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Namjoon picchiettava sul tavolo bianco della sala riunioni della Samsung con la biro, era innervosito dall'ennesimo atteggiamento di sufficienza di Greta.

-cosa intendi quando dici che lasciamo fuori una fetta di persone considerevole?- le domandò.

-ma niente, tranquilli- cercò immediatamente di parare il colpo Joon.

-i ragazzi, vi state perdendo i maschi- sbottò Greta.

-abbiamo anche fan maschi- le disse lui.

-quanti in proporzione?-

-non lo so, ma ne abbiamo.-

ti darò un paio di dati, il 30 % dei vostri fan sono ragazzi, di cui il 6% rientra nella sfera omosessuale o bisex, la restante parte sono eterosessuali come voi, e magari giocano, come fa Jungkook ad esempio. Non sarebbe una figata se potessero avvicinarsi a voi con un linguaggio diverso dalla musica per una volta?-

-Greta esci, mi metti in difficoltà- le disse Joon.

-oh certo, non sia mai che qualcuno possa esprimere la sua opinione qui dentro- disse lei uscendo dalla porta senza pensarci due volte.

Namjoon si voltò verso Hoseok, era arrabbiato, ma allo stesso tempo lei l'aveva fatto riflettere su una cosa di cui non aveva mai tenuto conto, cioè avvicinarsi al loro pubblico in modo differente.

Greta rimase sul tetto dell'edificio a prendere aria per una mezz'ora abbondante; Joon non l'aveva richiamata dentro, probabilmente per evitare altri problemi.

Joon non le rivolse la parola per il resto della giornata, così lei lavorò a testa bassa su alcune app senza attirare troppo l'attenzione, doveva pazientare ancora per qualche tempo, ma presto avrebbe detto addio a quel lavoro.

Jimin osservava Namjoon fare avanti e indietro per il soggiorno col cellulare in mano, si era fatto dare il numero di Greta perchè voleva finire la discussione che avevano interrotto quel pomeriggio.

-Nam ti vuoi sedere? mi dai la nausea- gli disse Yoongi.

-sto decidendo cosa fare- gli rispose nervoso.

-l'hai già deciso, la vuoi chiamare e spiegarle perchè tu abbia più ragione di lei, sbaglio?- fece Yoongi sollevando lo sguardo per un attimo dal suo tablet.

-ora la chiamo- fece risoluto Namjoon facendo partire la chiamata.

Greta era al negozio sotto casa e stava pagando quando vide una chiamata in entrata da Namjoon, ovviamente lei non avrebbe dovuto avere il suo numero di cellulare, ma questo era un segreto tra lei ed il bug ormai eliminato della sua app. Non rispose, del resto la maggior parte delle persone non risponde ai numeri che non conosce.

Alla terza chiamata si decise a rispondere.

-pronto?- disse con un tono fintamente interrogativo.

-Sono Kim Namjoon-

-ed io sono la regina Elisabetta d'Inghilterra- fece lei mordendosi il labbro per non scoppiare a ridere al solo pensiero dell'espressione contrariata di lui a quella risposta.

-sono veramente Namjoon-

-provalo-

-oggi avevi una maglietta viola con scritto "Horngry" sul lato destro.- le disse.

-mi guardi le tette mentre lavoriamo? davvero irrispettoso- disse lei.

Namjoon fece segno ai ragazzi di smettere di ridacchiare, era stata una pessima idea lasciare la chiamata in vivavoce.

-non ti guardo le tette ci mancherebbe.-

-già... senti arriva al punto, perchè non sono in orario di lavoro e vorrei farmi i cazzi miei.-

-sei sempre così maleducata?-

-e tu sei sempre così permaloso?-

-riguarda quello che hai detto oggi, sul fatto che non teniamo conto dei ragazzi del fandom e che dovrebbero esserci altre strade da seguire oltre alla musica.- le disse.

-non me lo rimangerò, è quello che penso.- gli disse.

-non ti ho chiamata per fartelo rimangiare, voglio solo capire perchè tu creda che sia così importante, cercare nuove strade per avvicinarci a loro.- le disse.

-posso dirti una cosa senza che tu la prenda come un'offesa personale o una svalutazione del tuo lavoro?- gli chiese.

-sì-

-allora l'iper sessualizzazione degli Idol, mi inquieta a morte; ma converrai con me che è una parte importante del vostro lavoro, essere carini, corpo tonico, sempre amichevoli e sexy, perchè la prima cosa che deve arrivare di voi è il vostro aspetto, per attirare le ragazze appunto. Ma non c'è solo quello, le persone hanno diverse sfaccettature, quello che io ti ho suggerito è di tirare fuori un lato diverso, di creare una connessione anche con i ragazzi, che magari comprano anche i vostri album, ma poi non vengono ai concerti, perchè di farsi sbattere il vostro pacco in faccia per due ore non gliene frega un cazzo, perché sono quella parte di fandom che prima del vostro bel culo ha visto i testi delle canzoni.- disse lei convinta che lui l'avrebbe mandata a spendere.

-tu non sai quanta fatica c'è dietro i nostri allenamenti- le disse.

-no, hai ragione. Ma vedi io faccio parte di quella piccola percentuale di persone che ascolta ancora la musica alla radio e se ne frega dell'aspetto di quello che canta. Il mio è un parere oggettivo.-

-ti ringrazio- disse lui chiudendo la chiamata prima che Greta potesse aggiungere altro.

-le hai chiuso il telefono in faccia- disse Jin.

-sì-

-Nam..- fece Hobi.

-che c'è?-

-credo che la sua volesse essere una critica costruttiva, solo che non siete sullo stesso livello di comunicatività. Lei ha un modo di fare decisamente diretto e forse ha spinto su tasti che ci infastidiscono per primi, ma non ha detto nulla di sbagliato- disse Hoseok.

-dite che posso chiederle del gioco che mi ha promesso?- fece Jungkook interrompendo il silenzio.

-sei proprio un coglione!- esordì Jimin lanciandogli una patatina al formaggio, che Jungkook prese al volo e si infilò in bocca.

-sono il migliore!- si disse da solo, facendo sorridere tutti e stemperando un po' la tensione.

Jungkook capì di non essere riuscito nel suo intento quando vide Namjoon dirigersi a passo deciso verso la sua stanza, era evidente che non avesse preso bene quello che lei aveva detto.

Taehyung si alzò dal divano senza dire nulla e raggiunse Namjoon nella sua stanza.

-te la sei presa vero?- gli disse chiudendosi la porta alle spalle.

-come potrebbe essere altrimenti?- fece Namjoon sarcastico.

-Nam...il confronto non è mai una perdita di tempo e lei col suo modo di fare ci sta dando la possibilità di confrontarci appunto con una visione diversa dalla nostra-

-lei spara a zero su tutto, con noi, col suo capo. Voglio dire, è come se non le importasse neanche di perdere il lavoro, dice quello che vuole, fa quello che vuole, fanculo le conseguenze...- gli disse Namjoon e Taehyung capì quale fosse il vero problema tra Namjoon e Greta, la libertà di essere sè stessi.

In passato loro due avevano condiviso parecchi momenti di ribellione, uscendo di nascosto quando non dovevano, vedendo ragazze e mangiando cose che la loro dieta proibiva loro; entrambi amavano l'indipendenza ed il pensare con la loro testa, anche fuori dagli schemi, e Greta probabilmente gli ricordava una parte di lui, che aveva dovuto zittire per fare al meglio il suo lavoro.

-sei invidioso di lei, non c'è niente di male in questo- gli disse con voce calma e conciliante.

Namjoon lo guardò e fece per ribattere, ma Taehyung lo conosceva bene e gli bastò sollevare un sopracciglio per rimetterlo al suo posto.

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