▴Dodici (Logan)▴

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Non riuscivo a capacitarmene. L'avevo avuta sotto il naso da tutta una vita, eppure non ero riuscito a riconoscerla. Erano giorni ormai che la pedinavo, che la osservavo e annotavo tutto sul quaderno che mi avevano assegnato. Eppure quella ragazza non era la stessa Shana che conoscevo io.

Mi aveva abbandonato lì senza troppi rimorsi. C'eravamo promessi di prenderci cura l'uno dell'altra, eppure era bastato il bel vestito della signora e una stecca di cioccolato a farle cambiare idea.

Shana non era più quella dolce ed indifesa ragazza che correva a nascondersi nella mia stanzetta quando qualche bambino più grande faceva il prepotente con lei. Ora se ne stava lì seduta su quel pullman come nulla fosse. Rivestita di totale indifferenza e incurante del mondo che la circondava.

Era sempre stata solare, allegra, con le mani sporche di colori e il viso tondo e sorridente. I suoi occhi ora erano come vuoti, il suo fisico si era fatto esile, asciutto e spigoloso come quello di un chiodo ed era così magra che sembrava rischiare di spezzarsi a ogni passo. Mai un accenno di sorriso. Era una sconosciuta quella che avevo di fronte.

Mi alzai lentamente dal mio posto e mi andai a sedere vicino a lei.

Un dolce profumo di lavanda e more mischiato all'odore della sua pelle inebriò i miei sensi e per un attimo mi fece perdere di vista la ragione della mia presenza lì. Dopo tutto il male che mi aveva fatto, non potevo permettermi di fallire.

Era troppo facile. Quasi un gioco da ragazzi. Non guardava minimamente nella mia direzione, non si era nemmeno accorta della mia presenza. Tagliai una piccola ciocca di capelli e me la misi in tasca. Questo doveva bastare a intimorire il gelido Gerard, o per lo meno questo era il piano ideato da Buck.

Quell'uomo mi faceva paura e non era di certo un'impresa da poco spaventare me. Ero abituato a stare in mezzo a gente del genere, ma lui era freddo e calcolatore, quasi fosse una macchina e non un uomo. I soldi sembravano essere l'unica cosa capace di attirare la sua attenzione. Aveva ucciso diversi uomini senza pensarci due volte, solo per una manciata di dollari. Avevo accettato di aiutarlo per vendicare la morte dell'unico uomo che mi aveva veramente voluto bene, colui che mi aveva accolto in casa sua come un figlio, mi aveva nutrito ed amato quando altro non ero che l'ultimo degli uomini su questa terra. Quando nessuno voleva più saperne di me, quando anche l'unica amica che avevo mi aveva completamente dimenticato.

I suoi occhi si voltarono verso di me e parve spaventata. Questo mi provocò un misto tra gioia e tristezza. In un certo senso speravo mi riconoscesse. Ma dal suo sguardo non trasparì altro che gelo. Questo mi confermò che non sapevo più chi fosse e che meritava tutto quello che le sarebbe accaduto. Mio padre meritava vendetta!

«Mi scusi alla prossima devo scendere» mi disse quasi distrattamente.

«Sì, scendo anche io alla prossima» le risposi, trattenendo tutta la delusione e la frustrazione dentro di me.

Appena il pullman cominciò a rallentare mi alzai e mi avviai verso le porte del mezzo. Lei mi stava dietro e con la coda dell'occhio la vedevo tormentarsi le mani. Quasi mi venne da sorridere, quella era l'unica cosa rimasta uguale, era tesa. Anche da bambina non faceva altro che tormentarsi le mani quando qualcosa la preoccupava.

Mi andai a sedere su una panchina poco distante dell'azienda di suo padre, e la vidi dirigersi proprio lì.

Dovevo tenerla d'occhio. Questo era il mio compito. Sarei stato la sua ombra.

Poco dopo uno degli scagnozzi di Buck venne a sedersi vicino a me. Gli passai la ciocca di capelli e lo vidi infilarla in una busta da lettere bianca. Mi fece un gesto con la testa, poi lo vidi entrare nel Palazzo Wilson.

Uno strano senso di orgoglio mi pervase. Mi sembrava quasi di vedere la faccia sconvolta di Gerard Wilson nel momento esatto in cui riconosceva i bei capelli di sua figlia. Quella paura, quell'angoscia sarebbe stata opera mia.

Il tempo sembrava interminabile. Il vento si scatenava sempre di più, come a presagire che le cose iniziavano a cambiare. Anche il tempo lo sapeva benissimo. Per anni avevo covato vendetta nei confronti di quell'uomo che mi aveva portato via mio padre. Ma scoprire anche che fosse il padre di Shana era stato come un segno del destino. Avrei preso due piccioni con una fava. La situazione era paradossale, ma allo stesso tempo eccitante, avrebbero avuto entrambi la lezione che si meritavano.

Il tempo passava e di Shana nessuna traccia. Entrai nel palazzo e mi diressi presso gli uffici, dove un tempo lavorava anche mio padre. Il suo badge era ancora valido. Nonostante fosse morto da anni, non avevano ripulito la sua scheda ed io sfruttai ciò a mio vantaggio.

Shana era andata via. Come avevo fatto a perderla di vista?! Ero stato attento.

Eppure mi aveva messo nel sacco.

Chiamai Buck con il cuore in gola.
«Mi è scappata» ammisi.

Lo sentì sbraitare dall'altro capo del telefono.

«Ci penso io» disse infine prima di interrompere bruscamente la chiamata.

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Ecco a voi Logan Wood!

il ragazzo biondo cenere vestito di nero. L'ombra di Shana.

Non è ancora facile da inquadrare, perchè altre cose sul suo conto verranno fuori... ma in questo capitolo vi ho lasciato anche molte informazioni su lui e Shana. E qualcuno può gia aver capito come i due si conoscano, non è così difficile :P

E data la nomina ricevuta da sofisemmi posto qui la challenge... :P

Allora:

1 SOPRANNOME: ne ho veramente molti, la maggior parte sono diminutivi del mio nome (Angy Enjoy, jolie) altri riguardano un "gioco", Snow, Mhysa, Mon chèrie, Rocher... insomma chi più ne ha più ne metta :P

2 OCCHI: Occhi nocciola al sole e castano scuro quasi nero la sera. Normalissimi occhi, che altro dire....

3 CAPELLI: capelli ricci e mori media lunghezza! Nonostante tutti i ricci non sono però una ragazza capricciosa!

4 UNA COSA SU DI ME: mmmmm cosa dire? Amo l'inverno, la montagna, il freddo e la neve. Stare accoccolata sul divano con un bel plaid e una tazza di cioccolata calda. Sono una ragazza un po' all'antica, con tanti sogni, chiusi nel cassetto per ora... chissà magari un giorno troverò il modo di realizzarne qualcuno

5 COLORE PREFERITO: verde senza dubbio! il colore della speranza! Anche il blu rientra molto nel mio stile, soprattutto nel vestire, in qualunque sua sfumatura.

6 LUOGO PREFERITO: Al momento la mia stanzetta, in particolare il mio letto! Apparte questo, luogo inteso come città, credo una qualunque città della Gran Bretagna o Il galles, oppure dei paesi nord europei...

7 ANIMALE PREFERITO: Questa è difficile... Adoro i gufi e le civette, ma come animale domestico sceglierei un gatto o una tartaruga.

8 CANZONE PREFERITA: troppe! diciamo che vado molto a periodi... in questo momento mi viene sicuramente in mente Pompeii dei Bastille, Laura Palmer sempre Bastille (che sono tra l'altro il gruppo che maggiormente mi ispira mentre scrivo), every teardrop is a waterfall Coldplay, Dancing Elisa, I won't let you go James Morrison, Rolling to the Deep Adele.... e tantissime altre...

9 LIBRO PREFERITO: Non ne ho uno solo... ne amo diversi per diverse ragioni e nessuno prevale sull'altro. AMO la saga di Hunger Games perchè mi ha salvata in un periodo bruttissimo della mia vita, mi ha dato la forza e la speranza, e non smetterò mai di essere grata a Susanne Collins per questo, AMO alla follia la storia IO PRIMA DI TE di Jojo Moyers, perchè mi ha aperto gli occhi su mondi nuovi e certe sue frasi sono da monito anche per me, mi ha messo come un semino dentro il cuore e mi invoglia a fare sempre di più, sempre del mio meglio. ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, non ho nemmeno bisogno di spiegare perchè, chi lo ha letto lo sa, UN CAPOLAVORO. E infine non posso non nominare COSE CHE NESSUNO SA Alessandro D'Avenia, il modo in cui è fatto, le sensazioni che crea e il suo modo di scrivere mi hanno fatto innamorare perdutamente di questa storia

Bene passo il testimone a olympia_124a (so che sei incasinata e hai poco tempo però non potevo non menzionarti :P) MagikaMente e a NinaBlueStar






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