14 - Amore è un verbo

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"Ti amo non per chi sei,

ma per chi sono quando sono con te."

Roy Croft –

LUCY

«Adesso inizia la festa», dice Nash sogghignando.

«Cioè? Cosa vuoi fare?» alzo un sopracciglio.

«Andiamo a casa mia, semplice!»

«Vuoi già farmi conoscere i tuoi?»

«Non ci sono fino a lunedì! Sono in Europa» risponde, lanciandomi uno sguardo sornione.

«Ah, e allora cosa andiamo a fare?» domando, fingendomi ingenua.

«A divertirci!»

«In pratica?»

«Vediamo le stelle» ride beffardo, si prende gioco di me.

Parcheggia nel garage e io mi sento frastornata e confusa. Cos'ha in mente?

Appena scende dalla macchina lui viene ad aprirmi la portiera, ma non per gentilezza, è lì per divorarmi, letteralmente. Mi cerca con le mani, mi accarezza; mi imprime i suoi tocchi in ogni parte del corpo, lasciando cicatrici di puro piacere. Passa la mano tra le mie cosce, sopra i jeans, e appena giunge al bottone dei pantaloni, lo apre senza dignità.

«Voglio farti passare la notte più bella della tua vita» confessa lui. I suoi occhi sono un mare liquido quando li incolla ai miei.

Teardrop – Massive Attack

Love, love is a verb

Love is a doing word

Fearless on my breath

Gentle impulsion

Si avvicina e sprofonda nelle mie labbra, mi divora il collo, mi tocca il seno con movimenti morbidi. Mi sfila il pullover giallo, poi la t-shirt verde, e rimango in reggiseno sotto i suoi occhi che s'illuminano di desiderio.

Mi fa appoggiare sul cofano della macchina, sul quale mi spalmo come marmellata. Si spinge con le mani fin dietro la mia schiena, quando tutto d'un tratto sgancia l'unico indumento rimasto a coprirmi il petto. Non perde un minuto per drogarsi del mio seno, come non avesse aspettato altro fino a quel momento. Struscia il naso lungo tutto il mio collo, e poi più giù, fino ad arrivare al capezzolo destro. Lo bacia con passione, disegnando con la lingua piccoli cerchi che mi sconvolgono e mi eccitano irrimediabilmente.

«Ho voglia di te, Lucy, ti desidero tutta. Ti va bene?»

Avevo capito dove voleva arrivare, non sono così ingenua, ma rimango in silenzio e acconsento con un cenno della testa. Sorride, mi prende in braccio, e, salendo degli scalini, oltrepassiamo una piccola porta che lui apre con la chiave che ha in tasca.

Gli osservo, nolente, i pantaloni; un rigonfiamento è ben visibile. Per un attimo ho paura, non mi sento all'altezza.

E se non gli piacesse? E se non lo soddisfo? E se invece fosse un fiasco totale? Queste domande mi tartassano la mente.

Siamo dentro casa, adesso; non ci sono mai stata, ma da una rapida occhiata al salone dell'ingresso sembra simile alla mia. Saliamo le scale e imbocchiamo una porta sulla destra. Il profumo di Nash mi avvolge così intensamente da sentirmi ubriaca del suo essere. Sono nella sua stanza, prendo atto.

Mi fa sdraiare sul letto, con delicatezza, senza staccarmi mai gli occhi di dosso. Gli tiro un cuscino che si trova lì accanto a me.

«Mi fai rimanere nuda mentre tu sei al calduccio nei tuoi indumenti!»

Non esita un momento per avvicinarsi e farmi il solletico. Urlo e rido senza contenermi. Nash mi tappa la bocca, ridendo a sua volta.

«Non vorrai che il vicinato pensi che stia uccidendo di solletico una donna maldestra!»

«Ma questa donna maldestra ha ragione...» lo guardo in tralice.

Lui si blocca un secondo, si morde le labbra, sembra stia aspettando un segno e io decido di regalarglielo, perché muoio dalla voglia di stare con lui. Mentre lo fisso, pronuncio le parole che danno inizio ai fuochi d'artificio: «Baciami, Nash».

«Davvero?»

«Lo voglio... ti voglio» mi correggo.

Si fionda sulle mie labbra e stavolta non si trattiene. Si toglie la giacca di jeans, poi la maglietta. Rimango incantata a osservarlo. È il primo uomo in carne e ossa che vedo nudo. E mi tartasso una ciocca di capelli perché sono su di giri ed emozionata.

Un pensiero però mi balza in testa: E se domani non ricordassi più tutto questo? Se una delle mie maledette amnesie mi colpisse proprio ora?

Nash adesso è a petto nudo, si avvicina di nuovo a me e con uno gesto veloce mi sfila i pantaloni; ho solo le mie ridicole mutandine addosso, sulle quali sono stampati dei gattini stilizzati.

No, questo davvero non è possibile dimenticarlo.

Lui si sdraia accanto a me, poggiando la testa sul braccio ripiegato sotto la nuca. Mi guarda e il suo fiato cadenzato mi calma, placa la mia paura.

«Sei sicura di volerlo? Con me?» Mi accarezza la guancia con un dito, in modo così leggero da farmi venire i brividi.

«Non desidero altro; se deve essere con qualcuno, allora vorrei solo che fosse con te.»

NASH

Le bacio la punta del naso, perché sono veramente felice. Le sfioro le gambe con la mano libera, striscio fino all'interno coscia e salgo fino a raggiungere la sua intimità.

Lei non si ritrae e allora inizio a massaggiare in quel punto con movimenti circolari. Lucy inizia a gemere e capisco che sta funzionando, le piace.

Non so con sicurezza cosa fare, essere vergini significa essere impacciati, non avere esperienza. È la mia prima volta e non voglio che lei lo sappia, si sentirebbe meno al sicuro e probabilmente più in ansia di me.

I gemiti aumentano; rallento per paura che le faccia male, ma lei interrompe i miei pensieri, pregandomi di non smettere.

«Non ti fermare, ti prego... sto per venire.» E poi esplode di piacere, in un gemito prolungato che si disegna sul suo viso rosso e sudato.

È bellissima. Voglio che sia mia.

«Vuoi... possiamo provare?» le domando con voce vellutata. Le scosto i capelli sudati dalla fronte, il suo respiro è ancora affannoso.

«Certo» risponde in un sussurro.

Ha la pelle d'oca e non so se per il freddo o per la paura.

Prendo dal cassetto del comodino la bustina del preservativo, aiutandomi ad aprirla con la bocca. Il tempo necessario per togliermi i pantaloni e lo estraggo per infilarmelo. Sento che il cuore potrebbe esplodermi da un momento all'altro.

Lei si sdraia di fronte a me, più bella che mai, e apre le gambe di sua iniziativa. Mi trascina su di lei e mi cinge le braccia attorno al corpo.

LUCY

Cosa sta aspettando?

Lo guardo impaziente, ma è quando meno me lo aspetto che prova a entrare; lo fa con delicatezza, senza presunzione, come bussasse prima alla porta per poter oltrepassare l'uscio.

Sento un dolore acuto provenire dal bassoventre e credo lo abbia notato anche lui perché si preoccupa subito per me.

«Ti fa male? Vuoi che smetta?»

«No! Continua...»

Il dolore si allevia man mano che prosegue l'azione. E dopo un momento, una punta di piacere mi solletica e tutto diventa meraviglioso. Continua a spingere lentamente. Lui ansima, sta godendo, e io non posso far altro che seguirlo.

«Sto per...» ma non fa in tempo a finire di pronunciare le parole che gli occhi gli roteano verso il cielo dal gran piacere.

Gli lascio ancora un momento, prima di chiedere: «Sei...?»

«Direi di sì.» Ancora ansante, esce da me e sventola il preservativo a mezz'aria.

È in quel momento che ci accorgiamo del sangue.

«Sanguini...» Sembra sconcertato.

«È normale, Nash. Me lo ha detto mia madre, ad alcune donne dopo la prima volta può succedere.»

«Sei sicura?» deglutisce. «Ti ho già fatto del male, non voglio accada qualcosa di brutto.»

«Nash, stai tranquillo, è tutto a posto. Lo volevo anche io, e adesso più di prima.» Gli accarezzo una guancia, cercando di rassicurarlo e di trasmettergli il mio desiderio.

«Non credo di riuscirci in questo momento» ride, in imbarazzo.

Voglio di più, ne voglio di più. Potrei volerlo per sempre.

Sono nuda sotto di lui, e Nash decide che può ancora fare qualcosa per me. Si china per baciarmi a fior di labbra e strofina l'indice sul mio clitoride; mi sento avvampare di piacere.

Non potrò mai rinunciare a questo, è il paradiso! Lui lo è, il mio personale regno dei cieli, il mio infinito.

Ti amo da sempre, Nash.

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