29 - Intrappolata

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Sentiva il freddo intorno a sé e un odore di metallo e di marcio. Aprì gli occhi a stento e si ritrovò in una stanza completamente buia, faceva fatica a vedere ma dopo un po' si ambientò e ritornò a vedere quanto le bastava per capire dove fosse finita.

Si mise a sedere in un angolo di quel luogo per quanto il corpo dolorante glielo permise e si guardò i polsi dove aveva delle catene vecchie e arrugginite da cui sarebbe potuta scappare liberamente all'apparenza, ma non era così. Le riconobbe subito, servivano ad indebolire chiunque le avesse indosso.

Il pavimento così come per le pareti erano umide e fredde ma non le importava in quel momento. Le interessava uscire da lì, solo quello. Cercò di ricordare cosa fosse successo per capire come ci fosse finita. Aveva visto un'ombra tra gli alberi della foresta poco dopo essersi incamminata verso la scuola e l'aveva seguita sentendo un'aura familiare che però non riusciva ad identificare, poi era caduta nel buio così all'improvviso.

Sentì un rumore di metallo dopo un po' e un grande portone, a cui non aveva fatto caso per la troppa oscurità, davanti a lei si aprì. Della luce lieve la raggiunse e dovette coprirsi gli occhi con la mano per non venirne accecata. Era ancora giorno all'esterno, ma quanto tempo era passato esattamente?

- Ma guarda, chi si vede. Ho impiegato decenni a cercarti ma i miei sforzi sono stati ripagati bene direi.- disse una voce che mai avrebbe dimenticato nella vita.

- Orion.-

Disse quel nome con rabbia e odio mentre lo sentiva sghignazzare. Era finita nelle mani del nemico, doveva averla trovata velocemente quando aveva creato un contatto con Nives. Ma la cosa non la stupiva, aveva calcolato tutto quello, non c'era niente che non si aspettasse in quel momento.

- Ti mancavo?-

Lui le si avvicinò permettendole di vederlo dopo così tanti anni passati a seminarlo e lasciare sue tracce in giro per depistarlo ogni volta. Era lo stesso ragazzo alto, magro, la pelle bianca come ogni vampiro, i capelli folti e neri. Gli occhi erano grigi e lasciavano trasparire soddisfazione ma lei vide anche stanchezza in essi e sapeva a cosa fosse dovuto il tutto. Qualcosa che lui aveva rubato e anche di molto potente e pericoloso.

- Quanto è bello vederti ridotta così Amara, così debole e indifesa.- le disse accucciandosi e prendendole il volto tra le dita mentre lei ribolliva d'ira. Quanto caos aveva creato e stava creando quel vampiro inutile? L'avrebbe ucciso più che volentieri con un semplice schiocco di dita se avesse potuto.

- È un vero peccato per un essere così attraente e spietato ritrovarsi in una tale situazione però, la tua bellezza è rara e imparagonabile. Non ho mai visto nessun'altra così e ho viaggiato molto per cercarti. La bellezza di Nives e Selene non è da cancellare se è per questo ma sono troppo buone, troppo angeliche e facili, non credi? Tu sei di gran lunga meglio, mi domando cosa tu sia in grado di fare.- le sussurrò prima di baciarla. Lei in un attimo gli diede una spinta con il piede sullo stomaco allontanandolo subito da sé all'istante. Quanto lo odiava e disprezzava.

- Verme! Vedi di starmi lontano!- gli ringhiò contro mentre si passò il dorso della mano sulle labbra completamente schifata da quanto accaduto ed Orion scoppiò a ridere, una risata per niente rassicurante, mentre si rialzava da terra e guardandola.

- Dimenticavo che sei attratta da quella buona a nulla di Selene. O almeno lo eri, lei non esiste più, l'ho eliminata. Mi spiace per la tua amata perdita.- disse senza togliersi quel sorrisetto compiaciuto. Non ne hai nemmeno idea pensò la corvina cercando di capire le sue intenzioni quando lui si inginocchiò ancora davanti a sé, stavolta un po' più distante.

- Arriviamo al punto, ti va? Ti propongo un patto semplice: tu ti allei con me e io ti lascio libera di uccidere e far fuori chi vuoi.-

- Primo, uccido già chi voglio e quando voglio. Secondo, chi mi garantirebbe mai che stai dicendo la verità? E terzo, la mia risposta rimane comunque invariata dopo tutto questo tempo, lo sai. Quindi vedi di non chiedermelo di nuovo!- gli disse fredda, lo sguardo tagliente.

- Oh, eddai. Tra vampiri ci si dovrebbe fare una mano no? Dovresti aiutare chi è più piccolo di te, che esempio dai ai bambini altrimenti?- disse lui e odiava la sua sfrontata ironia.

- Sono una solitaria e piuttosto marcisco qui.- ringhiò guardandolo truce. Lo voleva morto, già se lo immaginava.

- Ti chiedo solo di tradire i tuoi cari amichetti speciali e aiutarmi a catturarli. Potresti infiltrarti tra loro come se fosse tutto normale e nel momento più accattivante li fai fuori. Non ti piace ingannare? Sei davvero così dannatamente leale?-

Lei non rispose subito e continuò a fissarlo in malo modo.

- I patti noi li prendiamo più che seriamente, e se ho giurato di dare la vita pur di salvarli, allora non trasgredirò di certo a ciò che ci lega e ciò che siamo sin da sempre.-

- Come siamo di pessimo umore oggi. Va beh mi arrendo, hai vinto. Ma ti avviso, questa era la tua ultima possibilità, la mia offerta non la sentirai mai più.-

Lui schioccò le dita e due grandi uomini muscolosi entrarono dietro di lui e Amara si alzò in piedi sull'attenti, le catene che si muovevano. Erano alti e possenti, eppure sapeva che non potevano mai essere forti come lei, doveva sfruttarlo per uscire da lì. Difatti, nella sua mente scattavano già svariate idee e situazioni, analizzando tutte le possibilità possibili.

- Sistematela.- ordino. Orion levandosi quel sorrisetto impertinente, tornando serio e tenebroso. Il primo uomo le si avvicinò e fece per prenderla ma lei si spostò in fretta, una velocità disarmante. Tuttavia, era debole in quanto non si nutriva già da tempo di ciò che il suo corpo le chiedeva, ignorandolo completamente, né per quelle catene fastidiose. Così non fece in tempo a schivare il secondo uomo.

Sentì il dolore e il sangue che le percorse il corpo violento, un legno a trafiggerle il petto raggiungendo il cuore. Dalla sua bocca non uscì alcun suono. Orion la vide cadere a terra in ginocchio e togliersi il pezzo di legno a fatica e ghignò appena la vide definitivamente a terra priva di vita. In tutti quegli anni aveva sognato di vederla in quella situazione e ora non poteva che mostrare il suo sguardo finalmente vittorioso.

- State qui e prendete la sua energia.- disse con tono orgoglioso ma anche con sguardo freddo. Ora era ad un passo più vicino alla sua vittoria e ai piani di conquista.

- Sì signore.-

I due uomini rimasero lì mentre il loro capo se ne andò da quel posto sbattendo la porta. Uno dei due poi accese un fuoco sulla sua mano schioccando le dita e subito sentì un rumore di catene che si spezzano e cadono a terra. La cosa non era normale e questo portò entrambi a voltarsi e a guardare dietro di loro, subito il panico prese possesso di loro così velocemente da non rendersene minimamente conto. Lì dove Amara era caduta, non c'era più niente se non una pozza di sangue rossa e le catene completamente sbriciolate. Non era una cosa normale, per niente. In più, l'atmosfera si fece lugubre, tetra.

- Ma che... Ah!-

Uno dei due cadde a terra senza vita così velocemente e inspiegabilmente che l'altro se ne accorse solo quando sentì il suo corpo fare un tonfo, guardandosi intorno con la paura che si insinuò in fretta in lui. Intorno a sé non vide altro che oscurità, nemmeno la lieve luce che il fuoco sprigionava poteva aiutarlo.

Poi sentì dei canini affilati entrare nella sua carne del collo e provò a liberarsi da quella presa forte e salda di quelle mani ghiacciate appoggiate sulle spalle ma sembrava che le sue gambe fossero di pietra e alla fine cadde a terra privo di vita.

Amara se ne stava lì ferma a guardare le sue vittime sentendo l'adrenalina in corpo. Non la provava da così tanto tempo, erano troppo anni che non uccideva delle persone e si sentiva così bene, avrebbe ucciso chissà quante altre persone in quel momento pur di sentirsi in forze. Sul suo corpo non c'era più alcuna ferita lasciata dal legno né dalle catene, come se fosse guarita.

Li guardò ancora un po' con sguardo glaciale come se stesse cercando qualcosa dentro di loro, nelle menti e in effetti ne analizzava i ricordi cercando di radunare più informazioni possibili e che potessero tornare utili. Anche se in realtà non trovò nulla. Anche da morti rimanete inutili eh?

Poi si avvicinò alla prima vittima e a sedersi a bere il suo sangue affamata. Era caldo e decisamente più forte di quello animale che aveva bevuto per così tanti anni in quella scuola, anche se sempre meno di quello di Selene. Ne bevve fino all'ultima goccia, avida e assetata.

Una volta finito si leccò le labbra soddisfatta e si alzò di nuovo in piedi, scavalcando i due come ostacoli inutili, raggiungendo il portone da cui Orion era entrato ed uscito. Appena lo toccò si disintegrò sotto i suoi occhi permettendole di uscire e riabituarsi alla luce solare. Il sole stava tramontando e capì che era rimasta tutta la notte e il giorno là dentro.

Selene starà già portando i ragazzi al monte pensò subito guardando in direzione della scuola. Sentiva che non era così distante da essa anche se non era quella la sua meta ora. Aveva in sé una strana sensazione, come se stesse per accadere qualcosa e il suo sesto senso non sbagliava mai. Devo sbrigarmi, prima che diventino cenere.

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