Run me like a river

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Jungkook spinse il suo corpo ancora più vicino a quello di Greta,tanto da poter sentire il seno di lei contro il suo petto.

-cosa diavolo pensi di fare Jungkook?- disse lei allontanando la sua mano e riabbassando la gonna.

-ti dimostro che ti sbagli- le disse con voce roca afferrando la mano di Greta e portandosela all'altezza giusta, tanto per farle capire che fosse eccitato all'idea di stare con lei.

-è pieno di gente, e ci sono anche dei giornalisti, non fare lo stupido- disse lei allontanandosi da lui.

-hai paura che possa piacerti?- le disse mentre lei si allontanava.

-smettila-

-che c'è non sono abbastanza per te? pensi che non ce ne siamo accorti, di come ci guardavi dall'alto in basso perché siamo Idol? eh Greta?!- le urlò.

-abbassa la voce idiota!- disse lei tornando sui suoi passi.

-senti, non so cosa ti sia preso stasera, ma piantala Jungkook perchè mi stai facendo incazzare- gli disse dopo averlo raggiunto di nuovo.

-io non ci posso credere..- disse lui lasciandosi sfuggire una mezza risata isterica.

-tu non ti sei accorta di niente, vero? io ti ho lanciato segnali di continuo-

-quali segnali? ma di che cosa cavolo stai farneticando? - domandò lei, dato che davvero non capiva a cosa si stesse riferendo lui in quel momento.

-quando lavoravamo insieme da Samsung, ti guardavo mentre tu eri distratta e adoravo il fatto che ti scoprissi i tatuaggi, i messaggi che ti scrivevo per chiederti dei giochi e farmi consigliare e quando ho mollato la riunione col tuo capo solo per poterti vedere cinque minuti... tu mi piaci Greta.- le disse.

Lei rimase di sale all'udire quell'affermazione, come poteva essere possibile che un Idol, potesse essersi preso una cotta per lei. Erano ai lati opposti della catena sociale, inoltre lui non sapeva molte cose di lei.

-Jungkook, una storia tra noi non è possibile. Sarebbe troppo complicato- cercò di sviare lei.

-ti sbagli- le disse serio.

Greta non aggiunse altro, non voleva litigare e neppure mortificarlo dicendo cose che gli avrebbero potuto fare male, solo per toglierselo di torno.

Quando aprì la porta del salone se lo trovò alle spalle, sperò che nessun giornalista avesse il cellulare in mano, dato che una foto di loro che rientravano insieme sarebbe stata parecchio compromettente.

Si Woo la raggiunse dato che dovevano parlare con un futuro investitore e lei smise di preoccuparsi di Jungkook.

Jungkook si sentiva arrabbiato, respinto e ferito. Aveva aperto il suo cuore a Greta e lei aveva finto di non aver sentito una parola; gli balenò un'idea folle in testa, un'idea che avrebbe potuto rovinare l'equilibrio nel quale viveva in quel momento.

-Posso avere la vostra attenzione?- disse al microfono al centro della sala, col cuore che gli martellava nel petto all'idea della bomba che voleva sganciare in quel momento.

-che sta facendo?- chiese Jimin a Tae.

-non ne ho idea-

-come sapete, io sono amico della Ceo di questa compagnia, Greta.- continuò sentendo la bocca asciutta ed iniziando a sudare.

-noi però non siamo solo amici... noi stiamo insieme- disse.

Namjoon lasciò cadere a terra il bicchiere che teneva in mano, e si voltò a guardare Greta alle sue spalle, che stava stringendo i pugni ed aveva uno sguardo indecifrabile sul viso.

-di che sta parlando?- le chiese secco.

-non sa quello che fa, è evidente. Non c'è niente tra noi due, adesso vado a sistemare le cose.-

-ferma... possiamo gestire un finto fidanzamento, ma se lo sbugiardi davanti a tutti adesso, diranno che gli è venuto un esaurimento e per la sua carriera sarà molto peggio- disse Namjoon afferrandole il braccio.

A festa finita, Namjoon, Jungkook ed un paio dei loro manager raggiunsero Greta e Si Woo nell'ufficio di lei per definire lo stato del disastro.

Jungkook fece appena in tempo a mettere piede nella stanza che lei gli diede uno schiaffo.

-tu non sai quello che hai combinato!- gli disse, mentre Si Woo cercava di trattenerla.

-ho la tua attenzione adesso?- disse lui.

-tu sei pazzo Jungkook... tu non sai niente di come si sta al mondo- gli disse.

-ho solo detto che stiamo insieme- cercò di difendersi.

-tu forse non hai capito, ora che hai fatto questa stronzata inizieranno ad indagare sulle nostre vite, la mia, quella di Yoon e quella di Si woo, che ha un passato in prigione; se perdo la società a causa tua non te lo perdonerò mai- gli disse, consapevole del fatto che l'avrebbe rovinato se fosse successo, aveva chiuso con la sua vecchia vita, ma ci avrebbe messo pochi secondi per rimettersi su piazza.

-non lo sapevo...- fece Jungkook.

-ok, calmi. Adesso cerchiamo di capire come gestire le cose con la stampa e tutto il resto- disse Namjoon cercando di essere il più conciliante possibile vista la situazione.

Rimasero a parlare dei perchè e dei come, per più di un'ora chiusi in quell'ufficio ed infine decisero che avrebbero finto una relazione per qualche mese e poi si sarebbero lasciati senza troppo scalpore.

-posso restare solo con lei un attimo?- chiese Jungkook prima che se ne andassero.

-Greta?- fece Namjoon.

-non lo ammazzerò- disse lei.

Jungkook aspettò che fossero soli e poi si voltò a guardarla.

-non sapevo della situazione di Si Woo, non l'avrei mai fatto altrimenti te lo giuro- le disse.

-non ha più importanza ormai, quello che avresti o non avresti fatto Jungkook-

-i miei sentimenti però sono sinceri noona-

-non chiamarmi noona- disse Greta a denti stretti, sentiva che la rabbia stava montando di nuovo.

-sarò un bravo fidanzato, anche se sarà per finta.- le disse cercando ancora una volta di ottenere una parvenza di perdono da lei.

-lasciami sola Jungkook- rispose Greta voltandosi verso la finestra.

Quando sentì la porta chiudersi, afferrò con rabbia uno dei soprammobili dalla sua scrivania e lo scagliò contro il muro; non poteva credere di essere finalmente arrivata dove voleva e poterlo perdere.

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