Trying to read your eyes

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Il viaggio di ritorno fu avvolto dal silenzio, nessuno osava dire una solo parola a proposito di quello che era successo.

Una volta rientrati nel dormitorio Namjoon esplose.

-come ti è saltato in mente di fare una cosa tanto stupida?- disse a Jungkook.

-volevo proteggerla..- si giustificò timidamente lui.

-Greta è una donna adulta e non ha certo bisogno della tua protezione Jungkook- gli urlò.

-le hanno dato della puttana davanti a tutti, come facevo a non reagire? e poi è stato solo un bacio-

-ohh quello non era solo un bacio Kookie, lo sappiamo benissimo tutti-

-che vuoi dire?-

-che tu sei innamorato di lei e come uno stupido hai messo in piazza i tuoi sentimenti, facendo di te un bersaglio e mettendo a rischio anche le nostre carriere-

-che colpa ne ho se mi sono innamorato? succede a tutti - sbottò Jungkook contro il leader.

-sì, succede a tutti, ma non tutti se lo possono permettere- sentenziò Namjoon duramente.

-che vuoi dire?-

-che devi crescere Kookie; non puoi sempre avere tutto quello che vuoi, ogni cosa ha un prezzo-

-ho pagato il prezzo per quello che ho adesso, esattamente come tutti voi, abbiamo pagato con la nostra giovinezza... e poi volevo solo darle un bacio hyung, è chiedere troppo persino un bacio finto?-

-il punto è proprio questo, non era finto; non per te almeno.-

Namjoon abbandonò il soggiorno per andare a chiudersi nella sua stanza, era intenzionato a telefonare a Greta, quella storia stava andando avanti troppo in fretta.

-che succede?- chiese Greta rispondendo alla chiamata di Namjoon.

-te lo chiederò solo una volta e ti prego di essere sincera-

-ok..-

-provi qualche tipo di sentimento per Jungkook?- le domandò.

-no-

-allora perché fai tutto questo? la live, la finta relazione, ed il bacio di stasera, cosa stai facendo? lo sai che lui è innamorato di te-

-ho provato a respingerlo-

-prova meglio, perchè non sta funzionando-

-e comunque mi hai chiesto tu di fare la live, e sempre tu mi hai detto di mettere in piedi questo teatrino imbarazzante-

-ma non ti ho mai detto di baciarlo in pubblico-

-perchè, sei forse geloso?-

-di te? ma perfavore.. sei tutto quello che detesto in una donna, sei scurrile, autoritaria, testarda, e ti circondi di persone dalla dubbia moralità, non ti toccherei neanche con le mani di un'altro-

-Hai finito?- chiese Greta rendendosi conto di essere profondamente ferita per quello che Namjoon le aveva appena detto.

-Finito? tesoro potrei andare avanti per tutta la notte e..-

Namjoon si rese conto che lei gli aveva appena chiuso il telefono in faccia, si voltò verso la porta della sua stanza e vide Taehyung e Jungkook sulla soglia.

-da quanto siete lì?-

-non ha importanza, questa sera per la prima volta da quando ti conosco mi sono vergognato di essere tuo amico- gli disse Taehyung.


Erano passati un paio di giorni dalla serata di beneficenza e dalla sua telefonata tutt'altro che piacevole con Namjoon.

Greta guardava fuori dalla finestra del suo ufficio il tramonto, era ancora turbata per quello che lui le aveva vomitato addosso, non riusciva a capire il motivo di tanto rancore nei suoi confronti.

Il suo flusso di coscienza venne interrotto quando bussarono alla porta, si voltò e vide la sua segretaria fare capolino.

-Capo c'è il suo fidanzato- le disse.

-Fidanzato?- fece lei sovrappensiero.

-Jeon Jungkook- disse lei non capendo come ci si potesse dimenticare di essere fidanzate con uno dei ragazzi più desiderati della Corea del Sud.

-ma certo..- fece Greta.

-lo faccio salire?- le domandò.

-va bene- le rispose frettolosamente, cercando di ricordare se avessero in programma qualcosa di cui si era evidentemente scordata.

Jungkook entrò nell'ufficio di Greta accompagnato dalla segretaria di lei, che non smetteva di fissarlo come un'ebete, mettendolo un tantino a disagio.

-puoi lasciarci Dae - disse Greta.

-certamente- rispose la ragazza uscendo dall'ufficio controvoglia.

-dovevamo vederci?- chiese a Jungkook.

-in realtà no; ma volevo scusarmi con te per quello che ti ha detto Namjoon.- le disse.

-non dovresti essere qui Jungkook.. Namjoon è stato molto chiaro, non ha piacere che noi passiamo del tempo insieme.- disse lei, e per la prima volta Jungkook colse un velo di amarezza nella sua voce.

-Namjoon non ti conosce- le rispose.

-e tu sì ?- fece lei dura.

-sei una brava persona-

-Questo è quello che credi tu, solo perché hai una cotta per me e guardi solo quello che vuoi guardare perché sei vittima dei tuoi bias di conferma nei miei confronti; ascolta Namjoon, io non vado bene per te- gli disse seria.

-perchè non vai bene per me?-

-Jungkook...- sospirò lei voltandosi verso la porta a vetri del suo ufficio e notando che c'erano almeno cinque persone che li guardavano e loro non si stavano esattamente comportando come due fidanzati, dato che erano ai lati opposti della sua scrivania e non si erano minimamente sfiorati.

-odio queste pareti trasparenti- disse lei passandosi una mano tra i capelli.

-che succede?- le domandò.

-succede che mi dimentico che stiamo insieme, almeno secondo il resto del mondo... e prima ho pure guardato stranita la mia segretaria quando mi ha detto che il mio fidanzato era qui... non fa per me fingere sentimenti che non provo- gli disse.

Jungkook aggirò la scrivania e andò a sedersi su di essa esattamente davanti a Greta; le spostò delicatamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrise.

-io invece non devo fingere niente.. riuscirò a capire cosa ti blocca Greta, non potrai respingermi all'infinito, perché anche se con le parole provi di ferire le persone, i tuoi occhi raccontano un'altra storia- le disse dimostrando una maturità che lei non credeva potesse avere data la sua giovane età.

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