lì mi sembrava più forte. Comunque, mi ha condotta all'appartamento nascosto dove sto ora e ci sono entrata. Non c'era nessuno, o così mi pareva dato che non sentivo alcun rumore né vedevo anima viva. Sono salita al piano superiore e poco dopo mi sono ritrovata Amara davanti. Le ho chiesto perché rispondesse male e altro ma non rispondeva. Era arrabbiata e anche influenzata dalla luna blu, magari per quello ha fatto quel che ha fatto, però non lo so, non capisco, è tutto così confusionario che...-

- Selene, vai al sodo o giuro che ti ci avvolgo in quelle rad...- esclamò Arlena e Selene si morse il labbro inferiore.

- Mi ha baciata.- disse tutto d'un fiato. Il silenzio regnò nella stanza per cinque secondi esatti, prima che la bruna scattasse a sedere metabolizzando le parole appena sentite.

- Che cosa!? Scherzi!?-

Selene si mise a sedere anche lei e scosse la testa.

- Non ha fatto altro?-

- Si è voltata e mi ha detto di andarmene. Poi i giorni seguenti mi ha evitata, anche se ero lì con lei essendomi trasferita. Non abbiamo scambiato molte parole.-

Arlena rimase un po' in silenzio a pensare, non sapeva esattamente cosa dire, solitamente quella vampira portava guai ma come mai aveva agito così? Sembrava odiare quella ragazza dai capelli neri e bianchi.

- Beh, forse è solo stata su di giri per la luna blu come hai pensato tu. D'altronde è successo solo una volta, quindi ci sta.-

Ma il silenzio di Selene non le piacque per nulla.

- È successo solo una volta, vero?- chiese per conferma.

- Ieri sera eravamo fuori nel giardino alla festa, mi sentivo un po' male e lei non era da meno. Pensavo fosse ubriaca ma lei ha dato la colpa al fatto che non beve sangue delle persone ma animale da molto, così ho proposto di aiutarla a tornare a scuola. Ma non ha risposto e quando mi sono voltata... -

- Ti ha baciata di nuovo.- concluse Arlena e lei annuì anche se era stata lei la prima a farlo, però la corvina non si era ritratta.

- Sono sempre più convinta che lei mi conosca ma continui a negarlo. So che è così, lo sento attraverso il mio corpo, ogni suo tocco o anche parola mi sembra familiare. E mi ha chiamata Sel.-

- Sel? No, non è da lei, chiama tutti per cognome a momenti. Mai per nomignoli o abbreviazioni.- disse subito la mora.

- Nemmeno voi o tu che mi hai trovata mi chiamate così, ma lei l'ha fatto.-

- Hai provato a parlarle?-

- È da tutta la notte che non la vedo, è sparita nel nulla dopo quanto successo. Se mi parlasse anziché ignorarmi non sarebbe male!-

Selene sospirò, si sentiva anche arrabbiata nel profondo, tradita. Perché doveva comportarsi così quella ragazza?

- Ascolta, quella è una stronza odiosa che fa quello che vuole fregandosene di tutti ma tu riesci a tenerle testa. Quindi, non demoralizzarti e cercala, anche all'infinito se serve. È un tuo diritto sapere.-

Selene le sorrise e le poggiò una mano sulla sua.

- Grazie.-

- Puoi sempre contare su di me.- le disse l'altra ricambiando il sorriso mentre lei si alzava per andarsene. Una volta davanti la porta però l'amica la chiamò ancora.

- Lei ti piace, vero?-

Selene la fissò per qualche secondo prima di rispondere. Non si era aspettata quella domanda, o almeno non subito.

- La cosa mi spaventa un po', ma penso di sì. Non ho ricordi ma il mio corpo riconosce le cose che ho intorno, tra cui lei. Non sono sensazioni normali tra amici o rivali che sento.-

- Capisco. Solo, stai attenta. Non ricordi ancora e non sai cosa sia successo tra voi per cui lei sia così rude talvolta, ammesso che vi conosciate davvero.- le disse e lei annuì prima di uscire e chiudere la porta dietro di sé, tirando fuori dalla tasca quella strana piuma nera. Sospirò, ora la sua meta era un'altra: la biblioteca.

Pronte per un'altra ricerca entusiasmante! pensò con ironia incamminandosi. Dato che quel giorno le lezioni non si sarebbero tenute, molti studenti erano fuori dall'istituto a distrarsi dagli studi divertendosi, salutando le famiglie tornando a casa o uscendo con gli amici. Non avendo nessuno intorno per i corridoi, lei poteva starsene tranquilla a rigirarsi quella piuma tra le dita.

Una volta arrivata cercò tra gli antichi volumi qualcosa legato agli angeli, alle loro ali. Quella piuma non era di qualche uccello, era grande e così scura, troppo per essere di qualche corvo. In più, sprigionava energia negativa.

- È simile a queste, ma non esistono ali nere, altrimenti qui ci sarebbe scritto qualcosa.- disse sbuffando e chiudendo l'ennesimo librone polveroso. Finirò con l'impazzire! Mise di nuovo in tasca la piuma trovata e tornò a camminare tra i corridoi in silenzio. Questa è la sua aura...

Alzò il volto quando riconobbe l'energia di Amara, difatti la vide spuntare da una finestra alla fine di quel corridoio. Le dava le spalle e sembrava non essersi accorta della sua presenza fin quando Selene non la chiamò, iniziando ad andarsene aumentando il passo.

- Lia aspetta!- le disse ancora riuscendo a prenderle il polso per fermarla. Perché l'aveva chiamata in quel modo? Non era il suo nome, però quello sembrò mettere solo più tensione alla vampira.

- Ti ho detto che non devi toccarmi!- le disse rabbiosa voltandosi verso di lei mentre l'altra rimase seria.

- No, dobbiamo parlare.-

- Lasciami o giuro che ti faccio fuori!-

- Si può sapere che problemi hai? Prima mi guardi con dolore e rabbia, controlli ciò che faccio, mi urli contro, poi mi baci così di punto in bianco e poi mi eviti in continuazione e ogni volta che cerco di parlarti mi rispondi male. Non ti ho fatto niente!- disse urlandole contro senza neanche accorgersene. Un secondo dopo si ritrovò la schiena al muro, i polsi sopra la sua testa tenuti dalla mano ghiacciata di Amara. I suoi canini erano allungati, mostrando quanto fossero affilati ma quello che la fece rabbrividire furono i suoi occhi viola-rossicci che ora erano di una colorazione più intensa e sembravano brillare di una luce rosata, pieni d'ira, le pagliuzze dorate.

- Te ne sei andata senza dire una parola! Ci hai distrutto dall'interno abbandonandoci così all'improvviso e siamo finiti in rovina! Ogni volta che sembrava che volessi parlarmi non dicevi mai nulla, quello che sentivi, della tua confusione, della tua depressione. Non hai detto niente a nessuno, nemmeno ad Arun, eppure eravamo a due passi da te come ogni giorno! Ma hai preferito lasciarci con l'acqua alla gola e sparire nel nulla fregandotene completamente. Questo è niente!?-

La corvina buttò fuori tutte le parole che si era tenuta dentro per anni e anni urlando completamente irata. Rimase a fissarla per qualche secondo in silenzio, dopo di che le lasciò i polsi e si trasformò in una nube nera e se ne andò. Selene rimase lì immobile ad osservare il pavimento con sguardo perso, la testa iniziava a farle male, immagini sfuocate iniziarono ad apparirle nella mente. Delle lacrime dorate cominciarono a scenderle sul volto accompagnati da singhiozzi silenziosi e si accasciò a terra, la testa sulle ginocchia e le braccia che le avvolgevano il torace, mentre in lei sentì un senso di vuoto e colpa crescere fino a sgretolarla.


"Alberi sopra di lei, il vento che faceva cadere le foglie e la incoraggiava a correre ancora, senza fermarsi. Continuava a correre, il fiato le mancava, correva già da un bel pò e il corpo cominciava a farle male ma doveva scappare da lì, andare più veloce che poteva per evitare di essere presa, non poteva arrendersi. Addosso aveva un vestito bianco che ormai si era strappato per i colpi che aveva subito. Non aveva ferite, si erano rimarginate tutte in poco tempo, quello che le faceva male davvero era il cuore. Era stata tradita da chi credeva amico, si era fidata, tutti loro si erano fidati. Poi, senza fiato e priva di forze, cadde a terra e l'oscurità l'avvolse.

L'immagine cambiò di nuovo e si ritrovò in una foresta di alberi dalle foglie rosse, il vento che gridava, la avvertiva del pericolo. Lei si mise a correre appena avvertì quel senso di inquietudine, cercando di raggiungere il luogo da dove proveniva quella nube nera alta nel cielo che aveva visto ma una volta arrivata si bloccò.

Vide del fuoco intorno ad una ragazza dai capelli corvini, vestita di nero e impolverata, circondata dalle fiamme rosse e intenta a cercare qualcosa per terra e che non smetteva di tossire per il fumo. Non erano fiamme normali, quello era il Fuoco, quello che solo loro riuscivano a fermare ma in quel momento era controllato da qualcun altro poiché non riusciva a placarlo con la sua potente magia. L'agitazione e la paura presero il possesso del suo corpo.

- Ti prego, vieni via!- disse alla ragazza sentendo le lacrime scorrerle sul volto incontrollate. Non voleva piangere, odiava sentire quelle lacrime sul viso ma era troppo agitata, nervosa, preoccupata.

- Devi andartene.- disse l'altra con voce rabbiosa.

- No, non senza di te!-

La corvina fece un movimento con le mani ed un forte vento la sollevò a mezz'aria, cominciando ad allontanarla dal fuoco.

- No!- urlò lei vedendo l'altra essere sommersa dalle fiamme. Il vento la portò in un luogo sicuro, tranquillo. Rimase a terra, in ginocchio, lo sguardo perso. Poi una mano si posò sulla sua spalla e si voltò.

- Stai bene?-

Lei saltò addosso alla corvina scoppiando a piangere senza riuscire a fermarsi.

- Ehi sto bene, sono qui.- le disse l'altra accarezzandogli i capelli chiari tossendo di tanto in tanto, ancora piena di cenere e sussurrandole una frase.

- Scusami Ester...-"

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro