Secrets

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Greta vide lo schermo del cellulare illuminarsi di nuovo, era sempre Jungkook; alcune settimane prima si erano ufficialmente lasciati concedendo una doppia intervista ad un canale televisivo in esclusiva, entrambi ribadendo più volte che si stavano lasciando di comune accordo e che tra loro non ci fossero rancori.

Lei si era allontanata subito, mettendo in piedi il muro che le serviva per tenerlo fuori dalla sua vita e da un sacco di cose che lui non avrebbe mai dovuto sapere sul suo conto. Jungkook dal canto suo, sembrava non essere d'accordo con quella lontananza e lo faceva notare.

Greta tornò a guardare l'ora, le lancette del suo orologio a muro sembravano non spostarsi da secoli, sempre fisse nello stesso punto; era nervosa perché nonostante si fosse ripromessa di non cadere nelle vecchie abitudini, quando Anatoliy aveva chiesto il suo aiuto per un'azione di mirror trading a favore di una delle sue società lei aveva accettato, senza dire ovviamente nulla a Si Woo del fatto che Anatoliy l'avesse contattata, era filato tutto liscio e quella sera lui sarebbe passato per liquidarla. La verità evidente era che le mancava parecchio la scarica di adrenalina che le dava agire al limite se non addirittura fuori dalla legalità, la faceva sentire viva, perchè prima che una sfida ai sistemi che cercava di hackerare era una sfida a se stessa.

Il suo cellulare si illuminò nuovamente, lei vide il nome di Namjoon, lui non la chiamava mai, e si chiese se non fosse qualcosa di effettivamente importante. Aveva appena preso il cellulare tra le mani che bussarono alla porta di casa sua, Anatolij era stranamente in anticipo, pensò.

-Namjoon scusami ma ho ospiti- disse rispondendo mentre apriva la porta.

-hai sentito Jungkook?- le chiese lui e Greta si accorse che era abbastanza agitato.

-no...- disse lei mentre fissava Jungkook in piedi davanti a lei sulla soglia. Aveva un aspetto orribile e puzzava di soju.

-se dovesse chiamarti puoi avvertirci e dirgli di tornare a casa per favore?- le chiese.

-va bene- rispose lei trascinando all'interno il ragazzo.

Rimise il cellulare in tasca e guardò Jungkook.

-hai guidato in questo stato?- gli disse.

-non sono ubriaco- le disse.

-che ci fai qui?-

-non lo sai?-

-no Jungkook-

-non rispondi ai miei messaggi, alle mail, chiamate.. niente, mi hai tagliato fuori dalla tua vita, come se non esistessi.- le rinfacciò.

-Jungkook non ho tempo per queste cose adesso-

-non mi guardi neanche in faccia...- le disse stizzito prima di sentire il campanello suonare.

-merda...- fece Greta.

-chi è?- le chiese immediatamente.

-non dire niente, siediti lì e sta zitto- gli intimò.

-stai con qualcuno?- fece lui.

-Jungkook piantala e fai come ti ho detto- sbottò, sapeva che Anatolij non amava ci fossero persone esterne quando concludeva le sue transazioni.

-non sto scherzando- gli intimò quando lui fece per andare verso la porta.

Greta aprì e vide immediatamente un sorriso sghembo di disappunto affiorare sulle labbra di Anatolij, che entrò nella stanza seguito dalle sue solite bodyguard.

-avevo sentito fossi tornata single- le disse accomodandosi sulla poltrona al centro della stanza prima di accendersi una sigaretta.

-è difficile liberarsi delle vecchie abitudini, lo sai meglio di me- disse lei afferrando la mano di Jungkook.

-già... ragazzo, ti dispiace se fumo? ho sentito che sei un cantante e non vorrei che il fumo facesse male alla tua voce- gli disse con un ghigno giudicante.

-nessun problema- gli rispose Jungkook stringendo più forte la mano di Greta, e osservando l'uomo davanti a loro, che aveva tutta l'aria di essere una personaggio poco raccomandabile.

I due iniziarono a parlare in russo, e lui la guardò meravigliato, non aveva idea del fatto che lei conoscesse tante lingue, ed iniziò a rendersi conto del fatto che le cose che non sapeva di lei erano più del previsto, quando uno dei due gorilla alle spalle dell'uomo dai capelli bianchi sulla poltrona, posò una valigetta piena di contanti sul tavolino di cristallo di Greta.

-sai anche la mia terza moglie canta... e molto brava, magari la prossima volta la porto con me- disse Anatolij guardando prima Greta e poi Jungkook.

-non so se ci sarà una prossima volta, abbiamo intenzione di avere dei figli- mentì Greta.

-sarebbe un vero peccato, il tuo è un talento raro Greta... non perdere tempo per a fare la vacca da monta per un ragazzino; guarda dove sei arrivata, impressionante eh? Quelli come noi, si fanno strada da soli nella vita, noi non siamo fatti per starcene buoni dietro le quinte- le disse Anatolij prima di alzarsi e sistemare il bavero della sua giacca con un gesto freddo e calcolato. Si infilò poi una mano in tasca dei pantaloni, scoprendo la pistola che portava nella fondina.

-spero di lavorare ancora con te- le disse infine.

Greta lo accompagnò alla porta e lo salutò; era andata, ora poteva riprendere a respirare normalmente.

Si lasciò sfuggire un lungo sospiro e si voltò verso Jungkook, che teneva ancora gli occhi fissi sulla valigetta e sul suo contenuto.

-chi era quell'uomo? e cosa sono tutti questi..-

-non me lo chiedere, tu non devi sapere niente di tutto questo- gli rispose chiudendo la valigetta.

-che cosa voleva dire quando ha detto che hai un talento, cos'hai fatto?- insistette.

-ti ho detto che non sono affari tuoi-

-perchè?-

-perchè non si scherza col fuoco e questa è una lezione che tu fatichi ad imparare- gli rispose.

-prima mi hai coperto vero? con Namjoon- le disse.

-e allora?- fece lei aprendo la cassaforte dietro ad un quadro per riporre il denaro.

-anch'io posso coprirti e mantenere i tuoi segreti- le disse.

-non ho bisogno di qualcuno che mi copra le spalle Jungkook, lo faccio da sola da tutta la vita.- rispose chiudendo la cassaforte e voltandosi verso di lui.

-prima eri preoccupata, quando mi hai preso la mano e non l'hai lasciata per tutto il tempo della conversazione con quell'uomo-

-Anatolij non ama le deviazioni dai binari stabiliti, dovevo fargli credere che tu fossi davvero importante per me, per evitare che ti ficcasse una pallottola in corpo- gli disse.

-perchè sei coinvolta con queste persone?-

-smettila di fare domande a cui sai che non ti risponderò Jungkook; ti chiamo una macchina per riportarti a casa- gli disse.

-non voglio andare a casa- le disse serio.

-allora spero che ti piaccia il mio divano- concluse lei allontanandosi.

Jungkook si distese sul divano di Greta dopo aver aspettato invano per mezz'ora che lei tornasse indietro per parlare con lui a proposito di quella sera.

Scrisse a Namjoon dicendogli che avrebbe dormito nel suo appartamento quella notte, giusto per tranquillizzarlo e poi chiuse gli occhi. Si era quasi addormentato quando sentì Greta posargli una coperta addosso, probabilmente per evitare che prendesse freddo; trattenne l'impulso di afferrarle il polso e tenne gli occhi chiusi fingendo di dormire.

-come devo fare per sbarazzarmi di te ragazzino?- la sentì sussurrare dolcemente mentre gli spostava i capelli dalla fronte.

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