33 - Nuovi piani

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Era in mezzo a quella radura piena d'alberi avvolta nel buio, solo le stelle e la luna ad illuminare con la loro luce, quei lievi raggi argentei. Il silenzio la circondava, i ragazzi erano probabilmente già tutti a dormire mentre lei, nella sua mente, cercava di pensare.

- Era da molto che non tornavate. Sono passati secoli dall'ultima volta che siete venuti a rifugiarvi qui.- disse una voce, quella di Raissa.

- Le cose non sono cambiate a quanto vedo.- disse Amara voltandosi a guardarla, poggiandosi con la schiena contro la corteccia dell'albero che aveva dietro, le braccia al seno.

- Non possiamo fare molto qui ma sappiamo come far passare il tempo almeno un po'. Tra cacciare, litigare tra noi, sistemare i nostri casini, sfamarci, litigare di nuovo, curare le ferite, cose così.-

Amara ridacchiò appena, erano proprio rimasti gli stessi nell'arco dei secoli.

- Selene ci ha detto un po' quello che sta succedendo qui fuori.-

- E vuoi sapere se è tutto reale.- continuò la corvina conoscendola e l'altra fece spallucce mettendosi accanto a lei senza problemi.

- Sai che non ho un buon rapporto con lei, è troppo angelica.- disse Raissa con un tono un po' schifato e l'altra scosse la testa.

- Oh ma non significa che ad altri non piaccia così.- aggiunse subito e Amara la squadrò, fissandola poi negli occhi maliziosa.

- Vorresti insinuare qualcosa per caso?-

La bionda ricambiò il sorrisetto malizioso, i suoi occhi che sembrarono brillare nel buio.

- Non esattamente Lia.-

La corvina le diede una semplice spallata come a farle levare quello sguardo, riuscendoci. Raissa era la vampira che più si avvicinava caratterialmente a lei, lo era sempre stata, anche prima di diventare un vampiro come lei.

Dato il carattere tenebroso della bionda, gli altri prima di lei non erano riusciti a parlarle e ad insegnarle come sopravvivere in quella forma che le era stata nuova ai tempi, eccetto Amara. Stessa testardaggine e modo di replicare, le aveva tenuto testa. In più, Raissa aveva avuto dei validi motivi per non fidarsi degli altri, solo con il tempo capì che erano tutti uguali lì dentro, diventando come una grande famiglia.

- Sei già andata a trovare gli altri due?- le domandò poi e la corvina la guardò non capendo. O almeno, un'idea ce l'aveva in testa.

- Arun e Nives.-

- Sono già qui? Da quanto?-

Raissa ci pensò un po' su prima di risponderle, giocherellando con una ciocca chiara nel mentre.

- Mezza giornata o poco più se non mi sbaglio. Quando li abbiamo visti entrare nel portale erano davvero ridotti male, non so nemmeno come abbiano fatto ad arrivare fin qui. Li abbiamo aiutati a raggiungere la biblioteca, dove stanno ora a riprendersi lentamente. Non li ho mai visti ridotti in quelle condizioni.-

Amara non disse nulla cominciando a pensare un po', senza notare che l'altra si stava allontanando per qualche motivo. Si riscosse solo quando delle braccia calde le si poggiarono sulle spalle, guardando Selene apparsa davanti a sé, quegli occhi così luminosi e dorati nei suoi che la fissavano incuriositi.

- Tutto bene?- le domandò la chiara e lei sorrise appena lasciandole poi un bacio casto sulle labbra.

- Pensavo, il preside non vuole che i suoi ragazzi sappiano. Non ancora almeno e la cosa mi infastidisce un po'.-

- Già. Ma se non lo farà lo scopriranno da soli, la nostra energia inizia a non sopportare il fatto che la reprimiamo da così tanto tempo.-

- Non me lo ricordare, potrei esplodere da un momento all'altro senza accorgermene.- sbuffò Amara, passando una mano tra i capelli candidi dell'altra, così morbidi e setosi. Nel mentre Selene si ricordò di non averla vista né quella notte né la mattina.

- Ti ho cercata ovunque, ma dov'eri finita?-

- Orion mi aveva presa.- le rispose l'altra con nonchalance giocherellando con una sua ciocca chiara e l'altra sgranò gli occhi appena sentì quel nome per lei odioso.

- Cosa!? Come?-

- Quando me ne sono andata ho usato parte della mia vera forma e mi ha intercettata. Me lo aspettavo anche se non così velocemente. Sono riuscita comunque a scappare e di sicuro si starà logorando dalla rabbia per questo.-

La chiara inclinò la testa da un lato incuriosita oltre che confusa, qualcosa non le quadrava.

- Perché hai usato tutto quel potere? La barriera che avevamo creato intorno all'istituto non ne necessitava così tanta, nemmeno distruggerla.-

Amara tentennò un poco su quello che le stava per dire ma alla fine cedette. Non sarebbe riuscita a tenerglielo nascosto per molto, l'avrebbe scoperto da lì a qualche ora magari. In più era un suo diritto sapere.

- Potrei aver ritrovato quell'angelo che mi piace importunare e quell'idiota di tuo fratello.-

Ci fu qualche secondo di silenzio, Selene stava ancora elaborando le sue parole cercando di metabolizzare la cosa nella sua mente.

- Cos... Ma come... Avevi detto che non ci eri riuscita in tutti questi anni e...-

- Ehi.- le disse subito la vampira prendendole il volto tra le mani obbligandola a guardarla negli occhi. Stava iniziando ad agitarsi e non voleva che stesse male e si perdesse nei suoi stessi pensieri e parole.

- Non con la mia essenza, solo con quella possiamo intercettarli in qualche modo, lo sai. Nives era all'ultima frequenza, le ho parlato ed è riuscita a scappare con Arun sapendo dove fosse. Raissa mi ha detto che sono qui già da più tempo di noi. Stanno bene, ok?-

Gli occhi di Selene si fecero lucidi e si passò una mano tra i capelli sospirando. Faceva sempre così quando cercava di calmarsi, la corvina lo sapeva bene e fece un passo indietro per lasciarle un po' d'aria, vedendola mordersi il labbro inferiore.

- Dove sono?-

- Alla biblioteca. Pensavo di controllare.-

L'altra annuì subito e, senza altre parole, si incamminarono. La meta non era distante dalle case degli altri vampiri, la si poteva vedere grazie alla sua grandezza e a quella cupola dai mille colori in vetro anche se nel buio non era molto semplice capirlo.

La raggiunsero in poco, varcando quel grande portone in legno scuro massiccio tutto intarsiato a contrasto con i muri chiari a riflettere la lieve luce lunare. Dentro, essendo notte, era tutto oscurato e non si vedeva niente, solo delle macchie sfuocate. In più, quell'oscurità diede particolarmente fastidio alla chiara, tanto che schioccò le dita e attorno a lei apparì qualche piccola sfera di luce che la seguì come un cagnolino. Amara dovette voltarsi per non esserne accecata all'istante quando essa apparì, abituandosi poco dopo ma stando comunque a debita distanza.

- Vedo che hai ripreso a controllarlo.- le disse guardandosi intorno, scaffali enormi e alti pieni di antichissimi volumi che conosceva bene.

- Abbastanza, sì.- disse l'altra piuttosto frettolosamente, vedendo di fronte a sé due corpi dentro delle sfere magiche che li proteggevano. Il suo cuore batteva all'impazzata, colpa, tristezza, euforia, non sapeva più che cosa stesse provando. Guardò prima la ragazza dai capelli argentati, colei che era da sempre stata la sua migliore amica e confidente e che aveva fatto lo stesso con lei.

Il suo corpo dalla pelle chiara aveva ancora qualche ferita che doveva svanire completamente lasciando la sua pelle intatta, forse se le era procurate mentre raggiungevano quel luogo, le ali che ricordava candide come la neve erano macchiate di sangue. Il vestito che indossava era ridotto ad uno straccio, polveroso ma, oltre quelle condizioni, la sua aura stava aumentando lentamente, segno che si stava riprendendo.

Poi spostò lo sguardo sul ragazzo, la pelle poco più chiara della sua, i capelli di un castano scuro con qualche ciocca biondo chiaro, quasi bianco. Anche lui era nelle stesse condizioni di Nives, la sua aura era più debole ad essere sinceri e la cosa non fece altro che procurarle ancora più dolore.

- Niamas...- sussurrò toccando la barriera, sentendo le lacrime rigarle le guance silenziose. Poco dopo se le asciugò odiando sentirsi e mostrarsi così, o quella almeno era la sua parte di vampiro ad avere la meglio. Amara però se ne accorse comunque e le avvolse le braccia intorno ai fianchi, il volto poggiato sulla spalla cercando di tranquillizzarla.

- Tra qualche giorno staranno bene.-

- Lo so. Vederli dopo tanto, non sapere cosa pensino di me mi spaventa.- ammise lei a bassa voce e la corvina ci pensò un po' su.

- Beh, sì. Nives te ne dirà di tutti i colori. Arun invece sarà più clemente dato che non riesce ad essere arrabbiato con te, sei mezza salva.-

- Qualcosa mi dice che lo farai fuori, dal tuo tono non sembri molto felice.-

- Scherzi? Mi ha lasciata con quell'angelo per troppi giorni quello scemo, stavo dando di matto!-

Selene ridacchiò e osservò il cielo attraverso quelle vetrate colorate, il vento che, entrato da quel portone rimasto spalancato, continuò a fare loro compagnia accarezzando le loro pelli, narrando antiche leggende di cui loro erano state in alcune testimoni e altre artefici.

Urla d'ira si propagarono ovunque in quella struttura buia e fredda, umida e desolata, nascosta da occhi che non sapevano vedere oltre grazie ad un potente incantesimo. Le pareti sembrarono vibrare a quella voce rabbiosa, delle torce erano probabilmente cadute lungo gli intricati corridoi di quella prigione fatta di pietra e magia.

- Avete idea di quello che avete fatto!?- urlò Orion ai suoi uomini in una delle numerose stanze, loro che non osavano guardarlo negli occhi ora rossastri, i canini allungati, la rabbia di un vampiro che si sentiva più che chiaramente.

- Per decenni li ho cercati e Raulyax li ha sempre avuti qui!?- continuò dando un pugno alla parete rocciosa creando una lunga crepa che arrivò fino al soffitto, della polvere che cadde da esso facendo tremare tutto.

- Ci spiace signore, non sapevamo che cercavate anche voi queste persone. Avremo dovuto avvisarvi subito dei suoi progetti.- disse uno degli uomini chino a terra, il volto verso il pavimento. Aveva paura e Orion lo sentiva chiaramente, anche i suoi compagni non erano da meno.

- Sì, avreste dovuto! Cosa non vi è chiaro del fatto che io debba sapere tutto?- disse prendendolo di scatto per il collo e sollevandolo da terra come se nulla fosse sfruttando la sua forza di vampiro.

- Quei due sarebbero stati la chiave per il mio successo! Con loro lì fuori dovrò fare dei nuovi piani!- disse facendolo cadere a terra e vedendolo boccheggiare.

- Scusi signore ma, ecco, come possono due persone fermare voi? Intendo con ciò che possedete? Siete l'essere più potente di tutto il Mondo Magico...- azzardò a dire un altro al suo fianco e Orion lo guardò truce facendolo zittire all'istante.

- La vittoria sarà più lontana grazie alle rivolte che creeranno. Non sono esseri da sottovalutare, sono astuti e imprevedibili, sanno nascondersi. E a meno che voi non abbiate un'idea brillante per catturarli nuovamente, vi conviene sparire da qui.- disse lentamente e con tono inquietante. Non se lo fecero ripetere e subito uscirono verso l'esterno pur di non stare un minuto in più lì, forse anche perdendosi tra quegli intricati corridoi come un labirinto.

Nel mentre, Orion si voltò e tirò fuori dalla sua giacca in pelle una piccola biglia nera come la pece, ghignando. Sembrava essere molto speciale e infatti era così. La lanciò in aria e questa si trasformò all'istante in un bastone che volteggiò in aria di simil metallo nero con dei riflessi violacei. C'erano delle incisioni lungo esso, delle rose e dei simboli in una lingua che non conosceva. Poco gli importava però, gli interessava il potere particolare che possedeva quell'oggetto.

- Non so come tu sia riuscita a scappare e a sopravvivere cara Amara, ma ora ho qualcosa che ti appartiene. Chissà quando ti renderai conto di non avere il tuo prezioso giocattolino. Non te ne sei mai separata.- disse ridendo maligno prendendo quel bastone in mano e lasciandosi avvolgere dalla nube violacea che sprigionò.

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