Guilt

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Quando Greta vide comparire Si Woo e Yoon dalla porta della sua stanza sorrise, era contenta di vederli, erano la cosa più vicina ad una famiglia che avesse e lo sapevano.

- non farmi mai più prendere uno spavento del genere- le disse Yoon buttandosi su di lei e stringendola forte.

-Yoon fai piano- lo riprese Si Woo notando la smorfia di dolore sul volto di Greta.

-scusami... come ti senti?-

-sono stata in coma 12 giorni ed ho un aspetto migliore del tuo, quindi direi bene- fece lei.

-il sarcasmo è intatto- disse Si Woo.

-è venuto qualcun'altro a trovarmi oltre voi?- chiese.

-no, perché?-

-non lo so, quando mi sono svegliata mi sembrava di aver sentito la voce di Jungkook, forse me lo sono immaginato- disse lei.

-non te lo sei immaginato- le disse Yoon, per poi parlarle delle registrazioni e del fatto che l'avesse lasciata ad ascoltarle prima di andare via quella sera.

-sono tutte qui- le disse raccogliendo il cellulare che doveva essere scivolato a terra quando gli infermieri l'avevano estubata per controllare che stesse bene poche ore prima.

-magari le ascolto allora..- disse lei.

-lui è proprio cotto di te Greta- le disse Yoon.

-non dovrebbe- fece lei.

-non pensarci adesso, ora noi torniamo a casa, tu invece riposati; ci vediamo domani pomeriggio ok?- le disse Si Woo.

-agli ordini capo- fece lei.

-bene- si limitò a dirle lui dandole un buffetto affettuoso sulla guancia.

Greta prese in mano il cellulare con le registrazioni che le aveva lasciato Yoon ed iniziò ad ascoltarle.

Inutile dire che fu una pessima idea. Jungkook non aveva mai fatto mistero dei suoi sentimenti per lei, ma in quelle registrazioni erano quasi tangibili attraverso la sua voce, erano qualcosa di così reale che le era assai difficile nasconderli sotto il tappeto, molto difficile.

"ragazzino.." sospirò prima di rimettersi a dormire.

Jungkook ringraziò Yoon per averli informati che Greta si fosse risvegliata quella notte, poi ripose il cellulare nella tasca dei suoi pantaloni e tirò un sospiro di sollievo. Era come se in quegli ultimi giorni fosse rimasto in apnea, sospeso in una sorta di bolla piena d'acqua dove non solo non riusciva a stare a galla, ma non riusciva neppure ad uscirne da solo.

Ora che sapeva che era sveglia, voleva vederla, ma non poteva andare in ospedale, avrebbe dovuto attendere fino a quando non l'avessero dimessa definitivamente.

Dopo aver passato alcuni giorni in osservazione, Greta venne rimandata a casa, le venne detto di fare pochi sforzi e di riprendere il lavoro in maniera graduale per evitare di affaticarsi troppo.

Quella sera restò al telefono a lungo con Si Woo per parlare di cose importanti che si erano accumulate in azienda e per le quali serviva necessariamente il suo consenso per andare avanti.

Terminata la sua chiamata con Si Woo, prese nuovamente in mano il suo portatile e cercò notizie sul suo incidente, le avevano detto che il guidatore dell'auto che le era arrivata addosso era morto, e lei non riusciva a non sentirsi in colpa per questo.

Prese il cellulare e chiamò Yoon.

-che succede? stai male?- rispose lui allarmato.

-no cretino, sto bene... senti, l'uomo che è morto, sapete se aveva famiglia?- gli domandò.

-no era scapolo e lavorava come idraulico- le rispose Yoon.

-vorrei fare una donazione a suo nome presso qualche associazione, puoi occupartene tu?- gli domandò.

-Greta... lo sai che non è colpa tua vero?- le disse Yoon.

-non lo so.. e poi non sono io quella che ora concima la terra del cimitero- rispose lei con una punta di rammarico nella voce che non sfuggì a Yoon.

-Quello che è successo è terribile, ma non devi per nessuna ragione al mondo pensare che la colpa sia tua, si è trattato di una fatalità- disse Yoon.

-forse...- fece Greta non del tutto convinta, il senso di colpa per quello che era successo non la abbandonava neanche un attimo da quando si era risvegliata dal coma.

-ti prego, non ti ci fissare, non ti fa bene... hai sentito Jungkook?- le domandò cercando di cambiare argomento.

-non ancora...-

-chiamalo, era molto preoccupato per te-

-ci penserò- fece lei prima di salutare Yoon e chiudere la chiamata con lui.

In quel momento però non era dell'ennesima parola di conforto che aveva bisogno, voleva qualcuno che avesse di lei la più bassa opinione possibile e che sapeva sarebbe stato brutalmente onesto, aveva bisogno di parlare con Namjoon.

I primi minuti di conversazione tra lei e Namjoon furono piuttosto strani ed impostati da entrambe le parti, principalmente perchè lui non si sarebbe mai aspettato che lei lo chiamasse per parlare prima di chiamare Jungkook.

-Greta..- disse lui interrompendola ad un certo punto.

-dimmi-

-io non credo che tu debba colpevolizzarti così, hai detto che la macchina davanti a te ha perso il controllo e tu per evitare l'incidente hai sterzato, l'avremmo fatto tutti, è istintivo.-

-ma è morta una persona per colpa mia- disse lei.

-sei quasi morta anche tu- disse lui.

-quasi.. - disse lei sospirando.

-non pensare che la tua dipartita sarebbe passata in sordina, hai creato un impero nel giro di un paio d'anni, ti batti apertamente per i diritti civili delle minoranze, hai creato una fondazione per i rifugiati politici, in un paese che non è neanche il tuo e doni sempre una fetta dei tuoi profitti in beneficenza-

-qualcuno ha fatto i compiti- scherzò lei.

-Jungkook... ormai sappiamo anche qual è il tuo colore preferito- disse Namjoon.

-quel ragazzino...- fece lei.

-perchè non lo chiami domani, gli manchi- le disse Namjoon sincero.

-ok dai... grazie per la chiacchierata- disse Greta.

Namjoon concluse quella chiamata inaspettata e riprese a scrivere, non credeva che Greta lo avrebbe mai cercato per avere una sua opinione disinteressata su di lei, l'aveva decisamente spiazzato.

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