// Capitolo 1 //

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Dicono che l'amore sia cieco.

A volte, mentre stendo l'impasto sul bancone, vedo mia madre e mio padre ridere e guardarsi in modo affettuoso.

E mi chiedo se il loro era stato un amore cieco, che poi li ha portati a vedersi.

A volte puoi trovare l'amore.

Altre no.

L'amore non è sempre cieco.

A volte ci vede benissimo.

A volte è miope.

E non ci si può far nulla, perché ci sono mille condizioni e cambiano in continuazione.

L'amore è così, bisogna solo accettarlo.

Mi sono trasferita più e più volte, ma casa mia resta sempre un luogo che profuma di torta e confetture.

Lo era anche al tempo, quando per la prima volte sperimentai sulla mia pelle questo grande e tanto cercato sentimento.

Come tante ragazze, non lo avevo visto arrivare.

E' arrivato in silenzio e mi colpita lentamente.

Non avevo neanche realizzato che qualcosa era cambiato e che quei sentimenti continuavano a crescere.

Potremmo dire che il mio è stato un amore quasi completamente cieco, perché in fondo la verità è questa.

Certo, mi sarebbe piaciuto iniziare la nostra storia in modo ben diverso.

Ma l'amore è imprevedibile.

In amore basta anche poco, ma se puoi devi dare tutto.

E che avvenga accidentalmente o volontariamente, avviene.

E' così che funziona, ormai l'ho capito.

//

"Beh, non mi sorprende che sia lui a piacerti" sbuffò Shoko, soffiandosi dalla faccia una ciocca bionda.

"Eh? E perché?" le domandai, girando il tappo della bottiglia per portarmela alle labbra.

"Come perché? Mai sentito dire 'il principe della sezione A'?" mi chiese a sua volta e ricevendo un cenno di 'no' da me.

"Cosa?! Com'è possibile?! Insomma [T/n], sei in questa scuola da tre anni e lo senti nominare solo ora?!" fece la ragazza.

"Beh sì! Per una come me, partecipare a discussioni sui ragazzi è impossibile!" sbottasti, rimettendo nello zaino la bottiglia di succo.

La bionda si spalmò la mano sul viso, abbandonandosi ad un verso esasperato.

"Hey, non sbuffare come se tu fossi mia madre ed io una figlia degenere."

"cOmE sE fOsSi uNa fIgLiA dEgEnErE" mi fece il verso lei.

Io le diedi un pugno sul braccio, facendole segno di affrettarci per rientrare in classe.

Il nostro terzo ed ultimo anno alle medie Coruscan non era che a metà, eppure un paio di mesi mi erano più che bastati per innamorarmi forse perdutamente di lui.

Avevo frequentato la sezione D fino al secondo anno e poi fui spostata nella A con il venire del terzo.

Non conoscevo nessuno, se non la mia cara amica, Tobomomi Shoko.

La scuola mi piaceva, non andavo male scolasticamente parlando e mi piaceva parlare con gli altri.

Parlare degli altri un po' meno.

Quando le mie compagne si riunivano per conversare a proposito di ragazzi, non sapevo mai cosa dire.

"Farai meglio a raccontarmi tutto poi" mi puntò il dito contro Shoko prima di entrare nell'aula, separandosi quindi da me per raggiungere il suo posto designato.

Scossi la testa con un mezzo sorriso in volto, scorrendo tra i banchi per sedermi pure io.

Le medie Coruscan erano un istituto che garantivano dall'istruzione elementare a quella da superiori.

Quando arrivai in prima media, la grandezza della struttura mi lasciò di stucco.

Le grandi finestre, le tende ricamate, i vasi di di fiori ogni due passi...

"Siamo sicuri che questa sia una scuola?" fu la prima cosa che mi domandai allora.

Sbirciai fuori dalla finestra.

Il cielo era azzurro e nuvole vaporose si sfidavano in un'apparentemente lenta corsa.

Il sole brillava e sembrava potermi sciogliere da un momento all'altro, con i suoi intensi raggi di sole del dopo pranzo.

Mi abbandonai al calore che emetteva, attraversando silenziosamente il vetro fino a baciarmi interamente il viso.

Il professore della quinta ora entrò, facendo scattare in noi studenti il dovere di alzarci ed inchinarci in segno di saluto.

Dato il buongiorno generale, l'uomo occhialuto si sistemò sul naso la montatura e diede inizio alla lezione.

I ragazzi vennero chiamati uno ad uno per consegnare i propri temi, così che lui potesse successivamente correggerli.

Con gli occhi vedevo gli altri che si alzavano, che scribacchiavano rapidamente su fogli stropicciati e disordinati, che se ne stavano tranquillamente sdraiati sulla sedia affermando "non ce l'ho, non l'ho fatto".

"[T/c]?" disse poi il mio cognome.

Spinsi indietro la sedia, afferrando quel foglio e mezzo di parole scritte una davanti all'altra senza una vera e propria scaletta.

Un accatastare frasi per come mi veniva, uno scrivere per filo e per segno quello che sentivo.

Non mi piaceva seguire le scalette, proprio per nulla.

Posai sulla sua cattedra il foglio di carta, mostrandogli con la punta dell'indice dove avevo messo il mio nome e cognome.

"Grazie, torna pure al tuo posto [T/c]."

Mi sedetti senza proferire parola.

Il nostro insegnante continuò quindi con la spiegazione del brano letto l'ultima volta, chiamando di tanto in tanto uno studente per fargli domande e verificare che lo stesse seguendo.

In una delle tasche della mia gonna il cellulare vibrò leggermente.

Furtivamente feci scivolare il dispositivo nella mano, nascondendolo poi dietro ad un paio di libri ed astucci.

In primo piano tra le varie notifiche un messaggio da parte di Shoko.

Tobomomi Shoko, 13.49:

Allora?

Tu, 13.49:

Non ce la fai proprio ad aspettare l'uscita, eh? (Visualizzato)

Tobomomi Shoko, 13.49:

Non ti rifiuti di dirmelo, quindi non vedo che bisogno ci sia di posticipare la cosa!

Tu, 13.50:

Shomi, non è così che funziona (Visualizzato)

Tobomomi Shoko, 13.50:

Shh dettagli.

Però i tuoi dettagli voglio saperli. Tutti.

Tu, 13.51:

Dettaglio che potrebbe interessarti... (Visualizzato)

Il professore si sta avvicinando (Visualizzato)

A te, intendo (Visualizzato)

L'uomo di cui infatti parlavi si fermò esattamente davanti al banco di Shoko, che aveva appena fatto in tempo a nascondere il cellulare dentro l'ingombrante portapenne in cui teneva matite e matite, senza neanche riuscire a spegnere il telefono.

Dalle file dietro si poteva ancora vedere la fioca luce emessa dallo schermo, e lei si trovava in seconda fila.

"Tobomomi?" la chiamò, facendola scattare ritta con la schiena.

"Mh?" mise un po' troppo entusiasmo in quelle due lettere, dando evidente segno di non essere stata concentrata sulla spiegazione.

"La frase che abbiamo analizzato prima, l'affermazione del vecchio contadino, era verità o menzogna?" le domandò.

Se fossi riuscita a vederla, avrei sicuramente detto "questa è la faccia di una persona che non sa nemmeno che giorno è oggi".

"Vedi di tenere gli occhi sul libro questa volta" la ammonì il professore, tornando alla sua cattedra per ricominciare con il discorso che aveva interrotto minuti prima.

Tobomomi Shoko, 13.52:

Okay, hai vinto.

All'uscita.

OGGI PRENDIAMO LA STRADA LUNGA CAPITO?!

//

E anche quella giornata scolastica era finita.

Saltellavo per le strade costeggiate dai muretti delle abitazioni, su un braccio la tracolla della mia borsa e con l'altro a braccetto con la mia amica.

"Quindi è iniziata con lui che ti salva dal cadere dalle scale? Dio, che cliché, speravo qualcosa di più emozionante..." sbuffò la bionda.

"Hey! I cliché sono romantici!" ribattei, ma la ragazza ti ignorò.

"Cioè, okay, lui è affascinante e tutto ma... lui? Che aiuta qualcuno? Todoroki è sempre così freddo!" schioccò la lingua poi, non convinta.

"Sarà che io sono la ragazza prescelta! Colei che scioglierà il suo cuore di ghiaccio!" risi, continuando a volteggiare sulle punte dei miei mocassini come neanche Heidi sapeva fare.

Lei mi diede un buffetto sulla testa, divertita dalle mie parole. "E' la prima volta che dici di essere innamorata, eppure sembri così tranquilla e spensierata..."

Mi voltai verso di lei, sfoggiando un sorriso dopo la smorfia di incomprensione.

"E' che lui è gentile! E premuroso! Solo che nessuno lo sa!" rispondei con convinzione.

"Gentile e premuroso? Todoroki Shoto? Quel Todoroki Shoto?". La sua voce era piena di diffidenza.

Ma come darle torto, aveva parlato a quel ragazzo sì e no due volte durante tutto il primo semestre.

"Sai, ogni volta che c'incontriamo la mattina lo saluto, e lui ricambia! Ci parliamo di tanto in tanto! E okay, ammetto che non mi ha salvata solo una volta dal cadere di sotto..." mi grattai la guancia spingendo le labbra in fuori, ricordando tutte le volte che avevamo passato il tempo insieme.

"Dentro di me sento come se fossi in grado di farlo sorridere, qualche volta" aggiungei.

Le mie guance s'imporporarono leggermente, ma d'imbarazzo non ne sentivo.

Mi sentivo quasi sollevata.

"Beh, devi dirmi di più! Cosa ti fa provare quel ragazzo?" mi prese per entrambe le mani, facendomi fermare sul posto per poterla guardare.

"Mmh... quando sento la sua voce mi viene da sorridere incontrollabilmente. Il calore delle sue mani mi fa venir voglia di stringergliele tutto il tempo e... boh, mi fa stare tranquilla credo..."

"Tranquilla come?"

"Tranquilla tipo 'a questa persona posso dire tutto'."

La bionda mi lasciò le mani, riprendendo la camminata.

La seguii a ruota, osservando come stranamente se ne stava in silenzio.

"Come mai ora te ne stai zitta?" risi leggermente, dato che quella zitta non se ne stava mai.

"Sto pensando" replicò.

"Tu pensi?!"

"Vaffanculo."

Trattenni al meglio le risate.

"Beh, eccomi qua a casa. Ci vediamo lunedì allora!" le feci, salutandola con la manina da brava bambina.

"HEY ASPETTA UN ATTIMO-" provò a fermarmi, ma io ormai mi ero già richiusa la porta del retro del negozio.

Immediatamente venni investita da quel buon profumo di ciambelle zuccherate e pasticcini.

"SONO TORNATA!" salutai tutti, famiglia e clienti.

"[T/n]! Bentornata!" ricambiò il saluto mia madre, accompagnata dai sorrisi cordiali e felici di tutti gli altri.

"Sorellona! Tavolo cinque!" si sbracciò Yuu da dietro il bancone, le sue dita guantate sporche di cioccolato che si agitavano mentre nell'altra mano teneva una torta ben decorata.

"Ah, un attimo!" gli dissi, afferrando il grembiule appeso alla porta che dava sulla cucina.

Le giornate dai [T/c] erano sempre così, ma a me andava benissimo.

Almeno non ci si annoiava mai.

//

"Aaah, bello il bagno dopo il servizio ai tavoli..." mi rilassai all'interno della vasca da bagno.

Tirai fuori il cellulare da dentro la tasca della gonna, che avevo appoggiato distrattamente sul comodino proprio lì accanto.

Sullo schermo luminoso apparve in cima alle notifiche il notice di una chiamata persa e di un messaggio vocale inoltrato alla segreteria.

"Da parte di Shomi, naturalmente."

Alzai di un paio di tacche il volume, accostando l'uscita stereo vicino all'orecchio destro mentre mi crogiolavo nell'acqua schiumosa e brulicante di bolle di sapone.

Con le mani accarezzavo le montagne spumose, facendo sbucare sul pelo dell'acqua le punte dei piedi.

"Mamma mia ragazza, non mi hai neanche dato la possibilità di dirti come la penso! Farai meglio ad ascoltarlo questo messaggio, che poi vedi. A dirtela tutta sì, penso proprio che tu sia innamorata, anche se non capisco come hai fatto a rendertene conto, considerando quanto tu sia ottusa..." era la voce registrata della bionda.

"'Sta stupida, ora lo cancello questo messaggio!" sbuffai, divincolandomi un poco nella vasca per mettermi in una posizione più comoda.

"Comunque, vedi di dichiararti" continuò.

"Eh? Aspetta cosa?!"

"Hai detto che è una persona con cui puoi parlare di tutto, no?"

"Sì ma-"

"Probabilmente ora ti stai dicendo cose come 'sì ma...'. Per me hai tutte le carte in regola per conquistarlo! Vai a farlo tuo, amica mia!"

"C'E' DIFFERENZA TRA LE DUE COSE, HAI LA MINIMA IDEA DI QUANTO SIA STATO DIFFICILE AVVICINARLO ANCHE DOPO IL PRIMO INCIDENTE DELLE SCALE?! AAAH MA PERCHE' TI PARLO, SE NON PUOI SENTIRMI?!" sbuffai.

"Non limitarti al rimanere amici, capito?!"

"Hey, smettila che sembra che tu mi stia rispondendo. E' inquietante."

"Messaggio vocale terminato." annunciò la voce robotica della segreteria contro il mio orecchio.

Rimasi per qualche istante in silenzio, contemplando il vuoto.

"Dannata biondina, ma sa di cosa sta parlando?!" dissi, riaccendendo il telefono e andando sulla rubrica, sfogliando furiosamente la lista dei contatti.

Cliccai sul suo, riappoggiando il dispositivo su un lato del mio viso e aspettando che quello terminasse di squillare.

"TOBOMOMI SHOKO, POTRESTI PRENDERE LA QUESTIONE CON UN MINIMO DI TAT-"

"La persona da lei chiamata non è al momento raggiungibile, la preghiamo di lasciare un messaggio dopo il segnale acustico."

Il lungo bip della sua segreteria risuonò nel mio intero corpo.

"Ma ti sei sentita?! Cosa pretendi che gli dica esattamente, Shoko? Ti aspetti per caso che gli scriva una lettera d'amore? Haha, avrai voglia di scherzare spero! Non è che io possa prendere carta e penna e fare 'caro Todoroki Shoto, anzi, caro Cotta-kun, volevo dirti che mi piaci da impazzire. Solo vederti camminare a pochi passi da me mi fa battere forte il cuore, al solo ricordo di quando mi salvi dal cadere dalle scale e che mi stringi la mano. Mi piacerebbe vedere come sorridi, e mi piacerebbe riuscire a farti sorridere solo passando, proprio come tu fai con me. Mi piaci tanto, vorresti uscire con me?" risposi al suo messaggio tutto d'un fiato, richiudendo la chiamata in un batter d'occhio.

Buttai il telefonino sul tappetino vicino alla vasca, sprofondando poi in essa.

Col cavolo che mi sarei dichiarata.

Sì, era vero. Mi faceva sentire tranquilla, ma quello perché di lui mi fidavo.

Di me stessa un po' meno.

La verità era che mi faceva agitare, ed il mio cuore partiva in quarta ancor prima che io potessi anche solo pensarlo.

Todoroki Shoto, eccome se mi piaceva.

Al tempo, non sapevo che stavo per affrontare un sobbuglio di emozioni, tutte mescolate insieme.

Non potevo saperlo.

I principali problemi erano due: non avevo chiamato Shoko, e non me n'ero neanche resa conto.

E poi, beh, c'era quel problema.

Non mi ero mai resa conto di quanto quel problema potesse essere effettivamente tale.

Tuttavia, poco a poco avrei iniziato a capire perché avrei iniziato ad odiarlo, e perché avrei iniziato a detestare quella condizione che mi era stata inchiodata addosso come una maledizione, nell'esatto giorno in cui ero nata.

Presto lo avrei fatto.

//

-Tema da svolgere a casa, argomento "l'amore secondo il tuo punto di vista", massimo tre pagine.

Spesso mi chiedo se esiste un età in cui, anch'io, saprò cos'è questo amore di cui tutti parlano.

L'amore è vedere il bello in un'altra persona, anche se potrebbe non esserci proprio.

Questo mi è stato detto.

Forse l'amore è irrazionale, probabilmente non segue una logica.

Guardo i miei genitori e mi chiedo: "è questo l'amore?"

Sì.

Poi però guardo da un'altra parte e mi chiedo: "tra tutte le coppie c'è amore?"

E poi mi chiedo: "si deve essere una coppia per amare? Si deve essere corrisposti?"

Dicono anche che l'amore sia cieco.

E' vero questo, professore?

Ma se l'amore è cieco, rimarremo con questa cecità per sempre?

A volte l'amore ci vede, altre no.

Questo è quello che credo.

A volte l'amore va e viene, a volte viene e basta, a volte non arriva nemmeno.

Però ecco, come dire, vorrei sperare che questo amore, o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare, si possa almeno incontrare.

Perché l'amore è così.

Te lo trovi tra le mani ed un attimo dopo non è che un mero ricordo, se te lo lasci scappare.

E non fa eccezioni, e non fa favoritismi, e non aiuta nessuno.

E chi è svantaggiato, è svantaggiato. Come me.

Ad ogni modo, mi piace pensare che l'amore esista in tutte le forme.

Anche se possono essere invisibili, anche se possono essere visibili solo in parte.

Mi piace pensare che possa esistere un amore fatto a misura per me, e che io possa amare un giorno come tutti gli altri.

Senza dovermi preoccupare di non capire cos'hanno gli altri.

Senza dovermi preoccupare di non riuscire a distinguere una faccia ridente da una che si contorce dal dolore.

Senza dovermi preoccupare di non vedere altro che macchie sfocate, al posto dei visi altrui.

Insomma, senza dovermi preoccupare della prosopagnosia di cui soffro.-

>EYCEE'S CORNER<

EBBENE SI', MY PEOPLE, HO INIZIATO UNA NUOVA FANFICTION! E HO DECISO DI OSARE CON TODOROKI, CHE E' TIPO UNO DEI PERSONAGGI PIU' COMPLICATI ESISTENTI IN BNHA! SPERO CHE QUESTO PRIMO CAPITOLO INSIEME AL PROLOGO VI SIANO PIACIUTI! IL CAPS LOCK E' BELLO, OKAY?!

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