8 - Canto familiare

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- Selene!-

Arlena saltò letteralmente addosso alla ragazza dai capelli bianchi stritolandola una volta ritornati all'interno del castello e raggiunte le camere per cambiarsi e levarsi di dosso la polvere. Per poco non caddero entrambe a terra e la chiara scoprì grazie a ciò di avere un buon equilibrio.

- Dio mio, mi hai fatto prendere un infarto!- esclamò la mora staccandosi e guardandola con occhi misti tra la preoccupazione, la rabbia e la meraviglia.

- E anche a noi.- aggiunse Azura accanto a loro andando ad abbracciarla anche lei.

- E sei riuscita a superare il test. Proprio all'ultimo dovevi reagire eh?- disse Lukas appoggiato allo stipite della porta ridacchiando, quelle due ragazze non la lasciavano nemmeno respirare o dare il tempo di metabolizzare tutto ciò che era accaduto.

- Veramente stavo solo valutando la sua forza e la sua agilità per capire i suoi movimenti e per capire come batterlo.- disse Selene a disagio passandosi una mano tra i capelli chiari.

- Non avevo mai pensato a questa strategia.- disse Eliana pensierosa accanto al ragazzo. Certo che però devi sapere di essere più forte dell'avversario per farlo...

- Ora almeno sappiamo che sei un vampiro che controlla tutti e quattro gli elementi.- disse poi e Selene guardò Arlena confusa. Aveva sentito bene?

- Vampiro?- domandò stranita. Come faceva ad esserlo? Quelle creature si nutrivano di sangue e lei non ne sentiva il bisogno. Come mai?

- Sì. Prima i tuoi occhi avevano una sfumatura rossiccia e i tuoi canini si sono allungati. Per questo sei riuscita a battere l'uomo con un colpo così semplice. I vampiri hanno più forza di tutti. E sono più agili, veloci. In più, devi avere almeno un centinaio d'anni se sei così forte.-

Sono un vampiro... Quella frase le sembrava surreale. No... Io... Sono qualcos'altro... In sé percepiva qualcosa di sbagliato, non sapeva perché. Ormai tutto era confuso e surreale. Voleva riavere la memoria, solo quello le avrebbe permesso di sapere ogni cosa di sé. Magari fosse facile... Chissà cosa mi è accaduto.

- Quindi sarò trasferita nei dormitori dei vampiri?- disse poi ritornando in sé. Arlena, quando le aveva fatto fare il giro dell'istituto, le aveva fatto vedere i dormitori degli angeli, nella parte più luminosa del castello, e quello dei vampiri, nella parte più oscura. E ovviamente situate lontane tra loro dato che le due razze non erano così tanto amici.

- Non lo so. Però non sembri come tutti gli altri, non stai nell'ombra né tanto meno sveglia di notte.- disse Azura sorridente.

- Va beh, per ora non è un problema. Dobbiamo solo festeggiare e dato che Selene non ha ancora visitato nessun luogo, quale posto migliore del distretto dell'Acqua?- aggiunse subito dopo prendendo Selene per un braccio e cominciando a trascinarla dietro di sé saltellando felice e portandola fuori dalla scuola senza che qualcuno potesse opporsi.

 

Amara stava camminando per i corridoi, le mani in tasca, lo sguardo fisso sul pavimento. In testa aveva solo lei, Selene. Rivedeva di nuovo quell'uomo a terra, la ragazza a guardarlo fredda. Aveva riacceso in lei la fame, tutto il sangue, le morti. Si era dovuta trattenere con tutte le sue forze. È davvero lei, ora non ho più dubbi. Kilena ne è la conferma.

- Amara Daniels.-

La voce del preside le arrivò alle orecchie come un lamento e si voltò, guardando la persona che aveva davanti. Già non sopportava quel suo sguardo curioso che le rivolgeva.

- Cosa c'è? Di nuovo.- disse fredda stando immobile.

- Tu lo sapevi che Selene Moon era un vampiro, vero? L'avevi percepito.-

La ragazza alzò le spalle in segno di indifferenza. Non è solo questo, ed è un problema se non lo ricorda...

- Però non posso metterla nei dormitori dei vampiri, potrebbero approfittare di lei essendo nuova e...-

- Vada al punto.- disse lei già spazientita fissandolo truce.

- Volevo chiederti se per te era un problema avere Selene con te e farle da tutor.-

Amara a quella richiesta tentennò e di irrigidì all'istante. L'avrebbe avuta intorno, ma per quanto? Avrebbe retto? Non solo lei, ma anche l'altra?

- Se non hai altre soluzioni fa quel che vuoi.- disse dopo qualche secondo rivoltandosi e proseguendo per la sua strada, lasciando l'uomo lì da solo. Impazzirò prima o poi restando qui si ripeté nella mente la corvina. E anche con lei intorno... Si fermò davanti una vetrata ed osservò il tramonto, gli alberi maestosi della foresta e il cinguettio degli uccelli. Cominciò a sentire la gola secca e si diresse verso la vegetazione, sparendo nell'ombra, pronta per cacciare e sfamarsi.

 

- Wow, non ho mai visto così tanta gente in un posto del genere.-

A Selene sembrava di essere stata travolta da un tornado quel pomeriggio. Erano andati tutti al distretto dell'Acqua, la zona più vicina alla scuola. I suoi nuovi amici le avevano fatto vedere un sacco di cose, come la statua della personificazione dell'Acqua fatto di cristallo messa proprio al centro della città, un quintale di negozi, specialmente quelli di abiti dove Azura trascinava tutta la squadra. E l'acqua, tutti quei piccoli corsi che percorreva tra le case, dove fiori e piccoli animali vivevano.

- E non hai ancora visto il distretto della Terra, lì c'è il doppio della gente.- le disse Arlena ridacchiando al suo fianco mentre percorrevano la strada verso il castello, attraversando svariati alberi.

- L'elemento della terra è molto diffuso rispetto agli altri.- la informò Eliana che teneva una mano aperta avendo creato una fiammella per permettere loro di vedere in quanto la notte era molto vicina.

- Meno male che non siamo andati lì, sarei morta.- disse sollevata la ragazza dai capelli bianchi. La sua mente aveva accumulato così tante informazioni e immagini quel giorno che poteva esplodere da un momento all'altro e non vedeva l'ora di riposarsi. Aveva notato che durante la notte si sentiva un po' più debole rispetto al giorno, non sarebbe dovuto essere il contrario?

- Però ora hai dei vestiti totalmente tuoi.-

Azura le indicò dei sacchetti che volteggiavano nell'aria grazie al potere di Lukas dominando l'aria. La bionda aveva deciso di comprare un intero guardaroba per Selene che ora si sentiva in debito per questo. Anche se non poteva di certo continuare a rubare abiti dalla mora. E poi, non avendo un soldo con sé, avevano pagato tutto quei ragazzi. Avevano un gran cuore tutti loro.

- Grazie ancora.- le disse. Non tutti sarebbero così cordiali con una sconosciuta apparsa dal nulla.

- Figurati. E ora andiamo.-

Azura prese a saltellare nuovamente e tutti la seguirono, Selene dietro di lei che canticchiava una canzone che aveva in testa da quella mattina e che non andava via.

- È bella la canzone. Non sai le parole?- le chiese Lukas accanto a lei che scosse la testa.

- Ricordo solo il ritmo ma le parole no.-

Poi si fermò di colpo e rimase ferma ad ascoltare attentamente. Qualcuno stava cantando la sua stessa canzone, quella melodia lenta e armoniosa. Com'era possibile?

- La sentite?- chiese. Anche gli altri si fermarono e cominciarono ad ascoltare ma a loro quella voce non arrivava. Era un vampiro e quindi i suoi sensi erano più fini, che fosse lontano quel canto allora?

- Nella Luce, sogni, speranze, non vengono infranti

Questo mondo splendente che scompare nel Buio,

questa sofferenza, questo pianto data dalla Morte

che combatte contro la Vita...-

La voce era quella di una ragazza, una voce intensa, forte, melodiosa, come quella di Selene solo più roca.

- I volti verso il cielo,

echi che si intrecciano tra loro...-

Il cuore di Selene cominciò a battere sempre più veloce, si sentiva agitata, travolta da emozioni contrastanti, si sentiva scombussolata. Ma perché? Era la voce a renderla così o le sue strane parole?

- Quel richiamo, lo senti?

Quel patto eterno?

Sempre legati dal sangue versato

nelle notti, nei giorni,

in questo mondo in rovina.-

Poi non si sentì più nulla. Selene avvertì un movimento tra la vegetazione in lontananza e poi un'ombra sbucare tra le cime degli alberi che si allontanava sempre di più.

- Aspetta!- gridò istintivamente, cominciando a correre per inseguirla senza fermarsi. Arrivò ad un precipizio, dove era andata la ragazza sconosciuta ma non la trovò da nessuna parte. L'attenzione della chiara, al contrario, ricadde sulla luna che aveva davanti, così grande e tonda, con un'aura bluastra intorno e le ritornarono alla mente le parole di Amara dette quel pomeriggio. La luna blu altera la nostra energia di vampiri, così come le nostre emozioni. E poi l'aveva guardata. Quello era un messaggio destinato a lei. Come sapeva che so la Lingua Antica? Lei deve sapere qualcosa che io non so, è l'unica spiegazione.

- Ehi Selene, devo ammetterlo, sei velocissima. Se lo dico io poi che sono il più veloce del gruppo.-

Lukas l'aveva raggiunta e aveva il fiatone e ci mise un paio di minuti a riprendersi. Poco dopo arrivarono anche gli altri. Ma lei non riuscì a smettere di guardare la luna, così ammaliante. Sembrava chiamarla.

- Non correre più così, ti prego.- disse Eliana un po' affannata riportandola con i piedi per terra.

- Perché sei venuta qui comunque?- aggiunse, e Selene si passò una mano tra i capelli confusa da quella cantilena.

- Avevo visto qualcuno tra gli alberi...- disse osservandosi intorno sperando che quel qualcuno sbucasse dal nulla, invano.

- Dai andiamo, Strizzacervelli ci ammazza sennò.-

Prima di seguire gli altri però, Selene diede un'ultima occhiata alla luna e avvertì una sensazione strana dentro di sé, come se non fosse più lei. La luna blu altera la nostra energia di vampiri, così come le nostre emozioni...

 

Si sentiva scombussolata e la testa le faceva male, sarebbe potuta esplodere da un momento all'altro. Cercò di mettersi seduta con fatica. Sentiva gli occhi bruciarle leggermente e sbatté più volte le palpebre, ritrovandosi una ragazza di fronte leggermente sfuocata.

- Ti sei svegliata allora. Come ti senti?-

La voce di Arlena le arrivò leggermente ovattata alle orecchie e mugugnò qualcosa di incomprensibile. Il corpo era pesante e la cosa non le piaceva.

- Il preside ha detto di darti questo, devi berlo tutto. Ti farà stare bene per un po'.-

La ragazza le stava porgendo un bicchiere e lo prese con fatica, bevendo poi il contenuto. Non sentiva alcun sapore, si sentiva indolenzita ed estranea. Ma quelle sensazioni svanirono in poco tempo e ritornò a stare bene appena finì quello strano intruglio, come se non fosse successo niente.

- Ehm... Cosa ho fatto ieri?- chiese grattandosi la testa confusa. Non ricordava assolutamente nulla.

- Quando siamo entrate in camera sei caduta a terra e continuavi a fissare la luna dalla finestra. Poi hai cominciato a piangere e a parlare in qualche lingua che non so, forse quella del vento dato che l'accento mi è sembrato simile. Hai impiegato qualche ora per addormentarti. Ho anche cercato di calmarti ma non riuscivo, continuavi a dimenarti ogni volta che ci provavo.-

- Ti ho fatto male?-

- Per niente, tranquilla. Il preside ha detto che potresti essere piuttosto lunatica in questi giorni ma non è niente di grave.-

Selene annuì e andò in bagno a farsi una doccia veloce prima di prepararsi per le lezioni. L'acqua calda la fece rilassare e chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dal rumore dell'acqua. Pelle bianca, labbra rosee, occhi azzurrissimi e limpidi, ciglia folte, capelli argentati, quasi bianchi, voce melodiosa e dolce come la sua risata.

Selene riaprì gli occhi di scatto e si appoggiò alla parete fredda ricoperta dalle piastrelle, la testa che le girava, il cuore in gola. Quella ragazza che aveva visto in quel momento, chi era? Perché le sembrava di conoscerla? Come mai la vide a terra e coperta di sangue, il corpo inerme? Chi sei tu? È un ricordo questo?

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