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- Stai bene Selene?- chiese Arlena guardando la ragazza appena uscita da sotto la doccia. Sembrava assorta nei suoi pensieri e anche un po' cupa.

- Mh? Ah, sì, sono solo un po' disorientata.- le disse cercando di essere convincente sorridendo appena.

- Ok, muoviti che dobbiamo andare.-

Selene si vestì in fretta e si fece una coda alta e le due ragazze uscirono in fretta pronte per la nuova giornata di lezioni. La mattinata passò piuttosto velocemente tra le varie materie e spiegazioni, tranne per la ragazza dai capelli bianchi. Sembravano esser passati secoli interminabili prima di quella tanto agognata pausa.

Aveva fatto molta fatica a stare attenta alle parole dei professori, continuava a distrarsi e a scarabocchiare sul quaderno una parola, una soltanto: morte. Non sapeva perché ma quelle cinque lettere continuavano a tormentarla, le vedeva ovunque.

Erano in mensa in quel momento e continuava ad osservare il piatto che aveva davanti a sé apatica, spostando con una forchetta il cibo di tanto in tanto. In quel momento aveva lo stomaco chiuso mentre si domandava il perché quella parola non volesse lasciarla in pace.

All'improvviso, un'immagine di un ragazzo le passò davanti gli occhi. Era alto e snello, i muscoli erano appena scolpiti, la pelle poco più chiara della sua, i capelli scuri e gli occhi inquietanti. Sgranò gli occhi e scosse la testa, ma l'immagine era lì, impressa nella sua mente. Sentì gli occhi farsi umidi e la disperazione intrufolarsi nel suo cuore. Per quale motivo?

- Selene, ci sei?-

La ragazza fu riportata alla realtà per l'ennesima volta da Azura.

- Scusate ragazzi.- disse lei alzandosi e andandosene di fretta senza nemmeno dare loro spiegazioni. Prima quella ragazza, ora lui, chi sono loro? Cosa dovrei fare? Li conoscevo? Fuori dalla mensa cominciò a correre per i corridoi completamente vuoti ma purtroppo la sua corsa finì quando andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.

- Scusa, non volevo.- disse velocemente rialzandosi da terra e guardando la sua vittima. Subito sentì il panico impossessarsi di lei. Oh no...

- Amara?- disse guardando la ragazza che si stava rialzando senza troppe difficoltà.

- Non ti hanno detto che non si corre nei corridoi?- le disse la corvina guardandola truce e lei abbassò lo sguardo passandosi una mano tra i capelli chiari, imbarazzata.

- Scusa non volevo. Cercavo solo... non fa niente.- disse sospirando. Ciò che aveva in testa non riguardava la corvina, in più non le sarebbe mai interessato.

- Tieni.- le disse Amara poi porgendole una bottiglia in vetro scuro ben sigillata e la guardò incuriosita oltre che confusa. L'altra parve capirlo.

- Probabilmente ti sentirai meglio.- le disse infatti. Selene, seppur titubante, prese la bottiglia e la aprì, subito fuoriuscì l'odore ferroso del sangue da esso che la schifò ma allo stesso tempo la attirò. Spinta dall'istinto ne bevve un sorso, sentendolo scendere lungo la gola che, da quando ne aveva sentito l'odore, era diventata secca. Si sentì più in forze subito dopo, leccandosi le labbra avendo gradito. C'era qualcosa però in lei che era strano, di nuovo quella energia negativa era cresciuta in sé in quell'attimo, prima di svanire di nuovo.

- Grazie.- disse ad Amara un po' imbarazzata porgendole di nuovo la bottiglia che però l'altra rifiutò.

- Tienila tu, non bevo quella roba.- le disse. Era sempre fredda, rabbiosa, sulla difensiva però notò che c'era qualcosa di diverso. Che fosse preoccupata?

- Ma sei un vampiro no? Non ne hai bisogno?- le domandò confusa dalle sue parole.

- Preferisco bere da una vena.-

- Capisco...-

Amara non disse altro, tornando sui suoi passi e superandola senza nemmeno salutarla. E Selene la guardò mentre il suo cuore batteva forte convinto che in quella vampira si celasse qualcosa in più di quella aggressività. Qualcosa che l'attraeva.

Scosse la testa e decise di tornare in camera di Arlena, dove sarebbe rimasta tranquilla. Appena entrò, una pergamena le volò incontro e riconobbe il sigillo del preside. Pensando fosse qualcosa di importante lesse subito il contenuto e sgranò gli occhi quando finì. Che cosa!?

 

Non sapeva cosa fare in quel momento, né cosa provare. Era ansiosa, agitata mentre stava davanti quella porta speciale a cui si era avvicinata solo una volta. Fece un respiro profondo e poggiò la mano sulla maniglia, entrando per la seconda volta in quell'appartamento dove Amara stava.

Nulla era cambiato dall'ultima volta che ci si era ritrovata, il divano nero era intatto e sul tavolino stavolta c'era qualche libro al posto del bicchiere e la bottiglia. La luce però ora, essendo passata da poco mezza giornata, entrava da quella grande vetrata. Si guardò intorno e non vide la vampira, provando ad andare verso la cucina e poi, molto cautamente, alla sua camera. Ma di lei alcuna traccia.

Non volendo trovarsi nei casini con la corvina, non toccò nulla, ritornando nel salotto e sedendosi sul divano tranquilla ad aspettare mentre pensava. Arlena le aveva parlato dei tutor, coloro che si occupavano dei novellini per molte cose aiutandoli. Ovviamente anche lei ne avrebbe avuto uno ma mai avrebbe immaginato che proprio la ragazza che la odiava e di cui tutti avevano paura l'avrebbe potuta aiutare in quel percorso. Qualcosa mi dice che non sarà per niente facile... Ma perché quell'uomo ha idee malsane come questa!?

Selene si scompigliò i capelli, mordendosi il labbro nervosa. Che lei lo sapesse già e per quello le aveva dato del sangue da bere? Che avesse visto qualcosa in lei da riuscire a capire che qualcosa non andava? Ma non si conoscevano, quindi com'era possibile che sapesse esattamente cosa serviva al suo corpo per riprendere le forze? Non so se è solo perché sono un vampiro e capita a tutti... Quando mi guarda è come se vedesse più di me. Ah, mi sto facendo idee strane!

- Già qui? Avrei scommesso che saresti scappata.- disse una voce, la sua voce. Selene si voltò e la vide seduta sulla finestra, vestita interamente di nero, labbra rosse per del sangue bevuto da poco probabilmente.

- Non sai più parlare ora?- le chiese accigliata Amara vedendola immobile e lei si alzò in piedi passandosi una mano tra i capelli.

- Scusa, saprai perché sono qui, giusto?- le disse e la corvina distolse lo sguardo andando verso le scale.

- Ovviamente.- disse soltanto, andando al piano superiore e, inizialmente, la chiara non seppe se seguirla o rimanere lì. Alla fine prese coraggio e la raggiunse, vedendola accanto alla scrivania, una mano alla testa. Sembrava soffrire.

- È per la luna blu?- le domandò ricordando le sue parole e l'altra si voltò a guardarla.

- Insomma, sembri star male.- aggiunse continuando a sentire tensione nell'aria. Amara distolse lo sguardo sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio.

- Mi passerà tra qualche giorno, so sopportare.- le disse solamente. Ma Selene voleva sapere di più da lei per qualche motivo.

- Il preside mi ha dato qualcosa per alleviarne un po' gli effetti su di me, magari anche tu...- provò a dire cercando solo di essere gentile.

- Non ti immischiare.- le ringhiò l'altra interrompendola e ferendola un po'. Perché doveva essere così scorbutica con lei? Aveva solo provato ad aiutarla, nient'altro.

- Su di me non funziona.- disse poi la corvina sospirando come ad essersi resa conto di quello che le passava per la testa. Vedeva dai suoi occhi che quella risposta non era ciò che si era aspettata di sentire.

- È meglio se ti riposi visto che quell'intruglio è ancora in circolo per il tuo corpo. Almeno stanotte non impazzirai e domani sarai in forze per le lezioni. Vedi dove vuoi stare.- le disse poi prendendo delle cose dalla camera e andandosene giù per le scale.

- E tu?- le domandò curiosa e confusa.

- Starò fuori, non voglio problemi. E non seguirmi novellina.- la minacciò la corvina e un po' questo fece ridacchiare la chiara che si voltò a studiare un po' la camera. Quella vampira stava molto spesso fuori dato che quella stanza, come il resto dell'appartamento, non sembrava vissuto appieno. Forse le piace stare all'aperto. Beh, neanche io starei qui sapendo che lì fuori ci sono posti stupendi!

Sbadigliò sentendo la stanchezza colpirla, forse ancora reduce di quella nottata che non ricordava. Decise di ascoltare la corvina e si buttò sul letto dalle lenzuola morbide e setose. Il profumo della vampira le arrivò all'istante e solo a sentirlo il suo cuore batté forte. Era delicato ma anche pungente quell'aroma. Forse anche lei è così, chi lo sa. Magari, essendo il mio tutor, potrò scoprirlo. Sorrise e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quelle sensazioni piacevoli.

 

"- Ehi Ester.-

Una voce maschile profonda le arrivò alle orecchie facendola distogliere lo sguardo dall'orizzonte.

- Non dovresti riposare? Hai usato molta magia ieri, la luna blu quest'anno ha avuto molto effetto su di te.- continuò lui ma lei scosse la testa.

- Sta tranquillo, non c'è niente che possa farmi del male qui.- cercò di rincuorarlo sorridendogli e lasciando che lui la avvolgesse in un caldo abbraccio, lasciandole un bacio sulla nuca.

- Tu invece come stai?- domandò poi lasciandosi cullare, quella brezza leggera a scompigliarle i capelli.

- Sopporto gli effetti della luna. Come Lia.-

Ridacchiò a quel nome.

- Si ucciderebbe pur di starsene in pace.-

- Già.-"

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