▴Undici▴

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Non osai più proferire parola. Mi voltai verso il finestrino e mi lasciai distrarre dal paesaggio. Nulla era nitido, tutto si susseguiva veloce, i colori, le persone, ogni cosa era tremendamente sfocata e indefinita. Esattamente uguale alla mia vita in quel periodo. Catapultata su una giostra senza cinture di sicurezza, mi tenevo ancorata con tutta la forza che avevo al seggiolino. Sarebbe bastato un movimento rapido ed inatteso per buttarmi giù.

Non c'era musica e lui non aveva più detto nulla. La situazione era abbastanza pesante e nel piccolo abitacolo della vettura si faceva quasi opprimente.

Non avevo nulla di cui scusarmi con lui, avevo il diritto di sentirmi offesa. Mi trovavo in una situazione in cui non avevo il controllo di niente e tutto si abbatteva su di me senza preavviso. Non mettevo in dubbio il fatto che fossi una persona difficile e diffidente e che anche lui avesse i suoi problemi, ma le sue parole mi avevano ferito. Non ero una che diceva grazie così facilmente e, proprio perché cercavo sempre di cavarmela da sola, non mi piaceva chiedere aiuto, non faceva parte di me. Ma di certo nel momento buono avrei saputo dimostrargli la mia gratitudine.

La macchina aveva rallentato e mi resi conto che ci trovavamo in un piccolo centro abitato della periferia. Sebastian accostò vicino una piccola casetta con il cancello bianco. Sembrava quasi una di quelle fotografate sulle riviste, con il classico cancello in legno bianco ed un piccolo giardino a darne accesso.

Scese dall'auto e con qualche riserva ancora venne comunque a darmi una mano per scendere. Accettai senza guardarlo negli occhi e mi lasciai guidare verso l'interno della casa.

Dopo appena due gradini aprì la porta d'ingresso in legno di ciliegio e mi fece entrare nel piccolo corridoio che dava accesso al salone. Mi prese la felpa-giubbino e la posò sull'attaccapanni.

«Vado a prepararti la stanza per dormire. Tu intanto vuoi farti una doccia o un bagno caldo?» chiese lui, rompendo il silenzio durato più del previsto.

«Accetterei volentieri, ma non ho un cambio, forse avrei potuto prendere qualcosa da casa di Joy prima.»

«Aspetta dovrei avere qualcosa di là, spero solo la taglia vada bene» disse, allontanandosi verso quella che pensavo fosse la sua camera da letto.

Immediatamente pensai alla ragazza vista nella foto. Scrutai la stanza circostante cercando dettagli che mi facessero credere che lì oltre a lui vivesse qualcun altro. Eppure, sull'attaccapanni c'era solo il suo cappotto e la mia felpa strappata. Un solo mazzo di chiavi, le sue appoggiate poco prima, e null'altro che mostrasse la presenza di una donna.

Tornò con in mano un pantalone di tuta maschile e una felpa con lo stemma della polizia e piegato sopra dell'intimo. Me lo porse imbarazzato e mi mostrò il piccolo bagno.

Appena mi richiusi la porta alle spalle controllai la taglia dell'intimo. Era più grande della mia, ma già era molto aver trovato un cambio pulito.

Aprii il getto della doccia e cominciai a svestirmi delicatamente, facendo attenzione alle bende. Sciolsi i capelli e mi infilai sotto il flusso caldo di acqua. Lo lasciai scorrere qualche istante, sentivo l'effetto rilassante, il calore propagarsi per il corpo e avvolgermi come una carezza. Poi cominciai a insaponarmi facendo sempre attenzione alle bende, ogni goccia di sapone che finiva vicino alle escoriazioni provocava bruciore e mi faceva destare da quell'effetto benefico che solo l'acqua riusciva ad infondermi.

Non sembrava vivere nessuna donna con lui, ciononostante conservava dell'intimo femminile in casa. Era piuttosto strano, ma ero convinta ci fosse una spiegazione logica, solo che in quel momento la mia testa non voleva più pensare, aveva solo bisogno di resettarsi e non dover preoccuparsi di niente, almeno per un po'.

Asciugai i lunghi capelli scuri, senza dare troppo peso alla piega o a qualsiasi altra cosa, l'asciugacapelli li faceva svolazzare liberi e ribelli, facendo un gioco di luce ed ombre sul mio volto, quello che continuavo a fissare davanti allo specchio del bagno. Quella che ci vedevo riflessa era una ragazza diversa. Non ero più la stessa che si specchiava solo qualche giorno prima, nella sua casa dorata dagli oscuri segreti. Era semplicemente il volto di una comune ragazza spaventata, con i segni ancora rossi sul volto, che scappava da qualcuno. I soldi in quel caso non facevano nessuna differenza. Il conto in banca non mi garantiva la libertà, non mi garantiva la sopravvivenza.

Uscii dal bagno con una felpa più grande di me, che mi faceva sentire ancora più fragile e piccola davanti al mondo. In fondo, io cosa ne sapevo del mondo vero? Quasi nulla, se non quello visto alla televisione o letto sui giornali.

Un dolce profumo fece lamentare il mio stomaco e mi guidò verso la cucina.

Sebastian aveva preparato la cena e aveva apparecchiato la tavola per due. La scena vista così e isolata da tutto il resto sarebbe stata carina, ma a me ancora non andava giù il fatto che lui conoscesse uno dei tipi che mi dava la caccia.

«Quando sarà il momento in cui mi potrai parlare del ragazzo biondo?» chiesi non riuscendo più a trattenermi.

«Logan Wood è un volto noto nella nostra centrale. Piccoli furti e altri reati di poco conto, ma conosciamo la sua situazione, per cui mi risulta difficile pensare che si sia messo in una cosa così grande.»

«Se è già un volto noto e ne conosci il nome non sarà difficile prenderlo e farti dire chi altro è suo complice e cosa vogliono.»

«Shana, servono prove concrete per poter fermare qualcuno e interrogarlo e tu non ne hai e poi, ti ripeto, non credo sia lui chi cerchiamo.»

«Ma non c'è dubbio sia ricollegato ai fatti, da lui possiamo partire e seguire una traccia.»

«Per fare questo, dovrebbe giungere una denuncia ufficiale! Cosa che al momento non hai intenzione di fare o sbaglio?»

No, in effetti ancora non me la sentivo. Qualcosa mi sfuggiva, ma non volevo perdere l'unica informazione utile ricavata fino a quel momento. Perché questo Logan Wood provava questo enorme odio nei miei confronti? Perché il suo sguardo era riuscito a raggelarmi il sangue nelle vene?

«Sebastian cosa sai dirmi su questo Logan Wood?»

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Buonasera Lettori!

Ringrazio voi che continuate a leggermi e sostenermi, spero di non deludere le vostre aspettative!

Come avete notato potete finalmente dare un nome al ragazzo Misterioso! Secondo voi cosa nasconde? E di Sebastian cosa pensate? Fa bene Shana a fidarsi di lui?

Non so mai cosa scrivervi in questi piccoli spazi autrice per cui Passo e chiudo!




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