Capitolo tredici

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"Il piano!"


«Ti ho preso una camicia nuova, i camerini ne erano pieni, in realtà.» I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Matthias. Per una volta benedisse il suo dannato tempismo. Il fratello si sedette nella poltrona accanto alla sua, offrendogli l'indumento pulito.

Elijah lo ringraziò con un cenno. «Pensavo ti fossi perso fra le stripper», scherzò, alzandosi a indossare la camicia: sbottonò con cura quella che ricopriva il suo petto, ignorando il sangue incrostato su gran parte della stoffa pregiata.

Matthias gli gettò un'occhiata torva. «Ethan sta arrivando», lo canzonò, ignorando le sue uscite inopportune. «Fra poco sapremo cosa sa.»

Elijah annuì, nuovamente assorto nelle tribolazioni che gli affollavano la mente: si sentiva agitato, inquieto in maniera insolita. Quella mattina era iniziata nel migliore dei modi, allietata dal bacio di una fata che pareva renderlo più vulnerabile di quanto pensasse, e ora invece si stava trasformando in un dannato incubo! Non voleva che i sensi di colpa legati a Lily intaccassero la sua lucidità: doveva mantenere il controllo, evitare di abbandonarsi alla disperazione.

La sua fata aveva bisogno di lui, ora più che mai, doveva recuperare ogni briciolo di autocontrollo e proteggerla se ci fosse stato il bisogno di farlo! Solo così la morte di Lily avrebbe avuto un senso. Non sarebbe stata vana.
Doveva impedire alla storia di tornare a ripetersi!

Finì di abbottonare la camicia, tornando a sedersi sul divano accanto a Matthias, il quale nel frattempo, lo scrutava di sottecchi: sembrava turbato, indeciso su qualcosa, incerto se esprimersi o meno. Ma alla fine parlò. «Elijah?»

«Uhm?»

«Mi dispiace per...» si schiarì la gola, «Lily non volevo...»

«Sta zitto.» Lo interruppe l'altro. Elijah si portò il bicchiere alle labbra, buttando giù metà del suo scotch, un liquido ambrato che lo lasciò stordito per troppi, pochi, maledetti istanti! «Te lo ripeto, non voglio sentire un cazzo adesso, né alcun tipo di ramanzina su Lily, né su qualunque altra stronzata ti stia balenando in testa. Voglio solo sapere cos'ha da dirci Ethan e poi tornare a casa, Matthias. Ti è chiaro!» stabilì con durezza.

Il fratello lo guardò con dispiacere, ma non replicò. Conosceva suo fratello meglio di chiunque altro: l'ostilità che continuava a propinargli celava un dolore che non avrebbe mai potuto dimenticare. Entrambi lo avevano vissuto sulla pelle. Non voleva infierire, girare il coltello nella piaga. Quella doleva anche senza il suo zampino.

Ma per quanto fosse vero, ciò non corrispondeva alle sue reali tribolazioni. Non era il pensiero di Lily ad angosciarlo adesso, ma il destino legato a una donna che sembrava non tollerare. Era Isabel a preoccuparlo adesso, terribilmente! Ma non glielo disse. Sarebbe stato più facile per Matthias credere che fosse Lily la causa dei suoi mali, un pensiero decisamente più tollerabile per lui che non era più abituato a dividerlo con un'estranea.

Ispirò abbandonandosi allo schienale del divano. Rimasero in silenzio per un po', cullati dalla voce morbida della stripper, prima che Ethan li raggiungesse a passo svelto.
Il loro posto si trovava aldilà di in una balaustra in cima al locale, un luogo accessibile solo ai Brown: essendo in un'ala privata del night, nessuno li avrebbe disturbati.

Il terzo genito si stravaccò nella poltrona di fronte alla loro, accavallando le gambe. Poi li fissò, entrambi. «È tutto okay?» domandò circospetto. «Avete un aspetto di merda.»

Elijah socchiuse le palpebre, ignorando la sua stupida baldanza. «Quante volte ti ho detto che scoparti gente alla villa è pericoloso!»

«Adeline non è pericolosa, almeno non in quel senso», Ethan gli lanciò un'occhiata sardonica. «È tutto apposto, lei è apposto, mi sono informato», chiarì, sistemandosi meglio nella poltrona. «Piuttosto, ci sono novità riguardo alla talpa? Quei coglioni hanno parlato?» chiese.

Questa volta fu Matthias a esprimersi. «Non ancora, ma ci arriveremo. Gary ha una famiglia, faremo leva su quella; cederà prima o poi, se non lui, lo faranno gli altri.»

Ethan aggrottò la fronte. «Ci giochiamo già questa carta? Cazzo, è ancora più grave di quanto pensassi!»

«Molto grave», Matthias annuì. «Lo abbiamo torturato per ore, ma niente. Non una sola parola legata a Rick, solo discorsi inutili sul risparmiare gli ostaggi...e bla bla bla!» fece lui, agitando una mano.

«Tipico dei codardi, non ha altro a cui appigliarsi», Ethan fece spallucce. «Eppure la cosa mi stupisce: generalmente si passa a confessare in questi casi. Insomma, si sa che non si verrà risparmiati tanto vale vuotare il sacco, no?»

«Il nostro amico sarà un anticonformista», scherzò Matthias.

Ethan annuì. Aprì la bocca per rispondere, ma il suo quesito restò a mezz'aria: Elijah, dopo un breve silenzio, lo interruppe bruscamente. «Possiamo arrivare al punto, cazzo?!» esclamò inacidito. «Non siamo qui per conversare, dimmi che diavolo succede con Isabel!»

Ethan gli lanciò un'occhiata torva: normalmente avrebbe replicato a tono, ma il motivo che li aveva costretti a riunirsi contava più dei suoi modi decisamente burberi e scortesi! Per quanto li detestasse, in quel caso, avrebbe dovuto ignorarli. «Mi dispiace, fratello, temo che non ti piacerà quello che ho da dirti», Ethan si sporse in avanti, cercando di tenere la voce sotto controllo.

Elijah emulò il suo gesto, poi affilò lo sguardo. «Arriva al punto ho detto!» ringhiò impaziente.

«Fanno domande...» esalò Ethan. «De la Cruà ha sparso la voce sulla tua amichetta, i mafiosi sanno di lei e di quello che è successo al campo. Credono che sia una tua protetta, Elijah...» Il fratello si interruppe, guardandolo con rammarico. «E...vogliono ucciderla per questo.»

Quella notizia fu come un secchio d'acqua gelata.
Elijah scattò in piedi.
«Che ci provassero questi figli di puttana!» gridò, attirando non poche occhiatacce dai commensali al piano di sotto. 

«Sta calmo e soprattutto abbassa la voce, ti sentiranno!» Matthias si alzò nel tentativo di placarlo. «Siediti, capiremo insieme cosa fare, cerca di stare calmo!» gli intimò. Ma non funzionò. Le sue parole si rivelarono un buco nell'acqua: Elijah sembrava non ascoltarlo!

L'oscurità che permeava i suoi occhi era così torbida, ancora più sinistra di quella che albergava all'interno del suo petto. «Non glielo permetterò, non glielo permetterò mai!» esclamò imbestialito, facendo avanti e indietro per la saletta. Il tempismo di quella notizia era pessimo, considerando che l'amore della sua vita morì in quell'esatto giorno e in circostanze terribilmente simili. Non poteva permettere alla storia di tornare a ripetersi, non ora che il suo cuore sembrava aver trovato finalmente un po' di pace, per quanto effimera fosse.

«Lo so, e noi ti aiuteremo a salvarla, ma devi rilassarti, cazzo!» Matthias gli andò più vicino, mitigando la voce.
Poi si voltò a guardare il fratello minore, ora confuso dalla reazione esasperata di Elijah. Doveva aver sottovalutato un po' troppo il legame fra lui e quella donna sconosciuta! «Come fai a saperlo, Ethan?»

«Stamattina sono uscito a fare due passi al bar di Tom, lì ho sentito due uomini della cricca dei Lucius parlare di lei...» spiegò. «Stanno cercando informazioni per conto di Rick.»

«Da quando i Lucius collaborano con De la Cruà?» Matthias aggrottò la fronte. 

«Il milione...» riflettè Elijah ad alta voce.
«Gli avrà fatto la stessa proposta. I Lucius sono nemici acerrimi dei Mendoza da anni, ha senso...maledetti figli puttana!» sibilò incollerito.

«Merda...» Matthias si grattò la fronte.
«Sì, adesso abbiamo un problema. Ma d'accordo, cerchiamo di non perdere la calma, riflettiamo: i Lucius avranno un qualche tipo di accordo, possiamo corromperli, offrirgli una somma più ingente....»

«Non funzionerà!» Elijah scosse la testa.
«Qui non parliamo di soldi ma della possibilità di rovinare un clan rivale, non rinuncerebbero mai a un'opportunità del genere, neanche per tutto il patrimonio dei Brown!»

«Ha ragione» Ethan annuì.
«I Lucius cercano da anni un pretesto per ucciderli, Rick deve averlo saputo e ha agito di conseguenza.»

Matthias lo guardò, perplesso.
«E come diavolo fa a saperlo?»

«Per lo stesso motivo per cui lo sappiamo noi...»
Elijah sogghignò inacidito.
«Talpe, talpe ovunque!»

Avrebbe dovuto prevederlo!
Quel tipo era più astuto di quanto avesse immaginato: l'aver preso di mira i Lucius era stata una mossa astuta, calcolata, forse fin troppo calcolata, lo sapeva. Doveva averla pianificata fin dal giorno della sparatoria, ne era convinto. Non lo faceva così intelligente, in realtà, data la sua scarsa capacità di mettere insieme più di una frase di senso compiuto. Lo aveva sottovalutato più di quanto avrebbe dovuto e il che era un male, soprattutto alla luce dei fatti.

Per Isabel, soprattutto!
Quel pensiero gli fece correre un brivido lungo la schiena: i Lucius erano noti per la ferocia con cui trattavano i loro nemici. Non avrebbero esitato a farle del male.

«Maledizione, maledizione!» ringhiò frustrato.

Non avrebbe permesso che le facessero del male.
Mai.
Avrebbe posto fine all'intera progenie dei Lucius, piuttosto!
Quella era una certezza, un immaginario al quale avrebbe dato vita se avessero provato anche solo a sfiorarla con un dito!

«C'è un'altra cosa che non riesco a capire...» intervenne Matthias. «Perché Rick crede che Isabel sia una tua protetta? Devi spiegarmi cos'è successo con questa donna, Elijah, non puoi più tenere questa faccenda per te!»

«Mi trovi d'accordo fratello...» Ethan aggrottò la fronte.
«Che cazzo sta succedendo!»

Elijah li fissò in cagnesco.
«Non so perché lo creda! Io e Isabel non abbiamo avuto particolari interazioni. Ho solo evitato che morisse; Rick ha aperto il fuoco e l'ho portata alla villa prima che finisse male.»

«Ecco, appunto» Matthias si schiaffò una mano sulla fronte.
«Cosa penseresti se il diavolo iniziasse a salvare vite, piuttosto piuttosto che spedirle all'inferno?»

«Che cazzo di domanda è Matthias!»

«Rispondi Elijah, cosa penseresti?» insistette.

«Che è impazzito?» rispose l'altro, dopo un breve attimo di pausa.

«Che è innamorato!»

Elijah scattò in avanti «io non sono innamorato di Isabel, Matthias!»

«Lo so, ma ti piace e lui deve averlo capito dal fatto che non hai agito da canaglia. Non l'hai abbandonata lì, ma l'hai salvata. Questo basta e avanza ad avvalorare la tesi, la sua» concluse Matthias, in tono conciliante.

«Esatto» Ethan gli diede man forte.
«E probabilmente uno di quei quattro coglioni dovrà averla confermata» aggiunse.

Elijah scosse la testa.
Rifiutava di credere a quell'assurda realtà.
Era fin troppo calzante e orribile, per poterla accettare.
«Merda, merda, merda...» sussurrò, proseguendo il suo avanti e indietro.
«Cosa facciamo adesso?»

«Non ne ho idea!» Matthias lo fissò con rimprovero.
«Te lo avevo detto Elijah! Credevi davvero che Rick si sarebbe limitato a una stupida ammonizione? Quello è un coglione fuori di testa, Elijah, hai violato il codice d'onore con lui e ora lui cerca di violarne uno altrettanto importante con te, dovevi aspettartelo!»

«Non credevo che si sarebbe spinto così oltre...» ammise l'altro, con un velo di sorpresa nel tono.

Già, con quella mossa stava oltrepassando ogni limite, forse alcuni fin troppo invalicabili. Tra i boss, esistevano regole e leggi cruciali, infrangibili, alle quali nessuno poteva sottrarsi. Una di queste riguardava la figura della donna: in mezzo a loro c'era la protetta, una consorte intoccabile.
Ogni boss aveva la sua. La sua presenza era di estrema importanza, vantava un rispetto impareggiabile, persino dai capi più feroci. Fare del male a lei significava scatenare una guerra e Rick lo sapeva bene. Aveva individuato il suo punto debole e ora avrebbe sfruttato la situazione a suo favore.
Che figlio di puttana!

«Dobbiamo risolvere la faccenda» Matthias si morse il labbro con aria pensosa.

«E come?» sbottò Elijah, «non abbiamo neppure un cazzo di rifugio in cui nasconderla!» 

«No! Nascondendola non faremmo che confermargli quello che credono già.»

«E cosa pensi di fare, dimmi? Non abbiamo scelta Matthias, non permetterò che le facciano del male!»

«Lo so, nessuno di noi lo vuole, Elijah. Troveremo una soluzione...»

«Uhm...io una ce l'avrei» Ethan alzò una mano, richiamando l'attenzione di entrambi.
La tensione, a quel punto, parve inghiottire la stanza.

Elijah agitò una mano nella sua direzione «parla!»

«Bè...» Ethan sorrise, beffardo.
«Se non possiamo nasconderla allora, mostriamogliela.»

«Cosa intendi?» domandò Matthias a braccia conserte.

«Ho un piano...ma non so se vi piacerà» ammise il terzo genito, bevendo un sorso di Whisky dal bicchiere semivuoto di Elijah.

I due fratelli lo fissarono attenti, incitandolo a continuare.
«Spara!»

Ethan schioccò la lingua al palato.
«Rick crede che Isabel sia la protetta di Elijah e se analizzassimo la faccenda è davvero così, ma...se gli facessimo credere che fosse tutta una montatura? Che l'apparenza l'avesse ingannato?» domandò, inclinando il capo con fare sornione.
«Mi spiego meglio: potremmo trasformare la storia, plasmarla secondo le nostre volontà, le nostre intenzioni, infondo stando a quello che afferma Elijah, Rick non ha una prova schiacciante del fatto che lui e Isabel abbiano davvero una storia. Quel coglione crede semplicemente a ciò che sceglie di vedere, a ciò che altri hanno raccontato...»

«Arriva al punto, Ethan!» lo riprese Elijah, annoiato da tutta quella dannata premessa.

Il fratello annuì «quello che voglio dire...è che potremmo inscenare una storia convincente. Quella che vede Isabel come una protetta sì, ma non la tua, bensì, quella di qualcuno che spiegherebbe la tua presenza al campo e il fatto che tu l'abbia salvata senza remore. Di qualcuno che i boss rispettano, che De La Cruà rispetta e che non avrebbe motivo di uccidere o di vendicare in qualche modo. Di Matthias ad esempio: il ballo che si terrà giovedì sarebbe il posto giusto per attuare il piano, l'occasione perfetta per mostrarla all'alta società e ai boss che vi parteciperanno, ma al fianco di Matthias.»

I fratelli lo fissarono con occhi sbarrati.
«Che idea insulsa!»
«Non se ne parla proprio!» esclamarono all'unisono.

«Questo qui, ha coinvolto una donna in affari che non la riguardavano e ora ti aspetti che mi metta in mezzo anch'io? Scordatelo!» aggiunse Matthias, agitando una mano.

«Sono d'accordo!» esclamò Elijah a abbraccia conserte.
«Non porterò mai Isabel al ballo, sarebbe come darla in pasto agli squali!»

«Oppure potreste salvarle la vita, Elijah, andiamo non fate i coglioni e riflettete! Non c'è modo migliore per risolvere la faccenda. Anzi avreste l'opportunità di smentire le voci!»

«O di farne circolare altre, Ethan!» Matthias aguzzò la vista.

«Sì, ma che riguardano te! Non questo psicopatico mangia passere, la faccenda è ben diversa!» chiarì, ignorando le occhiate assassine di Elijah.
«Nessuno ti vuole morto, nessuno ha conflitti aperti con te, tanto meno cercherebbero di fare del male a una tua protetta Matthias, lo sai. Sei rispettato fra i boss, sei stato tu a creare delle alleanze solide con molti dei nostri nemici. Tentare di uccidere te non è come tentare di uccidere Elijah: lui è il pesce grosso, ma tu...»

Matthias sogghignò.
«Io non sono abbastanza importante, giusto?»

Ethan annuì «e non capisco perché la cosa ti dispiaccia! Tu sei al sicuro e Isabel lo sarebbe di conseguenza con te, che cazzo te ne importa!»

«Allora forse non ci sentite!» Elijah scattò in avanti, lanciando occhiate poco rassicuranti ai fratelli.
«Non se ne parla! Non porterò Isabel al ballo, lo ripeto è fuori questione!»

«Bene, allora puoi dire addio alla tua amichetta. I Lucius sono degli psicopatici, non ci metteranno molto a scoprire che Isabel si trova alla villa e poi...bè, Rick farà il resto suppongo!» Ethan riappoggiò la schiena al sofà.
«O accettate o Isabel muore. A voi la scelta!»

Elijah emise un ringhio frustrato; si passò una mano sul viso riflettendo sulla prossima mossa fare.
Tutta quella dannata faccenda iniziava a stancarlo, sul serio!
Ethan aveva ragione, i Lucius avrebbero scovato Isabel più in fretta di quanto pensasse, il loro fiuto in questo genere di trattative, aveva spesso giocato un ruolo fondamentale nei loro affari.
Forse era questo il motivo per cui Rick li aveva presi con se.

Due squali in un acquario fanno la differenza, giusto?

Quasi certamente proveranno a corrompere altri boss- magari persino loro affiliati-, pur di scovare il tesoro nella tana.
Il suo tesoro, quella dannata fatina che ora rischiava di mandare tutto a monte.
Di sgretolare ogni sua convinzione legata al loro rapporto!
Si sentiva vulnerabile a saperla in pericolo, travolto da un profondo senso di colpa, da un'angoscia logorante che lo stringeva con foga.

Soprattutto, se pensava a come ci fosse finita in quella dannata storia.

Ce l'aveva messa lui, lui e il suo terribile egoismo che ora minacciava la sua dolce incolumità!

Doveva salvarla.
Doveva abbracciarla.
Doveva stringerla.
Ne sentiva il bisogno.
Ora più di prima.

Elijah si voltò, tornando a guardare i fratelli.
A quel punto le opzioni da considerare erano ben poche, anzi in realtà tutte sembravano remare verso un'unica scelta sensata, per quanto incredibile fosse: il ballo.

«Ci penserò!» disse in fine, senza alcuna inflessione nel tono. È una pessima idea è decisamente una pessima idea!

Contro ogni pronostico Matthias si ribellò.
«Elijah non se ne parla, te lo puoi scordare!»

Ma il fratello parve ignorarlo anche stavolta: con fare veloce si mosse ad afferrare il suo cappotto, adagiato sopra la balaustra in marmo.
Lo indossò, attento a non sgualcire la camicia nuova.
«Ne parleremo più tardi, ora ho un impegno, anzi due impegni!» sorrise, prima di camminare in direzione dell'uscita.

Avrebbe pensato dopo a tutta quella situazione insulsa.
Ora aveva un giorno da commemorare e una fata da baciare!

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