PARTE 8 - L'ISOLA DEL TERRORE

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

La bagnarola salpò accompagnata dalle proteste delle proprie assi di legno tarlato. Strani rumori provenivano dalla cucina, ubicata al di sotto del ponte.

ZhurQui iniziò ad annusare arricciando il naso come un cane da tartufo.

"Provengono dalla cucina, seguitemi!"

Nel frattempo Spok guardava perplesso in alto, scrutando l'orizzonte.

"Eppure il cielo è sereno..."

Lo strombettio che continuava a esplodere di sotto, adesso era accompagnato da evidenti sospiri di soddisfazione, che riporto per completezza di narrazione.

"Ohiohi bene deh..."

"Aaaah Deh, con questa ho abbattuto la barriera del suono!"

Il capitano della nave arrivò in soccorso dei nostri sguardi sconcertati.

"Tranquilli ragazzi, è la fagiolada di ieri sera, stiamo iniziando adesso a digerirla."

Un boato fuoriuscì dalle terga dell'uomo, facendolo vacillare. Un attimo dopo anche i marinai e i mozzi iniziarono a suonare la nona sinfonia di Beethoven con il culo.

L'imbarcazione, a causa dei continui spostamenti d'aria, procedeva a zig zag tra le placide acque oceaniche. Una nave di pirati, battente bandiera nera e teschio con tanto di femori incrociati, ci avvistò, puntandoci minacciosa. Arrivata nelle vicinanze, sentendo l'aria che tirava, fu lesta a cambiare rotta ed evitarci con un'improvvisa virata.

Il capitano commentava soddisfatto, sobbalzando a causa delle continue flatulenze che fuoriuscivano dal suo buco anale.

"Deh..."

SPROT!

"La fagiolada..."

PROOOT!

"Non fallisce mai!"

RIPRO... PROTPROTPROT!

Mi voltai vero i miei compagni d'avventura, che mi restituirono uno sguardo perplesso.

"L'aria si sta facendo pesantina... quanto dura il viaggio?" L'elfo a malapena riuscì a formulare la domanda, mentre cercava, boccheggiando, una zona d'aria più respirabile.
ZhurQui nel frattempo si era materializzato un completo da sommozzatore, attaccandosi a una provvidenziale bombola d'ossigeno.

"Io non ci volevo salire!", commentai acido, coprendomi il naso con un fazzoletto e mettendomi sopravvento, nella speranza di ossigenarmi quel poco che mi aiutasse a sopravvivere.

Mi accorsi che lo stregone stava complimentandosi entusiasta con il capitano, per poi tornare impettito verso di noi.

"Mmmh! Mhmhmh! Mmmh!"

"Togliti il casco da palombaro, coglione!"

Ormai la mia pazienza si era esaurita e l'insulto libero era l'unica valvola di sfogo che mi era rimasta. Continuò galvanizzato, riferendosi al capitano e alla sua tattica alternativa.

"Vedete come è strana la natura umana! Mai farsi ingannare dalle apparenze, spesso individui che sembrano babbei sono in realtà dei geni!"

"Già!" risposi di rimando, "Allora tu prenderesti il Nobel!"

Fummo distratti dal passaggio di un gigantesco SERPENTE DI MARE che, come i pirati poco prima, una volta in prossimità dell'imbarcazione e spaventato dai boati provenienti dagli esplosivi deretani dell'equipaggio, tirò dritto dinnanzi a sé, evitandoci.
Terribili storie si narravano su questi mostri marini, su come riuscissero ad affondare navi e imbarcazioni stritolandole tra le loro fauci, ma questa volta niente di tutto questo accadde.

"SQUARAQ!"

Incassai la testa fra le spalle e mi voltai spaventato. Il rumore liquescente fu seguito da un sibilo prolungato.

"È pronta l'aragosta?"

Guardai ZhurQui disgustato, mentre si volgeva speranzoso verso quel rumore.

"Ohi deh!" Il cuoco, uscito sul ponte, si perlustrava il retro dei pantaloni cercando di nascondere il misfatto. Una macchia marrone si era formata sul gigantesco posteriore, facendo bella mostra di sé sul colore bianco sporco del calzone. Si reggeva la prominente buzza cercando di arginare la perdita, che data la sua stazza, poteva raggiungere le proporzioni di uno tsunami.

"Deh eh, boia! È la peperonata delle 2 di notte!"

"Io al prossimo serpente di mare che vedo passare, mi ci butto tra le fauci. No veramente! Tu non sei un cuoco, tu sei l'omo merda! E voi non siete un equipaggio!" Urlai ormai privo di ogni briciolo di pazienza.

"No deh via, e chi siamo?"

"Siamo arrivati!"

L'elfo intervenne frapponendosi tra me e il resto di quei trogloditi scorreggianti.

Quella vergogna galleggiante rallentò e si adagiò in maniera sorprendentemente delicata tra le rive sabbiose dell'isola.

La spiaggia dorata era delimitata da una foresta fitta e intricata che incombeva minacciosa su di essa. Gli alberi spettrali e deformati, sembravano giganti maligni,  pronti a intimorire chiunque gli si presentasse di fronte, per farlo desistere nel proseguire.

''ZhurQui! Tira fuori la mappa, altrimenti qui ci perdiamo!" Lo esortai contemplando preoccupato ciò che a breve avremmo dovuto attraversare.

"Scusa, quale mappa?"

"Quella che t'ha dato il Mago, zuccone!"

Il silenzio piombò tra noi, devastante come un incudine che precipita dall'ultimo piano di un grattacielo sulla testa di un malcapitato passante. Peccato che sotto al grattacielo, c'ero io!  

"ZhurQui?!" chiesi preoccupato.

"Stregone?!" incalzò ancora più preoccupato l'elfo, "Di che non l'hai fatto!"

"Non l'ho fatto!"

"ZhurQui! Dì la verità!"

"L'ho fatto!"

"Stregone?! Dì che non è vero!"

"Non è vero!"

"ZhurQui! Dì la verità!"

"È vero!"

Lo sguardo dello Stregone si spostava disorientato prima verso di me e poi verso l'elfo, che lo fissavamo con intenzioni omicide.

"L'ho dimenticata sull'imbarcazione, ma non l'ho fatto apposta!" Si giustificò con tono colpevole.

"Diamine! Vorrei anche vedere!" Allargai le braccia fissando rassegnato la foresta che ci aspettava sogghignante. 

"E questo ci dovrebbe essere di conforto?!" ribadì ironico l'elfo.

"Senti ZhurQui" intervenni a quel punto cercando di mantenere un tono calmo e tranquillo,"Te l'ho già detto che sei un cretino?"

"Si,  ben due volte oggi!"

"Solo? Beh, facciamo tre allora!"

Dopo qualche secondo di silenzio, mentre mi stavo già incamminando rinunciatario verso la foresta, alle mie orecchie arrivò ancora una volta la voce dello stregone, che ebbe il coraggio di lamentarsi.

"Siete degli orchi!" Può succedere una volta ogni tanto di dimenticarsi qualcosa!" Il tono era accusatorio e ci stava puntando il bastone magico contro.

"Sai dove te lo infilo quel baston..." Ma fui interrotto ancora una volta.

"Siete degli insensibili, solo accuse, mai una parola di conforto!!!"

"Veramente una ce l'abbiamo..." rispondemmo in coro, "Ma vaffanculo!"

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro